Lui & Lei
Sorprese in autostrada
di Porcellinoct
02.02.2012 |
6.514 |
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"Cari amici, aspetto tutte le vostre critiche e i vostri suggerimenti..."
E' Pasqua, L'autostrada è deserta, nessuno viaggia oggi.Ha piovuto a dirotto, ma adesso è spuntato il sole. Odio viaggiare con il sole negli occhi e le strade bagnate.
Un'ombra in controluce mi fa segno di fermarmi. Chissà da quanto tempo non passa una macchina.
Mi fermo per prestare aiuto : "Ho bucato una gomma, ho provato a cambiarla ma anche l'altra è sgonfia. Mi dai un passaggio ?". "Ok sali".
Mi presto sempre a dare una mano. E' una donna. Vorrei dirle qualcosa... ma non vorrei sembrare il solito pappagallo arrapato.
Così riprendo i miei pensieri.... ma per poco : "Uffa, mi sono sporcata tutta... e le calze ? guarda un pò, mi si sono rotte tutte !!!".
E' stato un attimo, quel "guarda un pò" ha inevitabilmente attratto il mio sguardo. La gonna alzata fino a dove l’autoreggente lascia vedere la pelle nuda della coscia, la calza sinistra completamente smagliata,
la coscia bene in vista avvolta dalla calza scura, le scarpe con il tacco a spillo completano la figura….. com’è bella; "Che gran fica", ho pensato. La mia attenzione si era svegliata, chi era la donna che mi stava accanto?
Per la prima volta la guardo, circa 30 anni... adoro le trentenni, è l'età migliore per una donna. Non più la bellezza acqua e sapone, il fisico maturo, lo sguardo insinuante.
Adoro le trentenni.
Ecco, lei si gira, per un attimo i nostri occhi si incrociano, ha due occhi verdi da gatta, la carnagione chiara, i capelli biondo cenere sono una cascata di femminilità che le scende fino a coprirle il petto, il maglione verde scuro si apre a liberare due seni sodi. Dalla mia posizione lo sguardo penetra quel paradiso velato da un reggiseno di pizzo bianco, il suo viso piegato in avanti mi guarda sorridente.
“Ehi, sveglia, cosa guardi?? Ahahahaha, non ti distrarre, sennò andiamo a sbattere”, e così dicendo scuote la testa e i suoi capelli ondeggiano come un’onda; la sua voce mi richiama all’improvviso dal mio sogno, lei ride, devo avere un’espressione ebete da idiota. Che brutta figura. Arrossisco, non sono abituato ad essere sfacciato.
Riprendo il controllo, ma l’immagine della coscia, della calza smagliata, la gonna alzata fino a vedere la fascia del reggicalze…….. , quel chiamarmi quasi ad esibire la bellezza di due gambe sfilate e lunghe.....
Bhè, non basta un innocente gesto, anche se piccante ad autorizzare un approccio, ma il suo profumo satura l'aria, la sua voce calda, l'immagine della sua calza smagliata mi solletica il cervello.
Mi ricordo che è da molto che non provo un'avventura. Carina sì... ma ... vabbè, non montiamoci la testa.
"Uffaaa" anche la gonna si è sporcata ed è tutta zuppa, la tolgo, tanto il maglione è lungo abbastanza da coprirmi...", detto fatto gonna e calze volano via. Per sfilare la gonna si abbassa prima il maglione, ma quando si alza dal sedile per farla scorrere dai fianchi il maglione si solleva, le mutandine di pizzo bianco risaltano e la fica, sotto gli slip, sembra pulsare, sollevarsi e offrirsi generosa al mio sguardo
Si comporta con grande naturalezza, capisco che non è sua intenzione provocarmi.... ma ormai la fantasia comincia a fare il suo corso.
Voglia di toccarla, di accarezzarle le gambe. La tocco ? comincio a pensare di metterle una mano sulla coscia.... ci penso su. Tolgo una mano dal volante.... e la rimetto.
