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QUANDO SBROCCANO… (parte quarta)


di Giorgio_2013
21.11.2013    |    4.714    |    1 9.0
"Laura mi disse che avrei dovuto scopare solo lei, che Rosy avrebbe solo guardato ed era d’accordo..."
(... continua la fantasia...)

Non resistetti oltre. La fermai. L’alzai e la stesi sul letto. Salii e mi posizionai tra le sue cosce. Con una spinta ero dentro e la pompavo pesante e forsennatamente. Rosy godeva e gemeva stridulamente. Continuammo così ancora per un po’.
Lo sfilai e inarcando la schiena andai a succhiare le sue pere. Poi scesi a leccare voracemente la sua figa oscenamente divaricata.
Ora l’invitai a montarmi a cosce larghe. Rosy lo fece. Vidi sparire il mio cazzo, prima la cappella e poi l’asta, tutto dentro di lei, che appoggiandosi al mio petto con le mani iniziò a salire e a scendere velocemente cavalcandomi. Continuammo così fino a che esplodemmo di piacere insieme, Rosy che mi unse di umori biancastri per tutta la lunghezza del gazzo, io che gli schizzai nell’antro della sua figa. Rosy crollò su di me e poi scivolò di fianco a me. Fu così che poi vidi il mio sperma uscire dalla sua figa e scivolare tra le chiappe e le cosce…
Ci riposammo esausti.
Quando ci sentimmo riavere, chiesi a Rosy di succhiarmelo per rialzarlo. Lei esegui languida ed affamata fino ad ottenere la sua erezione.
La girai mettendola a pecorina. Misi la mia cappella sulla rosa scura del suo culo e l’avvicinai al suo buco. Spinsi lentamente facendo scivolare la cappella all’interno, godendomi il contatto con la sua carne. Lo spinsi fino a metà tra i suoi gemiti e le sue voglie.
Lo ritrassi tutto. Ripetei l’operazione ancora cinque o sei volte, mentre Rosy lo reclamava tutto…
A questo punto riportai la cappella ad entrare lentamente nel suo buco del culo e, quando vidi la corona scura scomparire, con un colpo secco, spingendo con tutto il mio peso, lo infilai fino alla radice.
Rosy inarcò la schiena emettendo un gorgoglio che era un grido muto.
Lo ritrassi per metà poi lo rispinsi tutto fino a sbattere il mio pube sul suo culo.
Salii su di lei per una monta animalesca, che iniziò selvaggia in un andirivieni mozzafiato.
Mi calmai per un po’. Poi ricominciai. Poi mi fermai a coccolare la troietta nel suo piagnisteo di godimento.
Fu così che Rosy mi ordinò di tornare a scopargli il culo, a sbatterglielo tutto dentro. E così feci tra i suoi grugniti bagnati da lacrime di godimento.
In questa posizione e animalescamente sborrai riempiendo il suo culo con il mio sperma. Quando finii di ansimare appoggiato al suo corpo, mi sollevai sfilandoglielo, lasciando così in mostra il suo buco del culo largo, pulsante e violaceo, da cui intravedo un biancore denso.
Mi sdraiai per primo; Rosy mi cadde addosso baciandomi lascivamente. Ci riposammo, in un meritato riposo!
Prima di andarcene ci pulimmo, ma mentre eravamo in bagno chiesi a Rosy di farmi un pompino, perché volevo sborrargli in bocca.
Lei eseguì remissiva e compiacente.
Lo prese in bocca, lo scappellò con le mani e lo riattizzò.
Iniziò a pompare, dolcemente, freneticamente, famelicamente a seconda dei momenti. Da parte mia accompagnavo il movimento della sua testa con le mani, accarezzandola, dandogli il ritmo o costringendola a prenderlo tutto in bocca e godendo di questo possesso.
Arrivò la sborrata, l’ultima della serata. La sentii salire dalle palle, impossessarsi dell’asta che la spingeva verso l’uscita dalla cappella. I primi fiotti arrivarono alla bocca di Rosy, poi tra il naso e gli occhi, poi tra la bocca e il mento… Sfinito e libero dalla presa di Rosy, barcollai all’indietro appoggiandomi al lavandino, mentre i nostri visi ansanti si cercavano per vedere il risultato: l’espressione di godimento sul mio, l’espressione da troia riempita di sborra su quello di Rosy…
