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Gay & Bisex

La prima volta d'attivo


di ropot
26.03.2012    |    14.765    |    1 9.4
"A capodanno lui mi penetrò con una dolcezza che mai avevo conosciuto e coronato di un sentimento nella sua forma più pura..."
Ero al primo anno di università e mi sentivo in qualche modo completo, dal punto di vista sessuale. Avevo perso la mia verginità anale con un uomo, anche se era mio zio ( guardare racconti precedenti ) ed non ero nemmeno vergine dal punto di vista etero, visto che ero andato con una ragazza e mi era piaciuto molto, nonostante il frettoloso rapporto. Comincia a frequentare i corsi, iniziando le prime amicizie e provando i primi desideri per le ragazze che giravano per i corridoi della facoltà, e proprio in quel viavai di gente notai lo sguardo di Dario che si posò su di me. Dario
( nome fantastico, guardare racconto precedente ), non lo conoscevo molto bene, c’era stato solo uno scambio di saluti convenzionali attraverso un amico comune, ma nient’altro, mi avevano spiegato che era un tipo fatto così, particolare anche dovuto al fatto che i suoi capelli stavano diventando bianchi, ma a suo modo simpatico. I suoi occhi erano unici, non ne ho trovato di simile nelle varie persone che ho conosciuto, erano così neri ed intensi che avevano la capacità di catturare ed ipnotizzare quasi, e in un certo senso sapevano comunicare. Quando mi guardò, capii immediatamente la ragione del suo sguardo, vidi tutto in quello sguardo e inconsapevolmente glielo restituii, con uguale partecipazione di intenti. Non ci furono parole, ma solo un guardarsi che mi permise di ammirare i lineamenti del suo viso, il suo corpo, un insieme di perfezione che mi fece rinascere delle fantasie gay che dopo essere stato con una ragazza credevo fossero morti in me. Questa sorta di gioco continuò per quasi due mesi, solo occhi negli occhi che si accarezzavano, come una cosa palpabile per poi arrivare al suo farsi vicino a me per dirmi: - Vieni a casa mia – dopo la lezione ed io lo seguii in modo ingenuo. Ripensandoci non riesco a capire come ho potuto seguire una persona che conoscevo appena senza pensare a nient'altro che a lui ed al suo corpo. Durante il tragitto che conduceva all'appartamento che aveva affittato per gli studi ci fu solamente silenzio, eravamo spalla a spalla e questo permise alle nostre mani di sfiorarci, di posarsi sui fianchi, di semplici ed innocenti toccatine. Mi fece entrare per primo e mi liberò dello zaino e del giacchetto poi mi fece sedere su un divano e sedendosi al mio fianco iniziò a baciarmi. Io ero stupito, attonito, nessuno si era mai comportato così, non riuscivo a capire questo comportamento anomale, ma allo stesso tempo travolgente, così tanto che stavo rispondendo al bacio senza che me ne rendessi conto. Mi baciava con dolcezza, era delicato, attento quasi temesse di farmi male il suo bacio era una modo di esprimersi, solo dopo più di dieci minuti si fece più incalzante e le sue labbra, come le mie, si fecero fameliche. Le lingue che fino ad allora avevano solo timidamente fatte sentire solo le loro punte adesso erano intrecciate in una lotta in cui lui di sicuro vinceva visto che non ero mai stato baciato in quel modo, nemmeno dalla ragazza con cui avevo fatto sesso. Le sue mani artigliavano la mia felpa nel tentativo febbrile di strapparmela di dosso, io armeggia con i suoi jeans, ma erano troppo stretti, così dopo un po' lui con rabbia tolse le mie mani e se li abbassò insieme con le mutande preso da frenesia. Cercai di fermarlo, non solo perché ero spaventato ma anche perché volevo ammirarlo, specie vedere il suo cazzo, ma non ci fu modo di calmarlo, non potevo nemmeno toccarlo con le mani visto quanto eravamo stretti semidistesi sopra quel divano. Nonostante la sua fretta e la passione che lo aveva preso non mi dimostrò mai violenza o crudezza, tutto era avvolto in una dolce sicurezza, era impaziente ma rispettava me ed il mio corpo, mi strappò di dosso i vestiti, ma una volta nudo faceva attenzione nello stringermi affinché non mi facessi male. Questo suo comportamento iniziò a far nascere in me dei sentimenti per Dario, riconoscenza sopratutto per trattarmi come nessuno dei miei amanti precedenti aveva fatto, ma questo non servì a far cessare la mia paura: sapevo cosa avremmo fatto ed io avevo davanti agli occhi mio zio che mi possedeva in modo brutale e per un lunghissimo istante sono stato sul punto di scappare via prendere i miei vestiti e fuggire da quella casa, ma la lingua di Dario, il suo alito alla menta le sue mani che toccavano e spettinavano i miei capelli e tutto il suo corpo che sopra il mio eseguiva una danza afrodisiaca, mi fece rilassare e capii che rimanendo non sarebbe successo niente di negativo avrei ricevuto quello che tanto avevo cercato e mai avevo trovato. Eravamo in quel divano completamente nudi, aveva fatto tutto lui, io al massimo mi ero un po' spostato per far sì che mi potesse spogliare con facilità, e continuavamo a baciarci con le nostre bocche e le nostre lingue fuse tra di loro, d'improvviso lui smise. Si sollevo sulle braccia e mi guardò, io che non avevo mai chiuso gli occhi prima per la sorpresa poi per la paura, infine