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Gay & Bisex

Sotto la doccia


di ropot
22.06.2015    |    14.385    |    4 9.1
"Lui che da quando avevo iniziato ad insaponarlo aveva spento la doccia adesso la riaprì in modo che fossi inondato d'acqua, ma quasi non me ne accorsi, ero..."
Ero quasi arrivato, pochi metri mi separavano da quell'appartamento che al telefono mi aveva così bene descritto e indicato il percorso per raggiungerlo. La mia mente era un caos di pensieri senza senso, l'unica cosa che era certa era che stasera avrei incontrato quell'uomo con cui parlavo da mesi e che avrei finalmente perso la mia verginità. Avevo rifiutato altri inviti per paura o per altro nonostante le sue preghiere, per convincermi mi aveva inviato foto che mi avevano caricato di una voglia che forse quella sera avrebbe trovato sfogo. Mi trillò il cellulare, un suo messaggio in cui mi informava che la porta era aperta e che dovevo entrare e fare come volevo, già questo mi fece capire che sapeva mettere a suo agio le persone senza imporre niente. Ero arrivato, mi trovavo davanti a quella pesante porta di legno socchiusa cercando di calmarmi, respirando lentamente e sorpreso che nelle mie mutande si era già mosso qualcosa. Un ultimo profondo respiro ed entrai, chiudendo con cautele e silenziosamente la porta, mi sembrava di essere un ladro visto il disagio che provavo. Tutto era al buio tanto che non notai i particolari, ma visto quanto era teso me li sarei perso anche da sveglio, e mi diressi verso l'unica stanza da cui veniva una luce. Entrando notai una piccola camera da letto piuttosto spoglia con un letto singolo, dava un senso di confort e riuscì a calmarmi un po'. Mi accorsi di un rumore che veniva da una porta al lato della stanza avvicinandomi capii che si trattava dello scroscio dell'acqua, si stava lavando? Entrai piano piano, ed entrando lo vidi sotto una doccia aperta, senza telo ne box che si massaggiava quel corpo che già con le foto mi aveva fatto impazzire. Appena mi vide mi sorrise e disse ciao, la sua voce calda e profonda mi avvolse come una coperta. L'avevo già sentito al telefono ma di certo il cellulare non poteva mandare l'autenticità di una voce. Io mi limitai ad un piccolo sorriso poi come trascinato da una calamita, mi portai vicino a lui ed iniziai ad accarezzarlo.



