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Inaspettata notte con mamma


di Liliana1980
28.01.2022    |    84.367    |    23 9.6
"È il turno della lingua, succhio le mammelle, le contorno con la saliva i capezzoli turgidi e appuntiti, mi perdo totalmente nel mezzo di quelle morbide..."
Quella che vado a raccontarvi è un’avventura accaduta alcuni anni fa, non sapevo se raccontarvela, visto che, anche di sfuggita, c’entra pure Papà.
Penso non ci sia nulla di male, in fin dei conti con lui non è accaduto nulla e un commento non credo possa volgarizzare la sua figura,

Fine settimana, finalmente a casa, sono all’ultimo anno di collegio, poi mi aspetta l’accademia navale marittima.
Sono in camera che stò smanettando col portatile.
Mi voglio godere questi ultimi fine settimana, però mannaggia, mia sorella è andata con gli amici a sciare, Papà e mamma sono fuori a fare la spesa, insomma sono sola in casa, che noia.
Mi stavo per collegare con una chat, quando sento che qualcuno armeggia con le chiavi per aprire la porta di casa.
Immediatamente dopo sento le voci dei miei genitori, sto per alzarmi e andargli incontro, quando mi blocco.
La parte perversa che c’è in me.
“aspetta Lilly che mi è venuta un’idea”.
“che cavolo di idea ti è venuta”.
“intanto spegni tutto e poi ascoltiamo cosa fanno”
Spengo le luci, chiudo il portatile e socchiudo la porta, restando in silenzio, vediamo di ravvivare questa serata.
Non so cosa possa accadere, ma conoscendoli e sapendo la fame arretrata di papà e poi sicuramente pensano di essere soli.
Sono ancora con le mutandine senza altri indumenti addosso.
Origlio e guardo dalla fessura.
Sento la voce di mamma.
“dai Stefano, non così, e se c’è qualcuna in casa?
“tranquilla non c’è nessuna, Cinzia è andata a sciare”
“Lilly dove è?”
“e che ne so? è tutto spento su di sopra, sarà uscita con le sue amiche, dai amore che ho una voglia da matti, lo sai che fra 4 giorni riparto”.
Si la serata si fa interessante.
“dobbiamo scaricare la macchina”
“lo possiamo fare più tardi,ho voglia di fare sesso, lo sai che dovrò restare in mare parecchi mesi”
La mia stanza è di fronte alle scale ed intravedo il divano del soggiorno.
Sono seduti entrambi, lui le sta infilando una mano sotto il maglioncino andando a cercare il seno (e che seno che si ritrova mamma).
Si stanno baciando
Sempre la vocina perversa.
“guardali come giocano con le lingue i piccioncini”.
“ma sono i miei genitori, non dovrei stare qui”
“piantala falsa bigotta e vediamo un po’ se gli tira fuori il pisello.
“quanto sei perversa, sei proprio malata”.
Ma il quel momento, la patta si apre e, voilà, già bello duro, nulla da dire, papà e un porcello come tutti gli uomini, due moine, una palpatina e tac, il manico diventa d’acciaio.
Ora la cosa si fa veramente interessante.
“te lo dicevo bigotta che ti sarebbe piaciuta”
“ora stai zitta, lasciami guardare”
Che manina dolce ha la mamma (la conosco benissimo), guarda come lo sta lisciando, brava, gioca col prepuzio e la cappella, si così, copri e scopri, quanto si sta ingrossando.
Papà si alza e si spoglia, lei lo imita e resta in topless.
Dio che bella donna è mamma.
Un brivido mi attraversa il corpo, come desiderassi all’improvviso di possederla pure io (reminiscenze del passato, mai sopite).
Si risiede, lui resta in piedi avvicinando l’arnese alla bocca.
Ehila!, ora che lo posso vedere in tutto il suo splendore, devo dire che è ben dotato il paparino, meglio di molti altri che ho visto e provato.
“ti piacerebbe eh!·
“basta, lo sai come la penso su papà”
Mi sto eccitando, a vedere mamma con che grazia lo succhia, lenta, morbida, lo assapora come un frutto prelibato, lo trattiene per gustarlo appieno, quindi lo rilascia.
Quasi in automatico lascio che la mano si infili nello slip ed inizi a stimolare il grilletto.
Ma.
Ad un tratto la magia finisce, squilla il cellulare di Papà, risponde trafelato e ti credo.
“Certo, ingegnere, vengo subito, trenta minuti, comprendo, nessun problema”.
Papà è comandante su di una nave da crociera, che in questo momento si trova nel bacino di carenaggio, avrà ricevuto una chiamata d’urgenza.
Vedo il pene afflosciarsi e la faccia di papà farsi triste.
Oggi era il suo giorno libero, poverino, schizza su per le scale alla velocità della luce, va in camera sua ad indossare la divisa.
Mi appiattisco dietro la porta per non farmi vedere, due minuti dopo scende e saluta, scusandosi, mamma non dice nulla, capisce la situazione.
Papà le dice che ne avrà per un paio d’ore almeno.
“mannaggia c’è la macchina da scaricare”
“vai lo farò io più tardi o aspetterò che rientri Lilly”
Le dà un bacio sulla bocca ed esce.
