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Lui & Lei

Elisa, l’assistente del dentista


di Pica123
02.07.2024    |    157    |    1 8.0
"La bocca morbida e calda andava a fondo mentre le spingevo la testa in basso, giù, fino a farle arrivare la bocca ai coglioni..."
Di tanto in tanto vado a fare la pulizia dei denti.
A me dà un po’ fastidio la pulizia dei denti, con quei ferretti fastidiosi che mi sembra mi debbano staccare da un momento all’altro un dente. Non so perché, ma non è una sensazione che mi mette letteralmente ko.

Ma da quando dal mio dentista c’è una nuova igienista – devo ammettere che non ricordo di averla mai vista prima, ma magari il mio terrore mi ha impedito di vederla – mi sento un po’ più rilassato quando vado a farmi sbiancare i denti, perché mi è simpatica ed è pure figa.
Lei si fa chiamare Elisa, anche se non so esattamente quale sia il suo nome – e se devo dire la verità non è che me ne freghi più di quel tanto – e trovo che sia molto affascinante: non è quella che si dice una bella ragazza, ma piuttosto è una che è piena di fascino e ti attizza.
Non so nemmeno come spiegare il motivo di questa attrazione che mi ha colpito spingendomi a desiderare di conoscerla più intimamente, anche se da un giorno all’altro, dopo l’ultima pulizia dei denti, ogni volta che penso alla pulizia dei denti mi viene di fare un grande sorriso.
Che cosa mi ha colpito di Elisa dalla scorsa volta? Beh forse non i suoi fianchi a mandolino e ben torniti, e il suo culo piuttosto tondo e minuto, e nemmeno le tettine: nel complesso credo che sia il suo sguardo affascinante, da tigre, ad avermi conquistato insieme con la sua bocca e le sue mani deliziose e delicate.

Martedì scorso ho avuto
appuntamento in studio per sistemarmi i denti e, a quell’ora, non c’era più nessuno nello studio: soltanto Elisa e una sua collega, che stava giusto sistemando un paio di cose prima di andare a casa dopo una lunga giornata tra denti e dentiere.
Dopo avermi fatto accomodare in sala d’attesa, la collega di Elisa è tornata a completare qualche pratica in ufficio, e trascorsi alcuni minuti, è poi venuta a chiamarmi, dicendomi che la sua collega mi aspettava nello studio in fondo a sinistra.
Ho seguito questa giovane ragazza, che a sua volta, quando è arrivata alla stanza aprendo la porta, ha detto a Elisa di andarsene a casa perché stanca: e con un gesto, l’ha salutata, dopodiché ha salutato pure me, mettendosi la giacca ed avviandosi verso la porta tirandola dietro di sé.
Dopo esserci salutati, Elisa si è presentata e mi ha fatto accomodare sul lettino: ha ammirato i miei denti e, quindi, si è messa all’opera, ripulendoli del poco tartaro che c’era e lodandomi per la notevole igiene orale, che diceva essere ormai cosa poco comune tra i pazienti.

Mentre puliva i denti, Elisa si abbassava verso di me, facendomi intravvedere le tette sotto la camicetta: oltre a ciò, era provocante persino con le sue cosce sode e allenate, in quella posizione mi attiravano e non poco.
Così approfittando di una piccola pausa per sciacquarmi i denti, mentre lei stava guardando un attimo lo schermo di un apparecchio lì vicino, sdraiandomi sul lettino ho allungato la mia mano sotto la gonna e, con il pollice, ho cercato di accarezzare l’interno delle cosce, toccandola fino alle le mutande.
Elisa, sulle prime, mi ha levato la mano e mi ha guardato dicendomi come mi permettevo di fare una cosa simile, ma subito dopo, vedendo la mia insistenza nel toccarla, si è quindi sciolta e ha iniziato ad invogliarmi a fare di più aprendo le cosce quando basta perché le potessi toccare il pube, provocandomi.
Mi sussurra di aver voglia ed i suoi capezzoli si fanno evidenti sotto la camicia.

