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Ammiraglio medico 5º parte


di Liliana1980
09.03.2022    |    5.043    |    7 9.9
"“allora sei in una botte di ferro, sono o non sono un medico? e per giunta pure cardiologo” Alzai leggermente la tovaglia per vedere cosa avrebbero fatto..."
Eccomi quì a riprendere il racconto di quei incredibili giorni.
Ricordate dove eravamo rimasti?
Avevamo deciso di rientrare in villa, dopo che ci eravamo rivelato i nostri tristi segreti.

Ma. ricominciamo la storia.

Restammo in silenzio per quasi tutto il viaggio di ritorno.
Finalmente siamo davanti all’entrata della villa, questa volta mi fa parcheggiare all’interno.
Dopo aver sistemato e scaricato la macchina, ci accingiamo ad entrare in casa, a Giorgio era già tornato un lieve sorriso.
“il tempo guarisce dalle ferite, ma non dai ricordi”
Lo abbracciai per fargli sentire che gli ero vicino, non solo fisicamente.
“i ricordi resteranno sempre dentro di noi”
Entrammo in casa, sistemammo le cose.
“vieni andiamo in salotto”
Ci sedemmo comodi e parlammo del più e del meno.
Avevo capito che voleva uscire dal tunnel dei ricordi ed io non volli volgarizzare quel momento con iniziative inopportune, ma la voglia di abbracciare nuovamente quell’uomo affranto da un terribile ricordo, era tanta, ma non sapevo se farlo.
Fu lui a fare la prima mossa.
“vieni, siediti quì vicino a me ed abbracciami”
“mi hai letto nel pensiero era quello che volevo fare, ma non volevo essere invadente”
“non lo sarai mai, non dopo averti conosciuto”
Mentre diceva questo mi ero seduto sul divano, vicino a lui, che continuava a parlare.
“non immagini quante volte avrei voluto avere un momento così intimo con il mio figlioccio”
“e perchè non l’hai avuto? da quello che mi hai detto era un bravo e buon ragazzo”
“perchè ero un militare dalla testa ai piedi e quelle erano smancerie da borghesi o da femmine, sua madre e Letizia, loro si che se lo sono coccolate”
Pensai che la stessa cosa accadeva a casa mia, mamma è papà mi coccolavano, ma dentro di me c’era sempre il tarlo, ..ma non sono i miei veri genitori.. ora mi pentivo di aver pensato quelle parole.
“scusa hai detto che la mamma se lo è goduto,ma allora?”
“ho capito cosa intendi,dopo la morte improvvisa del padre, un’anno dopo morì anche la madre,lo prendemo con noi,sarebbe stato il figlio che non potevamo avere”
Dio mio mio,una storia quasi uguale alla mia,mi sentivo veramente vicino a quest’uomo.
Mi riportarono al presente le parole di Giorgio.
“quante volte gli avrei voluto dire che gli volevo bene”
“lo sapeva Giorgio, il ragazzo lo sapeva”
“ma non glielo l’ho mai detto”
Eravamo immersi in questi brutti ricordi, quando sentimmo, una macchina fermarsi nel piazzale, questo servì a spazzare via ogni cosa.
Ci alzammo in piedi.
“è il taxi di Letizia, mi raccomando non dire una parola di quello che ci siamo detti, se lo vorrà, sarà lei a dirtelo”
“lo stesso per quello che ti ho confidato”
Due minuti dopo
“ehi! Giorgio, Alvin, dove siete, sono a casa”
Guardai Giorgio con una faccia veramente meravigliata.
“ma come fa a sapere che non sei solo e che ci sono pure io?”
“l’ha capito fin da ieri, e poi c’è la tua macchina parcheggiata nel piazzale”
“bella figura di ...., non ci avevo pensato”
“se anche non ci fosse stata, lo sapeva ugualmente”
“non dirmi che è un chiaroveggente, proprio non vuoi dirmi come già sapeva che sarei rimasto?”
Fece una bella risata a vedere la mia faccia sorpresa.
“tranquillo non è una maga, sperava che tu rimanessi, questo si, ma la spiegazione è molto semplice, questa mattina, mentre poltrivi a letto, l’ho chiamata, ora hai capito?”
