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Gay & Bisex

Una storia d'estate


di ropot
18.10.2012    |    12.485    |    4 9.2
"Il protagonista della storia, mi ha dato il suo permesso per raccontarla..."
Premessa: La storia che vado a raccontare, non è capitata a me, l'uso che faccio della prima persona è per semplicità di scrittura. Il protagonista della storia, mi ha dato il suo permesso per raccontarla.

Tutto è iniziato all'età di otto anni, quando iniziai a praticare dello sport. Il primo a cui mi avvicinai fu judo, sotto il consigli degli amici, e mi appassionò subito. Alla fine della lezione, nello spogliatoio, non potevo fare a meno di guardare i ragazzi che si spogliavano per fare la doccia. Una volta nudi il mio sguardo era calamitato dai loro cazzi, ed è lì che iniziai a scoprire le varie forme, dimensioni ed anche il fatto che alcuni erano più chiari ed altri tendenti allo scuro. La cosa andò avanti per vari anni e la mia curiosità aumentava sempre di più; arrivato all'età di undici anni, mi accorsi che il mio corpo iniziava a rispondere quando vedevo un uomo nudo, così passavo delle ore in bagno a spogliarmi e scoprire il mio corpo, affascinato dal mio uccello lungo e duro parallelo alla mia pancia. Il primo approccio al sesso con un altra persona avvenne dopo un anno, a dodici anni, quando iniziavo a provare la masturbazione con pochi o alcun stimolo. Lui era un amico di lunga data di mio padre, lo conoscevo bene anche perché viveva a due passi da casa nostra, era sposato ed aveva due figlie di cui ero amico, per questo passavo molte volte i pomeriggi a casa sua. Un giorno suonai alla sua porta per incontrare una delle sue figlie, era di un anno più piccola di me e ci eravamo messi d'accordo che gli vendessi i miei libri dell'anno passato, e mi venne lui ad aprire. Indossava solo dei boxer, infatti prima di mostrarsi vide chi era, ma io non feci una piega era la fine di agosto ed il caldo era micidiale, e mi squadrò con un largo sorriso. Io ero con una maglietta, pantaloncini e infradito con i libri nelle mani. Mi fece accomodare e prese i libri dicendomi che al momento non c'era nessuno ed anche per questo era così svestito, ed io benedicevo quella situazione che mi dava l'occasione di vederlo svestito. Era un po' abbondante nella pancia ed ai fianchi, ma nel complesso abbastanza prestante, ma quello che mi affascinò era la sua peluria, rada e curata, nel petto che continuava nella pancia, per essere interrotta dai boxer. Cominciai ad avere fastidio dei miei pantaloncini, dovevo assolutamente toccarmi anche se non ne capivo bene il motivo. Ad un certo punto mentre lui mi parlava del più e del meno, con un movimento lo spacco dei boxer si aprì per un secondo e per quanto vidi poco quella vista mi sconvolse enormemente ed io esalai un sospiro che lui sentì benissimo. - Spero che quel sospiro era di piacere e non solo dovuto al caldo – disse con uno strano sorriso, all'inizio non capii le sue parole, ma intesi che aveva visto la direzione del mio sguardo rapito – Se vuoi te lo faccio vedere, non ho nessun problema – questo lo capii subito e per quanto poteva essere uno scherzo annuii con forza e lui con movimento veloce ed elegante si esibì davanti ai miei occhi. Era il primo cazzo, a parte il mio, che vedevo in erezione, quelli degli amici della palestra erano flosci, fini ed andavano in basso, questo invece era lungo, grande e puntava verso di me con una strana curvatura, ebbi uno scatto con il bacino, temetti di perdere il controllo e il mio uccello esibiva nella stoffa dei miei short tutto il piacere che gli dava quello spettacolo, nonostante non avevo ancora tutti i centimetri che ho adesso. - Beh non dici niente? - continuò lui – Ti piace? Io mi sono mostrato credo che adesso tocca a te – Alzai lo sguardo e lo guardai in faccia con aria interrogativa, cosa voleva? Vide il mio smarrimento e con semplicità disse : - Fammi vedere il tuo, dai – Valutai il fatto, forse anche a lui piaceva guardare dunque anche se con molto imbarazzo mi abbassai pantaloncini e mutande e alzai la maglietta per mostrare la mia erezione. - Quant'è carino – disse lui guardandolo con occhi allargati – e già abbastanza grande, sembra un bel frutto da mangiare, mi chiedo che sapore abbia – così si chinò e prima che capissi qualcosa me lo prese in bocca e me lo succhiò con una foga che non mi fece respirare per vari secondi e mi contrasse tutti i muscoli del corpo. Vidi che mentre lo faceva, si masturbava, un movimento come quello che facevo io al bagno, ma al contrario del mio, il suo alla fine produsse qualcosa che sembrava gelatina, ed io dopo un minuto o forse due avvertii uno spinta al bacino ma essendo ancora dentro la sua bocca non so se gli scaricai qualcosa. Quando si staccò da me mi sorrise e disse: - Proprio buono, avevo ragione – io mi alzai i pantaloncini e balbettai : - Ma … che, cioè … cosa … - - Niente – disse – Una pratica che fanno i grandi, scommetto che ti è piaciuta - io annuii – Allora possiamo rifarla che ne dici – annui di nuovo. Quando potevo andavo a casa sua e se era solo mi succhiava, ma mai volle che gli ricambiassi il favore, voleva solo il mio cazzo. Quando iniziai la scuola tra noi ragazzi si parlava di sesso, delle cose giuste e di quelle sbagliate e fui invaso dal terrore quando quello che io facevo con il mio vicino fu elencato sulle peggio cose che si potessero fare e che era una cosa da gay. Quella comprensione fece chiudere qualcosa in me, il mio vicino di casa non ricevette mai più mie visite, se i suoi figli volevano giocare li invitavo a casa mia, casa sua divenne bandita, non osavo nemmeno passarci davanti, quando potevo cambiavo strada. Anche in palestra cambiò il mio modo di fare, i miei occhi ora puntavano al soffitto, cosa che molte volte ho giustificato con dei dolori al collo. Nonostante tutto, credevo che questo non fosse abbastanza, perciò iniziai a frequentare delle ragazze, e con qualcuna ci fu qualche bacio e niente più. Con il passare degli anni, iniziai a comprendere, non solo quello che mi aveva fatto il vicino, ma anche il perché lo avevo lasciato fare, arrivato all'età di quindici-sedici anni avevo ottenuto una visione d'insieme. Con questo arrivò pure il desiderio di tornare a guardare un corpo maschile e magari fare qualche gioco, ma visto che avevo smesso di fare sport per dedicarmi totalmente alla scuola ed il mio vicino mi era diventato insopportabile non sapevo come fare. Ogni giorno le mie voglie erano più forti, così ero costretto più volte al giorno a chiudermi nel bagno per ripetute masturbazioni, tanto che mia madre credessi che avessi dei problemi di digestione. Quando venne l'estate iniziai a comprendere il potere che il mio corpo aveva: ero in ottime condizioni fisiche, benché avessi terminato lo sport quando potevo correvo e giocavo a calcetto con i miei amici, inoltre molti dicevano che i miei occhi verdi insieme ai miei capelli neri erano magnetici e che tutto insieme contribuiva a farmi ammirare e guardare anche dagli uomini, ed io potevo ricambiare quegli sguardi. Volli provare quella cosa, ma non nella mia città, qualcuno che conoscevo mi poteva riconoscere e nelle orecchie avevo gli insulti ed i discorsi carichi di odio, che avevo sentito in casa e fuori sui gay anche per dei semplici sospetti, per questo dovevo agire in altro modo. Durante le vacanze feci due settimane in Sardegna e questa era l'occasione perfetta: i miei genitori mi lasciavano libero e là nessuno mi conosceva e anche se visto in atteggiamenti equivoci non aveva importanza, ero lì solamente per poco tempo. La mia voglia era così tanta che già il primo giorno volevo provare a ricambiare delle eventuali occhiate maschili, non avevo preferenze alcune, volevo solo poter fare qualcosa con un maschio, per la prima volta in assoluto nella mia vita. Sapevo abbastanza di sesso sia omo che etero