Finii così la serata.
Ma non la mia fantasia!
La settimana successiva ricevetti una chiamata furtiva da Laura, che mi disse che voleva essere scopata da me. Che non era giusto che solo Rosy godesse di me. L’occasione era il successivo mercoledì dopo il lavoro: il suo Gianmarco era via in trasferta; i genitori di Rosy erano via (non poteva usare casa sua, lì c’era anche sua madre…). Gli disi che andava bene. Laura mi disse che avrei dovuto scopare solo lei, che Rosy avrebbe solo guardato ed era d’accordo. Le chiesi se voleva essere presa con forza, come io avevo preso Rosy in motel. La sua risposta fu un lapidario sì.
Arrivò mercoledì. Andai a casa di Rosy. Entrai, era ancora sola. Una veloce limonata, una palpata completa del suo corpo e suonò il campanello. Era Laura.
Entrò decisa. Pantacollant neri, pile e uno sguardo da mogliettina in calore. Salutò Rosy e con un sorriso venne verso di me. Stampò la sua bocca sulla mia, mi infilò e frullò la lingua velocemente. Mi disse che non aveva molto tempo, sua madre rompeva e più tardi avrebbe chiamato Gianmarco.
Le presi la mano e la trascinai verso un tavolo. La feci piegare, appoggiarsi con le braccia al tavolo. Le fui dietro e con decisione, afferrati i lembi dei pantacollant e delle mutande, le tirai giù tutto lasciandola nuda dalla cintola in giù.
Che spettacolo il culo semi aperto, la sagoma della sua figa pelosa che si stagliava in quella posizione. Mi abbassai e inizio a leccargli la figa perché si lubrificasse. Passai la lingua anche sul suo buco del culo, perché mi era venuta anche una “mezza idea”...
Mi alzai. Osservai Laura ansimare di piacere in quella posizione, con i pantacollant alle caviglie, il pelo e le chiappe umide della mia saliva. Mi girai a guardare Rosy che calatasi i pantaloni si stava sditalinando appoggiata al muro.
Slacciai i calzoni e meli calai. Feci così anche con i boxer… Il cazzo svettava. Ordinai a Rosy di insalivarmi la cappella, mentre Laura protestava. Gli spiegai che era solo per lei, per non penetrarla con il cazzo a secco. Lavoretto che fu eseguito a meraviglia da Rosy, che tornò ad appoggiarsi al muro e a sbrodolarsi le dita.
Mi girai, mi posizionai dietro a Laura e… lo spinsi con tutte le mie forze nell’antro della sua figa dopo averlo abboccato all’ingresso.
Laura emise un semi urletto. Gemette e si dimenò mentre sbattevo il mio pube contro il suo culo. Lo sfilai e poi ricominciai. Lo sfilai e scesi a leccargliela.
Laura gemette e si irrorò di umori le cosce…
La cavalcai da dietro con ardore finche lei venne, sonoramente e liquidamente… io non resistetti ancora e sborrai, tanto, nella sua figa… rimanemmo allacciati. Poi dicendogli di rimanere così, lo sfilai, le allargai le chiappe e aspettai di vedere fuoriuscire il mio sperma. Quando accadde, Rosy allungò le dita alla figa di Laura raccogliendone una buona quantità e portandoselo alla bocca.
Scansai Rosy. Mi rimisi dietro e inculai violentemente Laura, che urlò per l’intrusione.
La pompai dandogli della troia, non so per quanto, sicuramente fino a che sborrai nel suo culo, sfilandogli il cazzo all’ultima goccia, tenendogli le chiappe aperte per ammirare il suo buco del culo spalancato, oscenamente spalancato, mentre lei tremava sulle sue gambe... Un regalino per il suo Gianmarco…

Questa è solo una pura fantasia… ma mi sono divertito a pensarla, concepirla e scriverla. Spero lo sarete anche voi che leggerete…
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