“non dirmi che sa tutto?”
“tutto no, ma abbiamo fatto una bella chiacchierata”
Non lo mandai al diavolo solo per rispetto.
Cmq mi vendicai dandogli un pugno sulla spalla.
“questa me la paghi ammiraglio”
Un attimo dopo ecco spalancarsi la porta,
“eccovi quà, sono felice di rivederti Alvin”
Lo disse in un modo tale che non dimostrava nessuna sorpresa, solo una semplice costatazione.
Abbracciò il marito con tutto l’amore che aveva per lui, baciandolo sulle labbra a lungo, molto a lungo.
A dir la verità mi sentivo a disagio, mi sembrava di essere un’intruso.
Ma ci pensò lei a farmi cambiare idea, si sciolse dall’abbraccio del marito e venne da me.
“ciao Alvin, grazie di essere rimasto, ti dispiace se ti do del tu?”
Avrei voluto rispondere, ma avevo la bocca secca e non riuscii a spiaccicare parola.
Anche perchè mi riservò lo stesso trattamento, fatto al marito, mi abbraccio strettamente.
Ero paralizzato, imbambolato, inebetito, non sapevo cosa fare, non ebbi nemmeno il coraggio di fare quello che stava facendo lei con me.
Contraccambiare il suo abbraccio, rimasi lì con le braccia lungo il corpo, inerme a quel meraviglioso assalto.
Dio mio non me l’aspettavo, quelle morbide labbra sulle mie, la lingua che si mise a rovistare la cavità orale alla ricerca della sua inerme gemella.
Desiderava duettare con lei, mi tremavano le gambe, sarei caduto se le non si fosse staccata, dandomi modo di respirare e darmi una parvenza di contegno.
Ma le parole che seguirono, nemmeno con tutta la fantasia di questo mondo le avrei potuto pensare.
·vado a spogliarmi, su miei cari, preparate la jacuzzi, ho proprio voglia di rilassarmi e mi sembra che anche voi due ne abbiate bisogno, e tu Alvin, sveglia, non stai sognando”
Seguii Giorgio in trance, avevo pensato a mille situazioni al ritorno della moglie, ma quello che stava accadendo, non l’avevo assolutamente immaginato.
Fu lui a fare il tutto, io sembravo un robot, d’altronde fino a quel giorno la Jacuzzi per me era solo un nome.
“ehi!. esci dal sogno, come ha detto Letizia e dai spogliamoci ed entriamo in vasca, non vorrai che ci trovi ancora vestiti?”
Non so cosa avreste fatto voi nella mia situazione, ero convinto di star sognando, quasi mi davo un pizzicotto, ma non volevo correre il rischio di svegliarmi, se era un sogno, meglio continuare a sognare.
Sempre in quello stato semicomatoso, mi spogliai completamente, con le spalle girate alla vasca.
Avevo una forte erezione e mi vergognavo farla vedere a Giorgio, avrebbe capito che non era dovuta alla nostra intimità, ma alla moglie.
“dai entra, lo so che ti ha fatto eccitare e ne sono felice, questo vuol dire che sei stato sincero, ti piacciono anche le donne”
Entrai in acqua, mi sentii pizzicare su ogni cm del corpo e questo servì a darmi una bella sferzata, facendomi tornare alla realtà, se si può chiamare realtà, essere in una vasca con uno sconosciuto, fino a qualche ora prima, completamente nudo, assieme ad un uomo, pure lui nudo, in attesa della moglie, una donna che pur in età, per me, matura, conservava la bellezza di una non lontana gioventù.
Risposi a quello che aveva detto Giorgio.
“certo che mi piacciono, avevi qualche dubbio?”
“beh! con quello che abbiamo fatto ieri pomeriggio e questa mattina, qualche dubbio mi era venuto”
“era naturale, la colpa è mia, ma sono fatto così, mi dono completamente, do tutto me stesso alla persona con la quale faccio sesso, sia uomo o donna”
“e di questo ti ringrazio a me hai dato molto”
“se e per questo lo hai contraccambiato”
In quel momento si aprì la porta del bagno, entrò la Dea completamente nuda.