per la confusione, vedendolo sollevato sopra di me con i suoi occhi magnetici, la sua bocca lievemente socchiusa e infiammata dai baci, il suo petto definito e spostando in basso il mio sguardo il suo cazzo parallelo alla pancia che sembrava mi fissasse fece si che chiusi gli occhi mentre scendevo con le mie mani. Lo strinsi, mi servivano entrambe le mani e nonostante ciò non lo contenevo per intero e lasciai che si muovessero in modo autonomo, senza che fossero comandate dal cervello, sapevano come lavorarlo e iniziarono ad uscire dalla bocca di Dario i primi gemiti seguiti dai miei dati da quella mazza dura e calda che toccavo, dai sussulti che ogni tanto la scuotevano per il mio tocco, finché dopo averla accarezzata, stretta e fatto tutto quello che potevo presi l'asta con decisione ed iniziai una sega forsennata. Lui mi bloccò subito il polso e prima che potessi riaprire gli occhi Dario diede alla ma mano un ritmo deciso ma lento, voleva godere più a lungo possibile. Andammo avanti per vari minuti, la mia mani erano bagnate di liquido prespermatico che usciva copioso dalla sua punta e quando i suoi gemiti si tramutarono in urli, si abbassò sul mio corpo e facendo un sorta di saltello si portò all'altezza delle mie gambe, prese in bocca il mio cazzo quasi per intero e iniziò a muoverla lingua intorno ad esso. Boccheggiai quando sentii la sua lingua prima di lanciarmi in gemiti che salivano di intensità ad ogni minuto, mi sorpresi ancora una volta per come me lo leccava: non faceva avanti indietro, restava fermo con quanto più lo potesse inglobare e muoveva solo la lingua, ma era comunque fantastico. Quando ero vicino a venire lo avvertii con un colpetto al braccio lui indugiò ancora un attimo prima di smettere e capivo che adesso mi avrebbe inculato così stavo per girarmi ed offrirgli il mio culetto, ma lui mi fermò. Recuperò i suoi calzoni prese un preservativo, me lo mise in un intensissimo secondo tale che sarei venuto se non avessi fatto attenzione e leccandosi una mano che poi passò sulle sue natiche si impalò su di me. Ebbi uno spasmo violentissimo, le mie gambe si irrigidirono da farmi temere che si rompessero i legamenti, il mio bacino scattò verso di lui, innalzandolo e Dario era molto più pesante di me, la mia testa scattò all'indietro con gli occhi spalancati, ma rovesciati da mostrare il bianco. Non ho mai avuto un'esperienza più intensa di quando lui mi prese nel suo corpo, credo che niente possa eguagliare il piacere che provai, come ho detto ero andato con una donna, ma la sua figa era niente in confronto al culetto di Dario. Quando mi rilassai e ridiscesi sul divano Dario iniziò a muoversi, tipo danza del cobra tanto che non riuscivo a seguirlo ed ad assecondare i suoi movimenti che erano anche circolatori, il piacere aveva raggiunto vette che credevo non esistevano. Le mie mani che prima artigliavano i cuscini del divano si posarono sulle sue natiche e toccare quelle rotondità, con una leggera peluria che le ricopriva e il loro movimento sussultorio mi fecero emettere un ulteriore urlo di libidine che Dario per impedirmi di lanciarne altri si chinò infilandomi la lingua in bocca. In quel piccolo appartamento in una dimensione che aveva smesso di essere tale, in uno spazio senza tempo in cui tutto era relativo tranne noi due, il divano e la nostra unione, continuammo ad amarci fino a che venni inondando il preservativo muovendo gambe e braccia in modo spasmodico, in un'orgasmo che mai ne avuto di uguali, era l'orgasmo autentico ed era un uomo che era riuscito a darmelo. Dopo poco Dario, che mi aveva fatto compagnia nei gemiti, emise una specie di urlo strozzato e inondò il mio petto che lui artigliava pizzicando i miei capezzoli che erano diventati duri come sassi. Restammo così per vari minuti , lui ancora impalato in me in posizione seduta che con una mano si reggeva alla spalliera del divano e con l'altra tentava di asciugarsi il sudore dalla faccia, quando il mio cazzo iniziò ad ammosciarsi e lentamente scivolai fuori da lui Dario si distese sopra di e con un piccolo bacio sulla guancia appoggiò la testa sulla mia spalla. Approfittai di quella posizione per sussurragli all'orecchio: - Adesso tocca a te prendermi – Lui scosse la testa e rispose: -No, oggi no, io volevo essere tuo, in seguito tu sarai mio -. In futuro perché non mi volle in quel momento e lui mi disse che il periodo che avevamo passato a guardarci aveva capito che in me mancava il piacere autentico dell'essere attivo, aveva visto una lacuna, qualcosa che non completava la mia sfera sessuale e capiva pure che era lui che me la doveva dare, sapeva già di appartenermi. La nostra storia iniziò lì, quel mite giorno dei primi di Dicembre, qualche giorno prima di Natale, il giorno in cui io feci la prima esperienza da attivo. A capodanno lui mi penetrò con una dolcezza che mai avevo conosciuto e coronato di un sentimento nella sua forma più pura. La nostra relazione si spense dopo un anno e mezzo, a Maggio quando il nostro amore aveva concluso il suo tragitto. Sperando che lui possa leggere questo racconto vorrei dirgli quello che gli dissi quel giorno quando uscii dal suo appartamento: Grazie!

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