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Una coppia perfetta - Parte Seconda (il Sesso)


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
30.08.2021    |    3.260    |    2 8.5
"Dietro di lei vedevo F che la toccava e baciava..."
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I nostri corpi avevano avuto un primo contatto delle mani sul tavolo, sotto lo sguardo di F. Elettricità allo stato puro. Sfioramento di pelle. Preludio, premessa, promessa di piaceri proibiti. Volevo spingere ancora un po’ di più il limite ma ero anche consapevole dell’assoluta esigenza di riservatezza che avevano i nostri amici. Ero eccitato, fluidamente eccitato; avevo varcato la soglia nella quale, in una sorta di lucida trance, ero padrone di me stesse e delle energie, padrone delle mie azioni, certo di fare sempre e comunque la cosa giusta, come un treno che gradualmente prende velocità e che non può più deragliare dalla sua rotta.

Volevo far si che lo toccasse. Le presi la mano dopo essermi accertato ancora una volta che nessuno fra i presenti ci guardasse e la posai lì, sulla mia erezione potente. Il suo sorriso goloso, il luccichio accentuato dei suoi occhi mi confermarono quanto fossimo sulla stessa lunghezza d’onda.

Era arrivato il momento di salutarci e volli giocare l’ultima carta; con aria innocente li accompagnai alla loro automobile e lì di fronte, in modo trasparente e sfacciato, parlai a F: “vorrei baciare tua moglie, posso salire un istante in macchina?”. Quanto adorai quell’istante speciale! Quanto mi eccita il vivere momenti così assurdi e paradossali! In quale mondo avrei potuto fare una richiesta simile senza suscitare una violenta reazione da parte del marito? In quale altro mondo ci si può esprimere con tanta libertà, sapendo che la sanzione peggiore è banalmente un no? Lui acconsentì immediatamente; era felice della mia iniziativa e me lo comunicò senza parlare.

Mi accomodai sul sedile posteriore mentre A prese posto accanto al suo uomo davanti. Il cuore mi batteva forte forte mentre mi sporgevo. La bellissima donna si voltò; anche lei lo voleva! Anche lei voleva suggellare il nostro incontro conoscitivo con un contatto dolce e intimo. Una vertigine mi prese quando le mie labbra incontrarono un calore umido e inebriante. La sua bocca si aprì subito, avidamente e le nostre lingue iniziarono una lenta danza. Esploravo senza fretta la sua bocca e ne gustavo il sapore. Il cazzo mi stava letteralmente scoppiando. Poche volte nella mia vita avevo avvertito un flusso di emozioni a tal punto forte e immediato. Nessuna esitazione, nessun dubbio. Solo una donna e un uomo che iniziavano a conoscersi nel modo più sincero e intimo, quello del corpo.

Mi staccai e scesi. Il tacito patto fra noi era suggellato; ci sarebbe stato un secondo incontro. E avremmo potuto dare liberamente vita ai nostri desideri. Lo sapevamo, sapevamo ora che sarebbe stato perfetto tanto quanto lo era stato il nostro aperitivo piccante. Lo sapevamo e basta. Avremmo aspettato il tempo che occorreva aspettare.
Passarono lunghe settimane, intervallate da qualche messaggio, un saluto affettuoso, una piccola provocazione...

Finché una sera tiepida di fine estate li vidi arrivare. Se la prima volta A indossava un vestito sensuale, ma tutto sommato relativamente tranquillo, per questa serata la donna aveva decisamente alzato il tiro. Non era più una bella donna discreta, ordinata e in ordine. Era una piccola tigre quella che avevo di fronte. I suoi tacchi ancor più alti la elevavano sopra di me e quel vestito… pelle, aderente. Cortissimo. Un vestito con il quale di certo non sarebbe andata da nessuna parte se non per andare a fare sesso! Il mio amico F aveva decisamente gusto, oltre a conoscere bene la sua compagna. I capelli, che avevo conosciuto lisci, formavano una criniera riccia e aggressiva. Tutto in lei respirava sesso e voglia di godere! Era tutto pronto; eravamo esattamente sul ciglio del precipizio di lussuria in cui ci saremmo gettati a capofitto, sospesi.

