2 settimane fa
La mia ignoranza mi preserva dal sapere cosa significhi "gongolare".Quotato da Bull66_ME,Non gongolare... Ho usato una Kaweko sport a stantuffo per scrivere... l'inchiostro si è già esaurito. Me ne torno in un campo a me più congeniale: la grafica e Affinity Design 2 ... in attesa che torni a casa il mio iMac. 😋 😄 😎Quotato da Castellozzo02,Bene, il più è fatto! Anche @Bull66_ME ha intinto la sua "penna" nel calamaio dello scrittore.
Gli astanti si compiacciono e Castellozzo trae ispirazione.
Belle, le stilografiche.
A presto. 😄
2 settimane fa
Devo aggiungere il lemma gongolare nel dizionario per scambisti?Quotato da Castellozzo02,La mia ignoranza mi preserva dal sapere cosa significhi "gongolare".Quotato da Bull66_ME,Non gongolare... Ho usato una Kaweko sport a stantuffo per scrivere... l'inchiostro si è già esaurito. Me ne torno in un campo a me più congeniale: la grafica e Affinity Design 2 ... in attesa che torni a casa il mio iMac. 😋 😄 😎
Belle, le stilografiche.
A presto. 😄
2 settimane fa
Direi che è d'uopo!Quotato da Bull66_ME,Devo aggiungere il lemma gongolare nel dizionario per scambisti?Quotato da Castellozzo02,La mia ignoranza mi preserva dal sapere cosa significhi "gongolare".
Belle, le stilografiche.
A presto. 😄
2 settimane fa
Rivoltella
In una città avvolta dal brusio incessante di voci e dalle luci che sussurrano promesse, c'è una donna che cammina come un vento di tempesta, irriverente e libera. Si fa chiamare Rivoltella, un nome che evoca il pericolo, il desiderio, e un'arma pronta a sparare contro la monotonia e la mediocrità. Rivoltella è un enigma, una presenza vibrante che danza al confine tra il piacere e l’introspezione, tra l’ironia e la tragedia.
Il romanzo si apre con una mattinata luminosa: Rivoltella si prepara per una festa che ospiterà quella sera. La giornata, però, non è altro che un pretesto per ripercorrere frammenti della sua vita, vorticando tra ricordi e pensieri che sgorgano come un fiume in piena. La narrazione scivola tra passato e presente, attraversando con grazia e ferocia i dettagli delle sue esperienze amorose, dei suoi slanci intellettuali, e delle sue delusioni, in un flusso di coscienza che si fa specchio delle sue passioni e dei suoi tormenti.
Rivoltella, stanca dei "maschietti"—così li chiama lei con una punta di disprezzo ironico—ha deciso di tagliarli fuori dalla sua vita. Non è un rifiuto perenne dell’altro sesso, ma piuttosto un temporaneo esilio imposto a chi ha osato ridurre il suo essere a una mera estensione di sé stessi. "Ho bisogno di vuoti pieni di me," pensa Rivoltella mentre attraversa un parco cittadino, osservando il movimento delle foglie come se svelassero segreti antichi.
Il presente: il giorno della festa
Il romanzo si dipana durante un’unica giornata, un arco temporale denso di incontri e scoperte, in cui Rivoltella si lascia trasportare dalle correnti della città. Tra un caffè sorseggiato con una vecchia amante, un confronto tagliente con una collega maschilista e una chiacchierata improvvisata con un libraio eccentrico, ogni episodio è illuminato da una luce ironica e malinconica. L’assenza di maschi nelle sue interazioni non è una semplice chiusura, ma una dichiarazione di guerra contro il patriarcato insidioso che tenta di soffocarla.
Rivoltella ama con intensità e sensualità, ma le sue relazioni sono spesso frammentarie, esplorazioni di sé più che del desiderio altrui. Si innamora delle donne come si innamorerebbe di un tramonto o di una canzone: non per possedere, ma per lasciarsi possedere dal momento. Il suo fascino risiede in questa libertà indomabile, che tuttavia la porta a un continuo scontro con il mondo e, talvolta, con sé stessa.
Il passato: un mosaico di ferite e piaceri
Attraverso flashback, scopriamo le origini del suo nome: Rivoltella. Non un nome scelto a caso, ma un simbolo di emancipazione e forza. Quando aveva vent’anni, un uomo a cui era legata sentimentalmente osò dirle che era "un’arma puntata contro chiunque le si avvicinasse". Quel giorno, lei prese la sua dichiarazione e la fece sua, trasformandola in un grido di battaglia. Da allora, Rivoltella è diventato il suo nome d’arte, il suo scudo e la sua identità.
Gli uomini del suo passato si dipanano come ombre nei suoi ricordi: un marito noioso, un poeta che si innamorò più della sua immagine che di lei, un attore che non riusciva a distinguere il palco dalla vita. Sono maschere, più che persone, proiezioni delle loro insicurezze e dei loro ego, incapaci di vedere oltre il riflesso che Rivoltella rimandava loro.
La festa: un climax di desideri e rivelazioni
La sera arriva e con essa la festa, un microcosmo della società in cui Rivoltella si muove come una regina senza corona. Gli invitati sono un caleidoscopio di personaggi: donne appassionate, artisti tormentati, intellettuali annoiati. Rivoltella, nel suo abito rosso fuoco, domina la scena con un misto di carisma e ironia. Le conversazioni fluiscono come fiumi sotterranei, pieni di sottintesi e giochi di potere.
Tra un bicchiere di champagne e una danza improvvisata, Rivoltella si avvicina a Giada, una donna che sembra immune al suo magnetismo, e per questo, irresistibile. Tra loro si accende una tensione sottile, un gioco di sguardi e parole che culmina in un bacio rubato sotto la luce tremolante di una lampada. Ma anche questo momento è carico di ironia: "Siamo tutte rivoltelle scariche," sussurra Giada, lasciando Rivoltella a riflettere sul paradosso della sua ricerca di libertà.
La conclusione: un’arma puntata verso il futuro
La notte finisce con Rivoltella sola sul balcone, osservando le luci della città che si dissolvono nell’oscurità. Non c’è un vero epilogo, perché la sua storia è un cerchio che non si chiude mai. "Essere una Rivoltella significa sparare continuamente," pensa, "ma chi lo dice che dobbiamo sempre colpire il bersaglio?"