La tentazione è forte... tolgo la mano dal volante e volo verso la sua coscia... no... mi fermo sul cambio. Non mi sento di molestarla, ma, come per miracolo, spero che sia lei ad avvicinare la sua coscia alla mia mano.... sò benissimo che non lo farà.
"Cosa fai nella vita ?" le chiedo. "Lavoro in ufficio, al computer, leggo la posta, rispondo ai clienti".
Voglio rompere il ghiaccio, ma mi esce solo una frase banale.
Mi fermo di nuovo in silenzio... non vedo più la strada... la sto immaginando seduta dietro la scrivania... io sto sotto.. sono in ginocchio, le alzo la gonna, lei è senza slip, sento il suo odore, piano piano avvicino la bocca, le mie braccia stringono le sue coscie, la lingua comincia a...".
"Ma non faccio solo questo", mi dice, ho anche degli hobby. "cosa ?" le chiedo. "Scrivo racconti erotici". Un brivido mi corre per la schiena.
Sento caldo, la gola si stringe, allargo il nodo della cravatta e sbottono il colletto.
"Ma non farti strane idee... è solo un passatempo... una cosa è ciò che si scrive, un'altra quello che si fà. Non sono una disponibile... tanto per essere chiari !!"
Ripiombo nel silenzio, il suo tono perentorio non lascia speranze.
Di nuovo non vedo più la strada, la fantasia corre di nuovo, la immagino ancora seduta al computer, sta lavorando con la tastiera, io mi avvicino in piedi accanto a lei, mi fermo vicinissimo alla sua spalla, spingo un po’ avanti il bacino, mi sembra di metterle il cazzo proprio davanti al viso, lei mi guarda, mi osserva un po’, mi guarda negli occhi, poi osserva i pantaloni, la cerniera vicina al suo viso, mi guarda ancora. Con la sua lingua si lecca le labbra, diventano lucide della sua saliva, si ferma, pian piano allunga una mano. Quando si posa sulla patta sente il cazzo duro, sente la mia voglia, sente il mio desiderio, la minchia è gonfia e dura.
La visione è così reale che mi sento rosso paonazzo, sto sudando, lo sento diventare duro sotto i pantaloni, è costretto negli slip, mi duole un po’. Vorrebbe uscire, preme.
Immagini di lei nelle pose più sconce mi scorrono davanti gli occhi, provo a distrarmi ma non ci riesco, ormai ho un chiodo fisso.
Mi fa troppo male, devo aggiustarlo sotto i pantaloni.
Così mentre penso che lei non mi veda allungo la mano e cerco di metterlo meglio.
"Ma cos'hai?", mi dice, "e cosa stai facendo ?", mi dice scrutandomi bene. La sua espressione interrogativa sembra rimproverarmi.
"Niente... è cheeee...", non sapevo cosa dire, mi sentivo scoperto, ma adesso avrei voluto buttarmi, "è che tu... sai...".
"Alt!!! Non farti venire strane idee, ti ho chiesto solo un passaggio, nient'altro, chiaro ?". Di nuovo il suo tono perentorio non lasciava spazio, però un sottile sorriso le addolciva il viso, una luce le percorreva lo sguardo. In fondo si sentiva lusingata… le piaceva…..si cominciava a divertire.
"Scusami, non c'è altro, è che mi metti un pò in agitazione, tutto qui. Nient'altro, stai tranquilla".
Mi nascondo nel mio silenzio, un pò mi vergogno, un pò non riesco a rassegnarmi.
Le mie fantasie riprendono a correre nel mio cervello, sento i pantaloni sempre più gonfi e mi fa sempre male.
Vorrei che finisse subito, vorrei che scendesse dall'auto per nascondermi in una piazzuola di sosta per dedicarmi ad una sega liberatoria, pensando ai sui meravigliosi seni, alla sua biancheria di pizzo bianco, le sue cosce stupende, i tacchi a spillo …. Non ce la faccio più. Devo toccarmi la minchia gonfia e non posso farlo.