Quando A prese posto sul divano il suo vestito si alzò ancora. Era il suo culo nudo a contatto con il tessuto? Riuscivo già a intravvedere fugacemente un piccolo triangolo di stoffa scuro la dove le sue cosce si univano. Mentre stavamo sorseggiando e chiacchierando il fuoco della nostra energia divampò subito, avevamo ripreso esattamente da dove eravamo rimasti un mese prima, come se tutto facesse parte della stessa serata, della stessa esperienza. Finalmente non c’erano sguardi estranei a bloccarmi e iniziai ben presto ad accarezzare quelle cosce lunghe e affusolate, quasi lo facessi per caso. Ma non c’era nulla di casuale nelle nostre mosse, nei sorrisi complici che scambiavamo F ed io. Lei era seduta in mezzo a noi. Era pronta. Rovente. La bendammo, così come avevamo concordato io e lui.

Subito come per magia, quelle cosce si aprirono infine.

Si aprirono completamente.

Si aprirono spudoratamente.

Spalancate, posate sulle nostre gambe. Offerte ai nostri sguardi lascivi, alle nostre carezze audaci. I nostri corpi la strinsero in una morsa gentile mentre toccavamo la sua figa esposta. Ancora baci, quei baci dolci e insistiti che avevo già assaporato; baciava me, baciava lui. Appariva completamente a suo agio fra quelle mani maschili, fra quei corpi vibranti che la desideravano. Si sarebbe data completamente sotto gli occhi di F. Lui non desiderava altro. Avvertivo una fortissima complicità maschile fra noi. Questa complicità mi donava un calore bello e intenso. Fra noi c’era una perfetta comunanza di intenti. F aveva portato la sua donna da me, da Lupo, per vederla godere e perdere ogni ritegno. Mi aveva scelto, mi avevano scelto fra tanti e si era creata la magia. Sarei stato il suo complice perfetto. Assieme avremmo vissuto il crimine perfetto. Così estremo e trasgressivo in apparenza, ma nella realtà così distante dal sesso pornografico, perché intriso di emozioni e di intimità. Intimità dei corpi, intimità delle sensazioni. Lo vidi spogliarsi rapidamente e presentare il cazzo rigido alla bocca della sua donna che lo accolse senza esitare per leccarlo.

Scivolai in ginocchio fra le gambe della stupenda donna. Il suo odore intimo mi riempì le narici, il suo sapore una bevanda viscosa e inebriante sulla bocca. La leccai prima lentamente, esplorando e cercando, poi sempre più avidamente. Le aprivo le grandi labbra per spingere dentro con la bocca. Le dita di lui ne tormentavano il clitoride gonfio. Con una mossa rapida le sfilai l’intimo per accedere in modo libero alla sua intimità. Ormai la volevo completamente nuda e rialzandomi le intimai gentilmente: “alza le braccia”. Una mossa rapida e il vestito le venne tolto. Ammirai subito un corpo tonico, un delizioso pancino piatto, il seno palpitante. Come due partner affiatati scambiammo posto e ruolo. Fui io a spingere la cappella nella sua bocca. Morbidezza. Senso di bagnato. Vertigine. Una sconosciuta mi stava facendo un bellissimo pompino sotto gli occhi del marito! F era anche lui completamente impazzito; lo vidi entrare nella figa della ragazza. Adesso le cose si stavano davvero facendo interessanti! La mia stupenda ospite gestiva disinvoltamente la situazione. Uno in bocca e uno in figa. La stavamo riempiendo di carne e dura e di emozioni. Come se lo facessimo da tutta la vita!