Il romanzo termina con una nota di ambiguità, un invito a riflettere sull’identità, sull’amore, e sulla lotta per essere liberi in un mondo che tenta costantemente di incasellarti. Rivoltella, con la sua sensualità e la sua ironia, rimane un personaggio indimenticabile, una donna che si reinventa ogni giorno, come un’arma che non smette mai di sorprendere.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
In una città avvolta dal brusio incessante di voci e dalle luci che sussurrano promesse, c'è una donna che cammina come un vento di tempesta, irriverente e libera. Si fa chiamare Rivoltella, un nome che evoca il pericolo, il desiderio, e un'arma pronta a sparare contro la monotonia e la mediocrità. Rivoltella è un enigma, una presenza vibrante che danza al confine tra il piacere e l’introspezione, tra l’ironia e la tragedia.
Il romanzo si apre con una mattinata luminosa: Rivoltella si prepara per una festa che ospiterà quella sera. La giornata, però, non è altro che un pretesto per ripercorrere frammenti della sua vita, vorticando tra ricordi e pensieri che sgorgano come un fiume in piena. La narrazione scivola tra passato e presente, attraversando con grazia e ferocia i dettagli delle sue esperienze amorose, dei suoi slanci intellettuali, e delle sue delusioni, in un flusso di coscienza che si fa specchio delle sue passioni e dei suoi tormenti.
Rivoltella, stanca dei "maschietti"—così li chiama lei con una punta di disprezzo ironico—ha deciso di tagliarli fuori dalla sua vita. Non è un rifiuto perenne dell’altro sesso, ma piuttosto un temporaneo esilio imposto a chi ha osato ridurre il suo essere a una mera estensione di sé stessi. "Ho bisogno di vuoti pieni di me," pensa Rivoltella mentre attraversa un parco cittadino, osservando il movimento delle foglie come se svelassero segreti antichi.
Il presente: il giorno della festa
Il romanzo si dipana durante un’unica giornata, un arco temporale denso di incontri e scoperte, in cui Rivoltella si lascia trasportare dalle correnti della città. Tra un caffè sorseggiato con una vecchia amante, un confronto tagliente con una collega maschilista e una chiacchierata improvvisata con un libraio eccentrico, ogni episodio è illuminato da una luce ironica e malinconica. L’assenza di maschi nelle sue interazioni non è una semplice chiusura, ma una dichiarazione di guerra contro il patriarcato insidioso che tenta di soffocarla.
Rivoltella ama con intensità e sensualità, ma le sue relazioni sono spesso frammentarie, esplorazioni di sé più che del desiderio altrui. Si innamora delle donne come si innamorerebbe di un tramonto o di una canzone: non per possedere, ma per lasciarsi possedere dal momento. Il suo fascino risiede in questa libertà indomabile, che tuttavia la porta a un continuo scontro con il mondo e, talvolta, con sé stessa.
Il passato: un mosaico di ferite e piaceri
Attraverso flashback, scopriamo le origini del suo nome: Rivoltella. Non un nome scelto a caso, ma un simbolo di emancipazione e forza. Quando aveva vent’anni, un uomo a cui era legata sentimentalmente osò dirle che era "un’arma puntata contro chiunque le si avvicinasse". Quel giorno, lei prese la sua dichiarazione e la fece sua, trasformandola in un grido di battaglia. Da allora, Rivoltella è diventato il suo nome d’arte, il suo scudo e la sua identità.
Gli uomini del suo passato si dipanano come ombre nei suoi ricordi: un marito noioso, un poeta che si innamorò più della sua immagine che di lei, un attore che non riusciva a distinguere il palco dalla vita. Sono maschere, più che persone, proiezioni delle loro insicurezze e dei loro ego, incapaci di vedere oltre il riflesso che Rivoltella rimandava loro.
La festa: un climax di desideri e rivelazioni
La sera arriva e con essa la festa, un microcosmo della società in cui Rivoltella si muove come una regina senza corona. Gli invitati sono un caleidoscopio di personaggi: donne appassionate, artisti tormentati, intellettuali annoiati. Rivoltella, nel suo abito rosso fuoco, domina la scena con un misto di carisma e ironia. Le conversazioni fluiscono come fiumi sotterranei, pieni di sottintesi e giochi di potere.
Tra un bicchiere di champagne e una danza improvvisata, Rivoltella si avvicina a Giada, una donna che sembra immune al suo magnetismo, e per questo, irresistibile. Tra loro si accende una tensione sottile, un gioco di sguardi e parole che culmina in un bacio rubato sotto la luce tremolante di una lampada. Ma anche questo momento è carico di ironia: "Siamo tutte rivoltelle scariche," sussurra Giada, lasciando Rivoltella a riflettere sul paradosso della sua ricerca di libertà.
La conclusione: un’arma puntata verso il futuro
La notte finisce con Rivoltella sola sul balcone, osservando le luci della città che si dissolvono nell’oscurità. Non c’è un vero epilogo, perché la sua storia è un cerchio che non si chiude mai. "Essere una Rivoltella significa sparare continuamente," pensa, "ma chi lo dice che dobbiamo sempre colpire il bersaglio?"
Il romanzo termina con una nota di ambiguità, un invito a riflettere sull’identità, sull’amore, e sulla lotta per essere liberi in un mondo che tenta costantemente di incasellarti. Rivoltella, con la sua sensualità e la sua ironia, rimane un personaggio indimenticabile, una donna che si reinventa ogni giorno, come un’arma che non smette mai di sorprendere.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
2 settimane fa
Rivoltella le spara grosse.
2 settimane fa
2 settimane fa
2 settimane fa
2 settimane fa
Per forza. Magari con velleità di unicorni.Quotato da Bull66_ME,
2 settimane fa
Le Stelle Non Mentono
Ettore Vannini, settantatré anni portati con la stessa goffa solennità del suo telescopio traballante, vive convinto che le stelle abbiano una risposta per ogni cosa. La sua passione per l'astrologia è così totalizzante da oscurare completamente la realtà intorno a lui, inclusa la sua relazione con Carla, sua moglie da più di quarant'anni. Carla, donna vivace e piena di vita, è ben consapevole che suo marito, perso tra oroscopi e mappe celesti, non potrebbe mai notare che le sue serate "tra amiche" sono spesso animate da incontri molto meno platonici. Ettore, ingenuo e orgoglioso del proprio sapere, non solo non sospetta nulla, ma si illude che la sua abilità nel "leggere i segni" stia ravvivando il matrimonio.
Un giorno, illuminato da una congiunzione astrale particolarmente intrigante, Ettore decide di proporre a Carla un'idea che considera rivoluzionaria: organizzare incontri libertini a casa loro. "Amore mio, pensa al potere di Venere e Marte quando sono in armonia! Potremmo... amplificare le energie cosmiche della coppia."