Non voglio esagerare dicendo che era una gran bella donna, ma a 45 anni(l’età me l’ha detta il marito),dava i numeri a parecchie ragazze molto più giovani di lei.
Il seno, una terza quasi quarta, era abbastanza alto, la passerina contornata da un folto cespuglio nero, due gambe ben tornite, probabilmente frutto di parecchia palestra, ma tutto il corpo ne aveva tratto beneficio da quelle sedute.
Entrò nella vasca con una lentezza studiata, probabilmente conscia dell’effetto che mi stava facendo, per non parlare della evidente e prorompente eccitazione, anche se ero quasi completamente immerso non poteva non notarla, a nulla serviva il mio tirarmi verso il basso, il culo toccava il fondo e l’acqua era trasparente.
Si girò con una lentezza esasperante e nel girarsi, potei vedere il fondoschiena, niente da dire era all’altezza del corpo.
“fatemi posto voglio stare in mezzo a voi”
Si sistemò appoggiando la testa sul bordo e si distese.
Allungo una mano e impugnò il mio pene girando la testa dalla mia parte.
“grazie Alvin per il benvenuto”
Poi si girò verso il marito.
“come è andato il fine settimana, da quello che vedo, alla grande, il tuo guerriero non ha nemmeno la forza di salutarmi”
“la colpa e del nostro amico”
“quale, quello che ho in mano o il suo padrone?”
“tutti e due”
“allora dovrò ringraziarli come si deve”
“sono tutti e due tuoi. meritano un bel premio”
“quanto tempo ho?”
All’uniscono girarono la testa verso di me.
“beh! Nessun problema fino a domani pomeriggio nessuno mi cercherà, perciò mi posso fermare anche per la notte”.
“allora possiamo fare le cose con calma”
Giorgio si spostò da noi.
“fate pure, io ricarico le batterie e mi godo l’idromassaggio”
“solo quello?”
“vedremo, vedremo”
Dopo essersi scambiati queste battute, Letizia si dimenticò del marito e rivolse tutta la sua attenzione su di me che stavo beatamente gustandomi la parte emersa delle sue grazie.
“uh! vedo che l’attesa non ti ha spento i bollori”
“non sarebbe possibile con quello che vedo”
“ti piace veramente il mio corpo?”
“spero non ti sia fatta delle strane idee, mi piacciono le donne, anche se, non disdegno l’altro sesso, sempre che valga la pena”
“questo significa che mio marito ti ha affascinato?”
“sarei bugiardo se dicessi il contrario”
“hai sentito amore? ti ammira”
“non serve lo dica, me lo ha dimostrato in queste ultime 24 ore”
“allora basta parole, ora è il mio turno, non muoverti ragazzo, resta completamente immobile, lascia fare a me”
Detto questo fece una mezza giravolta, passando dal mio fianco destro, ad essermi a cavalcioni, con la passera a contatto del glande, oramai parecchio congestionato”
Sempre restando a qualche cm da lui.
Mi guardò.
“ora desidero un bel bacio di benvenuto, non come quello di prima”
Abbassò il viso ed incollò le labbra alle mie.
Immediatamente fece entrare la lingua cercando la mia e iniziò un piccolo duello rusticano.
Ne aveva di esperienza, dopo qualche schermaglia, mi abbandonai a lei.
Dio mio mi stava scopando con la lingua, una scarica di brividi si riversarono lungo la spina dorsale, facendomi, eccitare ancor di più, non ero mai stato baciato in quel modo, e si che qualche esperienza l’avevo avuta con ragazze e donne più mature di me.
Da un momento all’altro sarei esploso, non c’è la facevo a trattenere il magma incandescente che stava per esplodere nella fucina del vulcano.
Non avevo fatto i conti con l’esperienza di quella meravigliosa creatura che mi stava a cavalcioni.
Mise una mano fra i corpi, raggiunse la borsa dei testicoli, la impugnò e diede una bella strizzata.
Allo stesso tempo liberò la bocca dal serpente che l’aveva devastata.
“non vorrai che la crema vada persa? in un modo o nell’altro la voglio dentro di me, e poi sporcherebbe l’acqua della vasca”.
Dicendo queste parole iniziò ad abbassarsi, corresse un poco la mira e cominciò ad immergere l’oggetto del desiderio nella grotta del piacere.
