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Ancora il tenente e...


di Membro VIP di Annunci69.it Beaudenuit
02.02.2024    |    4.205    |    3 9.5
"Ed è per questo che per tutta la sera dedicai molte meno attenzioni al Capitano e molte di più a Rocco che mi regalò per ben tre volte la sua sborra, una..."
Tornai dal tenente, o capitano che fosse, qualche sera dopo, per "servirlo" completamente en femme, come gli avevo promesso.
Mi accolse in accappatoio e mi indicò il bagno per cambiarmi, lui mi avrebbe aspettato in salotto.
Una parte di “femmina” era già sotto gli indumenti maschili: autoreggenti bianche velate, reggicalze, perizoma e reggiseno, tutto bianco ovviamente, il colore della purezza. Sorrisi a questo pensiero.
Mi truccai con un rossetto leggero ed un ombretto altrettanto leggero (non mi è mai piaciuto fare “mascheroni di carnevale”), poi ombretto, rimmel e un filo di eyeliner. Indossai infine una parrucca bianca corta, sandali tacco 12 e guardandomi allo specchio mi sentii femmina più che mai. Una grande gnocca con un cazzetto al posto del clitoride.
Uscii e arrivai in salotto.
Con mia sorpresa il mio bel capitano non era solo, si stava baciando e masturbando con un altro giovane maschio, nudi tutti e due.
“S’è portato un altro gay, evidentemente non gli basto io” pensai un po’ delusa.
“Vieni Claudia, ti presento Rocco, un mio amico di vecchia data” mi disse con un sorriso, invitandomi a sedermi a fianco a lui.
Era un ragazzo molto più giovane di noi, alto, massiccio e sgraziato, con un viso da pugilatore.
Ero un po’ imbarazzata, non sapevo bene come comportarmi, era la prima volta che mi trovavo a condividere un maschio con un altro “pretendente” al suo cazzo.
Prese la mia testa e quella di Rocco e se le portò verso la sua “zona calda”, così mi trovai a leccare il suo cazzo “in condominio”. La cosa poteva essere anche eccitante (per lui) ma a me seccava un po’.
In ogni caso feci il mio dovere di troietta con la bocca.
“Adesso succhialo a Rocco” mi disse perentorio.
Ero confusa, ma ubbidii. Rocco aveva già il cazzo in tiro e devo dire che mi spaventò un pochino la sua dimensione extra soprattutto in larghezza. Il mio capitano si alzò e mi lasciò chinarmi più comodamente per succhiare il suo amico. Dopodiché in un attimo me lo sentii dietro che si strusciava.
Interruppi per un attimo il pompino
“Ehi, ricorda sempre preservativo e lubrificante”
“Sì, sì, non ti preoccupare puttana” disse mollandomi un forte schiaffo sulle cosce
E’ bello sentirsi dire puttana quando stai esercitando esattamente questa funzione.
Presa da due cazzi, mi trovavo nella condizione da me preferita e cominciai a godermela.
Credo che molte come me (ed anche molte donne) abbiano questa predilezione per essere riempite in tutti i “centri del piacere”. Le donne sono più fortunate perché ne hanno addirittura tre, così noi similfemminucce cerchiamo sfruttare al massimo i nostri due per il nostro piacere.
Dopo una bella e lunga cavalcata, e prima di sborrare, il Capitano disse a Rocco
“Dai, inculatela tu adesso che è larga”
Invertirono perciò i posti e, implorata da me un’ulteriore abbondante lubrificazione, Rocco mi entrò dentro con forza facendomi uscire un urlo che sarebbe stato belluino se non fosse stato strozzato dal cazzo che avevo in bocca.
Il cazzo di Rocco era veramente grosso!
Pensai “hai capito il frocio”. Ma mi accorsi nel seguito della serata che invece era un magnifico bisex, peraltro con quella bellezza che ad alcune persone (sia uomini che donne) viene da dentro.
E’ qualcosa di inspiegabile, tu vedi che il suo corpo, il suo volto, non sono perfetti, anzi sono pieni di difetti, perfino brutti, ma ti senti attratta irrimediabilmente da lui.
Ed è per questo che per tutta la sera dedicai molte meno attenzioni al Capitano e molte di più a Rocco che mi regalò per ben tre volte la sua sborra, una delle quali ingoiai voluttuosamente.
Anche il capitano non voleva essere da meno e mi fece ingoiare il suo fiume di sperma trattenendomi la testa e quasi soffocandomi (per questo, almeno a Roma, si chiama anche “soffocotto”).
Finii la serata nel letto, in mezzo ai due che mi titillavano i capezzoli e mi carezzavano cosce e culo, baciandomi e baciandosi fra loro.
Andando via chiesi al capitano di rivederci, sempre con Rocco, e che mi avrebbe fatto piacere se lo avessi trovato in divisa.
Mi confessò ridendo che non era mai diventato capitano, che aveva finito il servizio di leva come sottotenente ed era scappato dalla vita militare.
“Che stronzo signor tenente!” gli dissi ridendo.
Poi lo baciai e me ne andai.




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