Carla, trattenendo a stento una risata, accetta, trovando irresistibile l'idea di trasformare l'ingenuità del marito in un'occasione per divertirsi senza sensi di colpa.
La prima serata ha un'atmosfera surreale. Ettore, con l'aria di un abile regista, si preoccupa più di posizionare le videocamere che di quello che succede nei vari angoli del salotto. "Dobbiamo catturare tutto il potere delle stelle!" spiega, mentre cerca l'angolazione giusta con un laser puntato verso il soffitto. Carla, nel frattempo, è già immersa in chiacchiere e risate con un giovane ingegnere che le mostra i muscoli con fare complice. "Sai, Ettore, il tuo amico ha una grande... presenza astrale," dice lei con un sorriso malizioso, mentre Ettore, ignaro del doppio senso, risponde: "Sì, l'Ariete ha sempre una grande energia fisica."
Nel corso delle settimane, gli incontri diventano sempre più frequentati, ma anche sempre più caotici. Una sera, Ettore insiste per fare una "cerimonia di apertura" con un breve discorso sull'importanza dell'allineamento planetario.
"Mi raccomando," avverte agli ospiti, "fate attenzione agli aspetti dissonanti. Non vogliamo che Marte rovini l'atmosfera!" La sala esplode in risate, mentre Carla già si lascia coinvolgere da un affascinante barman che le sta servendo un cocktail chiamato "Orgoglio di Venere".
Tra un brindisi e un'improvvisazione musicale di uno degli ospiti, Ettore si ritrova a inseguire il suo telescopio che, sistemato su un cavalletto instabile, rischia di cadere. Durante il trambusto, inciampa su un tappeto e finisce con la faccia vicino a un paio di tacchi a spillo che una donna, molto più interessata al suo amante che alla situazione, gli porge con tono ironico: "Vuoi un aiuto per riallineare le tue stelle?" Ettore si alza, rosso in viso, e balbetta: "Beh, Saturno è decisamente in retrogrado..."
Ma la situazione precipita quando entrano in scena Marco e Serena, una coppia affascinante e misteriosa. Marco, un musicista dall'aria bohémien, conquista subito Carla con il suo modo di parlare in versi. "Sei come un'eclissi, Carla: unica e indimenticabile." Serena, invece, si interessa a Ettore, ma più per prenderlo in giro che per altro. Lo ascolta mentre spiega la relazione tra Plutone e il desiderio, ma con uno sguardo che mescola ironia e sfida.
"Quindi dici che Plutone è responsabile delle pulsioni profonde?" chiede, avvicinandosi. "Sì, esattamente," risponde Ettore, tutto compreso nel suo ruolo di saccente, senza accorgersi che lei lo sta prendendo in giro.
Durante una serata particolarmente movimentata, Ettore decide di sperimentare una nuova angolazione per le riprese, installando una videocamera sul lampadario. "Vedrete, questa prospettiva catturerà tutta la sinergia astrale della stanza!" annuncia con entusiasmo. Ma quando accidentalmente attiva una funzione rotante del lampadario, la videocamera inizia a girare su se stessa, causando un caos generale. Tra risate, urla e ospiti che cercano di evitare la caduta del lampadario, Carla approfitta del momento per sgattaiolare con Marco in una stanza appartata.
Ettore, sempre più preso dai dettagli tecnici, non si accorge che sua moglie è ormai la vera protagonista delle serate. I suoi tentativi di partecipare all'azione finiscono sempre in modo grottesco: un giorno, scambiando un giocattolo erotico per un microfono, inizia a parlare agli ospiti di come "le vibrazioni cosmiche influenzino le relazioni umane", mentre gli altri scoppiano a ridere senza pietà.
Quando finalmente si rende conto che Carla si concede agli altri con una passione che a lui ha sempre negato, Ettore ha un momento di crisi. Cerca di parlarne con Serena, che lo guarda con un misto di compassione e sarcasmo: "Forse il problema non sono le stelle, Ettore. Forse sei tu che usi le stelle per non guardare quello che hai davanti."
Ma Ettore, fedele al suo mondo, risponde serio: "Forse hai ragione... o forse Mercurio in retrogrado ci sta confondendo tutti."
Alla fine, stremato e sconfitto, Ettore decide di smettere con gli incontri e di tornare al suo telescopio. Mentre scruta il cielo, vede un raro allineamento planetario e sospira: "Forse le stelle non mentono, ma non mi hanno detto che avrei finito così... solo con loro." Poi si versa un bicchiere di vino, si siede sul balcone e osserva la notte. Ma stavolta, per la prima volta, lascia il telescopio spento. Chissà se non è il caso di presentare il suo CV per fare da assistente a Kennedy Jr.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Ettore Vannini, settantatré anni portati con la stessa goffa solennità del suo telescopio traballante, vive convinto che le stelle abbiano una risposta per ogni cosa. La sua passione per l'astrologia è così totalizzante da oscurare completamente la realtà intorno a lui, inclusa la sua relazione con Carla, sua moglie da più di quarant'anni. Carla, donna vivace e piena di vita, è ben consapevole che suo marito, perso tra oroscopi e mappe celesti, non potrebbe mai notare che le sue serate "tra amiche" sono spesso animate da incontri molto meno platonici. Ettore, ingenuo e orgoglioso del proprio sapere, non solo non sospetta nulla, ma si illude che la sua abilità nel "leggere i segni" stia ravvivando il matrimonio.
Un giorno, illuminato da una congiunzione astrale particolarmente intrigante, Ettore decide di proporre a Carla un'idea che considera rivoluzionaria: organizzare incontri libertini a casa loro. "Amore mio, pensa al potere di Venere e Marte quando sono in armonia! Potremmo... amplificare le energie cosmiche della coppia."
Carla, trattenendo a stento una risata, accetta, trovando irresistibile l'idea di trasformare l'ingenuità del marito in un'occasione per divertirsi senza sensi di colpa.
La prima serata ha un'atmosfera surreale. Ettore, con l'aria di un abile regista, si preoccupa più di posizionare le videocamere che di quello che succede nei vari angoli del salotto. "Dobbiamo catturare tutto il potere delle stelle!" spiega, mentre cerca l'angolazione giusta con un laser puntato verso il soffitto. Carla, nel frattempo, è già immersa in chiacchiere e risate con un giovane ingegnere che le mostra i muscoli con fare complice. "Sai, Ettore, il tuo amico ha una grande... presenza astrale," dice lei con un sorriso malizioso, mentre Ettore, ignaro del doppio senso, risponde: "Sì, l'Ariete ha sempre una grande energia fisica."
Nel corso delle settimane, gli incontri diventano sempre più frequentati, ma anche sempre più caotici. Una sera, Ettore insiste per fare una "cerimonia di apertura" con un breve discorso sull'importanza dell'allineamento planetario.
"Mi raccomando," avverte agli ospiti, "fate attenzione agli aspetti dissonanti. Non vogliamo che Marte rovini l'atmosfera!" La sala esplode in risate, mentre Carla già si lascia coinvolgere da un affascinante barman che le sta servendo un cocktail chiamato "Orgoglio di Venere".
Tra un brindisi e un'improvvisazione musicale di uno degli ospiti, Ettore si ritrova a inseguire il suo telescopio che, sistemato su un cavalletto instabile, rischia di cadere. Durante il trambusto, inciampa su un tappeto e finisce con la faccia vicino a un paio di tacchi a spillo che una donna, molto più interessata al suo amante che alla situazione, gli porge con tono ironico: "Vuoi un aiuto per riallineare le tue stelle?" Ettore si alza, rosso in viso, e balbetta: "Beh, Saturno è decisamente in retrogrado..."
Ma la situazione precipita quando entrano in scena Marco e Serena, una coppia affascinante e misteriosa. Marco, un musicista dall'aria bohémien, conquista subito Carla con il suo modo di parlare in versi. "Sei come un'eclissi, Carla: unica e indimenticabile." Serena, invece, si interessa a Ettore, ma più per prenderlo in giro che per altro. Lo ascolta mentre spiega la relazione tra Plutone e il desiderio, ma con uno sguardo che mescola ironia e sfida.
"Quindi dici che Plutone è responsabile delle pulsioni profonde?" chiede, avvicinandosi. "Sì, esattamente," risponde Ettore, tutto compreso nel suo ruolo di saccente, senza accorgersi che lei lo sta prendendo in giro.
Durante una serata particolarmente movimentata, Ettore decide di sperimentare una nuova angolazione per le riprese, installando una videocamera sul lampadario. "Vedrete, questa prospettiva catturerà tutta la sinergia astrale della stanza!" annuncia con entusiasmo. Ma quando accidentalmente attiva una funzione rotante del lampadario, la videocamera inizia a girare su se stessa, causando un caos generale. Tra risate, urla e ospiti che cercano di evitare la caduta del lampadario, Carla approfitta del momento per sgattaiolare con Marco in una stanza appartata.
Ettore, sempre più preso dai dettagli tecnici, non si accorge che sua moglie è ormai la vera protagonista delle serate. I suoi tentativi di partecipare all'azione finiscono sempre in modo grottesco: un giorno, scambiando un giocattolo erotico per un microfono, inizia a parlare agli ospiti di come "le vibrazioni cosmiche influenzino le relazioni umane", mentre gli altri scoppiano a ridere senza pietà.
Quando finalmente si rende conto che Carla si concede agli altri con una passione che a lui ha sempre negato, Ettore ha un momento di crisi. Cerca di parlarne con Serena, che lo guarda con un misto di compassione e sarcasmo: "Forse il problema non sono le stelle, Ettore. Forse sei tu che usi le stelle per non guardare quello che hai davanti."
Ma Ettore, fedele al suo mondo, risponde serio: "Forse hai ragione... o forse Mercurio in retrogrado ci sta confondendo tutti."
Alla fine, stremato e sconfitto, Ettore decide di smettere con gli incontri e di tornare al suo telescopio. Mentre scruta il cielo, vede un raro allineamento planetario e sospira: "Forse le stelle non mentono, ma non mi hanno detto che avrei finito così... solo con loro." Poi si versa un bicchiere di vino, si siede sul balcone e osserva la notte. Ma stavolta, per la prima volta, lascia il telescopio spento. Chissà se non è il caso di presentare il suo CV per fare da assistente a Kennedy Jr.
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Modificato dall'autore il 18-11-2024 13:17:00
2 settimane fa
🤣🤣🤣Quotato da Bull66_ME,Le Stelle Non Mentono
Ettore Vannini, settantatré anni portati con la stessa goffa solennità del suo telescopio traballante, vive convinto che le stelle abbiano una risposta per ogni cosa. La sua passione per l?astrologia è così totalizzant [...]
Un "Cuckold Stellare" 🤣🤣🤣
1 settimana fa
Ti aspettiamo.Quotato da ImNotGoldButVeryOld,
Mi assento un attimo, ma torno con un altro nick.
1 settimana fa
C'era una volta, in una di quelle giornate d'autunno in cui il sole sembrava non aver voglia di alzarsi e la pioggia tamburellava sui vetri come un amante insistente, un uomo con un'ambizione tanto singolare quanto… personale. Non un uomo qualunque, certo. Lui era un pioniere, un esploratore dei confini del piacere umano, deciso a trasformare la noia delle giornate uggiose in un'opportunità per coltivare il più intimo degli amori: quello per sé stesso.
Il nostro protagonista, avvolto in un plaid che lo faceva somigliare a un burrito emotivo, aveva deciso di abbandonare le convenzioni sociali. "Perché uscire, conoscere nuove persone, investire tempo ed energie in relazioni che spesso si rivelano deludenti?" pensava, mentre scrollava svogliatamente le notifiche di una dating app. Fu allora che, in una serata passata tra letture esoteriche su D'Annunzio e forum online dal sapore vagamente discutibile, ebbe un'illuminazione: "Posso diventare l'unico e vero artefice della mia felicità... e non mi serve nemmeno qualcun altro per farlo."
Iniziò così il suo viaggio verso l'autarchia orale. In fondo, se il Vate era riuscito a rimuovere due costole per poter celebrare da solo i fasti della sua virilità, chi era lui per non raccogliere il guanto di sfida? Dopo tutto, il corpo è un tempio, e che senso ha un tempio senza rituali?
Non perse tempo. Cominciò a studiare anatomia, yoga, e persino acrobazie circensi. Trascorreva ore davanti allo specchio, allenando la flessibilità con un fervore che avrebbe fatto invidia a un contorsionista professionista. Tuttavia, c'era un ostacolo: per raggiungere la perfezione desiderata, serviva l’aiuto di un chirurgo disposto a eliminare quelle fastidiose barriere ossee che Madre Natura, distratta o forse troppo prudente, aveva lasciato lì.
Dopo innumerevoli consulti falliti e sguardi scettici, trovò finalmente un medico alternativo disposto ad accettare la sfida. "Cosa ci vuoi fare?" chiese il chirurgo con un sorriso complice. "È il tuo corpo. Ho visto gente chiedere cose più strane, come tatuarsi la lingua o impiantarsi orecchie da elfo. Se vuoi rimuovere due costole per... ecco, autocelebrarti, non sarò certo io a giudicare."
