Lui & Lei
Enrica, un ricordo che non se ne va. Parte 2

19.02.2025 |
22 |
0
"Lei ci rimane male, pensa che in realtà a me non interessi, che non sia convinto, si sente rifiutata, si arrabbia, discutiamo, mi scuso..."
Il Il 22 febbraioPropizia fu una cena tra colleghi. Come d’accordo, lei mi aspetta nel parcheggio di un poliambulatorio. Sono le 20:00, lei è bellissima, gonna corta e calze nere che accarezzo lungo tutto il viaggio in macchina, fino al locale dove ci attendono una decina di colleghi per festeggiare un pensionamento.
Nessuno sospetta nulla di noi due. Ci diamo un contegno, fingiamo indifferenza e sediamo distanti, gli occhi si incrociano, il desiderio saltella irriverente tra le chiacchiere e i bicchieri di vino.
È ora di congedarsi dai colleghi, fra poco sarà mia, la vedrò nuda, chissà che biancheria intima indossa stasera. Saliamo in macchina dopo aver salutato.
La direzione non è quella di casa ma tra le colline di Conegliano. C’è la luna piena, ci infiliamo in una stradina, siamo circondati da vigneti, con attenzione entro in un campo e mi fermo tra i filari di un vigneto e una siepe.
È circa mezzanotte di un giovedì sera di fine inverno e non c’è nessuno in giro. Ci guardiamo, ci baciamo tanto, lei inizia a spogliarsi, mi tolgo le scarpe, il maglione, la camicia. Lei scivola nel sedile posteriore con le sue lunghe gambe. La seguo, le sono accanto, ha una sottoveste nera e il chiarore della luna per contrasto rende splendida la sua pelle, sento il contatto con il suo corpo finalmente a mia completa disposizione. I suoi capelli ondulati sciolti le cingono le spalle e mi accarezzano il viso mentre la bacio tutta, si toglie la sottoveste e subito dopo il reggi, ho davanti il suo seno piccolo, i suoi capezzoli in bocca, il caldo della sua pelle, il sentore di rose della sua crema corpo, il suo Chanel che il calore del suo corpo esalta.
Le tolgo le mutandine, tolgo le mie. Una sorpresa: la mia mente è come se fosse spettatrice, osserva la scena in corso, si chiede se è vera o se è un sogno.
Risultato: lui non si alza. Mi concentro con la bocca sulla sua fichetta rasata, lui non si alza. Desisto. Lei ci rimane male, pensa che in realtà a me non interessi, che non sia convinto, si sente rifiutata, si arrabbia, discutiamo, mi scuso.
La riporto alla macchina. Vado a dormire con la convinzione che la storia sia finita prima di nascere, da una parte sono amareggiato, dall’altra mi sento sollevato. Sto per prendere sonno e noto il bagliore dello smartphone che lampeggia di messaggi: è lei che si scusa, si è calmata, mi scuso io, ci diamo appuntamento per il giorno successivo al lavoro.
Passano alcuni giorni di baci, di mani che toccano, di erezioni che ritornano e di mestruazioni che arrivano. Non ci fidiamo ad andare oltre quando siamo soli, il luogo è affollato e il rumore di qualcuno che bussa alla porta è sempre in agguato.
Continua…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Enrica, un ricordo che non se ne va. Parte 2:
