3 settimane fa
Roba per stomaci forti!Quotato da Bull66_ME,Caccia al Tampax Rosso
Il leggendario Tampax Rosso Menarca è la reliquia più ambita tra gli uomini che praticano la menofilia. Si narra che questo tampone unico, appartenente alla collezione “Super Plus,” abbia vissuto eventi fuo [...]
3 settimane fa
Fabio, un giovane laureato e autoproclamato "libertino intellettuale", ha un'idea tutta sua di trasgressione. Nonostante una cultura alquanto approssimativa e un’interpretazione creativa della realtà, Fabio è convinto di possedere un’innata conoscenza delle "arti della seduzione e della libertà sessuale". Tra le sue pratiche preferite vi è la cosiddetta "Gang Band" , che, secondo lui, consiste nel suonare strumenti musicali durante l’amplesso di coppie sconosciute, una sorta di performance estemporanea dove il piacere sensuale e quello musicale si fondono... almeno nella sua mente.
Il fraintendimento di Fabio nasce da un aneddoto ascoltato per caso in un bar di provincia: "Lei suona il piano, lui la tromba". Senza cogliere il gioco di parole, Fabio ha interpretato la battuta come un invito alla sperimentazione musicale in situazioni "intime". Da quel momento, è fermamente convinto che la massima espressione di libertinismo sia portarsi dietro una valigia di strumenti – dalle maracas al trombone – e suonarli in occasione di incontri altrui, trasformandosi in una sorta di colonna sonora umana per gli amanti.
Quando un amico, tra il perplesso e l’imbarazzato, tenta di spiegargli il significato reale della battuta e gli fa notare l'uso improprio della parola "Gang Band", Fabio lo liquida con aria di superiorità. "Guarda," dice con un tono solenne, "io non leggo la Treccani come voi borghesucci, io uso il QuattroGatti" , un'enciclopedia immaginaria che, secondo lui, racchiude tutta la "vera sapienza underground".
La situazione prende una piega pericolosa quando Fabio, alla ricerca di una nuova esperienza "libertina", si ritrova in un club privato d'élite. Qui conosce un gruppo di individui affascinati dal suo bizzarro concetto di "Gang Band", ma che ben presto lo ingaggiano come copertura per attività illegali. Fabio, ignaro e orgoglioso della sua nuova fama di "musicista trasgressivo", accetta di esibirsi in questi eventi esclusivi. Senza saperlo, accompagna con la sua musica incontri tra criminali e scambi di informazioni top-secret, credendo di far parte di un'élite di "libertini illuminati".
La farsa si fa sempre più intricata, con Fabio che diventa involontariamente il bersaglio di agenti sotto copertura e lobbisti senza scrupoli, tutti disposti a usare la sua ingenuità per i propri fini. Tra fughe rocambolesche, errori comici e confronti deliranti, Fabio si ritrova coinvolto in un vero e proprio thriller, dove dovrà improvvisamente abbandonare le sue convinzioni assurde e fare una scelta: restare il libertino che "suona il piano mentre gli altri trombano" o finalmente crescere e liberarsi di questa esilarante – e pericolosa – illusione.
Il fraintendimento di Fabio nasce da un aneddoto ascoltato per caso in un bar di provincia: "Lei suona il piano, lui la tromba". Senza cogliere il gioco di parole, Fabio ha interpretato la battuta come un invito alla sperimentazione musicale in situazioni "intime". Da quel momento, è fermamente convinto che la massima espressione di libertinismo sia portarsi dietro una valigia di strumenti – dalle maracas al trombone – e suonarli in occasione di incontri altrui, trasformandosi in una sorta di colonna sonora umana per gli amanti.
Quando un amico, tra il perplesso e l’imbarazzato, tenta di spiegargli il significato reale della battuta e gli fa notare l'uso improprio della parola "Gang Band", Fabio lo liquida con aria di superiorità. "Guarda," dice con un tono solenne, "io non leggo la Treccani come voi borghesucci, io uso il QuattroGatti" , un'enciclopedia immaginaria che, secondo lui, racchiude tutta la "vera sapienza underground".
La situazione prende una piega pericolosa quando Fabio, alla ricerca di una nuova esperienza "libertina", si ritrova in un club privato d'élite. Qui conosce un gruppo di individui affascinati dal suo bizzarro concetto di "Gang Band", ma che ben presto lo ingaggiano come copertura per attività illegali. Fabio, ignaro e orgoglioso della sua nuova fama di "musicista trasgressivo", accetta di esibirsi in questi eventi esclusivi. Senza saperlo, accompagna con la sua musica incontri tra criminali e scambi di informazioni top-secret, credendo di far parte di un'élite di "libertini illuminati".
La farsa si fa sempre più intricata, con Fabio che diventa involontariamente il bersaglio di agenti sotto copertura e lobbisti senza scrupoli, tutti disposti a usare la sua ingenuità per i propri fini. Tra fughe rocambolesche, errori comici e confronti deliranti, Fabio si ritrova coinvolto in un vero e proprio thriller, dove dovrà improvvisamente abbandonare le sue convinzioni assurde e fare una scelta: restare il libertino che "suona il piano mentre gli altri trombano" o finalmente crescere e liberarsi di questa esilarante – e pericolosa – illusione.
3 settimane fa
Fabio la sa lunga!
(Fabio là s'ha lunga)
...
Questo è un commento bilingue.
(Fabio là s'ha lunga)
...
Questo è un commento bilingue.
3 settimane fa
"Se io fossi (per i puristi "se io sarei") mago, farei:..."
3 settimane fa
Torino. Una città in bilico tra ombre e luci, misteri e bar eleganti, dove ogni angolo sembra custodire segreti. È qui che un uomo senza nome arriva su un treno notturno, deciso a partecipare a un rito occulto che promette iniziazioni proibite e rivelazioni esoteriche. Tuttavia, il primo errore è già fatale: invece di scendere a Porta Susa come previsto, scende per sbaglio a Porta Nuova. La serata che sembrava programmata si trasforma così in una corsa surreale, sospesa tra le vie notturne della città, alla ricerca del vero incontro.
All’uscita della stazione, scopre di non trovare alcun taxi, come se la città fosse deserta o addirittura in attesa. Così, seguendo il profilo della Mole Antonelliana, inizia un pellegrinaggio solitario, tra strane coincidenze e incontri ambigui. Su via Roma, viene fermato da un'artista di strada vestito da angelo con ali di carta, che gli offre una "benedizione diabolica" per pochi spiccioli, assicurandogli che solo così potrà evitare “la dannazione delle vie torinesi.” Incredulo ma divertito, prosegue. In piazza Castello, viene attratto da un gruppo di personaggi in maschera, che sembrano essere i resti di una festa a tema decadente, ognuno con un drink e un sorriso enigmatico.
Quando finalmente arriva in piazza Vittorio Veneto, fa una scoperta che lo lascia sconcertato: il vecchio cinema a luci rosse, un’istituzione che ricordava dai tempi della sua giovinezza, è stato trasformato in un bar alla moda. Incuriosito, decide di entrare. Qui, un barman tatuato e dall'aria saggia gli consegna una copia consumata di Il Triangolo Divino: Rituali Esoterici e Alcolici, un antico volume che contiene, oltre a ricette di cocktail a base di erbe e distillati, presunte formule per evocare energie oscure tramite combinazioni alcoliche. Tra i capitoli, uno in particolare cattura la sua attenzione: la “Congiunzione dei Sapori e delle Anime”, un rito che, si dice, richieda un “prescelto”.
Affascinato, ma ignaro dell'ironia che pervade il libro, riprende la sua marcia verso la Gran Madre , dove i veri adepti del culto oscuro lo aspettano. In questo clima solenne, proprio quando tutto sembra pronto per l’inizio del rito, appare una figura inaspettata: una donna vestita da suora che, dopo alcuni gesti misteriosi, si svela come la Sacerdotessa delle Messe Nere. Con voce suadente e un tocco di teatralità, annuncia che lui è il prescelto per il rituale della “Congiunzione Carnale”, destinato a completare l’incontro con la sacerdotessa stessa in un atto sacro e profano.
Ma a questo punto il rito inizia a sfuggire di mano. La suora-sacerdotessa si rivela un personaggio goffo, che inciampa sulla veste mentre pronuncia frasi in latino mal tradotto. Gli adepti iniziano a ridacchiare, e quello che doveva essere un momento di estasi nera si trasforma in una farsa. Quando, nel tentativo di sedurre l’uomo con il fascino oscuro del rituale, la sacerdotessa fa cadere per sbaglio una torcia che incendia parte dell’altare, il gruppo si lancia in una confusa serie di tentativi per spegnere il fuoco, usando calici pieni di strani cocktail presi dal Triangolo Divino.
Nell’assurdità generale, emerge un altro colpo di scena: un gatto nero si aggira tra i presenti, e ogni volta che qualcuno prova a continuare il rituale, il gatto attraversa la scena, rompendo la concentrazione e facendo ridere gli adepti. Un’anziana signora che passava per caso nei pressi della chiesa, attirata dal trambusto, si unisce alla comica confusione, raccontando che suo marito, ai tempi, era stato parte del medesimo culto, ma aveva trovato Il Triangolo Divino più utile come libro di cucina che come guida esoterica.
Alla fine, in un epilogo surreale, la “Congiunzione Carnale” tanto attesa viene celebrata in modo del tutto diverso: l’uomo, ormai rassegnato e divertito, viene invitato dalla sacerdotessa e dagli adepti a un brindisi collettivo sotto le stelle, dove ognuno sorseggia cocktail preparati secondo le ricette del libro proibito. Torino, sospesa tra ironia e mistero, sembra aver giocato un ultimo scherzo a chi cercava l’ombra senza accorgersi che era già dentro la commedia.
All’uscita della stazione, scopre di non trovare alcun taxi, come se la città fosse deserta o addirittura in attesa. Così, seguendo il profilo della Mole Antonelliana, inizia un pellegrinaggio solitario, tra strane coincidenze e incontri ambigui. Su via Roma, viene fermato da un'artista di strada vestito da angelo con ali di carta, che gli offre una "benedizione diabolica" per pochi spiccioli, assicurandogli che solo così potrà evitare “la dannazione delle vie torinesi.” Incredulo ma divertito, prosegue. In piazza Castello, viene attratto da un gruppo di personaggi in maschera, che sembrano essere i resti di una festa a tema decadente, ognuno con un drink e un sorriso enigmatico.
Quando finalmente arriva in piazza Vittorio Veneto, fa una scoperta che lo lascia sconcertato: il vecchio cinema a luci rosse, un’istituzione che ricordava dai tempi della sua giovinezza, è stato trasformato in un bar alla moda. Incuriosito, decide di entrare. Qui, un barman tatuato e dall'aria saggia gli consegna una copia consumata di Il Triangolo Divino: Rituali Esoterici e Alcolici, un antico volume che contiene, oltre a ricette di cocktail a base di erbe e distillati, presunte formule per evocare energie oscure tramite combinazioni alcoliche. Tra i capitoli, uno in particolare cattura la sua attenzione: la “Congiunzione dei Sapori e delle Anime”, un rito che, si dice, richieda un “prescelto”.