Completamente in estasi, vidi entrare in lei il serpente del peccato originale.
Scivolavo dolcemente in quella guaina, agevolato dai suoi umori e dall’acqua.
Le pareti aderivano perfettamente alla spada infuocata.
Come mi aveva ordinato, non feci nulla, restai immobile, aspettando che arrivasse alla fine della corsa.
Avrei voluto accarezzare quei seni che sembravano ignorare la gravità terrestre, schiacciare quei capezzoli che sembravano due piccole prugne mature, ma ubbidii al suo ordine, anche se mi costò parecchio restare immobile.
“chiudi gli occhi e concentra tutto te stesso sul sesso”
Lo feci, Dio mio era incredibile, sentivo il pene essere massaggiato da migliaia di piccole ventose, almeno questa era la mia impressione, lei era immobile, faceva lavorare le pareti della vagina,
Mi lasciai andare in quel paradiso di sessualità.
Ci fu del movimento, ed un cambio di peso, questo mi fece aprire gli occhi.
Giorgio si era avvicinato, puntando il pene nell’altro buco della moglie, stava entrando, spingendo lentamente, voleva entrare senza schiacciarci, raggiunse lo scopo.
Guardai il viso di Letizia, aveva gli occhi chiusi, chissà dove era in quel momento.
Incrociai quelli di Giorgio.
“diamoci da fare,dobbiamo farla godere e godere noi stessi”
Cominciò ad andare avanti ed indietro.
“Amore stringi fortemente le natiche, fammi tuo prigioniero”
Non capivo cosa volesse fare.
Lo vidi afferrare fortemente i suoi fianchi.
Accade una cosa incredibile, Letizia aveva eseguito il suo ordine, imprigionando il pene, in questo modo, tirava avanti ed indietro la moglie, che si impalava sul mio membro, Giorgio andava avanti ed indietro, ben piantato e bloccato dentro di lei e allo stesso tempo, la faceva scopare da me, la libidine era a mille.
Non servirono molti avanti-indietro, la mia resistenza, già messa a dura prova, cedette a quella esibizione.
“sto per venire, non c’è la faccio più”
A quelle parole Letizia mollo la presa sul pene del marito e cadde su di me.
Liberato dalla morsa, Giorgio inizio a montarla velocemente.
Probabilmente pure lui era al limite, ad un certo punto ci fu un’urlo liberatorio che usci all’unisono da tre bocche affamate di beatitudine.
Lasciammo che il magma riempisse di ambrosia quel corpo affamato, poi Giorgio si lasciò andare da un lato, seguito da Letizia che si distese su l’altro lato.
Erano esausti e mollemente abbandonati ai miei lati, per non parlare di come ero io, se l’acqua fosse stata più alta, sarei affondato, tanta era la stanchezza.
Non so chi fu il primo a muoversi, in qualche modo uscimmo dalla vasca, fu Letizia la prima a parlare.
“ognuno nella sua stanza a farsi una bella doccia e poi in cucina a preparare la cena, a proposito,per la cena è desiderato…l’abito adamitico”.
“la vasca è sporca”
“abbiamo tempo domani mattina a pulirla, prima dell’arrivo di Maria, per il momento svuotiamola”
Si allontanò con una risata contagiosa.
Raggiunsi quella che avrebbe dovuto essere la mia stanza da letto.
Entrai nella doccia, appoggiai le mani alla parete e mi lasciai investire dal getto, cercando di recuperare le forze, mi avevano svuotato.
Non potei fare a meno di pensare che erano persone incredibili, e doveva ancora trascorrere la notte.
Inutile nascondervi che ebbi timore di non arrivare al mattino.
Come ci aveva chiesto Letizia ci presentammo in abito adamitico, lei era lì che ci aspettava, in tutta la sua splendida nudità.
“eccovi qua miei prodi guerrieri”
Alle parole seguì il gesto di impugnare i piselli a mo’ di stretta di mano, ma non le bastava, si piegò in avanti e tirando la pelle a quello di Giorgio, liberò il glande e diede un lungo bacio a quella sensibilissima parte del pene che è il glande, cosa che, poi fece, immediatamente con il mio, avrei voluto contraccambiare il bacio appoggiando le labbra a quelle vaginali.