L’intervento fu un successo. Tornato a casa, il nostro eroe si guardò allo specchio con un sorriso di trionfo. Aveva finalmente abbattuto le barriere, in tutti i sensi. Seduto sul letto, accese candele profumate e scelse una playlist rilassante. Era il momento di esplorare il nuovo capitolo della sua vita. Si concesse una prima prova generale, per poi fermarsi a contemplare il suo riflesso con soddisfazione. "D'Annunzio sarebbe fiero di me," mormorò.
Oggi, vive felicemente tra le mura di casa, non curandosi delle giornate piovose o del giudizio altrui. Sorride spesso, un sorriso che solo lui conosce, consapevole di aver raggiunto l'apice dell’amore proprio. A chiunque gli chieda il segreto della sua serenità, risponde con un tono enigmatico:
"L’autarchia è un’arte... e io sono un maestro."
Il nostro protagonista, avvolto in un plaid che lo faceva somigliare a un burrito emotivo, aveva deciso di abbandonare le convenzioni sociali. "Perché uscire, conoscere nuove persone, investire tempo ed energie in relazioni che spesso si rivelano deludenti?" pensava, mentre scrollava svogliatamente le notifiche di una dating app. Fu allora che, in una serata passata tra letture esoteriche su D'Annunzio e forum online dal sapore vagamente discutibile, ebbe un'illuminazione: "Posso diventare l'unico e vero artefice della mia felicità... e non mi serve nemmeno qualcun altro per farlo."
Iniziò così il suo viaggio verso l'autarchia orale. In fondo, se il Vate era riuscito a rimuovere due costole per poter celebrare da solo i fasti della sua virilità, chi era lui per non raccogliere il guanto di sfida? Dopo tutto, il corpo è un tempio, e che senso ha un tempio senza rituali?
Non perse tempo. Cominciò a studiare anatomia, yoga, e persino acrobazie circensi. Trascorreva ore davanti allo specchio, allenando la flessibilità con un fervore che avrebbe fatto invidia a un contorsionista professionista. Tuttavia, c'era un ostacolo: per raggiungere la perfezione desiderata, serviva l’aiuto di un chirurgo disposto a eliminare quelle fastidiose barriere ossee che Madre Natura, distratta o forse troppo prudente, aveva lasciato lì.
Dopo innumerevoli consulti falliti e sguardi scettici, trovò finalmente un medico alternativo disposto ad accettare la sfida. "Cosa ci vuoi fare?" chiese il chirurgo con un sorriso complice. "È il tuo corpo. Ho visto gente chiedere cose più strane, come tatuarsi la lingua o impiantarsi orecchie da elfo. Se vuoi rimuovere due costole per... ecco, autocelebrarti, non sarò certo io a giudicare."
L’intervento fu un successo. Tornato a casa, il nostro eroe si guardò allo specchio con un sorriso di trionfo. Aveva finalmente abbattuto le barriere, in tutti i sensi. Seduto sul letto, accese candele profumate e scelse una playlist rilassante. Era il momento di esplorare il nuovo capitolo della sua vita. Si concesse una prima prova generale, per poi fermarsi a contemplare il suo riflesso con soddisfazione. "D'Annunzio sarebbe fiero di me," mormorò.
Oggi, vive felicemente tra le mura di casa, non curandosi delle giornate piovose o del giudizio altrui. Sorride spesso, un sorriso che solo lui conosce, consapevole di aver raggiunto l'apice dell’amore proprio. A chiunque gli chieda il segreto della sua serenità, risponde con un tono enigmatico:
"L’autarchia è un’arte... e io sono un maestro."
1 settimana fa
"Pompini a km zero - ma zero proprio!" - "L'uomo che era di bocca buona o di buona bocca."
1 settimana fa
1 settimana fa
Mi sembra una richiesta coerente!Quotato da ilibertinievasi,Siamo piccoli e siamo evasi e intendiamo rimanere evasi, ovvero "libertini"!
1 settimana fa
Occhi Bendati e Mani Libere: Il ritorno della (ex) CoppiaAlcolic
Dopo il clamoroso successo della "tremazione della gamba destra," la (ex) CoppiaAlcolic decide di reinventarsi. Dopo aver valutato di ripresentarsi al pubblico con il cambio di nome a "VinVersi Erotici" (scelto dopo un intenso dibattito in cui il marito sosteneva che fosse un gioco di parole geniale, mentre la moglie brindava al fatto che, almeno questa volta, nessuno avrebbe potuto pronunciarlo senza un leggero inciampo), la coppia più sgangherata e sfacciata del web torna a far parlare di sé con un nuovo nickname. E stavolta, la loro ultima trovata promette di essere ancora più assurda, più alcolica e più fuori controllo del solito: cosa succede se bendassero il marito?
Tutto inizia con un post, naturalmente scritto tra un bicchiere di Barolo e uno di Chardonnay, in cui raccontano un'esilarante serata casalinga. "Sapete qual è la cosa più sensuale del mondo? La cecità selettiva!" esordiscono, lasciando i lettori già confusi. Proseguono descrivendo un esperimento improvvisato: il marito si è lasciato bendare per tutta la serata, mentre la moglie lo guidava in un viaggio sensoriale che includeva un assaggio di formaggi misteriosi, tocchi audaci e, ovviamente, una degustazione al buio di ogni bottiglia rimasta aperta nella casa. "Quando ti bendano, le mani diventano gli occhi dell'anima," concludono, in quello che sembrerebbe un tentativo poetico, ma che si rivela essere solo il preludio a una sequela di refusi e frasi sconnesse che farebbero rabbrividire qualsiasi editor.
Il post diventa virale in poche ore, ma non per le ragioni che si aspetterebbero. La rete si scatena, tra meme e prese in giro per frasi come "il Barolo ci ha bendato meglio delle mani della mogliettina" o "gli occhi dell'anima sono sbronzi persi." Ciononostante, il nuovo esperimento accende la curiosità di un pubblico insospettabilmente ampio, che inizia a chiedersi: e se bendassero anche noi?
Non passa molto prima che la coppia decida di trasformare quella serata improvvisata in una vera e propria filosofia di vita. "La Bendalità," la definiscono, e dichiarano apertamente che la loro missione è liberare il mondo dalla schiavitù visiva, insegnando a tutti a "vedere" con i sensi più profondi. Per promuovere la loro idea, organizzano una serie di dirette streaming in cui il marito, sempre bendato, cerca di svolgere le attività quotidiane più disparate: scrivere poesie erotiche, cucinare una carbonara (che finisce col diventare un mix discutibile di pancetta e Nutella), e persino leggere un libro che non vede - "Tanto lo faccio a memoria," spiega, mentre la moglie versa più vino che parole.