Affascinato, ma ignaro dell'ironia che pervade il libro, riprende la sua marcia verso la Gran Madre , dove i veri adepti del culto oscuro lo aspettano. In questo clima solenne, proprio quando tutto sembra pronto per l’inizio del rito, appare una figura inaspettata: una donna vestita da suora che, dopo alcuni gesti misteriosi, si svela come la Sacerdotessa delle Messe Nere. Con voce suadente e un tocco di teatralità, annuncia che lui è il prescelto per il rituale della “Congiunzione Carnale”, destinato a completare l’incontro con la sacerdotessa stessa in un atto sacro e profano.
Ma a questo punto il rito inizia a sfuggire di mano. La suora-sacerdotessa si rivela un personaggio goffo, che inciampa sulla veste mentre pronuncia frasi in latino mal tradotto. Gli adepti iniziano a ridacchiare, e quello che doveva essere un momento di estasi nera si trasforma in una farsa. Quando, nel tentativo di sedurre l’uomo con il fascino oscuro del rituale, la sacerdotessa fa cadere per sbaglio una torcia che incendia parte dell’altare, il gruppo si lancia in una confusa serie di tentativi per spegnere il fuoco, usando calici pieni di strani cocktail presi dal Triangolo Divino.
Nell’assurdità generale, emerge un altro colpo di scena: un gatto nero si aggira tra i presenti, e ogni volta che qualcuno prova a continuare il rituale, il gatto attraversa la scena, rompendo la concentrazione e facendo ridere gli adepti. Un’anziana signora che passava per caso nei pressi della chiesa, attirata dal trambusto, si unisce alla comica confusione, raccontando che suo marito, ai tempi, era stato parte del medesimo culto, ma aveva trovato Il Triangolo Divino più utile come libro di cucina che come guida esoterica.
Alla fine, in un epilogo surreale, la “Congiunzione Carnale” tanto attesa viene celebrata in modo del tutto diverso: l’uomo, ormai rassegnato e divertito, viene invitato dalla sacerdotessa e dagli adepti a un brindisi collettivo sotto le stelle, dove ognuno sorseggia cocktail preparati secondo le ricette del libro proibito. Torino, sospesa tra ironia e mistero, sembra aver giocato un ultimo scherzo a chi cercava l’ombra senza accorgersi che era già dentro la commedia.
3 settimane fa
Dopo una notte folle e surreale, trascorsa in mezzo a rituali comico-satanici e misteri a metà tra il sacro e il profano, l'uomo senza nome si sveglia nel suo hotel, ancora stordito dall'effetto degli strani cocktail esoterici e dei riti bizzarri ai quali ha partecipato. La sua mente è un groviglio di immagini assurde e sensazioni confuse. È ormai pomeriggio inoltrato, e nonostante il caos del giorno precedente, un’insopprimibile fame lo spinge ad alzarsi e cercare un po' di normalità. Ma, nel tentativo di sfuggire al grottesco mondo che ha appena attraversato, si ritrova ancora immerso in una città che sembra giocare con il destino di chi la percorre.
Decide così di dirigersi verso il Circolo Ufficiali di Corso Vinzaglio, un rifugio elegante dove spera di rifocillarsi e, forse, ritrovare un po' di pace. Sul tram, mentre percorrono via Cernaia, un incontro casuale con un'anziana signora, che gli racconta di una Torino nascosta e segreta, lo fa sentire come se la città stesse cercando di parlargli. Nonostante le stravaganze occorsegli, l’uomo è ormai abituato alla stranezza di tutto ciò che lo circonda, ma non sa ancora che la sua avventura è tutt’altro che finita.
Quando arriva al Circolo, l’atmosfera è affascinante e solenne, un’oasi di tranquillità in mezzo alla follia della notte. Qui, il direttore del circolo lo accoglie con un sorriso enigmatico e lo introduce a una tradizione misteriosa che si cela tra le mura di quell’edificio. Non è solo una questione di antiche tradizioni, ma di poteri sottili e segreti che da secoli vengono tramandati. Il direttore gli consegna un amuleto antico, una piccola medaglia di metallo che ha l'aspetto di un triangolo irregolare, inciso con simboli arcani e linee che sembrano riscrivere il destino. L’uomo viene avvertito che l'amuleto possiede poteri "particolari" e che, se indossato correttamente, può aprire porte verso dimensioni oscure e… molto sensuali.
L’amuleto, spiegano al protagonista, è un artefatto che connette il mondo materiale a quello esoterico. Le linee incise sono simboli di una potente energia erotica che può risvegliare desideri nascosti, capovolgere i limiti tra piacere e potere, e permettere a chi lo possiede di entrare in un altro stato di coscienza. È un "strumento di connessione" che non solo facilita la comunicazione con entità oscure, ma amplifica anche la percezione del piacere, elevandolo a una sorta di estasi mistica. Chi lo indossa è in grado di sentirsi più vivo, più sensibile ai desideri del corpo e della mente, ma anche di affacciarsi sul sottile confine tra il piacere carnale e quello spirituale.
Mentre il protagonista riflette su queste rivelazioni, l'amuleto sembra agire su di lui in modo misterioso. Il suo corpo, pur stanco e distrutto dalla notte precedente, inizia a vibrare di una nuova energia, come se l’amuleto stesse risvegliando in lui sensazioni e desideri che aveva dimenticato. Sente una pulsazione dentro di sé, una connessione tra la sua carne e l'oggetto che ora tiene stretto tra le mani. È come se fosse stato scelto, come se la città stessa lo avesse voluto lì, in quel preciso momento, per iniziare a percorrere una strada che lo porterà a scoprire poteri più profondi e oscuri di quanto avesse mai immaginato.
Mentre il Circolo Ufficiali si rivela essere molto più di un semplice luogo di ritrovo per ufficiali, ma un crocevia tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti, l’uomo si rende conto che il suo destino, ormai legato a quell'amuleto, potrebbe portarlo a entrare in contatto con forze che vanno ben oltre il semplice piacere. Ogni passo che farà, ogni scelta che compirà, sarà influenzata dalla potenza invisibile dell'amuleto, che non si limita solo ad aprire le porte della sensualità, ma anche quelle della conoscenza proibita.
Tra tentazioni, poteri nascosti e incontri surreali, l’uomo si troverà a fronteggiare una realtà che sfida ogni logica, in un viaggio che lo porterà sempre più lontano dalla sua vita precedente. E mentre la città di Torino sembra orchestrare il tutto, tra eleganza e mistero, l’amuleto rivelerà lentamente la sua vera natura, spingendo il protagonista a confrontarsi con il lato più oscuro e passionale di sé stesso. Ma la domanda rimane: riuscirà a resistere alla tentazione di cedere ai poteri che l'amuleto gli offre, o sarà irresistibilmente attratto da ciò che potrebbe rivelarsi il suo destino finale?
Decide così di dirigersi verso il Circolo Ufficiali di Corso Vinzaglio, un rifugio elegante dove spera di rifocillarsi e, forse, ritrovare un po' di pace. Sul tram, mentre percorrono via Cernaia, un incontro casuale con un'anziana signora, che gli racconta di una Torino nascosta e segreta, lo fa sentire come se la città stesse cercando di parlargli. Nonostante le stravaganze occorsegli, l’uomo è ormai abituato alla stranezza di tutto ciò che lo circonda, ma non sa ancora che la sua avventura è tutt’altro che finita.
Quando arriva al Circolo, l’atmosfera è affascinante e solenne, un’oasi di tranquillità in mezzo alla follia della notte. Qui, il direttore del circolo lo accoglie con un sorriso enigmatico e lo introduce a una tradizione misteriosa che si cela tra le mura di quell’edificio. Non è solo una questione di antiche tradizioni, ma di poteri sottili e segreti che da secoli vengono tramandati. Il direttore gli consegna un amuleto antico, una piccola medaglia di metallo che ha l'aspetto di un triangolo irregolare, inciso con simboli arcani e linee che sembrano riscrivere il destino. L’uomo viene avvertito che l'amuleto possiede poteri "particolari" e che, se indossato correttamente, può aprire porte verso dimensioni oscure e… molto sensuali.
L’amuleto, spiegano al protagonista, è un artefatto che connette il mondo materiale a quello esoterico. Le linee incise sono simboli di una potente energia erotica che può risvegliare desideri nascosti, capovolgere i limiti tra piacere e potere, e permettere a chi lo possiede di entrare in un altro stato di coscienza. È un "strumento di connessione" che non solo facilita la comunicazione con entità oscure, ma amplifica anche la percezione del piacere, elevandolo a una sorta di estasi mistica. Chi lo indossa è in grado di sentirsi più vivo, più sensibile ai desideri del corpo e della mente, ma anche di affacciarsi sul sottile confine tra il piacere carnale e quello spirituale.
Mentre il protagonista riflette su queste rivelazioni, l'amuleto sembra agire su di lui in modo misterioso. Il suo corpo, pur stanco e distrutto dalla notte precedente, inizia a vibrare di una nuova energia, come se l’amuleto stesse risvegliando in lui sensazioni e desideri che aveva dimenticato. Sente una pulsazione dentro di sé, una connessione tra la sua carne e l'oggetto che ora tiene stretto tra le mani. È come se fosse stato scelto, come se la città stessa lo avesse voluto lì, in quel preciso momento, per iniziare a percorrere una strada che lo porterà a scoprire poteri più profondi e oscuri di quanto avesse mai immaginato.
Mentre il Circolo Ufficiali si rivela essere molto più di un semplice luogo di ritrovo per ufficiali, ma un crocevia tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti, l’uomo si rende conto che il suo destino, ormai legato a quell'amuleto, potrebbe portarlo a entrare in contatto con forze che vanno ben oltre il semplice piacere. Ogni passo che farà, ogni scelta che compirà, sarà influenzata dalla potenza invisibile dell'amuleto, che non si limita solo ad aprire le porte della sensualità, ma anche quelle della conoscenza proibita.
Tra tentazioni, poteri nascosti e incontri surreali, l’uomo si troverà a fronteggiare una realtà che sfida ogni logica, in un viaggio che lo porterà sempre più lontano dalla sua vita precedente. E mentre la città di Torino sembra orchestrare il tutto, tra eleganza e mistero, l’amuleto rivelerà lentamente la sua vera natura, spingendo il protagonista a confrontarsi con il lato più oscuro e passionale di sé stesso. Ma la domanda rimane: riuscirà a resistere alla tentazione di cedere ai poteri che l'amuleto gli offre, o sarà irresistibilmente attratto da ciò che potrebbe rivelarsi il suo destino finale?