Angela comprese la mia voglia.
“avrai tempo più tardi per ringraziarla, ora si cena, su prendete posto”
Giorgio ne approfitto per mettermi una mano sul deretano.
“vieni ubbidiamo alla signora e andiamo a tavola dongiovanni”.
Nel dirlo infilò un dito dentro il bocciolo.
Non potei fare a meno di fare un piccolo urlo, ero troppo asciutto e il dito per niente lubrificato.
Sorridendo alla mia reazione.
“ci vorrebbe un pò di quel burro che c’è in tavola”
Intervenne Letizia con tono autoritario.
“Giorgio, mio adorato maialone, ho detto niente sesso, ora si mangia, dobbiamo rimetterci in forze, non voglio sprecare la notte che verrà”
La cena si svolse tranquillamente, anche se era una cosa incredibile stare a tavola completamente nudi.
Non posso parlare per loro due, ma io ero in perenne eccitazione, vorrei vedervi come sareste, miei cari lettori, se sotto agli occhi aveste quella meravigliosa creatura, da seduta potevo vedere solo il seno, ma quando si alzava per prendere i piatti che aveva preparato, beh! potete immaginare lo spettacolo.
Mi venne normale pensare che fossero abituati, non solo alla loro nudità, ma pure alla presenza di una terza persona.
Avrei voluto chiederglielo, ma decisi che non erano fatti miei, perciò, scacciai quel pensiero.
Oltretutto, lei, ogni volta che mi si avvicinava per servirmi qualcosa..
“vedo che sei veramente teso, calmati amore o non arriverai alla fine della cena, anche se abbiamo quasi finito, visto che manca solo il caffè”
“non so come facciate voi.ma io stò per esplodere, devo andare in bagno a sfogarmi”
“non pensarlo nemmeno, stai fermo al tuo posto”
Poi rivolgendosi al marito.
“tu od io?”
“lascio a te questo onore, io ho già avuto abbondantemente la mia parte”
Non capivo cosa significasse tutto ciò, ma ci misi poco a capire, che oltre a farmi saltare il caffè, aveva altro per la mente.
La vidi infilarsi sotto il tavolo.
Rimasi meravigliato della sua agilità nel fare quell’esercizio.
Un attimo dopo le mani erano a contatto con l’impavido guerriero.
Chiusi gli occhi per concentrare tutto me stesso su quello che stava per succedere la sotto.
Lo accarezzò per tutta la lunghezza, arrivò ai testicoli, li palpò, tornò verso il glande con una lentezza esasperante, per poi scendere tirando la pelle verso il basso, affinchè il glande fosse bello scopertoi e..
O mio Dio ma quelle che stavano palpandomi erano quattro mani.
Aprii gli occhi, Giorgio non era più al suo posto.
“siete pazzi, mi farete morire, mi verrà un’infarto”
“da sotto, una risatina e poi un’altra.
“allora sei in una botte di ferro, sono o non sono un medico? e per giunta pure cardiologo”
Alzai leggermente la tovaglia per vedere cosa avrebbero fatto.
“Alvin spingiti indietro con la sedia più che puoi”
Feci quello che mi aveva chiesto, appoggiando le mani al tavolo e spingendo fin dove potevo, allo stesso tempo, alzai ancor di più la tovaglia gettandola sul tavolo, affinché non mi impedisse la vista.
Mi abbandonai letteralmente sulla sedia, quasi sdraiandomi arrivando col deretano al suo bordo, un cm in più e sarei caduto di sotto con loro.
Vidi i loro visi illuminati dal desiderio e dalla bramosia per quel giovane fallo che si ergeva davanti ai loro occhi.
Letizia si posto un pò a sinistra per permettere a Giorgio di partecipare al banchetto.
Per fare questo mi aprirono le gambe il più possibile, ero in una posizione oscena, completamente offerto a loro.

…continua…

Cosa avranno avuto intenzione di fare quei due?
Mie care amiche ed amici, mi fermo, devo riordinare le idee e riposare le dita, non le ho usate per quello che pensate, ma per battere sulla tastiera.
Alla prossima puntata.
Vi lascio con un forte abbraccio e il mio solito grosso bacione.
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