Che faccio ora?
Rifletto velocemente e decido di scendere come nulla fosse, se mi chiederà qualcosa, le dirò che mi ero appisolata sul letto, ho sentito del trambusto e mi sono svegliata.
Mi infilo una semplice t-shirt, senza reggiseno e con ben in vista le mutandine bianche.
“cosa vuoi fare?”
“sei stata tu a mettermi in questa situazione, ora lasciami fare”
Mamma si è tolta gli stivali, le autoreggenti e la gonna, rimanendo pure lei in intimo, di classe come sempre, un blu scuro pieno di orletti e pizzetti per un vedo non vedo da favola.
Si è impossessata di un plaid che si trovava lì vicino accucciandosi sotto ed accendendo la tv.
Decido di farle una sorpresa.
Scendo lentamente, non si accorge di nulla.
“Oh!, mamma ciao, che ci fai qui sola, dov’è Papà?”
Fa un salto per lo spavento, portandosi la mano sul petto.
“santo Dio Lilly, che paura!, eravamo convinti che eri fuori”.
E ti credo che hai paura cara mammina, pensi che abbia visto tutto.
Ma questa frase è rimasta nel cervello.
“non ne avevo voglia, tutte le amiche erano occupate, mi sono messa comoda sul letto col portatile, devo essermi addormentata,mi ha svegliato un po' di casino, ma papà dov’è?”
“era qui, avrai sentito il casino che ha fatto per andare in camera a cambiarsi è stato chiamato dal cantiere navale, qualcosa di grosso, il capo ingegnere lo voleva presente”
“che ne dici se preparo una buona cioccolata calda”
“buona idea, bambina mia”
Altro maligno pensiero nel cervello.
Lo credo che è una buona idea, avrai il tempo per calmarti, cara mammina.
Vado in cucina ed armeggio con la Nespresso, infilo una cialda, ed ecco pronta la cioccolata.
Torno porgendole la tazza fumante.
“attenta è bollente”.
Allunga la mano per prenderla, invitandomi a sedermi lì accanto, spostando il plaid per farmi spazio.
La vista del pube, anche se coperto, mi fa ribolliri gli ormoni.
Mi siedo andando a sfiorarle il corpo.
Mi ricopre facendo cin con la tazza.
Chiacchieriamo del più e del meno, parliamo un po’ di papà con ammiccamenti e mezzi frasi.
“Lilly sei un pò strana”
“dai mamma solo qualche confidenza fra donne”
“uh!!, ci vuole ancora un po perché tu lo sia, bambina mia”.
Sempre il maligno pensiero.
Se tu sapessi cosa ha già fatto la tua bambina.
“mamma non sono più una verginella, dai dimmi come è a letto”
Mi guarda come s fossi una marziana.
“ma di chi stai parlando? e poi cosa è questo linguaggio”.
“guarda che in collegio parliamo ben più liberamente”
“per fortuna che è un collegio gestito da suore”
“dai mamma dimmi come è papà a letto”
Ci pensa un pó prima di rispondere, immagino stia pesando le parole.
“autoritario e passionale, ben dotato (appunto!) resistente insomma un uomo con la U maiuscola”
“spero tanto di trovarne uno come lui”.
Ho la gamba a stretto contatto con la sua, percepisco la pelle morbidissima, la struscio per vedere qualche reazione.
Non la sposta, accetta il contatto, le cosce sono incollate, ho le farfalle dentro che mi solleticano.
Si è fatto tardi e senza essercene accorte in televisione è iniziato il film in seconda serata.
È la notte del cinema erotico, stasera tocca a “Emmanuelle” con una splendida Sylvia Kristel.
Lo so è un film parecchio datato, ma il suo erotismo è molto affascinante.
“mamma ti da fastidio la visione?”
“a me no, se non lo da a te, collegiale perversa”.
Risata di complicità.
Arriviamo alla scena in cui Emmanuelle viene istigata da una delle compagne di “salotto”, a chiedersi se farlo con una donna ,vuol dire tradire il proprio marito e di provare a far l’amore con lei.
Di tutta risposta Emmanuelle si tuffa nuda in piscina.
È la scintilla!
Mamma mi guarda con occhi lascivi, contraccambio lo sguardo, ed avvicino le mie labbra alle sue.
Ancora una volta accettá quel contatto, non si sposta,non si tira indietro, si lascia toccare, il contatto è leggero, prima un colpettino, seguito da un secondo, un po’ più deciso.
Chiudiamo gli occhi, le labbra ora si fondono, infilo la lingua nella bocca, la accoglie e me la blocca con la sua.
La avvinghio, la rilascio, la riprendo, la stuzzico.
Scendo a baciarle il collo, ha un buon profumo, non troppo intenso ma penetrante, mi inebria le narici, mi eccita.
Reclina la testa,mordicchio il lobo dell’orecchio, risalgo a baciarla.
La mia mano freme, ho slacciato il reggiseno e sto esplorando quel ben di Dio che sono i seni di mamma.
È il turno della lingua, succhio le mammelle, le contorno con la saliva i capezzoli turgidi e appuntiti, mi perdo totalmente nel mezzo di quelle morbide colline.