3 settimane fa
Belli questi gialli....mi ricordano La Nona Porta. Attendo in Gran Finale. 🔥
3 settimane fa
Ma questa è la famosa trilogia costituita da due gialli interconnessi 😋 😋 😋Quotato da Parcifal,Belli questi gialli....mi ricordano La Nona Porta. Attendo in Gran Finale. 🔥
Il gran finale è lasciato alla fantasia dei lettori. 😄 😄 😄 💦 💦
3 settimane fa
Il Ritorno di Parsifal: Le Ombre del Palazzo Ducale
Nel terzo e conclusivo volume della trilogia, Il Ritorno di Parsifal: Le Ombre del Palazzo Ducale , si svela finalmente l’identità dell'uomo senza nome: si chiama Parsifal , un agente dei Servizi Segreti Erotici dell'Emilia, un’organizzazione erede delle tradizioni secolari dell’intelligence del Gran Ducato di Modena. A copertura delle sue missioni, Parsifal lavora come bibliotecario, un mestiere che gli consente di tenere a portata di mano preziosi tomi esoterici e antichi volumi nascosti negli archivi più inaccessibili.
Dopo le vicende che lo hanno travolto a Torino e gli hanno donato uno strano amuleto dai poteri oscuri e sensuali, Parsifal è pronto a tornare a Modena per riportare il talismano al laboratorio segreto nascosto nel Palazzo Ducale, dove l’antica arte esoterica emiliana potrà svelarne ogni potere. Ma il suo viaggio di ritorno non sarà solo un semplice rientro a casa: la sua esperienza a Torino ha scosso in lui ricordi e dubbi, spingendolo a interrogarsi su cosa davvero significhi la sua missione.
Mentre il treno corre verso Modena, Parsifal decide di distrarsi accedendo al forum di A69 , un sito frequentato da esoteristi, libertini ed avventurieri con una certa inclinazione per il grottesco e il piccante. Qui, tra i vari thread, uno attira la sua attenzione: “Grandi Palle Ciondolanti” . La discussione, un miscuglio tra teoria esoterica e morbosità omoerotiche, riporta a galla in Parsifal il desiderio di normalità. Nonostante sia un uomo di cuore – come il Professor Bellavista definirebbe i sognatori – Parsifal sente l’impulso di concentrarsi su un rituale ben più terreno: decorare un albero di Natale. Le stranezze dei giorni precedenti e il mistero dell’amuleto lo hanno travolto, e ora Parsifal sogna di concedersi un po’ di serenità con un albero decorato a festa, come un rituale di normalità, di ritorno a sé stesso e ai piaceri semplici della vita.
Finalmente, il treno annuncia l’arrivo alla sua destinazione: “Modena, Stazione di Modena! Per Carpi, Suzzara, Mantova si cambia!” . Parsifal si alza, esce dalla carrozza e si prepara a proseguire con la sua missione. L’amuleto, con i suoi simboli arcani e il potere ancora insondabile, deve essere condotto nel cuore di Modena, nel laboratorio segreto che giace sotto il Palazzo Ducale, nascosto in un labirinto di corridoi e cortili, dove solo pochi eletti possono accedere.
Sotto la luce fioca dei lampioni, Parsifal percorre il grande viale alberato che conduce in Piazza Roma. L’aria di Modena è diversa da quella di Torino, più calma, eppure Parsifal sa che anche questa città nasconde segreti ben oltre l’apparenza tranquilla. Giunto all’ingresso del Palazzo Ducale, Parsifal mostra il lasciapassare, e il portone si apre, svelando il passaggio segreto per gli agenti dell’intelligence erotico-esoterica dell’Emilia. Passa attraverso il Cortile d’Onore, poi il cortile Giulio Cesare, e finalmente, dopo aver attraversato il corridoio degli Aspiranti, giunge al ponte “dei Sospiri”, un passaggio di pietra antico che connette due ali del Palazzo.
Il Ponte dei Sospiri è carico di una storia cupa, un tempo luogo di addio per i prigionieri del ducato, e ora custodisce solo il mormorio delle leggende. Quando Parsifal raggiunge l’altro lato, sente il peso della sua missione crescere. Alla fine del passaggio, dietro una porta incastonata in una parete di pietra, lo attende il laboratorio segreto, noto agli agenti come “La Montecuccoli” – un omaggio a una linea storica della famiglia nobile.
Nel laboratorio, un'atmosfera carica di mistero lo avvolge. Qui, il suo mentore, il Professore De Biasi, uno studioso di rituali esoterici e alchimie erotiche, lo attende con aria severa. De Biasi studia l’amuleto con cura e gli rivela la verità: l’oggetto non è solo un talismano di piacere, ma un potente strumento di controllo emotivo, capace di risvegliare e manipolare i desideri più profondi di chiunque lo tocchi. De Biasi spiega che gli antichi Duchi di Modena lo usavano per scopi politici, una sorta di “arma segreta” per influenzare alleati e nemici.
Colto di sorpresa, Parsifal apprende che l’amuleto può rivelarsi pericoloso nelle mani sbagliate, tanto che la sua stessa vita potrebbe essere a rischio. Il Professore gli racconta di una figura nota come “Il Cultore delle Ombre”, un misterioso avversario che da secoli tenta di impadronirsi dell’amuleto per scatenare le forze oscure che giacciono dormienti sotto Modena. Il Cultore delle Ombre è un agente rinnegato, una figura sfuggente e carismatica che ha abbracciato i poteri proibiti e che, si dice, sia in grado di usare l’amuleto per soggiogare la volontà delle sue vittime.
Mentre Parsifal e il Professore discutono di come proteggere l’amuleto, una serie di eventi si susseguono all’interno del palazzo: figure incappucciate appaiono nei corridoi, e rumori inquietanti si diffondono nei lunghi passaggi di pietra. Capisce presto che il Cultore delle Ombre ha inviato i suoi adepti per recuperare l’oggetto magico. Una corsa contro il tempo ha inizio, e Parsifal si ritrova immerso in una lotta fatta di illusioni, trappole e visioni seducenti, indotte dal potere stesso dell’amuleto.
In un finale mozzafiato, Parsifal si trova di fronte al Cultore delle Ombre in uno scontro decisivo che metterà alla prova non solo la sua astuzia e abilità come agente, ma anche il suo spirito e la sua capacità di resistere alla tentazione dell’amuleto. Per salvare Modena e porre fine alla minaccia, dovrà scoprire un rituale segreto conservato nella memoria di antichi codici custoditi nella Biblioteca Estense. L’amuleto, però, esercita su di lui una forza irresistibile, e per un momento rischia di cedere al suo potere, tentando di risvegliare in sé i desideri e i poteri che ha sempre cercato di controllare.
Alla fine, con astuzia e forza di volontà, Parsifal riesce a resistere, sigillando per sempre l’amuleto nei sotterranei del Palazzo Ducale e sventando i piani del Cultore delle Ombre. Ma mentre lascia il laboratorio, Parsifal sa che il suo lavoro non è finito. Torino e Modena, due città legate da un destino invisibile, hanno messo alla prova il suo coraggio e la sua lealtà, e lui ha ormai accettato che la sua missione non è solo quella di un semplice agente, ma di un guardiano di segreti che nessuno dovrà mai più risvegliare.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Nel terzo e conclusivo volume della trilogia, Il Ritorno di Parsifal: Le Ombre del Palazzo Ducale , si svela finalmente l’identità dell'uomo senza nome: si chiama Parsifal , un agente dei Servizi Segreti Erotici dell'Emilia, un’organizzazione erede delle tradizioni secolari dell’intelligence del Gran Ducato di Modena. A copertura delle sue missioni, Parsifal lavora come bibliotecario, un mestiere che gli consente di tenere a portata di mano preziosi tomi esoterici e antichi volumi nascosti negli archivi più inaccessibili.
Dopo le vicende che lo hanno travolto a Torino e gli hanno donato uno strano amuleto dai poteri oscuri e sensuali, Parsifal è pronto a tornare a Modena per riportare il talismano al laboratorio segreto nascosto nel Palazzo Ducale, dove l’antica arte esoterica emiliana potrà svelarne ogni potere. Ma il suo viaggio di ritorno non sarà solo un semplice rientro a casa: la sua esperienza a Torino ha scosso in lui ricordi e dubbi, spingendolo a interrogarsi su cosa davvero significhi la sua missione.
Mentre il treno corre verso Modena, Parsifal decide di distrarsi accedendo al forum di A69 , un sito frequentato da esoteristi, libertini ed avventurieri con una certa inclinazione per il grottesco e il piccante. Qui, tra i vari thread, uno attira la sua attenzione: “Grandi Palle Ciondolanti” . La discussione, un miscuglio tra teoria esoterica e morbosità omoerotiche, riporta a galla in Parsifal il desiderio di normalità. Nonostante sia un uomo di cuore – come il Professor Bellavista definirebbe i sognatori – Parsifal sente l’impulso di concentrarsi su un rituale ben più terreno: decorare un albero di Natale. Le stranezze dei giorni precedenti e il mistero dell’amuleto lo hanno travolto, e ora Parsifal sogna di concedersi un po’ di serenità con un albero decorato a festa, come un rituale di normalità, di ritorno a sé stesso e ai piaceri semplici della vita.
Finalmente, il treno annuncia l’arrivo alla sua destinazione: “Modena, Stazione di Modena! Per Carpi, Suzzara, Mantova si cambia!” . Parsifal si alza, esce dalla carrozza e si prepara a proseguire con la sua missione. L’amuleto, con i suoi simboli arcani e il potere ancora insondabile, deve essere condotto nel cuore di Modena, nel laboratorio segreto che giace sotto il Palazzo Ducale, nascosto in un labirinto di corridoi e cortili, dove solo pochi eletti possono accedere.
Sotto la luce fioca dei lampioni, Parsifal percorre il grande viale alberato che conduce in Piazza Roma. L’aria di Modena è diversa da quella di Torino, più calma, eppure Parsifal sa che anche questa città nasconde segreti ben oltre l’apparenza tranquilla. Giunto all’ingresso del Palazzo Ducale, Parsifal mostra il lasciapassare, e il portone si apre, svelando il passaggio segreto per gli agenti dell’intelligence erotico-esoterica dell’Emilia. Passa attraverso il Cortile d’Onore, poi il cortile Giulio Cesare, e finalmente, dopo aver attraversato il corridoio degli Aspiranti, giunge al ponte “dei Sospiri”, un passaggio di pietra antico che connette due ali del Palazzo.
Il Ponte dei Sospiri è carico di una storia cupa, un tempo luogo di addio per i prigionieri del ducato, e ora custodisce solo il mormorio delle leggende. Quando Parsifal raggiunge l’altro lato, sente il peso della sua missione crescere. Alla fine del passaggio, dietro una porta incastonata in una parete di pietra, lo attende il laboratorio segreto, noto agli agenti come “La Montecuccoli” – un omaggio a una linea storica della famiglia nobile.
Nel laboratorio, un'atmosfera carica di mistero lo avvolge. Qui, il suo mentore, il Professore De Biasi, uno studioso di rituali esoterici e alchimie erotiche, lo attende con aria severa. De Biasi studia l’amuleto con cura e gli rivela la verità: l’oggetto non è solo un talismano di piacere, ma un potente strumento di controllo emotivo, capace di risvegliare e manipolare i desideri più profondi di chiunque lo tocchi. De Biasi spiega che gli antichi Duchi di Modena lo usavano per scopi politici, una sorta di “arma segreta” per influenzare alleati e nemici.
