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Lui & Lei

Non riattaccare!


di Membro VIP di Annunci69.it Messere_and_Pink
14.07.2024    |    3.985    |    8 9.2
"Il mio membro è dritto e duro ma mi manca un tassello…”..."
“Sai che c’è, Carlo? Se non chiudo entro stasera l’accordo per quella commessa, mi fracasserò il cervello per tutto il weekend”.
“Che aspetti allora, Pietro? Chiamalo subito e senti che ti dice, non restare bloccato dal dubbio”.

Una conversazione come tante, fra due amici seduti al tavolino di un bar, per un cocktail, ma con il pensiero rapito dal lavoro. Pietro, rampante manager quarantenne, single per scelta, solo lavoro e forma fisica come suo “credo” personale, si slaccia il nodo della cravatta e afferra deciso lo smartphone. “A Ca’, sai che ti dico: hai proprio ragione. Bando alle esitazioni. Chiamo subito il direttore. Voglio capire se gli interessa la mia proposta”.

Parte la chiamata, il numero non è in rubrica e allora si va di composizione manuale 355XXXXXXX. Due squilli appena e dall’altra parte si palesa un lungo respiro, prima della risposta: “Sìììììì, chi è?”. E’ una voce femminile suadente, musicale, quella che avvolge il manager.
“Buonasera, mi scusi, è per caso la segretaria dell’ingegner Rombi?”.
“Segretaria a chi? Chi è che disturba? Io sono Irene e mi stavo preparando per andare al mare”.
“Ah, mi scusi di nuovo, forse ho sbagliato numero”, replica un imbarazzatissimo Pietro. Che nel frattempo ha congedato l’amico Carlo con un cenno d’intesa e si dirige verso il suo Suv posteggiato in piazza.

“A bello, non è che hai disturbato. De’ ppiù. Sono uscita dalla doccia, tutta nuda, volevo darmi una rinfrescata … “.
“Sei tutta nuda? Davvero?”, commenta compiaciuto Pietro mentre indossa gli auricolari e si mette alla guida.
“Che ci trovi di strano? Per caso fai la doccia vestito tu?”, ribatte pronta Irene.
Ma, nonostante i battibecchi, stranamente nessuno dei due sembra voler chiudere una chiamata al numero palesemente sbagliato.

“Sai una cosa, io faccio spesso la doccia in palestra, ma quella a casa ha tutto un altro gusto”.
“E certo: a casa piò durare quanto vuoi e ti puoi anche coccolare. A proposito, bello: come ti chiami?”
“Io Pietro e tu?”
“Irene, piacere. Però scusa, adesso devo spalmarmi le creme e devo chiudere”.
“No, aspetta Irene, stai lì, non riattaccare! La tua voce mi attira, ha un certo non so che. Sono solo, fammi compagnia mentre guido. Ti prego”.

“Ma davvero? Sai che ero tentata di mandarti aff… e ora, tutto sommato, devo ammettere che la tua voce non è affatto male. Non so il resto…” Improvvisamente il tono di Irene si è fatto meno ruvido e anzi è diventato insinuante e ricco di doppi sensi.
“Sai Irene, io vivo da solo e ho solo pochi amici: penso al successo nel lavoro e a mantenermi in forma…”
“Insomma, non scopi! – lo interrompe Irene – sai che vita grama!”.
“No, Irene, la verità è che dopo la separazione sono diventato molto selettivo e single per scelta. Non vado con la prima che incontro”.
“Magari con la seconda sì”, scoppia a ridere Irene. “Potrei essere io se ci incontrassimo”.
“Veramente? Sai che solo sentendo la tua voce mi è venuto duro!”
“Bene Pietro. Allora hai speranze”, commenta ironica Irene. “Ho messo gli auricolari e mi sto spalmando le creme, distesa sul divano. Penso a chi c’è dietro a questa voce da bel tenebroso”.

Nel frattempo il bel manager ha raggiunto la sua abitazione immersa nel verde di un parco, all’Eur, e senza perdere una sillaba della conversazione telefonica, si è sdraiato sul divano del soggiorno, ha tolto le scarpe, gettato via giaccia e camicia, rimanendo in pantaloni.