Sento il suo sguardo fisso su di me, sembra studiarmi, vorrei nascondere il mio gonfiore dei pantaloni, credo, si veda molto.
La vista di una stazione di servizio mi viene in soccorso. "Mi fermo un attimo, devo andare in bagno" dico. "Anch'io", mi risponde.
Mentre chiudo l'auto lei va avanti. Meglio, il cazzo è duro e si vede bene, camminando avanti non mi vedrà. Io, invece, posso ammirare il suo bel culo coperto solo dal maglione, la spoglio con gli occhi, ho visto i suoi slip, è come se la vedessi nuda ancheggiare davanti a me, con i tacchi a spillo che con il loro tac-tac-tac sottolineano ogni colpo di anca, ogni su e giù del culo. E mi eccito sempre più, infilo le mani in tasca per dare un po’ di sollievo al cazzo. Quasi mi faccio una sega camminando e osservando quel bel culo davanti a me. "A Pasqua non viaggia nessuno, la stazione di servizio è deserta" dico.
Entro nel bagno degli uomini. Lei ha sbagliato ed è entrata quì. E' davanti lo specchio si sta ricomponendo e si sta mettendo il rossetto.
Mi dà le spalle.
La guardo attraverso lo specchio, non mi dice nulla e continua. La fisso, le osservo quegli occhi di gatta che sembrano assorti a specchiarsi. Il rossetto scorre sulle labbra, poi si ferma. Adesso il rossetto è fermo e lei muove la testa per far scorrere le labbra sul rossetto. Io la osservo, adesso le labbra sono socchiuse e accarezzano piano piano il rossetto, si schiudono e il rossetto sembra muoversi avanti e indietro, sembra che lo stia godendo con le labbra, lo avvolge, lo accarezza, sembra che palpiti come un cazzo teneramente coccolato dalle sue rosse labbra. Non resisto, adesso con la mano mi tocco il cazzo e lei mi vede benissimo nello specchio e continua, sorride e continua, Lei mi vede, avvicina di più il volto allo specchio e per far ciò si piega un pò in avanti, il maglione si solleva ancora mettendo in mostra un pezzo di quello splendido culo. Resto ancora incantato a guardarla mentre esco la mano dalla tasca provocatoriamente la comincio premere sopra i pantaloni a portare un po’ di sollievo al cazzo sempre più gonfio e arrapato. Adesso lo accarezzo con gusto e mi piace che lei mi veda.
La guardo ancora, le scarpa bianche con i tacchi a spillo, le gambe lunghe, il maglione le copre appena il sedere, piegata in avanti si vedono le mutandine di pizzo e il suo buco sembra respirare come un fiore in attesa di essere penetrato..
Fissandola attraverso lo specchio mi avvicino, lei mi guarda e si spinge ancora in avanti mostrandomi ancor di più le mutandine.
Mi appoggio a lei, le faccio sentire il cazzo gonfio appoggiato alla spacca del culo, non dice nulla, appoggia le mani ai bordi del lavabo e, piano piano, inizia a sdrusciarsi.
Restiamo così per un pò, ci guardiamo negli occhi attraverso lo specchio, lei si morde le labbra provocante, mi slaccio la cintura, abbasso la cerniera e mi faccio spazio negli slip.
Adesso il mio bastone è fuori, nudo a contatto con le mutandine di pizzo. Ancora un po’ mi sdruscio sul suo culo. Con le dita scosto gli slip, la guardo nello specchio.
Lei chiude gli occhi e apre la bocca. E tutta bagnata, piano ma deciso spingo il cazzo ed entro.. Avanti e indietro, piano piano, voglio godermela senza fretta, voglio gustarla fino in fondo.