Colto di sorpresa, Parsifal apprende che l’amuleto può rivelarsi pericoloso nelle mani sbagliate, tanto che la sua stessa vita potrebbe essere a rischio. Il Professore gli racconta di una figura nota come “Il Cultore delle Ombre”, un misterioso avversario che da secoli tenta di impadronirsi dell’amuleto per scatenare le forze oscure che giacciono dormienti sotto Modena. Il Cultore delle Ombre è un agente rinnegato, una figura sfuggente e carismatica che ha abbracciato i poteri proibiti e che, si dice, sia in grado di usare l’amuleto per soggiogare la volontà delle sue vittime.
Mentre Parsifal e il Professore discutono di come proteggere l’amuleto, una serie di eventi si susseguono all’interno del palazzo: figure incappucciate appaiono nei corridoi, e rumori inquietanti si diffondono nei lunghi passaggi di pietra. Capisce presto che il Cultore delle Ombre ha inviato i suoi adepti per recuperare l’oggetto magico. Una corsa contro il tempo ha inizio, e Parsifal si ritrova immerso in una lotta fatta di illusioni, trappole e visioni seducenti, indotte dal potere stesso dell’amuleto.
In un finale mozzafiato, Parsifal si trova di fronte al Cultore delle Ombre in uno scontro decisivo che metterà alla prova non solo la sua astuzia e abilità come agente, ma anche il suo spirito e la sua capacità di resistere alla tentazione dell’amuleto. Per salvare Modena e porre fine alla minaccia, dovrà scoprire un rituale segreto conservato nella memoria di antichi codici custoditi nella Biblioteca Estense. L’amuleto, però, esercita su di lui una forza irresistibile, e per un momento rischia di cedere al suo potere, tentando di risvegliare in sé i desideri e i poteri che ha sempre cercato di controllare.
Alla fine, con astuzia e forza di volontà, Parsifal riesce a resistere, sigillando per sempre l’amuleto nei sotterranei del Palazzo Ducale e sventando i piani del Cultore delle Ombre. Ma mentre lascia il laboratorio, Parsifal sa che il suo lavoro non è finito. Torino e Modena, due città legate da un destino invisibile, hanno messo alla prova il suo coraggio e la sua lealtà, e lui ha ormai accettato che la sua missione non è solo quella di un semplice agente, ma di un guardiano di segreti che nessuno dovrà mai più risvegliare.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
3 settimane fa
E io che già vedevo la mia identità segreta svelata, meno male che hai messo il disclaimer! 😄 😄 😄Quotato da Bull66_ME,Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Modificato dall'autore il 11-11-2024 00:10:46
3 settimane fa
Non si sa mai... non vorrei averti sulla coscienza nel caso che il Cultore delle Ombre , scoprendo che ti piacciono le Palle Grandi Ciondolanti, non ti tiri qualche brutto scherzo sul forum. 😋 😋 😋 😎Quotato da Parcifal,E io che già vedevo la mia identità segreta svelata, meno male che hai messo il disclaimer! ? Modificato dall'autore il 11-11-2024 00:10:21Quotato da Bull66_ME,Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
3 settimane fa
Ma sarà vero o è un esca per attirarlo allo scoperto?Quotato da Bull66_ME,Non si sa mai... non vorrei averti sulla coscienza nel caso che il Cultore delle Ombre , scoprendo che ti piacciono le Palle Grandi Ciondolanti, non ti tiri qualche brutto scherzo sul forum. 😋 😋 😋 😎Quotato da Parcifal,
E io che già vedevo la mia identità segreta svelata, meno male che hai messo il disclaimer! ? Modificato dall'autore il 11-11-2024 00:10:21
3 settimane fa
L’Inganno di Quartzberg
In una fredda e remota regione della Lombardia sorge il Castello di Quartzberg , un'imponente costruzione in pietra che svetta su un piccolo montarozzo di roccia dura e spigolosa, da cui prende il nome. La dimora è avvolta da un’aura di mistero e austerità che sembra riflettere il carattere del suo padrone, il Signore del Maniero, noto per la sua raffinata intelligenza e il fascino delle sue opere d’arte e della sua scrittura. La sua fama di scrittore, infatti, si è diffusa ben oltre i confini locali, e molti conoscono il suo nome come quello di un autore geniale e provocatorio, capace di rappresentare con ironia pungente le ipocrisie e i desideri nascosti della società.
Il castello è custodito dal signor Lukas , un uomo riservato che, nonostante la lunga permanenza, sembra non avere legami reali con il Signore del Maniero. Lukas è una figura solitaria e diffidente, e i pochi che lo incontrano raccontano di uno sguardo vigile e imperscrutabile, di chi sa osservare e proteggere, ma senza lasciarsi andare. Eppure, sotto la sua apparenza di uomo tranquillo, si cela un segreto che potrebbe destabilizzare l'intero equilibrio di Quartzberg e portare alla luce verità sepolte da troppo tempo.
Un giorno, durante un evento mondano organizzato nella biblioteca del castello, il Signore del Maniero incontra una donna affascinante e misteriosa di nome Vivienne. Lei è colta, elegante, e cela un passato inquietante che solo pochi conoscono. Il Signore è immediatamente attratto da lei, tanto da invitarla a restare per alcuni giorni come ospite al castello. Vivienne, con il suo modo di fare affabile ma sfuggente, riesce a risvegliare nell'uomo una curiosità e una passione ormai sopite da tempo. I due condividono lunghe serate di conversazioni intense, tra calici di vino rosso e notti insonni passate a discutere di arte e letteratura, ma Vivienne non sembra intenzionata a rivelare nulla di sé, mantenendo intatta la sua aura di mistero.
Man mano che la relazione tra i due diventa più intima, Vivienne inizia a stimolare in lui strane idee, spingendolo a esplorare i lati più oscuri della sua immaginazione, fino a portarlo sull’orlo di un pericoloso precipizio psicologico. Il Signore si immerge sempre più nelle sue creazioni, che diventano progressivamente più cupe e disturbanti, quasi ossessive. Le pareti del castello, intrise dei suoi disegni e scritti sempre più contorti, sembrano trasudare una sorta di energia oscura e vitale, come se la pietra dura del Quartzberg stesso trattenesse ogni parola e immagine, ogni pensiero nascosto dell’uomo.
Nel frattempo, il signor Lukas assiste con discrezione a questa deriva emotiva. Inizia a sviluppare una crescente diffidenza verso Vivienne e, durante le sue ispezioni quotidiane nei corridoi del castello, sente strani rumori e percepisce inquietanti presenze, come se le mura stesse respirassero o ascoltassero i segreti degli abitanti. Anche se non vuole credere alle superstizioni, Lukas si trova a fare i conti con il passato del castello, un luogo che da secoli si dice sia stato costruito per custodire segreti proibiti.
Vivienne sembra però avere piani precisi, che vanno ben oltre il semplice rapporto con il Signore del Maniero. Lukas scopre, infatti, che la donna è in cerca di un manoscritto segreto, un’opera perduta del Signore del Maniero che, secondo la leggenda, conterrebbe verità compromettenti, non solo sugli antichi abitanti del castello, ma anche su oscure pratiche occulte perpetrate nei sotterranei secoli addietro. Questo manoscritto, noto come “L’Inganno di Quartzberg”, è scritto in un linguaggio criptico e contorto, come se il suo autore, ormai impazzito, avesse deciso di lasciare nelle parole la sua stessa anima.
In un crescendo di tensione e ambiguità, Lukas si ritrova coinvolto in una rete di inganni e doppi giochi. Spinto dalla curiosità, inizia a indagare sul passato di Vivienne, scoprendo che in realtà la donna ha visitato il castello in passato e che ha un legame inquietante con il manoscritto maledetto. Ogni stanza del castello diventa un potenziale nascondiglio di segreti, e Lukas inizia a comprendere che l’intera costruzione è stata pensata per proteggere qualcosa o qualcuno, un mistero che potrebbe distruggere ogni cosa.
La vicenda raggiunge il culmine in una notte di tempesta, quando Lukas, dopo essersi avventurato nelle segrete del castello, si trova faccia a faccia con una rivelazione devastante: il Signore del Maniero è legato a Vivienne da un patto oscuro che affonda le radici nella storia stessa del Quartzberg. Lei è l’incarnazione di un’antica maledizione che si risveglia ogni volta che il manoscritto viene cercato. Lukas, ormai intrappolato in una spirale di segreti e minacce, si rende conto di essere l’unico a poter fermare Vivienne e spezzare il sortilegio, ma per farlo dovrà sacrificare qualcosa di molto prezioso.
In un climax adrenalinico, Lukas affronta Vivienne e il Signore del Maniero in una lotta disperata per la salvezza dell’anima stessa del castello. Solo uno potrà uscire vivo da quella notte, e l’identità della vittima e del carnefice si mescoleranno in un finale ambiguo e sorprendente, lasciando al lettore un ultimo, inquietante interrogativo: cosa è reale e cosa è solo il frutto dell’immaginazione malata di chi abita il Quartzberg?
In una fredda e remota regione della Lombardia sorge il Castello di Quartzberg , un'imponente costruzione in pietra che svetta su un piccolo montarozzo di roccia dura e spigolosa, da cui prende il nome. La dimora è avvolta da un’aura di mistero e austerità che sembra riflettere il carattere del suo padrone, il Signore del Maniero, noto per la sua raffinata intelligenza e il fascino delle sue opere d’arte e della sua scrittura. La sua fama di scrittore, infatti, si è diffusa ben oltre i confini locali, e molti conoscono il suo nome come quello di un autore geniale e provocatorio, capace di rappresentare con ironia pungente le ipocrisie e i desideri nascosti della società.
Il castello è custodito dal signor Lukas , un uomo riservato che, nonostante la lunga permanenza, sembra non avere legami reali con il Signore del Maniero. Lukas è una figura solitaria e diffidente, e i pochi che lo incontrano raccontano di uno sguardo vigile e imperscrutabile, di chi sa osservare e proteggere, ma senza lasciarsi andare. Eppure, sotto la sua apparenza di uomo tranquillo, si cela un segreto che potrebbe destabilizzare l'intero equilibrio di Quartzberg e portare alla luce verità sepolte da troppo tempo.
Un giorno, durante un evento mondano organizzato nella biblioteca del castello, il Signore del Maniero incontra una donna affascinante e misteriosa di nome Vivienne. Lei è colta, elegante, e cela un passato inquietante che solo pochi conoscono. Il Signore è immediatamente attratto da lei, tanto da invitarla a restare per alcuni giorni come ospite al castello. Vivienne, con il suo modo di fare affabile ma sfuggente, riesce a risvegliare nell'uomo una curiosità e una passione ormai sopite da tempo. I due condividono lunghe serate di conversazioni intense, tra calici di vino rosso e notti insonni passate a discutere di arte e letteratura, ma Vivienne non sembra intenzionata a rivelare nulla di sé, mantenendo intatta la sua aura di mistero.
