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Lui & Lei

Incontro inatteso nella spa dell'albergo 1/2


di ale_gent
10.09.2024    |    983    |    0 9.1
"” Sorrise anche lei, e sentii che c’era qualcosa di più profondo nei suoi occhi..."
Parte 1.

Erano quasi le sette di sera quando rientrai nella hall dell’hotel, la giornata era stata lunga, fatta di riunioni infinite e conversazioni pesanti.
Nonostante la stanchezza sentivo che non ero pronto per tornare in camera. Avevo bisogno di rilassarmi, di staccare dalla frenesia della giornata.
Notai la segnaletica che indicava la zona piscina e relax aperta fino a tardi, sembrava l’opzione perfetta.

La spa era avvolta da un’atmosfera silenziosa, quasi irreale. Le luci soffuse si riflettevano sul pavimento lucido, e un aroma delicato di legno di sandalo e candele riempiva l’aria.
Dopo una rapida occhiata alla piscina vuota, mi diressi verso la sauna, dove il calore prometteva di sciogliere tutte le tensioni accumulate.
Entrando, sentii immediatamente il calore avvolgermi.
Seduta su una delle panche, c’era una donna, non mi aspettavo di trovare qualcuno a quell’ora, ma la sua presenza non mi disturbava, anzi.
La sua figura elegante avvolta in un morbido asciugamano bianco catturò subito la mia attenzione. I suoi capelli scuri erano raccolti, e qualche ciocca umida cadeva lungo il volto.
Non era solo la sua bellezza a colpirmi.
C’era qualcosa di più, un’energia particolare che sembrava emanare.
Ci scambiammo un rapido sguardo e, con un accenno di sorriso, mi fece spazio sulla panca di legno.
Mi sedetti accanto a lei sentendo il calore della sauna crescere e sciogliere lentamente la mia tensione, l’aria era densa di vapore, e l’unico suono era il respiro leggero di entrambi.

“Serata lunga?” mi chiese, la sua voce bassa e morbida, quasi in sintonia con l’ambiente.

“Più lunga del previsto”, risposi sorridendo “Ma questo posto aiuta”.

“Concordo.” Sorrise anche lei, e sentii che c’era qualcosa di più profondo nei suoi occhi. Non era solo bellezza, c’era una misteriosa confidenza.

"Sei quì per lavoro o semplice relax?", le chiedo per continuare quella conversazione in un'atmosfera già carica di quella tensione sessuale, tanto sottile quanto inconfondibile.

"Entrambe le cose... Vivo a Ravenna ma mi trovo quì per una consulenza di qualche giorno presso un'azienda di moda. Così il pomeriggio dopo il lavoro mi ritiro nella spa dell'hotel per rilassarmi. E poi qualche giorno lontano dalla routine familiare dove posso godermi solo me stessa non mi dispiace" chiude accennando un sorriso ammiccante mentre mi scrutava con quegli occhi già intrisi di voglia.

"E tu cosa fai qui?" Mi domanda.

"Anche io mi trovo in zona per lavoro, mi fermo qualche giorno per dei progetti da valutare con vari clienti. Questa sera nonostante la stanchezza non mi andava di tornare in camera e sono passato dalla spa... dovrei prenderla in considerazione più spesso...", ricambio il suo sorriso ammiccante facendole percepire che se avessimo voluto continuare mi avrebbe fatto piacere.

Il silenzio tornò a regnare nella sauna, ma non era affatto imbarazzante. Sentivo una tensione sottile crescere, come se entrambi sapessimo che c’era dell’altro oltre quelle semplici parole.
Si accomodò distesa accanto a me, prima di stendersi mi chiese "posso?", e io "certamente fai pure".
Il suo asciugamano si mosse leggermente, lasciando intravedere una spalla nuda e liscia, illuminata dalle luci soffuse del vapore.
Si scoprì leggermente anche il suo seno, quanto basta per ammirare quel solco così sexy che lasciava intuire quanto fosse tondo e perfetto.
La mia mente iniziò a fantasticare, ma cercai di restare concentrato.

Si accorse del mio sguardo su di lei e accennò un sorriso subito prima di sollevare le gambe e socchiudere gli occhi.
Tutta questa carica che c'era nell'aria scatenò in me una reazione ben visibile e poco occultabile dal sottile asciugamano che indossavo in vita, lei lo notò.

Dopo qualche minuto si alzò lentamente avvolta ancora nel suo asciugamano, mi sfiorò volutamente la coscia e anche altro, con una classe ed eleganza da lasciarmi disarmato, e si diresse verso la porta.
Si voltò un attimo prima di uscire lanciandomi uno sguardo intrigante, quasi un invito silenzioso.

“Se ti serve qualcosa di più di un po’ di relax,” disse con un tono complice, “la mia stanza è la 307”.

Le parole rimasero sospese nell’aria e io la osservai allontanarsi con i capelli ancora umidi che ondeggiavano delicatamente sulle spalle.
Il suo invito era chiaro, e dopo un attimo di esitazione mi alzai anche io.
Qualcosa in lei mi aveva catturato e sapevo che non avrei passato il resto della notte nella mia camera.

Le scale che portavano al suo piano sembravano infinite, ogni passo aumentava la tensione, quel desiderio crescente che mi aveva già invaso in sauna. Quando arrivai di fronte alla sua porta mi trovai a esitare per un attimo, ma poi bussai leggermente.
Lei aprì quasi subito, la luce soffusa della stanza si riversò nel corridoio e il suo sguardo mi accolse con un misto di sicurezza e desiderio.

"Piacere, Silvia, sono contenta che ti sia deciso a salire"

"Alessandro, e il piacere è mio"

Avvolta ancora nel sottile asciugamano bianco emanava intensamente un’aura di fascino e mistero.
Mi fece cenno di entrare, e mentre chiudevo la porta alle mie spalle la stanza si riempì del suono leggero dei nostri respiri e della città che pulsava fuori dalla finestra.

Continua nella parte 2.
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