Tocca a me farle sentire le tettine, le cui prugnette nel centro, sono dure come chiodi.
Non si aspettava una serata del genere, da come era iniziata. la pensava molto diversa.
Sicuramente non di trovarsi tra le braccia della figlia minore.
Si, lo avevamo già fatto, ma in quell’occasione si trattava di insegnarmi a masturbarmi.
Questa sera era tutto diverso, lo aveva intuito.
Tutto questo l’aveva un pó bloccata, era come se fosse la prima volta che andava con una donna, la vedo e sento che è impacciata.
Decido di prendere in mano la situazione, prima che qualche remora la blocchi.
Mentre mi stá accarezzandomi le tettine, le sussurro parole di incoraggiamento, trasportandola dove voglio io.
“leccami mamma, così, mi piace, dai, ancora, sono piccole ma invitanti, fammi bagnare”..
Morde uno dei due capezzoli, tirandomelo, emetto un breve gemito.
La conduco verso la meta, sino al monte di venere.
Mi sdraio sul divano sfilandomi finalmente le mutandine.
La osservo, gli occhi tradiscono ancora curiosità e malizia.
Ma non puó nascondere la voglia di assaggiare il fiore tra le cosce,il fiore della figlia.
Spalanco quasi oscenamente le gambe.
“la pietanza è pronta, serviti mamma”
Non se lo fa ripetere, si posiziona a quattro zampe e, prendendomi da sotto le natiche, affonda il viso.
Sono già bagnata da un pezzo, aspira gli umori, sento la lingua frugarmi nella fessura, titillare la clitoride.
I peletti sono fradici, le solleticano il naso e le labbra.
Per essere una principiante, mamma si sta comporando come un’esperta della passera.
Mi infila un dito dentro
“Si cosi, dai,siediti sulla mia faccia, ti voglio”.
Ubbidiente si libera delle mutandine e si posiziona a mo di 69.
Che bella passera, ha due labbra enormi, sporgenti ed un grilletto lungo e gonfio.
Una fitta peluria,contorna l’albicocca.
Lecco ogni centimetro del sesso, i peletti umidi mi mandano in estasi, il taglietto è talmente ampio che entro non solo con la lingua, ma anche con parte del naso.
Ora è lei a gemere, si dimena mugulandoi, preme su di me i muscoli del pube.
Contraccambio le dita nel buchetto.
Lavoriamo sempre più freneticamente, sta cedendo, eccola che viene.
Urla senza pudore al raggiungimento dell’orgasmo.
Si agita convulsamente, abbandonandosi su di me.
Ho ancora tanta voglia.
Ho la passerina in fiamme, voglio godere al più presto.
Mi alzo.
“aspettami mamma, torno subito”
Vado nella loro camera.
Apro il cassetto del comodino, so dove tiene i suoi giocattolini.
Molto utili per quando papá sta, mesi e mesi in mare.
Frugo ed estraggo uno di quei simpatici peni vibranti.
Torno in salotto, lei è sempre la in attesa.
Sorride nel vedere cosa ho in mano.
“come facevi a sapere dove era?”
“quando sono sola in casa, mi piace curiosare”
“aspetta, ne ho un’altro nel cassettone, qui in salotto”.
“mamma, non credevo”
“ragazzina, quando tuo padre, ne ne sta via per mesi, mi devo pur soddisfare, e non sempre lo faccio in camera”
“sporcacciona è cosi che fai le corna a papá”.
“guarda che lo sa”
Sorridendo si alza, apre il cassettone, e lo prende.
Li accendiamo entrambi.
Me li posiziona uno sull clitoride e l’altro sull’apertura della fessura.
Mi bacia, sussulto, godo, si godo, mi strizza le tettine, e, siiii.. vengo.
Chiudo le labbra a saracinesca sulle sue ,la lingua è un lucchetto.
Ci coccoliamo sul divano, scambiandoci brevi frasi, le accarezzo i capelli, lei fa lo stesso con me, siamo ancora nude, i corpi caldi stretti l’una l’altra.
Arriva una chiamata sul cellulare, è papà, si scusa, ma ne avrà per tutta la notte, dormirá a bordo, si vedranno domani..
Ci guardiamo e ci baciamo.
Risponde a papá.
“va bene,puoi immaginare quanto mi dispiace, Lilly è tornata, io sono già a letto, buon lavoro amore e notte”.
Nel frattempo salgo in camera e prendere alcuni, giocattolini.
Scendo con tre toys dai colori vivaci, tutti accesi, il ronzio che si disperde nell’aria riaccende le voglie.
Mamma ha già aperto le gambe e sta per provare il primo di color fuxia..
“poi mi spiegherai da dove provengono,mia cara ed ingenua ragazzina e dove hai imparato tutto quello che abbiamo fatto”
“per i giocattoli, sono in comproprietà con Cinzia, per la seconda domanda, ho avuto delle brave maestre,ma ora lasciamo perdere, giochiamo”
Notte papà e notte amata sorellina io intanto mi godo la mamma.

A voi mie care amiche ed amici, il mio solito bacione.
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