Man mano che la relazione tra i due diventa più intima, Vivienne inizia a stimolare in lui strane idee, spingendolo a esplorare i lati più oscuri della sua immaginazione, fino a portarlo sull’orlo di un pericoloso precipizio psicologico. Il Signore si immerge sempre più nelle sue creazioni, che diventano progressivamente più cupe e disturbanti, quasi ossessive. Le pareti del castello, intrise dei suoi disegni e scritti sempre più contorti, sembrano trasudare una sorta di energia oscura e vitale, come se la pietra dura del Quartzberg stesso trattenesse ogni parola e immagine, ogni pensiero nascosto dell’uomo.
Nel frattempo, il signor Lukas assiste con discrezione a questa deriva emotiva. Inizia a sviluppare una crescente diffidenza verso Vivienne e, durante le sue ispezioni quotidiane nei corridoi del castello, sente strani rumori e percepisce inquietanti presenze, come se le mura stesse respirassero o ascoltassero i segreti degli abitanti. Anche se non vuole credere alle superstizioni, Lukas si trova a fare i conti con il passato del castello, un luogo che da secoli si dice sia stato costruito per custodire segreti proibiti.
Vivienne sembra però avere piani precisi, che vanno ben oltre il semplice rapporto con il Signore del Maniero. Lukas scopre, infatti, che la donna è in cerca di un manoscritto segreto, un’opera perduta del Signore del Maniero che, secondo la leggenda, conterrebbe verità compromettenti, non solo sugli antichi abitanti del castello, ma anche su oscure pratiche occulte perpetrate nei sotterranei secoli addietro. Questo manoscritto, noto come “L’Inganno di Quartzberg”, è scritto in un linguaggio criptico e contorto, come se il suo autore, ormai impazzito, avesse deciso di lasciare nelle parole la sua stessa anima.
In un crescendo di tensione e ambiguità, Lukas si ritrova coinvolto in una rete di inganni e doppi giochi. Spinto dalla curiosità, inizia a indagare sul passato di Vivienne, scoprendo che in realtà la donna ha visitato il castello in passato e che ha un legame inquietante con il manoscritto maledetto. Ogni stanza del castello diventa un potenziale nascondiglio di segreti, e Lukas inizia a comprendere che l’intera costruzione è stata pensata per proteggere qualcosa o qualcuno, un mistero che potrebbe distruggere ogni cosa.
La vicenda raggiunge il culmine in una notte di tempesta, quando Lukas, dopo essersi avventurato nelle segrete del castello, si trova faccia a faccia con una rivelazione devastante: il Signore del Maniero è legato a Vivienne da un patto oscuro che affonda le radici nella storia stessa del Quartzberg. Lei è l’incarnazione di un’antica maledizione che si risveglia ogni volta che il manoscritto viene cercato. Lukas, ormai intrappolato in una spirale di segreti e minacce, si rende conto di essere l’unico a poter fermare Vivienne e spezzare il sortilegio, ma per farlo dovrà sacrificare qualcosa di molto prezioso.
In un climax adrenalinico, Lukas affronta Vivienne e il Signore del Maniero in una lotta disperata per la salvezza dell’anima stessa del castello. Solo uno potrà uscire vivo da quella notte, e l’identità della vittima e del carnefice si mescoleranno in un finale ambiguo e sorprendente, lasciando al lettore un ultimo, inquietante interrogativo: cosa è reale e cosa è solo il frutto dell’immaginazione malata di chi abita il Quartzberg?
3 settimane fa
HAHAHAHAHA! 😄 😄 😄Quotato da Bull66_ME,L’Inganno di Quartzberg
Uno dei migliori romanzi mai pubblicati da "Ogino Knaus Editore".
Lo proporrò a "HBO" per farne una serie! 😎 😄 😄 😄
3 settimane fa
Ovviamente avevo dimenticato di scrivere il disclaimer Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale 😋 😋 😋Quotato da Castellozzo02,HAHAHAHAHA! 😄 😄 😄Quotato da Bull66_ME,L’Inganno di Quartzberg
Uno dei migliori romanzi mai pubblicati da "Ogino Knaus Editore".
Lo proporrò a "HBO" per farne una serie! 😎 😄 😄 😄
3 settimane fa
Beh, ma è ovvio!Quotato da Bull66_ME,Ovviamente avevo dimenticato di scrivere il disclaimer Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale 😋 😋 😋Quotato da Castellozzo02,HAHAHAHAHA! 😄 😄 😄
Uno dei migliori romanzi mai pubblicati da "Ogino Knaus Editore".
Lo proporrò a "HBO" per farne una serie! 😎 😄 😄 😄
Bisogna avere una mente ben contorta e votata al male assoluto per ravvisare anche solamente un vaghissimo riferimento a ipotetiche persone reali!
Dai!
😄 😄 😄
Modificato dall'autore il 11-11-2024 10:55:59
3 settimane fa
La Vendetta di Quartzberg
Dopo la misteriosa e tormentata relazione con Vivienne e il traumatico svelamento dei segreti nascosti nel manoscritto perduto, il Signore del Maniero si ritrova solo, più isolato che mai tra le mura del suo castello. Ma la quiete è solo apparente: i suoi ultimi scritti e disegni, densi di simbolismi e pensieri provocatori, hanno attirato l’attenzione dei critici più accaniti della cultura contemporanea.
Senza che lui ne sia pienamente consapevole, un circolo di influenti intellettuali e attivisti decide di prendere di mira le sue opere e il Quartzberg stesso, etichettando il castello come simbolo di una cultura patriarcale decadente e superata. Articoli e post sui social, recensioni demolitorie e video virali iniziano a circolare, screditando il suo lavoro e insinuando che i suoi testi contengano messaggi offensivi e pericolosi.
La "Cancel Culture" lo colpisce in pieno: le librerie e le gallerie che una volta esponevano le sue opere iniziano a ritirarle, mentre gruppi di giovani attivisti organizzano proteste nei pressi del castello, chiedendo di trasformare Quartzberg in un museo “riformato”, un monumento alla lotta contro le vecchie ideologie. Il Signore, sempre più amareggiato e isolato, vede il proprio nome trasformarsi in un bersaglio di insulti e accuse di ogni genere. I suoi stessi pensieri sembrano perseguitarlo, risvegliando il fantasma di Vivienne e di tutto ciò che hanno condiviso.
Ma mentre il mondo esterno si accanisce contro di lui, il Signore del Maniero decide di non restare in silenzio. Si rifugia nelle profondità del Quartzberg, immergendosi nel passato oscuro del castello, deciso a riportare alla luce le sue storie, i segreti, le verità scomode che tutti sembrano voler cancellare. Inizia a scrivere febbrilmente un nuovo manoscritto, un’opera ribelle e senza filtri, che sfida apertamente chi cerca di distruggere la sua reputazione e il suo retaggio.
Nel frattempo, Lukas, il custode del castello, assiste con crescente apprensione a questo nuovo capitolo nella vita del Signore. Il legame tra i due uomini si fa più forte, ma anche più complesso: Lukas sospetta che la spirale in cui il Signore si sta avventurando possa condurlo verso l’autodistruzione. E, allo stesso tempo, una presenza ambigua inizia a riaffiorare nei loro pensieri e nei corridoi del castello – come se Vivienne, o ciò che lei rappresentava, non fosse mai andata via.
In un crescendo di tensione, il Signore del Maniero affronta un duello simbolico contro i suoi detrattori, sfidando apertamente la “cancel culture” con un’opera che mette in luce la fragilità dei giudizi contemporanei e l’ipocrisia della società che vuole cancellare tutto ciò che non comprende. Ma la sua sfida non è senza conseguenze, e la minaccia di un isolamento definitivo, una “cancellazione” non solo culturale ma anche personale, è sempre più vicina.
Quando finalmente Lukas decide di intervenire, è ormai troppo tardi per fermare l’inevitabile scontro: il Signore del Maniero è pronto a difendere Quartzberg e la sua eredità a qualunque costo, anche se questo significherà affrontare gli spettri del passato e le ombre del presente, in una battaglia feroce e definitiva per preservare la libertà di pensiero e l'integrità della propria anima.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Dopo la misteriosa e tormentata relazione con Vivienne e il traumatico svelamento dei segreti nascosti nel manoscritto perduto, il Signore del Maniero si ritrova solo, più isolato che mai tra le mura del suo castello. Ma la quiete è solo apparente: i suoi ultimi scritti e disegni, densi di simbolismi e pensieri provocatori, hanno attirato l’attenzione dei critici più accaniti della cultura contemporanea.
Senza che lui ne sia pienamente consapevole, un circolo di influenti intellettuali e attivisti decide di prendere di mira le sue opere e il Quartzberg stesso, etichettando il castello come simbolo di una cultura patriarcale decadente e superata. Articoli e post sui social, recensioni demolitorie e video virali iniziano a circolare, screditando il suo lavoro e insinuando che i suoi testi contengano messaggi offensivi e pericolosi.
La "Cancel Culture" lo colpisce in pieno: le librerie e le gallerie che una volta esponevano le sue opere iniziano a ritirarle, mentre gruppi di giovani attivisti organizzano proteste nei pressi del castello, chiedendo di trasformare Quartzberg in un museo “riformato”, un monumento alla lotta contro le vecchie ideologie. Il Signore, sempre più amareggiato e isolato, vede il proprio nome trasformarsi in un bersaglio di insulti e accuse di ogni genere. I suoi stessi pensieri sembrano perseguitarlo, risvegliando il fantasma di Vivienne e di tutto ciò che hanno condiviso.
Ma mentre il mondo esterno si accanisce contro di lui, il Signore del Maniero decide di non restare in silenzio. Si rifugia nelle profondità del Quartzberg, immergendosi nel passato oscuro del castello, deciso a riportare alla luce le sue storie, i segreti, le verità scomode che tutti sembrano voler cancellare. Inizia a scrivere febbrilmente un nuovo manoscritto, un’opera ribelle e senza filtri, che sfida apertamente chi cerca di distruggere la sua reputazione e il suo retaggio.
Nel frattempo, Lukas, il custode del castello, assiste con crescente apprensione a questo nuovo capitolo nella vita del Signore. Il legame tra i due uomini si fa più forte, ma anche più complesso: Lukas sospetta che la spirale in cui il Signore si sta avventurando possa condurlo verso l’autodistruzione. E, allo stesso tempo, una presenza ambigua inizia a riaffiorare nei loro pensieri e nei corridoi del castello – come se Vivienne, o ciò che lei rappresentava, non fosse mai andata via.
In un crescendo di tensione, il Signore del Maniero affronta un duello simbolico contro i suoi detrattori, sfidando apertamente la “cancel culture” con un’opera che mette in luce la fragilità dei giudizi contemporanei e l’ipocrisia della società che vuole cancellare tutto ciò che non comprende. Ma la sua sfida non è senza conseguenze, e la minaccia di un isolamento definitivo, una “cancellazione” non solo culturale ma anche personale, è sempre più vicina.