Ma dietro le risate e il caos, qualcosa di più inquietante comincia a prendere forma. Durante una delle dirette, il marito bendato menziona dettagli su eventi che non avrebbe potuto conoscere: descrive con precisione una discussione accaduta tra due utenti nei commenti del loro blog e allude a una bottiglia di vino mai aperta, ma che sembra sapere essere nascosta nella credenza di un fan. La moglie, inizialmente, liquida tutto come coincidenze alimentate dal vino, ma presto anche lei inizia a notare che il marito sembra acquisire una strana capacità di "vedere" cose che non dovrebbe sapere.
La situazione si complica ulteriormente quando un utente anonimo invia loro un messaggio privato: "Gli occhi non sono l'unica cosa che puoi bendare. Attenti alle mani." Sulle prime, la coppia ride della minaccia - "Probabilmente è uno che ci invidia," scherzano " ma poco dopo il marito, durante una delle sue imprese bendate, inciampa rovinosamente e finisce per rompersi un polso. La moglie inizia a farsi domande: e se quel messaggio fosse qualcosa di più serio?
Ma non c'è tempo per riflettere, perché il loro nuovo stile di vita li catapulta in un turbine di eventi sempre più surreali. Una strana setta di appassionati di vino inizia a seguirli, proclamando il marito come una sorta di "sommelier mistico," capace di percepire l?essenza delle bottiglie solo toccandole. La coppia viene invitata a un evento esclusivo in una cantina segreta, dove scoprono che la "Bendalità" è stata elevata a una sorta di rito iniziatico. Qui, tra calici d'oro e formule incomprensibili, iniziano a sospettare che il loro folle esperimento potrebbe essere stato orchestrato da qualcuno molto più sobrio di loro.
In un crescendo di misteri, gag e momenti tragicomici (tra cui un'involontaria fuga in cantina durante la quale il marito urta tutte le botti e svuota accidentalmente una riserva decennale), la coppia cerca di capire chi stia manipolando la loro nuova fama e cosa voglia realmente da loro. E soprattutto, devono scoprire se il marito, nella sua ubriacata cecità, sia davvero capace di vedere più di quanto riescano i suoi occhi... o se il tutto non sia altro che il prodotto di un mix troppo audace di alcol e suggestione.
"Occhi Bendati e Mani Libere" è un thriller ironico e libertino che esplora il confine tra genialità e idiozia, tra mistero e delirio enologico. Tra battute nonsense, prese in giro linguistiche e un enigma sempre più intricato, la (ex) CoppiaAlcolic si conferma come un simbolo della libertà di fare (e scrivere) assolutamente tutto ciò che passa per la testa - purché ci sia abbastanza vino a portata di mano.
Dopo il clamoroso successo della "tremazione della gamba destra," la (ex) CoppiaAlcolic decide di reinventarsi. Dopo aver valutato di ripresentarsi al pubblico con il cambio di nome a "VinVersi Erotici" (scelto dopo un intenso dibattito in cui il marito sosteneva che fosse un gioco di parole geniale, mentre la moglie brindava al fatto che, almeno questa volta, nessuno avrebbe potuto pronunciarlo senza un leggero inciampo), la coppia più sgangherata e sfacciata del web torna a far parlare di sé con un nuovo nickname. E stavolta, la loro ultima trovata promette di essere ancora più assurda, più alcolica e più fuori controllo del solito: cosa succede se bendassero il marito?
Tutto inizia con un post, naturalmente scritto tra un bicchiere di Barolo e uno di Chardonnay, in cui raccontano un'esilarante serata casalinga. "Sapete qual è la cosa più sensuale del mondo? La cecità selettiva!" esordiscono, lasciando i lettori già confusi. Proseguono descrivendo un esperimento improvvisato: il marito si è lasciato bendare per tutta la serata, mentre la moglie lo guidava in un viaggio sensoriale che includeva un assaggio di formaggi misteriosi, tocchi audaci e, ovviamente, una degustazione al buio di ogni bottiglia rimasta aperta nella casa. "Quando ti bendano, le mani diventano gli occhi dell'anima," concludono, in quello che sembrerebbe un tentativo poetico, ma che si rivela essere solo il preludio a una sequela di refusi e frasi sconnesse che farebbero rabbrividire qualsiasi editor.
Il post diventa virale in poche ore, ma non per le ragioni che si aspetterebbero. La rete si scatena, tra meme e prese in giro per frasi come "il Barolo ci ha bendato meglio delle mani della mogliettina" o "gli occhi dell'anima sono sbronzi persi." Ciononostante, il nuovo esperimento accende la curiosità di un pubblico insospettabilmente ampio, che inizia a chiedersi: e se bendassero anche noi?
Non passa molto prima che la coppia decida di trasformare quella serata improvvisata in una vera e propria filosofia di vita. "La Bendalità," la definiscono, e dichiarano apertamente che la loro missione è liberare il mondo dalla schiavitù visiva, insegnando a tutti a "vedere" con i sensi più profondi. Per promuovere la loro idea, organizzano una serie di dirette streaming in cui il marito, sempre bendato, cerca di svolgere le attività quotidiane più disparate: scrivere poesie erotiche, cucinare una carbonara (che finisce col diventare un mix discutibile di pancetta e Nutella), e persino leggere un libro che non vede - "Tanto lo faccio a memoria," spiega, mentre la moglie versa più vino che parole.
Ma dietro le risate e il caos, qualcosa di più inquietante comincia a prendere forma. Durante una delle dirette, il marito bendato menziona dettagli su eventi che non avrebbe potuto conoscere: descrive con precisione una discussione accaduta tra due utenti nei commenti del loro blog e allude a una bottiglia di vino mai aperta, ma che sembra sapere essere nascosta nella credenza di un fan. La moglie, inizialmente, liquida tutto come coincidenze alimentate dal vino, ma presto anche lei inizia a notare che il marito sembra acquisire una strana capacità di "vedere" cose che non dovrebbe sapere.
La situazione si complica ulteriormente quando un utente anonimo invia loro un messaggio privato: "Gli occhi non sono l'unica cosa che puoi bendare. Attenti alle mani." Sulle prime, la coppia ride della minaccia - "Probabilmente è uno che ci invidia," scherzano " ma poco dopo il marito, durante una delle sue imprese bendate, inciampa rovinosamente e finisce per rompersi un polso. La moglie inizia a farsi domande: e se quel messaggio fosse qualcosa di più serio?