e ogni volta che ci pensavo mi si induriva l'uccello, dunque se trovavo qualcuno che ci stava non mi sarei posto nessun limite, avrei accettato tutto quello che voleva fare. Dunque quel giorno andai al bar solamente con il costume, dopo aver aspettato che ci fosse abbastanza gente, entrai cercando in qualche modo di accentuare la mia entrata, ma non era necessario, tutti si voltavano verso la porta appena si apriva. Andai al bancone e accomodandomi su una sedia cercai di far alzare il mio costume-boxer senza riuscirci, non avevo ancora abbastanza esperienza per quelle cose, e mentre bevevo la mia ordinazione iniziai a far vagare i miei occhi. Niente, per i primi due giorni non successe nulla, gli sguardi ricevuti erano solamente di sfuggita, così il terzo giorno cambiai locale, qualcosa più alla mano e qualcosa che faceva sì che tutti lì fossero in costume come me. Appena seduto mi sentii osservato e girati gli occhi vidi un ragazzo giovano sui 28-30 anni che mi guardava con un sorrisetto e con una certa luce negli occhi. Capii che finalmente era avvenuto quello che volevo, quello che stavo cercando ed adesso dove giocarmelo bene altrimenti lo avrei perso, inoltre questo ragazzo era veramente bello, alto e atletico, castano di occhi e capelli e con un sorriso intrigante. Iniziai a ricambiare il suo sguardo bevendo, o meglio tentavo di bere atteggiando le mie labbra in una posa provocatoria facendo sporgere anche un po' di lingua, e lui ricambiò bagnandosi le labbra con movimenti lenti. Mi alzai per andarmene e gli passai vicino sfiorandolo in modo piuttosto spudorato, ma che non lasciava dubbi sulle mie intenzioni, lui non perse tempo e mi seguì subito fuori dal bar. Appena fuori mi mise la mani in vita e dopo averle strette un po' mi chiese di seguirlo e lo feci senza dire niente. Camminavamo in modo innocente, lui si guardava molto intorno, di certo non voleva essere visto, e mi parlava in modo innocente di modo che se ci avessero sentito avrebbero pensato ad una conversazione tra due amici, di tutte quelle parole compresi solo il suo nome a cui risposi con il mio ( naturalmente uno inventato, non ero così sciocco) e la sua intenzione di andare nella sua cabina e le mie intenzioni serie, prima di entrare mi chiese la mia età e mentendo dissi che avevo 17 anni, lui sorrise guardandomi da capo a piedi. Appena entrammo dopo che lui si era di nuovo guardato attorno a lungo, mi abbrancò in un abbraccio stretto cominciando a respirare rumorosamente. Io tra quelle braccia forti a contatto con la sua pelle calda, nella penombra della cabina mi scioglievo tutto e volevo che quel momento non finisse mai. Tornai, dopo tanto tempo, a sentire le stesse sensazioni che provavo quando vedevo i ragazzi negli spogliatoi che si spogliavano per fare la doccia, lo stomaco in subbuglio, un calore interno, un senso di benessere, solamente che adesso erano amplificate essendo non solo una esperienza visiva, ma anche di tatto data dal suo corpo mi stringeva, e di olfatto nel sentire il profumo della sua pelle. La sua stretta non era nemmeno paragonabile all'esperienza avuta dal vicino, fredda ed inconsistente, qui c'era di più, c'era trasporto, passione. Delicatamente, ma con decisione Filippo ( il suo nome ) mi prese la testa e con labbra bollenti mi baciò mettendomi la lingua in bocca con fare famelico ed io risposi come avevo fatto con le mie ragazze, anche se loro la mia lingua non si era fusa come con la sua e loro non mi avevano mai acceso come lui, già nel suo abbraccio la mia eccitazione aveva fatto sì che raggiungessi la massima erezione, ero in uno stato tale che da quanto ce lo avevo duro mi faceva male, la retina che lo conteneva dentro il costume era insopportabile e molto fastidiosa. Anche Filippo era nel mio stesso stato, baciandomi si muoveva per trovare una posizione comoda al suo cazzo poi preso dallo rabbia tolse il suo costume calciandolo al via, al che io smisi di