Quando finalmente Lukas decide di intervenire, è ormai troppo tardi per fermare l’inevitabile scontro: il Signore del Maniero è pronto a difendere Quartzberg e la sua eredità a qualunque costo, anche se questo significherà affrontare gli spettri del passato e le ombre del presente, in una battaglia feroce e definitiva per preservare la libertà di pensiero e l'integrità della propria anima.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
3 settimane fa
Il Talismano Estense di Quartzberg
In una Modena avvolta dalle ombre della notte, il Palazzo Ducale nasconde antichi segreti e nuove minacce. L'uomo senza nome, ormai riconosciuto come Parsifal, l'agente misterioso dei Servizi Segreti Erotici dell’Emilia, è tornato. Dopo l'ardua missione a Torino, in cui ha recuperato un amuleto dai poteri arcani, Parsifal si trova immerso in una rete di enigmi esoterici e intrighi erotici che rischiano di stravolgere la città. Questo talismano, però, non è solo un oggetto di potere, ma un'antica chiave che potrebbe risvegliare forze dimenticate e sbloccare gli angoli più nascosti del Palazzo Ducale. Il laboratorio segreto nascosto al suo interno, infatti, cela scoperte che Parsifal è chiamato a esplorare, sfidando i limiti della scienza e del misticismo.
Nel frattempo, lontano da Modena, il Signore del Maniero ha affrontato la propria crociata contro la "cancel culture" e le ombre che minacciavano il castello di Quartzberg. Il suo scontro con il mondo moderno, un combattimento solitario per preservare la libertà della propria arte e il diritto di sfidare le convenzioni, lo ha cambiato profondamente. Ma anche il Signore del Maniero porta un peso: un’antica conoscenza ermetica, una saggezza che si tramanda da generazioni nel suo casato, e che sembra collegarsi a quel talismano che Parsifal ha appena riportato da Torino. Mentre i suoi pensieri si fanno sempre più cupi e il castello sembra rivivere antichi tormenti, una nuova rivelazione cambia il corso del suo destino: il Cultore delle Ombre, un nemico che credeva appartenere solo alla leggenda, è tornato in vita, pronto a risvegliare forze oscure per rivendicare il potere.
Il destino fa incontrare Parsifal e il Signore del Maniero. Entrambi legati alla cultura libertina e scambista, i due uomini scoprono di non essere così diversi. Il loro passato, le loro passioni e i loro ideali di libertà si intrecciano, rivelando una sorprendente intesa. In un momento di riflessione e confronto, Parsifal e il Signore comprendono che, pur provenendo da mondi diversi, sono uniti dal medesimo desiderio di preservare la libertà e il piacere senza vincoli. In un’epoca di censura e conformismo, capiscono che l’unione delle loro forze è l’unica speranza per resistere alle ombre che li circondano.
L'alleanza tra Parsifal e il Signore del Maniero li porta a Modena, dove, nei meandri oscuri del Palazzo Ducale, si dipana una rete di intrighi e rivelazioni. Insieme, i due uomini iniziano a svelare gli arcani segreti nascosti da secoli nelle pareti del palazzo. Il Cultore delle Ombre, il loro nemico comune, è un’entità che ha assunto molte forme nel corso dei secoli: un antico stregone, un simbolo di potere oscuro, un’incarnazione del desiderio di controllo assoluto sulle vite e le anime degli altri. Armato di antichi rituali, il Cultore delle Ombre si prepara a risvegliare un potere oscuro che potrebbe sconvolgere l’intero mondo scambista e libertino.
Il Palazzo Ducale, con i suoi labirinti sotterranei e le sue stanze segrete, si rivela una trappola di inganni e tentazioni. Parsifal e il Signore del Maniero, per avanzare, devono attraversare una serie di prove esoteriche e sensuali, in cui il loro stesso controllo e la loro volontà vengono messi alla prova. Ogni stanza nasconde una prova misteriosa e una trappola erotica che sembra riflettere i desideri più nascosti di chi le attraversa. Più i due avanzano, più il legame tra di loro si intensifica, creando un'alleanza non solo strategica ma intima e profonda, che si basa sulla fiducia e sul rispetto reciproco delle loro idee.
Con il passare delle ore, la tensione cresce. Ogni passo verso il centro del Palazzo Ducale li avvicina alla verità e, al tempo stesso, li espone alla maledizione che avvolge il talismano. Parsifal intuisce che l’amuleto è legato al Quartzberg: è un’antica reliquia della dinastia del Signore del Maniero, un oggetto che racchiude il potere delle generazioni passate e la chiave per sconfiggere il Cultore delle Ombre. Ma l’amuleto, per svelare il suo potenziale, deve essere “attivato” attraverso un rituale che richiede sacrificio e intimità, una fusione di forze spirituali ed emotive che solo Parsifal e il Signore del Maniero possono compiere insieme.
Nel capitolo finale della loro corsa contro il tempo, Parsifal e il Signore affrontano il Cultore delle Ombre in un confronto che mette alla prova non solo il loro coraggio, ma anche la loro integrità e la loro dedizione alla causa. La lotta finale è un duello di abilità fisiche e mentali, di seduzione e inganno, in cui il Cultore tenta di dividere i due alleati, facendo leva sui loro dubbi e le loro paure più profonde. Ma la loro alleanza, forgiata nel rispetto e nella passione per la libertà, si rivela più forte di qualunque manipolazione.
Alla fine, il Cultore delle Ombre viene sconfitto, e il Palazzo Ducale si riempie della luce dell’alba. Il talismano, ora purificato, viene affidato alle mani del Signore del Maniero, mentre Parsifal torna ai suoi doveri, deciso a proseguire la sua missione di difendere l’arte e la libertà da ogni censura e oppressione. Il mondo scambista e libertino è salvo, e il legame tra i due uomini, pur separati dalla distanza, rimane indissolubile.
In questo capitolo conclusivo della trilogia, Il Talismano estense di Quartzberg, mescola suspense, erotismo e misticismo in un intreccio avvincente che esplora i temi della libertà, del desiderio e dell’eterna lotta tra il bene e il male, in un finale che celebra il potere dell’alleanza e il coraggio di essere se stessi in un mondo sempre più ostile.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
In una Modena avvolta dalle ombre della notte, il Palazzo Ducale nasconde antichi segreti e nuove minacce. L'uomo senza nome, ormai riconosciuto come Parsifal, l'agente misterioso dei Servizi Segreti Erotici dell’Emilia, è tornato. Dopo l'ardua missione a Torino, in cui ha recuperato un amuleto dai poteri arcani, Parsifal si trova immerso in una rete di enigmi esoterici e intrighi erotici che rischiano di stravolgere la città. Questo talismano, però, non è solo un oggetto di potere, ma un'antica chiave che potrebbe risvegliare forze dimenticate e sbloccare gli angoli più nascosti del Palazzo Ducale. Il laboratorio segreto nascosto al suo interno, infatti, cela scoperte che Parsifal è chiamato a esplorare, sfidando i limiti della scienza e del misticismo.
Nel frattempo, lontano da Modena, il Signore del Maniero ha affrontato la propria crociata contro la "cancel culture" e le ombre che minacciavano il castello di Quartzberg. Il suo scontro con il mondo moderno, un combattimento solitario per preservare la libertà della propria arte e il diritto di sfidare le convenzioni, lo ha cambiato profondamente. Ma anche il Signore del Maniero porta un peso: un’antica conoscenza ermetica, una saggezza che si tramanda da generazioni nel suo casato, e che sembra collegarsi a quel talismano che Parsifal ha appena riportato da Torino. Mentre i suoi pensieri si fanno sempre più cupi e il castello sembra rivivere antichi tormenti, una nuova rivelazione cambia il corso del suo destino: il Cultore delle Ombre, un nemico che credeva appartenere solo alla leggenda, è tornato in vita, pronto a risvegliare forze oscure per rivendicare il potere.
Il destino fa incontrare Parsifal e il Signore del Maniero. Entrambi legati alla cultura libertina e scambista, i due uomini scoprono di non essere così diversi. Il loro passato, le loro passioni e i loro ideali di libertà si intrecciano, rivelando una sorprendente intesa. In un momento di riflessione e confronto, Parsifal e il Signore comprendono che, pur provenendo da mondi diversi, sono uniti dal medesimo desiderio di preservare la libertà e il piacere senza vincoli. In un’epoca di censura e conformismo, capiscono che l’unione delle loro forze è l’unica speranza per resistere alle ombre che li circondano.
L'alleanza tra Parsifal e il Signore del Maniero li porta a Modena, dove, nei meandri oscuri del Palazzo Ducale, si dipana una rete di intrighi e rivelazioni. Insieme, i due uomini iniziano a svelare gli arcani segreti nascosti da secoli nelle pareti del palazzo. Il Cultore delle Ombre, il loro nemico comune, è un’entità che ha assunto molte forme nel corso dei secoli: un antico stregone, un simbolo di potere oscuro, un’incarnazione del desiderio di controllo assoluto sulle vite e le anime degli altri. Armato di antichi rituali, il Cultore delle Ombre si prepara a risvegliare un potere oscuro che potrebbe sconvolgere l’intero mondo scambista e libertino.
Il Palazzo Ducale, con i suoi labirinti sotterranei e le sue stanze segrete, si rivela una trappola di inganni e tentazioni. Parsifal e il Signore del Maniero, per avanzare, devono attraversare una serie di prove esoteriche e sensuali, in cui il loro stesso controllo e la loro volontà vengono messi alla prova. Ogni stanza nasconde una prova misteriosa e una trappola erotica che sembra riflettere i desideri più nascosti di chi le attraversa. Più i due avanzano, più il legame tra di loro si intensifica, creando un'alleanza non solo strategica ma intima e profonda, che si basa sulla fiducia e sul rispetto reciproco delle loro idee.
Con il passare delle ore, la tensione cresce. Ogni passo verso il centro del Palazzo Ducale li avvicina alla verità e, al tempo stesso, li espone alla maledizione che avvolge il talismano. Parsifal intuisce che l’amuleto è legato al Quartzberg: è un’antica reliquia della dinastia del Signore del Maniero, un oggetto che racchiude il potere delle generazioni passate e la chiave per sconfiggere il Cultore delle Ombre. Ma l’amuleto, per svelare il suo potenziale, deve essere “attivato” attraverso un rituale che richiede sacrificio e intimità, una fusione di forze spirituali ed emotive che solo Parsifal e il Signore del Maniero possono compiere insieme.
Nel capitolo finale della loro corsa contro il tempo, Parsifal e il Signore affrontano il Cultore delle Ombre in un confronto che mette alla prova non solo il loro coraggio, ma anche la loro integrità e la loro dedizione alla causa. La lotta finale è un duello di abilità fisiche e mentali, di seduzione e inganno, in cui il Cultore tenta di dividere i due alleati, facendo leva sui loro dubbi e le loro paure più profonde. Ma la loro alleanza, forgiata nel rispetto e nella passione per la libertà, si rivela più forte di qualunque manipolazione.
Alla fine, il Cultore delle Ombre viene sconfitto, e il Palazzo Ducale si riempie della luce dell’alba. Il talismano, ora purificato, viene affidato alle mani del Signore del Maniero, mentre Parsifal torna ai suoi doveri, deciso a proseguire la sua missione di difendere l’arte e la libertà da ogni censura e oppressione. Il mondo scambista e libertino è salvo, e il legame tra i due uomini, pur separati dalla distanza, rimane indissolubile.