Ma non c'è tempo per riflettere, perché il loro nuovo stile di vita li catapulta in un turbine di eventi sempre più surreali. Una strana setta di appassionati di vino inizia a seguirli, proclamando il marito come una sorta di "sommelier mistico," capace di percepire l?essenza delle bottiglie solo toccandole. La coppia viene invitata a un evento esclusivo in una cantina segreta, dove scoprono che la "Bendalità" è stata elevata a una sorta di rito iniziatico. Qui, tra calici d'oro e formule incomprensibili, iniziano a sospettare che il loro folle esperimento potrebbe essere stato orchestrato da qualcuno molto più sobrio di loro.
In un crescendo di misteri, gag e momenti tragicomici (tra cui un'involontaria fuga in cantina durante la quale il marito urta tutte le botti e svuota accidentalmente una riserva decennale), la coppia cerca di capire chi stia manipolando la loro nuova fama e cosa voglia realmente da loro. E soprattutto, devono scoprire se il marito, nella sua ubriacata cecità, sia davvero capace di vedere più di quanto riescano i suoi occhi... o se il tutto non sia altro che il prodotto di un mix troppo audace di alcol e suggestione.
"Occhi Bendati e Mani Libere" è un thriller ironico e libertino che esplora il confine tra genialità e idiozia, tra mistero e delirio enologico. Tra battute nonsense, prese in giro linguistiche e un enigma sempre più intricato, la (ex) CoppiaAlcolic si conferma come un simbolo della libertà di fare (e scrivere) assolutamente tutto ciò che passa per la testa - purché ci sia abbastanza vino a portata di mano.
Modificato dall'autore il 25-11-2024 10:25:27
1 settimana fa
😄 😄 😄 😄Quotato da Bull66_ME,Occhi Bendati e Mani Libere: Il ritorno della (ex) CoppiaAlcolic
Dopo il clamoroso successo della "tremazione della gamba destra," la (ex) CoppiaAlcolic decide di reinventarsi.
la coppia più sgangherata e sfacciata del web
1 settimana fa
Quotato da SgangheratCouple,Ma come ti permetti? 💦 😡Quotato da Castellozzo02,😄 😄 😄 😄
Modificato dall'autore il 25-11-2024 23:24:34
6 giorni fa
Eufemismi Bisessuali: Un’indagine tra vino e vizi
La (ormai celebre) CoppiAlcolic è di nuovo al centro dell’attenzione. Dopo aver cavalcato la notorietà della "tremazione della gamba destra" e delle loro imprese bendate , i due tornano a imperversare sul forum con un nuovo thread che promette di essere ancora più caotico, provocatorio e… confuso. Con il titolo accattivante e sgrammaticato "Il sesso più bello fatto" , la coppia lancia una domanda tanto semplice quanto incendiaria:
"Coppie singole ecc. ecc (tanto rispondano anche i maschietti), quale è stato il momento più bello del vostro sesso con coppie, singole, singoli? Perché ci sarà stato anche quello. E cosa vi ha fatto godere tanto? E poi, se vi piacerebbe rifarlo o passare avanti in qualche altra trasgressione. A noi è piaciuto una serata in Croazia con una coppia (senza nessun eufemismo bisessuale)."
Il post, farcito di punteggiatura anarchica e strutture grammaticali vacillanti, diventa immediatamente virale. Non tanto per la profondità della domanda – che in realtà sembra più una sfida lanciata tra un bicchiere di vino e l’altro – ma per quell’enigmatica espressione finale: "senza nessun eufemismo bisessuale." Gli utenti del forum, già avvezzi alle espressioni sibilline della coppia, si trovano però completamente spiazzati. Cosa diavolo significa "eufemismo bisessuale"? E soprattutto, la CoppiAlcolic vuole forse proporre una nuova tendenza erotica?
Il thread si riempie di risposte in tempo record: dai commenti più seriosi e riflessivi, che cercano di indagare il senso del post, a veri e propri deliri alcolici che cercano di imitare il caos stilistico della coppia. Alcuni azzardano interpretazioni filosofiche: "L’eufemismo bisessuale è un concetto post-moderno che sfida le etichette, un invito a liberarsi dalle convenzioni!" Altri invece preferiscono prendersi gioco del linguaggio traballante: "Io non so cos’è un eufemismo bisessuale, ma sono sicuro che l’ho bevuto l’altra sera."
Nel frattempo, la CoppiAlcolic non si fa attendere e risponde con un mix di aneddoti sempre più bizzarri, domande retoriche e citazioni che oscillano tra aforismi erotici e sconclusionate riflessioni sul vino. "Sapete," scrive la moglie, "quella sera in Croazia è stata come un buon bicchiere di Malvasia: dolce, caldo, e con un retrogusto di avventura!" Il marito rincara la dose: "Se l’eufemismo bisessuale fosse un vino, sarebbe sicuramente un blend: un po’ di tutto, e tutto di troppo!"
Ma, mentre il thread prende una piega sempre più surreale, alcuni utenti iniziano a notare qualcosa di strano. Ogni volta che la coppia risponde a un commento, lascia piccole tracce criptiche, come fossero indizi nascosti in mezzo ai refusi: una frase che sembra non avere senso in realtà richiama il titolo di un vecchio romanzo erotico; un elenco sconclusionato di vini cita, apparentemente per caso, un villaggio sperduto sulla costa croata. È allora che qualcuno solleva il sospetto: e se questo post fosse qualcosa di più di una semplice provocazione alcolica?
In un crescendo di curiosità e complotti, alcuni utenti si lanciano in una vera e propria indagine collettiva. Tra chi cerca di decifrare ogni parola e chi si immerge nei vecchi post della coppia per trovare collegamenti nascosti, la comunità del forum si trasforma in un caos organizzato. Eppure, più scavano, più il mistero si infittisce. Perché la CoppiAlcolic sembra insistere tanto su quella famosa serata in Croazia? E cosa significa davvero “nessun eufemismo bisessuale”?
Nel frattempo, la coppia – ovviamente ignara di essere al centro di un’indagine così seria – continua a godersi la popolarità. Tra una bottiglia e l’altra, iniziano a raccontare storie sempre più stravaganti: di una notte passata a discutere di filosofia con un sommelier nudista, di un tour in una cantina sotterranea che si è concluso con un gioco di ruolo a tema “divinità del vino,” e persino di un incontro casuale con una coppia di sconosciuti che li ha portati a… “trascendere le etichette,” come scrivono, senza mai spiegare cosa significhi.
