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Shakespeare's threesome


di Membro VIP di Annunci69.it GiocoConTeXXX
10.05.2021    |    872    |    13 9.9
"Nei pochi momenti in cui la sua bocca non era incollata a quella di Romeo mugolando di piacere, Giulietta lo guardava negli occhi, compatibilmente con quanto..."
In piedi, la schiena era inarcata leggermente all’indietro e parzialmente appoggiata sul petto di Romeo, che la sorreggeva da dietro. Il collo e il viso girati verso destra per baciarlo profondamente mentre con il braccio dello stesso lato cercava di avvolgergli la nuca e intrappolarlo ancora di più nell’incastro delle bocche. La gamba sinistra solidamente ancorata a terra mentre l’incavo del ginocchio destro, per mantenere l’equilibrio, era appoggiato sulla spalla dell’uomo inginocchiato davanti a lei.
Così si presentava Giulietta quella sera.

Romeo riusciva a sentire dalle spinte del bacino di Giulietta contro il suo quanto la situazione le piacesse e le stringeva i fianchi con fermezza. La attirava ancora più a sé assecondando i suoi movimenti oscillanti e appoggiando la sua erezione, già forte e dura, contro il suo culo caldo. Ogni struscio del culo di Giulietta contro il suo cazzo bollente e gonfio aumentava la sua eccitazione e con le mani le accarezzava ovunque.
Così pulsava l’erezione di Romeo quella sera.

La lingua di Giulietta era avvinghiata vorticosamente a quella di Romeo mentre gliela succhiava e respirava affannosamente nella sua bocca. Si staccava solo di tanto in tanto per un gemito o per mordergli dolcemente il collo, quando il piacere che la percorreva era più forte. Il loro nuovo amico, infatti, la stava deliziando con la bocca e con la lingua e Giulietta gli esprimeva la sua gratitudine accarezzandolo dolcemente con le punte delle dita dei piedi, facendole scorrere lungo la sua schiena in una sorta di languido massaggio.
Così si infiammava Giulietta quella sera.

Inginocchiato e dedito al piacere di Giulietta, Amleto le aveva abbassato quel piccolissimo triangolo di stoffa nera di pizzo già leggermente umido. Lo aveva fatto scendere piano lungo le sue gambe per assaporare senza fretta la sensazione di spogliare la donna di un altro e insinuarsi tra le sue gambe.
Così si sentiva grato Amleto per essere stato ammesso a quel ménage à trois quella sera.

Nei pochi momenti in cui la sua bocca non era incollata a quella di Romeo mugolando di piacere, Giulietta lo guardava negli occhi, compatibilmente con quanto la torsione del collo glielo permetteva. Le loro espressioni erano quelle di due complici, di due amanti che esplorano insieme gli angoli dell’eros più proibito. E dopo essersi accertata che anche negli occhi di Romeo brillasse quella scintilla di desiderio ed eccitazione, Giulietta abbassava lo sguardo verso Amleto. Lo implorava con gli occhi di non smettere, alternando sguardi dolci e da pantera.
Così si sentiva desiderata Giulietta quella sera.

L’eccitazione di Romeo pulsava, si faceva sempre più grossa e gonfia tra le sue gambe e la testa quasi iniziava a fargli male per il tumulto di sensazioni. Era la prima volta che la cedeva. Gelosia e possesso erano difficili da domare, eppure fremeva mentre lasciava che quelle primordiali sensazioni si mischiassero vorticosamente, come in una danza ubriaca, insieme al piacere e alla soddisfazione di sapere che l’altro poteva averne solo il corpo, ma non la mente e i desideri. In questo modo trovava la pace, una sorta di eden mistico dei sensi.
Così ardeva Romeo alla vista della sua donna quella sera.

Ogni qualvolta Amleto percorreva con la lingua il suo clitoride, Giulietta fremeva. Si lasciava sfuggire un piccolo gemito, che la sua parte razionale non riusciva più a controllare, sopraffatta da quella istintiva. Il piacere che le procurava quella lingua calda e avida, aiutata ogni tanto da una o due dita che senza preavviso entravano dentro di lei, si esprimeva con piccoli movimenti inconsulti della gamba destra appoggiata sulla spalla di quel devoto amico.
Così si lasciava andare Giulietta quella sera.

Seppur inginocchiato e apparentemente in posizione subordinata, Amleto aveva piena consapevolezza di essere parte dell’equilibrio creatosi. Osservando Giulietta dal basso, capiva dai movimenti del suo bacino e di tutto il corpo di piacerle. Perciò a tratti, più o meno consapevolmente spinto dal suo orgoglio maschile, varcava la soglia definita succhiandola con passione e alternando la lingua a bollenti carezze. Voleva far godere Giulietta in modo appassionato e voleva leggerglielo negli occhi.
Così cercava la rivalità Amleto quella sera.

Al centro delle attenzioni di entrambi, Giulietta viveva sensazioni mai provate. Tutto il suo corpo si inarcava e si rilassava, per poi inarcarsi nuovamente quando veniva sfiorato con le labbra o le mani dei suoi due amanti. I pensieri erano diventati leggeri e rarefatti, ascoltava solo le vibrazioni del corpo e i tocchi sulla pelle, a fatica distingueva a chi appartenessero quella bocca sensuale o quelle mani dalla presa sicura. Il sangue le ribolliva e i suoi sensi catturavano ogni impercettibile scarica di piacere che le percorreva la schiena. Sorretta sempre più a fatica dalle gambe che iniziavano a cedere, stringeva il culo di Romeo allungando un braccio all’indietro o accarezzava il viso di Amleto portandolo in avanti, con gli occhi chiusi e la bocca in una smorfia di piacere che non riusciva più a controllare.
Così si lasciava esplodere in un lungo, incontenibile e dirompente orgasmo Giulietta quella sera.
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