In questo capitolo conclusivo della trilogia, Il Talismano estense di Quartzberg, mescola suspense, erotismo e misticismo in un intreccio avvincente che esplora i temi della libertà, del desiderio e dell’eterna lotta tra il bene e il male, in un finale che celebra il potere dell’alleanza e il coraggio di essere se stessi in un mondo sempre più ostile.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
3 settimane fa
Il camionista senza basi
In un'Italia degli anni Ottanta, tra disordine politico e frenesia economica, prende vita la storia di Vincenzo "Vinnie" Antonelli, un camionista eccentrico che si muove lungo le strade e gli incontri di un paese in cambiamento. La sua caratteristica più evidente? La mancanza di basi – e non solo in senso figurato. Vinnie non sa nulla di matematica, e persino il concetto di "base" gli è oscuro, tanto che le sue operazioni, da buon ignorante matematico, sono sempre raffazzonate: se per altri la moltiplicazione è un modo per crescere, per lui è solo un problema da dividere, letteralmente e ironicamente, per due.
Così, in una perenne moltiplicazione del suo disordine, Vinnie si trova a percorrere l’Italia tra un carico e un incontro clandestino, avvolto in un mondo di calcoli e fraintendimenti, e mosso da un’innata attrazione per le donne. Nelle sue soste lungo le strade deserte, le pensioni fumose o i motel dispersi nelle periferie, Vinnie conquista e seduce con la goffaggine di chi non riesce nemmeno a fare una somma senza sbagliare, ma che compensa con una spavalderia che rasenta l’incredibile. Le sue amanti lo definiscono "il camionista senza basi," e lui non può che interpretare quest’etichetta come un complimento, associando a essa un magnetismo involontario che lo rende indimenticabile.
La sua filosofia dell'amore, seppure incerta e per nulla calcolata, diventa una sorta di “geometria approssimata” dove il desiderio si mescola alla pura coincidenza matematica. Per Vinnie, la seduzione è come una frazione indefinita: non importa che il numeratore o il denominatore abbiano un senso, basta che l’equazione finale porti a un risultato piacevole. Con le donne, questo si traduce in una serie di incontri casuali che prendono la forma di paradossi infiniti, dove Vinnie finisce a volte in relazioni che sembrano impossibili da risolvere, come una somma irrazionale che rifiuta di convergere.
C’è Carla, per esempio, manager in carriera, che si lascia trascinare dal suo disordine come se ne avesse bisogno per compensare il rigore della propria vita. E poi c'è Ornella, avvocato inflessibile, che, nonostante l'ossessione per le leggi e le regole, è disposta a seguire Vinnie in un’avventura senza alcuna logica apparente. Con ognuna di loro Vinnie costruisce un rapporto impossibile da definire, una "sospensione dell’aritmetica" dove la linearità della vita viene rimpiazzata da curve e paradossi, con l'inevitabile presenza del Pi greco, che lui cita senza conoscerne il vero valore, convinto che sia solo un modo più poetico per parlare di se stesso.
Ma ogni parabola ha il suo vertice e così anche la vita di Vinnie. Nel suo costante vagabondare, incontra Barbara, una donna misteriosa che si dice solo "impiegata" ma che, in realtà, è un’informatrice della polizia sotto copertura, con l’obiettivo di infiltrarsi in un traffico di contrabbando che usa proprio i camionisti come mezzi inconsapevoli per spostare merce illegale. Vinnie, inconsapevole di tutto, è attratto da lei come da una soluzione indecifrabile, una donna che, a differenza delle altre, sembra avere le idee molto chiare su dove vuole arrivare.
Barbara vede in Vinnie il "nulla di calcolato", una qualità che lo rende perfetto per essere usato in un gioco più grande, in cui l’ingenuità di Vinnie diventa lo schermo ideale per nascondere il vero scopo delle sue missioni. Lui, ignaro, pensa che gli strani viaggi che Barbara gli propone siano semplicemente nuovi itinerari, o forse una scusa per trascorrere più tempo insieme. Quando lei gli chiede di portare un pacco “speciale” a Milano, un pacco che sembra contenere solo documenti, lui lo accetta senza domandarsi nulla.
Mentre l’equazione della sua vita diventa sempre più complessa, Vinnie inizia a trovarsi incastrato in strane coincidenze. Barbara gli affida missioni sempre più misteriose, e lui, convinto di poter gestire tutto, si ritrova in situazioni dove il limite tra il caso e l'intenzionalità si confonde. Un giorno, in una sosta lungo l'autostrada, si trova circondato da poliziotti e Barbara gli spiega al telefono che è solo una “routine.” Gli intima di stare calmo e seguire le “basi.” Ma per lui le basi non sono altro che un concetto astratto, un terreno inesplorato in cui muoversi a tentoni.
Gli incontri diventano improvvisamente più complessi, le sue amanti iniziano a notare strane discrepanze nei suoi viaggi e persino i suoi "appunti amorosi," quel famoso taccuino in cui annota tutto, iniziano a rivelare una trama ben più intricata di quanto lui stesso avesse sospettato. Una sera, mentre si trova in un motel sperduto con Ornella, lei scopre uno di questi appunti, annotazioni che, per lui, sono semplici "basi" di un calcolo amoroso, ma che agli occhi di un’avvocata esperta assumono un significato diverso: c'è un legame tra gli itinerari di Vinnie e certe operazioni di contrabbando.
A questo punto, Vinnie si rende conto che l'unica divisione che ha sempre praticato – quella delle sue relazioni e dei suoi contatti – si sta rivoltando contro di lui come una funzione matematica senza soluzione. In un crescendo di tensione e ironia, Vinnie cerca di risolvere l’equazione della sua vita, spinto da un’unica ossessione: capire finalmente cosa sia quella “base” che gli manca. La situazione si complica, e il nostro eroe, costretto a misurarsi con una serie di variabili impazzite, comprende che le sue divisioni, la sua aritmetica approssimata, sono insufficienti per affrontare un mondo dove tutto si calcola al millimetro.
Il momento culminante arriva quando Barbara gli affida un ultimo pacco da trasportare a Roma. Questa volta, il camion di Vinnie è seguito da agenti sotto copertura, da sicari che vogliono impossessarsi della merce e persino da Ornella, che, decisa a mettere fine al mistero, lo insegue lungo l'autostrada.
In un finale rocambolesco, Vinnie si trova in una folle corsa per sfuggire a tutti: la polizia, i contrabbandieri, e persino se stesso. Tra inseguimenti e paradossi, calcoli che non tornano e variabili senza senso, scopre che a volte la vera soluzione non è nelle basi, né nelle altezze, ma in un coraggio irrazionale che gli permette di scappare dal proprio destino. La sua vita, fatta di amori, errori e moltiplicazioni impossibili, trova finalmente una quadratura, pur rimanendo un’operazione senza risultato.
In “Il camionista senza basi,” l’avventura e l’ironia si mescolano, creando un thriller surreale e matematicamente impossibile, dove il protagonista si ritrova in un groviglio di scelte e destini, nel quale persino la logica più rigorosa deve arrendersi di fronte alla libertà dell’imprevisto.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
In un'Italia degli anni Ottanta, tra disordine politico e frenesia economica, prende vita la storia di Vincenzo "Vinnie" Antonelli, un camionista eccentrico che si muove lungo le strade e gli incontri di un paese in cambiamento. La sua caratteristica più evidente? La mancanza di basi – e non solo in senso figurato. Vinnie non sa nulla di matematica, e persino il concetto di "base" gli è oscuro, tanto che le sue operazioni, da buon ignorante matematico, sono sempre raffazzonate: se per altri la moltiplicazione è un modo per crescere, per lui è solo un problema da dividere, letteralmente e ironicamente, per due.
Così, in una perenne moltiplicazione del suo disordine, Vinnie si trova a percorrere l’Italia tra un carico e un incontro clandestino, avvolto in un mondo di calcoli e fraintendimenti, e mosso da un’innata attrazione per le donne. Nelle sue soste lungo le strade deserte, le pensioni fumose o i motel dispersi nelle periferie, Vinnie conquista e seduce con la goffaggine di chi non riesce nemmeno a fare una somma senza sbagliare, ma che compensa con una spavalderia che rasenta l’incredibile. Le sue amanti lo definiscono "il camionista senza basi," e lui non può che interpretare quest’etichetta come un complimento, associando a essa un magnetismo involontario che lo rende indimenticabile.
La sua filosofia dell'amore, seppure incerta e per nulla calcolata, diventa una sorta di “geometria approssimata” dove il desiderio si mescola alla pura coincidenza matematica. Per Vinnie, la seduzione è come una frazione indefinita: non importa che il numeratore o il denominatore abbiano un senso, basta che l’equazione finale porti a un risultato piacevole. Con le donne, questo si traduce in una serie di incontri casuali che prendono la forma di paradossi infiniti, dove Vinnie finisce a volte in relazioni che sembrano impossibili da risolvere, come una somma irrazionale che rifiuta di convergere.
C’è Carla, per esempio, manager in carriera, che si lascia trascinare dal suo disordine come se ne avesse bisogno per compensare il rigore della propria vita. E poi c'è Ornella, avvocato inflessibile, che, nonostante l'ossessione per le leggi e le regole, è disposta a seguire Vinnie in un’avventura senza alcuna logica apparente. Con ognuna di loro Vinnie costruisce un rapporto impossibile da definire, una "sospensione dell’aritmetica" dove la linearità della vita viene rimpiazzata da curve e paradossi, con l'inevitabile presenza del Pi greco, che lui cita senza conoscerne il vero valore, convinto che sia solo un modo più poetico per parlare di se stesso.
Ma ogni parabola ha il suo vertice e così anche la vita di Vinnie. Nel suo costante vagabondare, incontra Barbara, una donna misteriosa che si dice solo "impiegata" ma che, in realtà, è un’informatrice della polizia sotto copertura, con l’obiettivo di infiltrarsi in un traffico di contrabbando che usa proprio i camionisti come mezzi inconsapevoli per spostare merce illegale. Vinnie, inconsapevole di tutto, è attratto da lei come da una soluzione indecifrabile, una donna che, a differenza delle altre, sembra avere le idee molto chiare su dove vuole arrivare.
Barbara vede in Vinnie il "nulla di calcolato", una qualità che lo rende perfetto per essere usato in un gioco più grande, in cui l’ingenuità di Vinnie diventa lo schermo ideale per nascondere il vero scopo delle sue missioni. Lui, ignaro, pensa che gli strani viaggi che Barbara gli propone siano semplicemente nuovi itinerari, o forse una scusa per trascorrere più tempo insieme. Quando lei gli chiede di portare un pacco “speciale” a Milano, un pacco che sembra contenere solo documenti, lui lo accetta senza domandarsi nulla.
Mentre l’equazione della sua vita diventa sempre più complessa, Vinnie inizia a trovarsi incastrato in strane coincidenze. Barbara gli affida missioni sempre più misteriose, e lui, convinto di poter gestire tutto, si ritrova in situazioni dove il limite tra il caso e l'intenzionalità si confonde. Un giorno, in una sosta lungo l'autostrada, si trova circondato da poliziotti e Barbara gli spiega al telefono che è solo una “routine.” Gli intima di stare calmo e seguire le “basi.” Ma per lui le basi non sono altro che un concetto astratto, un terreno inesplorato in cui muoversi a tentoni.