Il mistero raggiunge il culmine quando la CoppiAlcolic annuncia una diretta streaming per discutere del thread. Migliaia di utenti si connettono, aspettandosi risposte, ma ciò che ottengono è una performance che è un mix tra una degustazione di vini, una lezione di grammatica improvvisata (in cui dimostrano di non aver capito neanche loro cosa sia un eufemismo) e un monologo poetico sul concetto di trasgressione. “La vita è come un blend,” dichiara il marito, con un calice in mano. “Non importa cosa ci metti dentro, basta che sia abbastanza da farti girare la testa.”
Alla fine, però, la diretta lascia più domande che risposte. È stata solo l’ennesima trovata ubriaca della CoppiAlcolic? O dietro quel thread sconclusionato si nasconde davvero un invito a esplorare nuovi orizzonti, sia linguistici che erotici?
"Eufemismi Bisessuali" è un thriller ironico, libertino e assolutamente imprevedibile, in cui la CoppiAlcolic trascina lettori e fan in un viaggio tra caos linguistico, vino di qualità dubbia e trasgressioni sempre più immaginate che reali. Tra risate, enigmi e momenti di pura follia, questa storia dimostra che, quando si mescolano alcol e parole, non esistono limiti – solo calici da riempire.
La (ormai celebre) CoppiAlcolic è di nuovo al centro dell’attenzione. Dopo aver cavalcato la notorietà della "tremazione della gamba destra" e delle loro imprese bendate , i due tornano a imperversare sul forum con un nuovo thread che promette di essere ancora più caotico, provocatorio e… confuso. Con il titolo accattivante e sgrammaticato "Il sesso più bello fatto" , la coppia lancia una domanda tanto semplice quanto incendiaria:
"Coppie singole ecc. ecc (tanto rispondano anche i maschietti), quale è stato il momento più bello del vostro sesso con coppie, singole, singoli? Perché ci sarà stato anche quello. E cosa vi ha fatto godere tanto? E poi, se vi piacerebbe rifarlo o passare avanti in qualche altra trasgressione. A noi è piaciuto una serata in Croazia con una coppia (senza nessun eufemismo bisessuale)."
Il post, farcito di punteggiatura anarchica e strutture grammaticali vacillanti, diventa immediatamente virale. Non tanto per la profondità della domanda – che in realtà sembra più una sfida lanciata tra un bicchiere di vino e l’altro – ma per quell’enigmatica espressione finale: "senza nessun eufemismo bisessuale." Gli utenti del forum, già avvezzi alle espressioni sibilline della coppia, si trovano però completamente spiazzati. Cosa diavolo significa "eufemismo bisessuale"? E soprattutto, la CoppiAlcolic vuole forse proporre una nuova tendenza erotica?
Il thread si riempie di risposte in tempo record: dai commenti più seriosi e riflessivi, che cercano di indagare il senso del post, a veri e propri deliri alcolici che cercano di imitare il caos stilistico della coppia. Alcuni azzardano interpretazioni filosofiche: "L’eufemismo bisessuale è un concetto post-moderno che sfida le etichette, un invito a liberarsi dalle convenzioni!" Altri invece preferiscono prendersi gioco del linguaggio traballante: "Io non so cos’è un eufemismo bisessuale, ma sono sicuro che l’ho bevuto l’altra sera."
Nel frattempo, la CoppiAlcolic non si fa attendere e risponde con un mix di aneddoti sempre più bizzarri, domande retoriche e citazioni che oscillano tra aforismi erotici e sconclusionate riflessioni sul vino. "Sapete," scrive la moglie, "quella sera in Croazia è stata come un buon bicchiere di Malvasia: dolce, caldo, e con un retrogusto di avventura!" Il marito rincara la dose: "Se l’eufemismo bisessuale fosse un vino, sarebbe sicuramente un blend: un po’ di tutto, e tutto di troppo!"
Ma, mentre il thread prende una piega sempre più surreale, alcuni utenti iniziano a notare qualcosa di strano. Ogni volta che la coppia risponde a un commento, lascia piccole tracce criptiche, come fossero indizi nascosti in mezzo ai refusi: una frase che sembra non avere senso in realtà richiama il titolo di un vecchio romanzo erotico; un elenco sconclusionato di vini cita, apparentemente per caso, un villaggio sperduto sulla costa croata. È allora che qualcuno solleva il sospetto: e se questo post fosse qualcosa di più di una semplice provocazione alcolica?
In un crescendo di curiosità e complotti, alcuni utenti si lanciano in una vera e propria indagine collettiva. Tra chi cerca di decifrare ogni parola e chi si immerge nei vecchi post della coppia per trovare collegamenti nascosti, la comunità del forum si trasforma in un caos organizzato. Eppure, più scavano, più il mistero si infittisce. Perché la CoppiAlcolic sembra insistere tanto su quella famosa serata in Croazia? E cosa significa davvero “nessun eufemismo bisessuale”?
Nel frattempo, la coppia – ovviamente ignara di essere al centro di un’indagine così seria – continua a godersi la popolarità. Tra una bottiglia e l’altra, iniziano a raccontare storie sempre più stravaganti: di una notte passata a discutere di filosofia con un sommelier nudista, di un tour in una cantina sotterranea che si è concluso con un gioco di ruolo a tema “divinità del vino,” e persino di un incontro casuale con una coppia di sconosciuti che li ha portati a… “trascendere le etichette,” come scrivono, senza mai spiegare cosa significhi.
Il mistero raggiunge il culmine quando la CoppiAlcolic annuncia una diretta streaming per discutere del thread. Migliaia di utenti si connettono, aspettandosi risposte, ma ciò che ottengono è una performance che è un mix tra una degustazione di vini, una lezione di grammatica improvvisata (in cui dimostrano di non aver capito neanche loro cosa sia un eufemismo) e un monologo poetico sul concetto di trasgressione. “La vita è come un blend,” dichiara il marito, con un calice in mano. “Non importa cosa ci metti dentro, basta che sia abbastanza da farti girare la testa.”
Alla fine, però, la diretta lascia più domande che risposte. È stata solo l’ennesima trovata ubriaca della CoppiAlcolic? O dietro quel thread sconclusionato si nasconde davvero un invito a esplorare nuovi orizzonti, sia linguistici che erotici?
"Eufemismi Bisessuali" è un thriller ironico, libertino e assolutamente imprevedibile, in cui la CoppiAlcolic trascina lettori e fan in un viaggio tra caos linguistico, vino di qualità dubbia e trasgressioni sempre più immaginate che reali. Tra risate, enigmi e momenti di pura follia, questa storia dimostra che, quando si mescolano alcol e parole, non esistono limiti – solo calici da riempire.
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