baciarlo e lo allontanai per guardarlo. Poter vedere finalmente da capo a piedi un uomo nudo era indescrivibile, adesso potevo abbassare gli occhi e vedere un uccello eretto, anche se in una luce molto fioca, era splendido, si muoveva in piccoli ondeggiamenti che lo facevano sembrare ancora più grande, rivolto verso l'alto con la cappella completamente scoperta e le vene così evidente ed irrorate di sangue che sembravano sul punto di scoppiare. Continuavo a guardare, ma Filippo era impaziente si avvicinò a me e mi strappò di dosso il costume iniziando un sensualissimo massaggio, poi con fare brusco mi fece mettere in ginocchio e mi disse di succhiarlo. Non avevo mai una cosa del genere e non sapevo bene come comportarmi, anche l'esperienza con il vicino non poteva aiutarmi, era successa troppi anni indietro. Cercai di farlo in modo che sembrasse naturale, non volevo che capisse che ero vergine, dunque per prima cosa tirai fuori la lingua ancora infiammata dai suoi baci e lo leccai come facevo con il gelato con movimenti lenti, muovevo la lingua in tutte le direzioni poi quando decisi di metterlo in bocca Filippo decise per me approfittando del momento giusta per farlo entrare. Quell'inattesa invasione e la sensazione di pieno mi shockò, la mia bocca era aperta alla massima estensione e nonostante questo il suo cazzo faceva fatica ad entrare e fu questo fatto a farmi rendere effettivamente conto di quanto fosse grande. Con quella presenza in bocca cercavo di muovere la lingua, ma non ci riuscivo era troppo grande, ma a lui piacevo sentivo i suoi sussurri i suoi rumori spezzati specie quando incominciò a darmi colpi con il bacino andando avanti ed indietro. Si mosse parecchio, io incominciavo ad avere le lacrime agli occhi, la mia erezione si era smorzata e la mandibola era dolorante non ce la facevo più, lui forse si accorse di ciò dunque mi fece risalire e si inginocchiò, iniziò a leccarmi e bastò il primo contatto con la sua lingua per farmi tornare alla mia lunghezza e durezza che lui con fare naturale si mise in bocca. La sua esperienza era lampante pure per un profano come me, ero talmente preso che raggiunsi presto il punto di non ritorno, tra i rantoli cercai di avvertirlo, ma lui continuò a succhiarmi con una lingua che roteava, facendomi impazzire. Venni con una contrazione che mi fece stringere i glutei come non avevo mai fatto e le mi ginocchia non mi ressero tanto che scivolai a terra liberando il mio cazzo dalla bocca di Filippo che ancora gocciolava e con lui che con mio grande stupore inghiottì tutto lo sperma che gli avevo dato. Semidisteso, appoggiato sui gomiti lo guardavo cercando di rallentare il mio respiro e di tornare ad una sudorazione normale, ero bagnato fradicio, ma non era finita, Filippo si sdraiò accanto a me mi fece mettere la testa a terra e allargando le mie gambe me le alzò ad un livello tale che mi fece male, ma non protestai assolutamente, me lo ero giurato che avrei accettato tutto quello che mi avrebbero fatto senza dire una parola di diniego. Scoprendo il mio buchetto lo iniziò a lambire con la lingua e con un dito scoprendo quanto era stretto e con una battuta disse di aver capito che ero vergine, arrossii così violentemente che mi sentivo le guance in fiamme, sperando che in quella penombra almeno quello non si notasse, nonostante ciò lui continuò il suo leccarmi e il piacere fu tale da riportarmi ad uno stato d'erezione, cosa che io non credevo possibile dopo la potente sborrata che avevo fatto. Il tocco della sua lingua e la penetrazione con il suo dito erano magnifiche, era gentile e delicato e mi portava a vette del piacere ogni volta più alte, ma il primo grido di puro godimento lo diedi quando le dita diventarono due e non provai il benché minimo fastidio. Anche a Filippo doveva piacere quel trattamento, perché i suoi occhi in quella poca luce sembravano brillare, specie quando capì ero aperto abbastanza ed era il momento