Le mie mani sembravano impazzite, si muovevano da sole, tocchi morbidi e delicati ed in tutto il corpo, avevo fame del contatto con lui. Lui continuava a lavarsi credeva che lo volevo aiutare, non capiva che il mio era un bisogno, prese il doccia schiuma e subito io misi le mani a coppa, lui me lo verso e poi si girò di schiena che massaggiai per vari minuti coprendo con la schiuma e le mie mani ogni più piccola porzione di pelle per poi andare nel solco delle natiche. Ero inesperto e anche forse un po' maldestro perché quando cercai di aprirmi un passaggio nel suo buchetto lui fermò la mia mano. Non ci dicevamo niente, il suo saluto era l'unica cosa detta ed io con una maglietta che si era per metà bagnata continuavo a lavargli la schiena, poi desideroso di vedere e toccare quello che prima avevo solo sbirciato lo girai e tutto il mio corpo fu percorso da un brivido. Come per la voce anche le foto sul cellulare non potevano trasmettere come era il suo sesso, la sua pelle il sottile pelo che lo ricopriva. Staccai lo sguardo avevo paura di perdere la vista se lo mi avrei continuato a guardarlo e fissando il suo viso allungai le mani. Appena lo presi in mano mi sembrò di toccare qualcosa di incandescente per quanto ancora nello stato di riposo, come non lo era il mio che disegnava uno strano rigonfio nei pantaloni stretti anch'essi mezzi bagnati. Il mio tocco era molto leggero, ma a lui sembrava piacere visto che si stava sciogliendo dal piacere, con la punta della dita iniziai a stuzzicare la punta come avevo visto fare in un porno e lui chiuse gli occhi e il suo respiro iniziò ad essere rotto. Vedevo che iniziava a crescere e io cominciavo a stare scomodo in quella posizione in avanti con le braccia allungate, volevo quel corpo addosso. Lo lascia al che lui aprì gli occhi e mi rivolse uno sguardo interrogativo che subito sparì quando vide che mi stavo spogliando con frenesia. Mi fiondai sotto la doccia con lui attaccandomi al suo corpo facendogli sentire la mia erezione che premeva nelle nostre pancia a contatto con la sua con ormai era arrivata al suo massimo splendore. Per quanto permetteva il nostro attaccamento, continui il lavoro che gli stavo facendo prima sentendo sul mio viso i suoi ansiti a cui si unirono i miei, che mi venivano dal semplice contatto con il suo corpo, quel corpo di cui le foto avevano catturato la mia attenzione per ore. Lui aprendo gli occhi e guardandomi con uno sguardo infuocato provò a baciarmi, io mi allontanai, non so perché ma quella sua intenzione mi spaventò, fu un riflesso incondizionato. Lui ci riprovò ma stavolta si fermò prima e tirò fuori la lingua, io lo imitai e col la mia lingua toccai la punta della sua. Il nostro contatto salivale mi piacque talmente tanto che mi fiondai sulla sua bocca a labbra aperte e lo spinsi contro il muro, impresa notevole visto che lui era il doppio di me riguardo a corporatura. Lui che da quando avevo iniziato ad insaponarlo aveva spento la doccia adesso la riaprì in modo che fossi inondato d'acqua, ma quasi non me ne accorsi, ero troppo intento ad esplorare la sua bocca con la mia lingua ed a segare il suo cazzo con le mani. Lui non sapeva bene cosa fare, ero troppo imprevedibile, all'improvviso posò le sue mani sulle mie natiche, delicatamente come chiedendo permesse e quando vide che al suo tocco io mugolai di piacere lui me le prese e iniziò a massaggiarle. Si staccò dal baciò e mi mise un dito in bocca che io inglobai subito e cercai di lavorarlo anche se non sapevo bene come fare, per errore gli diedi pure un piccolo morso. Dopo un po' tornò a baciarmi e versato su un mano un po' di sapone iniziò ad esplorare il mio buchetto, fu un po' improvviso non me lo aspettavo, ma il suo dito per quanto grande non mi diede il minimo fastidio, anche perché era entrato di soli pochi centimetri. Con movimenti lenti e ben fatti il suo dito entrò completamente e dopo aver visto il mio gradimenti provò con il secondo che, anch'esso insaponato, mi provocò un po' di fastidio, ma non glielo feci intendere. Il suo lavoro sul mio buchetto fu lento e magnifico mi fece abituare a varie dimensione aumentando il numero delle dita e fu molto lungo e alla fine io senza quasi rendermene conto sborrai sulle piastrelle della doccia subito lavate dal getto caldo che continuava a cadere. Quando fui bene aperte lui mi mise il sapone sulle mani e con gli occhi mi indicò il suo cazzo, capii all'istante. Lo insaponai bene e con perizia, non volevo sentire alcun male, e mentre lo facevo mi chiedevo come faceva a resistere così a lungo visto che io ero già venuto e ne sentivo montare un altro dal mio cazzo che non aveva perso l'erezione. Lui ad un tratto mi girò e mi mise con la faccia al muro quasi attaccandomi e sollevandomi dal bacino mi fece piegare in avanti. Appoggiai la guancia alle piastrelle e aspettai con trepidazione la perdita della mia verginità, non avevo paura sapevo solo che avrei urlato per il dolore e che non ci sarebbe stato nessun tipo di piacere. Lui iniziò ad entrare, e proseguì con calma finché non fu interamente in me, dolore e bruciore, ma molto meno di quanto mi aspettavo e il grido che avevo emesso per tutta la penetrazione era più di sorpresa che di altro. Voltai la testa e gli feci un cenno di assenso quando capii che quell'intrusione da tanto aspettata era stata accettata dal mio corpo e poteva iniziare a muoversi. I suoi movimenti furono fantastici, ben cadenzati, ondulatori e così dolci che il mio cazzo che per il dolore iniziale aveva perso vigore, si impennò di nuovo quasi all'istante. Il piacere che credevo di non provare si staccò dal bruciore che continuavo a sentire, fu più forte e iniziai a gridare cercando di muovermi al suo ritmo e di assecondare la penetrazione. Questi movimenti mi venivano naturali, non venivano da video ne tantomeno dalle mia inesistente esperienza, e dovevo farli bene perché lui accelerò il movimento e si fece più intenso. Adesso con questi nuovi assalti mi sentivo squarciare dal dolore, ma non feci un verso di protesta visto che il piacere continuava ad esserci in parte provato dal sentire i suoi grugniti. Quando lui fece le ultime mosse e uscendo da me venne sulla mia schiena gridando come un matto per un lunghissimo orgasmo venni anch'io come non ero mai venuto mordendomi le labbra e strabuzzando gli occhi. Provai a tornare in una posizione eretta e fu un po' difficoltoso specie per le fitte che sentivo ad ogni più piccolo movimento, mentre lui cercava di aiutarmi e mi puliva il suo piacere sulla mia schiena. Continuammo a lavarci toccandoci e eccitandoci in una stanza che adesso per la prima volta vidi per bene, con piastrelle bianche e marroni, piena di vapore e con un odore di sapone e sesso. Finita la nostra pulizia prese un telo e ci si avvolse facendo entrare anche me in quell'abbraccio, poi lui volle rivestirmi e lo fece con calma con gentilezza, io continuava ad essere eccitato e avrei voluto parlargli o almeno ringraziarlo, ma i suoi occhi mi dicevano che così facendo avrei rovinato tutta la serata. Una volta pronto mi condusse alla porta e prima di uscire mi strinse e mi baciò un'ultima volta. Sulla strada del ritorno mi arrivò un suo messaggio, c'era semplicemente scritto “ Alla prossima che ci sarà sicuramente “. .
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