Le chiesi di inginocchiarsi per gustarci assieme e non si fece certo pregare. Apriva le labbra per quanto possibile per accoglierci, sbavando eccitata. Sentivo di potermi permettere di essere un po’ più dominante e finalmente afferrai quei ricci con gentile fermezza per scoparle la gola. Le sue mani giocavano con le mie palle e il mio culo donandomi brividi finché sentii che il desiderio di montarla era inarrestabile. A pecorina sul divano, era offerta a me. Adoravo la visione dei suoi buchi ma prima c’era una cosa che dovevo assolutamente fare. Una cosa da porco. Roteare la lingua sul suo buco del culo, assaporarlo, insalivarlo, infilare le dita, sgrillettarla.

L’altalena, di cui avevo già parlato loro, era già in posizione, appesa alla lunga catena che pendeva dalla trave del soffitto. Avevo già sorpreso gli sguardi curiosi di entrambi alla sua insolita struttura. Soprattutto gli sguardi curiosi di lei. Adesso l’avrebbe sperimentata per la prima volta. E sarei stato io a scoparla su quel giocattolo dondolante. Era curiosa di sperimentare e seguì docile le mie indicazioni. Un agile balzo e il suo culo si posò sulla cinghia inferiore e la sua schiena su quella superiore. Presi le sue caviglie e le posai infine sulle staffe. Era pronta a farsi scopare!

Esponeva la sua figa fra le cosce aperte in attesa della penetrazione mentre in piedi davanti a lei strusciavo lungo la fessura viscida di umori. Una volta, due volte e finalmente entrai. Era fradicia per tutta la situazione e già aperta dal marito; scivolai per un tempo che mi parva infinito fino a posare i coglioni e inizia a farla oscillare gentilmente come le avevo promesso. I suoi gemiti di piacere furono soffocati dal cazzo di F che reclamava la sua parte. Il mio amico era fuori di sé; guardava la moglie, osservava i suoi movimenti ondulatori farsi più rapidi. Lei non era certo passiva. Si dedicava ai suoi due maschi senza tregua baciando, toccando, leccando. Godendo.

Lasciai il posto a F e restai vicino ad ammirare la bellezza di questa coppia innamorata e libera che faceva l’amore come se fosse la prima volta. Lei mi cercò con le mani e la bocca ma io volevo fare per un attimo lo spettatore e mi allontanai di qualche passo. Semi disteso sulla mia chaise longue mi sfioravo e godevo lo spettacolo finché non decisi di lasciare a lei il controllo. Era quello che voleva e accolse il mio invito; sguardo nello sguardo si accucciò su di me per accogliermi ancora dentro. Era lei ora a dettare il ritmo, a scoparmi e godere liberamente di me come una sensuale pantera. Dietro di lei vedevo F che la toccava e baciava. A tratti si abbassava su di me a baciarmi e offrire i suoi capezzoli duri al tormento sensuale della mia lingua; ne approfittavo per stringerle forte il culo, allargarle le chiappe e infilare le dita nel suo buco stretto.

Volevo anche quello e me lo sarei preso. La afferrai per i capelli e si lascio condurre nella stanza, sul letto dove la scopai ancora e ancora. Sdraiato su di lei avvertivo le sue caviglie stringermi la schiena, e la nostra pelle a contatto.
Infine, domandai a F di alzarle le gambe, di esporre il suo ano. Lo desideravo, lo volevo profanare. Sì, volevo anche quello. Era sorprendentemente stretto e non desideravo farle male. Fu quindi con deliberata lentezza che il mio cazzo entrò nel suo buco del culo. Lo sentivo stringere come una morsa, ma sapevo anche che era solo questione di tempo. Spinta dopo spinta la stavo iniziando a dilatare. La morsa divenne un abbraccio gentile sotto movimenti lenti e profondi. Sempre meno lenti, sempre più profondi.

Era la mia troia in quel momento e lo sapevamo tutti e tre.
Era la mia troia e le stavo sfondando il buco del culo.
Come avevo desiderato fare fin dal primo istante.
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