di penetrarmi. Mi fece rimanere disteso, alzandomi il bacino con degli asciugamani ed altre cose trovate in quella cabina, ma non era ancora soddisfatto allora si mise in ginocchio con le natiche a contatto con i talloni e mi prese trascinandomi verso di lui. Nemmeno in quel caso era soddisfatto, stava diventando impaziente, sembrava in preda a frenesia, ad una impazienza febbrile, alla fine mi fece voltare ed appuntare sulle ginocchia , lo sentii accarezzarmi i fianchi e poi divaricare le mie natiche, con una dolcezza ritrovata dopo avermi messo nella posizione giusta. Il momento era arrivata mi si mise sopra, con la testa a contatto con la mia nuca, mi soffiò nell'orecchio e con degli strani mormorii entrò in me. Il dolore fu così immediato, lancinante, lo sapevo ma non credevo tale, non urlai solo perché mi mordevo le labbra con tale forza che percepii il sapore del sangue, volevo rispettare il mio voto di non proferire nemmeno una parola o grido che fosse. Filippo nonostante ciò percepì il mio stato, forse dovuto anche involontarie contrazioni del mio ano, o forse la tensione muscolare fatto sta che mi rassicurò con delle parole sussurrandomi nelle orecchie e con delle carezza lungo la schiena e i fianchi, ma nonostante ciò io rimanevo ancora teso. Filippo stava fermo in me con quello che io sentivo come una sbarra d'acciaio incandescente e con calma aspettava i miei tempi, ma arrivato al limite della pazienza iniziò a masturbarmi e quando vide che iniziavo a sciogliermi prese a muoversi. Quello strano e nuovo strofinio che all'inizio mi faceva sussultare e lacrimare dal dolore adesso stava deviando verso note più rilassanti, più dolci fino a diventare di puro piacere, talmente forte che non percepii più la sabbia su cui poggiavo la fronte, il fastidio alle ginocchia per quella strana posizione, sparì persino il luogo dove ci trovavamo, oramai volteggiavo tra le nuvole. In quei momenti magici non potevo stare zitto e cominciai a lanciare delle grida con una sfumatura femminea che rivelavano tutto il mio godimento. Anche Filippo dava dei grugniti animali, ma molto più controllati dei miei e d'intensità più bassa, e temendo che ci sentissero mi girò la testa e mi mise la lingua in bocca continuando ad agitarsi nel mio ano con colpi che stavano crescendo d'intensità mentre la sua mano, bagnata di saliva, continuava a giocare con il cazzo che conteneva a stento un nuovo orgasmo. Filippo smise di baciarmi e per impedirmi di urlare mi diede le dita in bocca da succhiare cosa che feci in modo spasmodico, mentre mi riportava la testa più in basso possibile e iniziava a penetrarmi con foga, mi davo colpi sempre più veloci e potenti che non facevano altro che aumentare il mio piacere, ad un punto tale che venni con una contrazione tale che credevo mi scoppiasse la testa. Filippo prese tutto il mio sperma nella sua mano e lo portò alla bocca e leccando tutto fece mormorii per manifestare un buon sapore. Anche lui stava per venire, ancora intontito dall'orgasmo potevo sentire il suo sudore che bagnava la mia schiena, il suo cazzo in me ancora più teso e grosso e le sue mani adesso libere che artigliavano i miei fianchi. D'improvviso ci fu il suo grido che in principio mi spaventò anche perché lui si fermò immediatamente, completamente piantato in me ed è restato in quella posizione per vari minuti poi si è staccato e si è sdraiato a terra. Libero dal suo abbraccio, mi sono avvicinato e lui era lì che mi guardava con profonda dolcezza con il suo cazzo molle ed ancora bagnato, ci furono solo sguardi come quando ci eravamo incontrati al bar, poi si alzò, si pulì con degli asciugamani e mentre sistemava mi disse di uscire e mi salutava. Una volta fuori, accecato dal sole, ed ancora in totale confusione non capivo, lui uscì dopo un paio di minuti e salutandomi se ne andò per la sua strada mentre io lo seguivo con lo sguardo.
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