La tengo per i fianchi, lei geme, stiamo fottendo senza una parola, in silenzio, solo sentirci ansimare è il segno di come stiamo godendo. Io la tengo con forza e la fotto con movimenti lenti ma decisi. Lei gode, mi spinge il culo indietro ad ogni mia spinta per sentirmi bene fino in fondo. Adesso mi abbasso su di lei e la mia mano, passando davanti, va a cercare la fica, le trovo subito il bottoncino rosso e comincio ad accarezzarla anche lì, nello specchio la vedo godere e ansimare,anche lei vede se stessa e me. Sento crescere i suoi respiri, diventa più affannoso, la sento stringersi, fotto più forte, la sento eccitata e spingo, finchè la sento urlare, si contorce, si sbatte contro di me a sentire tutta la mia minchia dentro di lei,, la sento venire, sento la fica che mi stringe il cazzo, sento il suo sospiro liberatorio, la sento abbandonarsi soddisfatta.
Godo la sua espressione nello specchio, come mi eccita.
Adesso lei porta una mano dietro, mi prende il bastone, lo stringe per tastarne la consistenza “che bel cazzo che hai” e così dicendo in quella posizione, comincia a segarmelo,continuiamo a guardarci attraverso lo specchio. "vedere il tuo cazzo grosso sotto i pantaloni gonfi e il tuo imbarazzo mi ha eccitato da morire, mi ha fatto venire voglia di scoparti,” "adesso pensiamo un po anche a lui”, e così dicendo lo punta sul buco del culo, “spingi, dai spingi, voglio sentirmi tutta piena”,”ahhh, che bello, siiiii, entra dentro, dai, pompami tutta, daiiiiiii”. Sono eccitato da morire, sento le palle piene e pronte a sborrare” sento il sapore del suo culo, sento lo sfintere che si contrae e lo sento stretto. Spingo forte, il buco è stretto e lo forzo con gusto, lei gode, gode, "Vieni anche tu", mi dice.
Sono troppo eccitato, bastano poche spinte per rendermi felice.
Senza una parola si stacca da me, guardandomi egli occhi e sorridendo si sistema gli slip, si abbassa il maglione ed esce.
La ritrovo seduta in auto. In silenzio ripartiamo.
Lei spinge un pò indietro lo schienale, appoggia la testa girata verso di me, chiude gli occhi.
Mi prende la mano e la poggia tra le gambe. Mette la sua sopra la mia. E' senza mutandine, comincio ad accarezzarla.
Sento che le piace. Dalla bocca socchiusa escono flebili mugolii. Capisco che è ciò che vuole e continuo. Mentre guido la mia mano si insinua nella sua fica, la accarezzo con dolcezza, senza penetrarla, una carezza lenta, ma decisa, la vedo sorridere e stringere le coscie sulla mia mano, con la sua mi dirige. Cammino piano, voglio far durare questo momento a lungo.
Vorrei non arrivare mai. Invece pochi minuti sono sufficienti ad interrompere la magia. Siamo quasi arrivati.
Adesso la sento di più, mi spinge con forza la mano, sento inarcarsi la schiena, le viene la pelle d'oca. Capisco. Sta godendo di nuovo. La guardo in viso “Aaaaaaahhhhhhhh…..aaaaaahhhhhh” pochi sospiri e la sento abbandonarsi. Tiene le cosce strette. “Tienimi la mano così, mi piace”.
Siamo arrivati. Le parlo piano :"Senti, vorrei...", mi interrompe, "Shhhh, va bene così". Chiude lo sportello.
In silenzio la guardo allontanarsi, spero invano che si volti, e inutile e vado via.
E' la prima volta che scrivo un racconto. Lo dedico a Liana è per lei che l’ho scritto. I sui racconti mi hanno tenuto compagnia e mi dispiace che sia arrabbiata con me.
Cari amici, aspetto tutte le vostre critiche e i vostri suggerimenti. Scrivetemi. [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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