Mentre è china su di me le sbottono la camicia e le inizio a torturare delicatamente i capezzoli ancora sotto la stoffa del reggiseno con i polpastrelli.
Sentendo il suo respiro più profondo le ho slacciato il reggiseno. Piccolo ed appena appeso verso di me, l’ho portato verso la mia bocca ed ho cominciato a solleticarle i capezzoli bruni con la punta della lingua fino a renderli turgidi e molto sensibili.
Ciucciarli e mordicchiarli le provocava dei piccoli fremiti.
Me li porgeva in bocca ed io li gustavo.
La sua mano ha cominciato a toccarmi il petto provocandomi una lenta eccitazione.
Abbiamo continuato a stuzzicarci i capezzoli a vicenda fino a quando la sua mano è scivolata dal petto all’addome, fino a tastare la patta fra le mie gambe.
Ci baciamo semi ansimanti senza scambiarci parole.
Le sue labbra sottili succhiano le mie e le lingue si cercano a vicenda.
Ad un certo punto faccio correre la la mia mano sotto la gonna per tastare i glutei di Elisa, lisci e tondi.
Lei reagisce stringendomi le palle fra le mani attraverso i pantaloni per poi aprirmi la zip e tirar fuori la cappella.
Comincia a solleticarla con le unghie delicatamente facendomi trasalire.
Mentre la accarezzo sotto la gonna le sfilo le mutandine che lei ha lasciato cadere sul pavimento.
Mi chiede di voler godere proprio qui, nello studio, con me: così le ho detto di accomodarsi sul lettino, le ho abbassato la gonna e le mutande, e ho iniziato a leccare quella bella figona dalle labbra scure e carnose, così desiderosa di attenzioni e di piacere.

Elisa si contorceva in preda al piacere sul lettino, e mentre si muoveva, smanacciando tra la bocca e i capelli, di tanto in tanto faceva anche qualche piccolo grido e ansimava, perché ne voleva di più, desiderava godere di più e sentire tutta la mia lingua dentro la figa, le mie labbra succhiarle il clitoride eretto.
A forza di leccarla, la sentivo sempre più bagnata e scivolosa, finché a un certo punto – ormai non più capace di controllarsi – i suoi umori erano tali da bagnarmi tutta la bocca e la camicia.
Ormai con il fiatone e desiderosa di rilassarsi, Elisa mi ha accarezzato i capelli e mi ha sorriso, dicendomi che mai in precedenza qualcuno era riuscito a farla godere fino a quel punto con la lingua.
Alla vista di quella bella figona goduriosa, mi son abbassato pantaloni e mutande, e le ho passato il mio cazzo su quella bocca piena di desiderio: giocava a farselo passare tra le labbra e la lingua, e voleva pomparlo fino a svuotarmi letteralmente i coglioni, come diceva lei.

Scendendo dal lettino, e inginocchiandosi per terra, si è messa davanti a me e l’ha subito voluto prendere tutto dentro: mentre mi ingoiava il cazzo, tra quelle labbra grosse e carnose, Elisa mi faceva sentire desiderato, soprattutto mentre la sua lingua scorreva oltre la cappella.
La bocca morbida e calda andava a fondo mentre le spingevo la testa in basso, giù, fino a farle arrivare la bocca ai coglioni.
Ogni volta che lo toglievo dalla sua bocca, con lei che respirava affannosamente e mi diceva di volerlo di più, sentivo il piacere crescere: e così, lei se l’è preso in bocca ancora una volta, pompandolo in punta, fino a sentire la mia prostata vibrare per il piacere dell’orgasmo.
Qualche istante prima che potessi innaffiarle la bocca, se l’è tirato fuori: e se l’è passato sulle labbra come fosse un burro cacao, e pure sui denti, e sugli occhiali, sorridendo con la faccia piena di sborra e provocante.

Nel mentre, qualcuno suonò alla porta dello studio: e rivestendomi, dissi a Elisa che sarei passato di nuovo a trovarla in studio, la volta seguente, magari anche per approfondire…
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