Gli incontri diventano improvvisamente più complessi, le sue amanti iniziano a notare strane discrepanze nei suoi viaggi e persino i suoi "appunti amorosi," quel famoso taccuino in cui annota tutto, iniziano a rivelare una trama ben più intricata di quanto lui stesso avesse sospettato. Una sera, mentre si trova in un motel sperduto con Ornella, lei scopre uno di questi appunti, annotazioni che, per lui, sono semplici "basi" di un calcolo amoroso, ma che agli occhi di un’avvocata esperta assumono un significato diverso: c'è un legame tra gli itinerari di Vinnie e certe operazioni di contrabbando.
A questo punto, Vinnie si rende conto che l'unica divisione che ha sempre praticato – quella delle sue relazioni e dei suoi contatti – si sta rivoltando contro di lui come una funzione matematica senza soluzione. In un crescendo di tensione e ironia, Vinnie cerca di risolvere l’equazione della sua vita, spinto da un’unica ossessione: capire finalmente cosa sia quella “base” che gli manca. La situazione si complica, e il nostro eroe, costretto a misurarsi con una serie di variabili impazzite, comprende che le sue divisioni, la sua aritmetica approssimata, sono insufficienti per affrontare un mondo dove tutto si calcola al millimetro.
Il momento culminante arriva quando Barbara gli affida un ultimo pacco da trasportare a Roma. Questa volta, il camion di Vinnie è seguito da agenti sotto copertura, da sicari che vogliono impossessarsi della merce e persino da Ornella, che, decisa a mettere fine al mistero, lo insegue lungo l'autostrada.
In un finale rocambolesco, Vinnie si trova in una folle corsa per sfuggire a tutti: la polizia, i contrabbandieri, e persino se stesso. Tra inseguimenti e paradossi, calcoli che non tornano e variabili senza senso, scopre che a volte la vera soluzione non è nelle basi, né nelle altezze, ma in un coraggio irrazionale che gli permette di scappare dal proprio destino. La sua vita, fatta di amori, errori e moltiplicazioni impossibili, trova finalmente una quadratura, pur rimanendo un’operazione senza risultato.
In “Il camionista senza basi,” l’avventura e l’ironia si mescolano, creando un thriller surreale e matematicamente impossibile, dove il protagonista si ritrova in un groviglio di scelte e destini, nel quale persino la logica più rigorosa deve arrendersi di fronte alla libertà dell’imprevisto.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
3 settimane fa
Dopo aver ricevuto il nulla osta dell'autore, mi permetto di sottoporre all'attenzione degli astanti e degli affezionati a questo 3D un primo episodio de "Il camionista senza basi", ovvero "Vinnie the Pork". Buona lettura e grazie a @Bull66_ME a cui andrà il 50% dell'eventuale ricavato.
...
Vincenzo Antonelli, detto “Vinnie il camionista”
«Antonelli, si dia una mossa. Raccatti le bolle di trasporto e corra al suo camion. Abbiamo appena finito di caricarlo!» disse Luigi Martelloni, titolare dell’omonima snc di Abbiategrasso.
«E dove devo andare?»
«A fare in culo!» Martelloni scoppiò a ridere, imitato da Ermanno Leccaculi, il suo capo magazziniere.
I tre uomini si trovavano nel cortile della piccola azienda produttrice di interruttori per vibratori. Dall’ufficio arrivò di corsa Ermenegilda De Grillis con in mano i documenti di trasporto freschi di stampa.
Vincenzo Antonelli, per gli amici Vinnie, represse un attacco di ira. Strappò i fogli dalle mani della segretaria e si diresse verso il suo camion. Il mezzo era un regalo di suo nonno ex rapinatore di banche.
Vinnie girò attorno al veicolo finché non fece mente locale ricordando da quale parte salire ed entrò nella cabina.
Accese il motore e sgasò a fondo. Dal tubo di scappamento uscì una densa nube nera che imbrattò i vetri degli uffici della “Luigi Martelloni”.
Poi Vinnie staccò maldestramente la frizione e, con un salto, varcò il cancello passandogli a un millimetro di distanza, rischiando di travolgerlo.
«Perché non lo mandiamo via a calci nel culo?» chiese il capo magazziniere che aveva assistito alla scena assieme al titolare.
«Perché non costa un cazzo!»
Il capo magazziniere annuì in approvazione ma dentro di sé pensò “Tu sei tutto scemo!”
Vinnie si diresse verso la Vigevanese e già pregustava una tappa a Trezzano sul Naviglio dove si sarebbe incontrato con Carla, manager d’azienda di anni 38, sposata con Armando Sgualcinato che la scopava una volta ogni tre mesi con zero entusiasmo.
Dopo circa mezz’ora parcheggiò nell’ampio spiazzo della zona industriale, non lontano dalla Mercedes di Carla che scese dalla vettura non appena lui arrestò il camion e spense il motore.
«Ciao!» disse lei aprendo lo sportellone e salì i gradini. Una volta nella cabina richiuse la portiera e aprì lo spolverino sotto cui era nuda.
«Mi fanno male i coglioni da quanto ti ho pensata!» esordì Vinnie.
«Questo mi fa molto piacere!» disse lei a bassa voce «Ma ora giochiamo che tu sei un filosofo. Parla, voglio sentire la tua voce. Lo sai che mi fa bagnare!»
Vinnie sollevò lo sguardo per raccogliere quelle poche idee e anche quelle poche parole che componevano il suo scarso vocabolario e poi disse «La geometria della passione è sempre curva, un cerchio perfetto di infiniti Pi Greco che si rincorrono.»
«Sì, parla ancora...» ansimò Carla sgrillettandosi a gambe spalancate.
«Ti riempirei di cazzo e sborra!» rispose Vinnie deglutendo.
«Dai che puoi fare di meglio! Fai l’intellettuale. Inventa un teorema al volo!» urlò Carla ormai prossima all’orgasmo.
«Se il prodotto non si moltiplica da solo, basta dividerlo per due!»
«Uuhhh, ancora! Adoro questi fritti misti senza senso... Dai, che sto per venire! Poi ti darò il culo!»
esclamò Carla scossa dal piacere.
«Alla base delle basi ci sono le basi! Un impianto, cos’è senza basi?»
«Porca troia, sbrodolo!» urlò Carla e squirtò sfacciatamente sul parabrezza per circa quindici secondi, che non sono pochi!
«Mi hai pisciato sul cruscotto!» esclamò Vinnie, passando un dito sul liquido e per poi cacciarselo in bocca.
«No, non è piscio: è acqua di brogna. Dai, tira fuori l’uccello e spanami il culo!» implorò lei.
«Vai dietro, così ti monto meglio. Per favore!»
«Quello che apprezzo di te, sono i tuoi modi signorili!» rise Carla.
«Però non ti incazzare se poi, quando ti farò il clistere di sborra mi scappa una bestemmia!»
«Ma figurati. Fa colore!»
...
Vincenzo Antonelli, detto “Vinnie il camionista”
«Antonelli, si dia una mossa. Raccatti le bolle di trasporto e corra al suo camion. Abbiamo appena finito di caricarlo!» disse Luigi Martelloni, titolare dell’omonima snc di Abbiategrasso.
«E dove devo andare?»
«A fare in culo!» Martelloni scoppiò a ridere, imitato da Ermanno Leccaculi, il suo capo magazziniere.
I tre uomini si trovavano nel cortile della piccola azienda produttrice di interruttori per vibratori. Dall’ufficio arrivò di corsa Ermenegilda De Grillis con in mano i documenti di trasporto freschi di stampa.
Vincenzo Antonelli, per gli amici Vinnie, represse un attacco di ira. Strappò i fogli dalle mani della segretaria e si diresse verso il suo camion. Il mezzo era un regalo di suo nonno ex rapinatore di banche.
Vinnie girò attorno al veicolo finché non fece mente locale ricordando da quale parte salire ed entrò nella cabina.
Accese il motore e sgasò a fondo. Dal tubo di scappamento uscì una densa nube nera che imbrattò i vetri degli uffici della “Luigi Martelloni”.
Poi Vinnie staccò maldestramente la frizione e, con un salto, varcò il cancello passandogli a un millimetro di distanza, rischiando di travolgerlo.
«Perché non lo mandiamo via a calci nel culo?» chiese il capo magazziniere che aveva assistito alla scena assieme al titolare.
«Perché non costa un cazzo!»
Il capo magazziniere annuì in approvazione ma dentro di sé pensò “Tu sei tutto scemo!”
Vinnie si diresse verso la Vigevanese e già pregustava una tappa a Trezzano sul Naviglio dove si sarebbe incontrato con Carla, manager d’azienda di anni 38, sposata con Armando Sgualcinato che la scopava una volta ogni tre mesi con zero entusiasmo.
Dopo circa mezz’ora parcheggiò nell’ampio spiazzo della zona industriale, non lontano dalla Mercedes di Carla che scese dalla vettura non appena lui arrestò il camion e spense il motore.
«Ciao!» disse lei aprendo lo sportellone e salì i gradini. Una volta nella cabina richiuse la portiera e aprì lo spolverino sotto cui era nuda.
«Mi fanno male i coglioni da quanto ti ho pensata!» esordì Vinnie.
«Questo mi fa molto piacere!» disse lei a bassa voce «Ma ora giochiamo che tu sei un filosofo. Parla, voglio sentire la tua voce. Lo sai che mi fa bagnare!»
Vinnie sollevò lo sguardo per raccogliere quelle poche idee e anche quelle poche parole che componevano il suo scarso vocabolario e poi disse «La geometria della passione è sempre curva, un cerchio perfetto di infiniti Pi Greco che si rincorrono.»
«Sì, parla ancora...» ansimò Carla sgrillettandosi a gambe spalancate.
«Ti riempirei di cazzo e sborra!» rispose Vinnie deglutendo.
«Dai che puoi fare di meglio! Fai l’intellettuale. Inventa un teorema al volo!» urlò Carla ormai prossima all’orgasmo.
«Se il prodotto non si moltiplica da solo, basta dividerlo per due!»
«Uuhhh, ancora! Adoro questi fritti misti senza senso... Dai, che sto per venire! Poi ti darò il culo!»
esclamò Carla scossa dal piacere.
«Alla base delle basi ci sono le basi! Un impianto, cos’è senza basi?»
«Porca troia, sbrodolo!» urlò Carla e squirtò sfacciatamente sul parabrezza per circa quindici secondi, che non sono pochi!
«Mi hai pisciato sul cruscotto!» esclamò Vinnie, passando un dito sul liquido e per poi cacciarselo in bocca.
«No, non è piscio: è acqua di brogna. Dai, tira fuori l’uccello e spanami il culo!» implorò lei.
«Vai dietro, così ti monto meglio. Per favore!»
«Quello che apprezzo di te, sono i tuoi modi signorili!» rise Carla.
«Però non ti incazzare se poi, quando ti farò il clistere di sborra mi scappa una bestemmia!»
«Ma figurati. Fa colore!»
Non puoi scrivere sul Forum finchè non avrai completato il tuo profilo!.