“Sono in perfetto relax, Irene, l’ho tirato fuori e lo sto accarezzando”.
“Ma allora mi vuoi proprio bene! Ti comunico che mi sto accarezzando i seni e con le dita sto stringendo entrambi i capezzoli. TI piacciono le tette grosse o piccole?”.
“Preferisco quelle grosse perché voglio sprofondarmici in mezzo come un cuscino. Le tue come sono?”.
“Sei fortunato Pietro, prendo la quarta di reggiseno anche se spesso non lo indosso. Voglio essere libera e sono una donna libera. Ti dirò di più: di solito quando esco non indosso nemmeno le mutandine. E dimmi: il tuo cazzo com’è? Perché non mi mandi una foto visto che il mio numero ce l’hai?”.
“Azz che idea! Ti accontento subito. Fammelo indurire un po’ di più, così fa più figura. Ecco. Foto scattata e inviata”.

“Ammazza che sventola! Grosso è grosso, bello lucido e scappellato, ah se fossi lì con te saprei bene come giocarci. Aspetta che ricambio, non sia mai … cosa vuoi vedere di me?”
“Voglio che ti allarghi per bene la figa e me la fai vedere”.
“Sei un buongustaio Pietro … ecco che me la allargo e ci infilo pure due dita dentro. Oplà. Fatta e mandata”.
“ Però, Irene, pure depilata e … sbaglio o è già bagnata. E quanto mi piacciono quelle unghie smaltate di rosso scarlatto”.
“Mo’ basta foto. Io sono eccitata, guardo la foto del tuo cazzo e mi stuzzico il clitoride con le” dita. Ascolto la tua voce e fantastico una super scopata”.

E’ trascorsa già un’ora e la telefonata fra i due sconosciuti prosegue con toni sempre più intimi, trasudando erotismo sempre più esplicito.
“Io me lo sto menando lentamente , ho la cappella gonfia e rossa, già vedo le goccioline. Ho una curiosità Irene: ma tu vivi da sola? Non hai un uomo che ti scopi?”.
“Un uomo solo no, Pietro. Io sono libera e colgo l’attimo. Vado con chi mi piace senza troppe complicazioni. Faccio sesso al massimo 3 o 4 volte con lo stesso, poi mi stufo e lo mollo…”.

“Ormai ci confidiamo tutto Irene”, mormora affannato Pietro che ha aumentato il ritmo della masturbazione. “Sai. Ho scoperto che mi piace andare in palestra per un motivo ben preciso”.
“Mmmmh. E’ proprio una goduria parlare con te Pietro: ora ho due dita infilate in fondo alla figa mentre continuo a stuzzicarmi il clitoride, ma so che non mi basta. Per godere pretendo di più. Voglio sensazioni più forti”.
“Non vuoi sapere della palestra?” e mentre dice questo, Pietro ormai completamente nudo, si alza dal divano e va a recuperare uno zaino blu nel cassettone.

“Pietro, sto sbrodolando come una cagna, ma voglio di più. Ho in mano un grosso dildo nero di silicone: è più o meno come il tuo cazzo”.
“Che telepatia, Irene! Anch’io voglio di più e non mi accontento certo di godere solo con la mano…”.
“Pietro, mi sto masturbando con il cazzo finto nero nel culo e con l’altra mano continuo a sgrillettarmi la figa e il clitoride. E’ una sensazione unica. Voglio sentirmi presa forte anche da dietro. In mancanza di un uomo qua, faccio da sola e … sto impazzendo perché sentire te mi fa impazzire di piacere”.

“Irene, sei proprio una gran troia. Vorrei essere lì. Il mio membro è dritto e duro ma mi manca un tassello…”.
“Pietro, che cazzo dici? Sto quasi per godere…”
“In palestra vado anche per vedere gli altri maschi nudi nello spogliatoio …”.
“E perciò… “.
“Ecco, ho il mio fidato fallo color carne che sembra vero: l’ho lubrificato e me lo infilo dietro. Il buchetto è già dilatato e collaudato. Ora sì…”
“Ma Pietro, vengo, vengo! Che mi dici? Godo come una fontana. MI hai stimolato tantissimo… “

“Irene, sto godendo anch’io, lo stimolo anale mi ha scatenato. Ora godo, chiudo gli occhi e ti immagino davanti a me, mentre ti inondo di sperma il viso e la bocca”.
“Sì Pietro, sono felice e appagata. Lo sento proprio addosso a me il tuo sperma. Lo sento intenso e caldo, come la tua voce…Che goduta!”
“Sono sfinito e ancora arrapato Irene. Mi hai portato leggero e spontaneo in un piacere per me sconosciuto. Senza vederti, ma era come se tu fossi vicino a me”.
“E’ lo stesso per me Pietro. C’eri. Eri qua a scoparmi con la tua voce”.

“Allora? Visto che ci conosciamo, possiamo incontraci, darci un appuntamento? Che ne dici?”
“A’ bbello? Ma te sei matto. Io vado al mare con le amiche, tu puoi tornare in palestra!” CLIC!
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