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La Saga Di Boccoli D'oro-Capitolo 3


di ArchieCooper
03.03.2023    |    5.855    |    5 9.5
"Accolgo quei due pezzi di carne dentro di me..."
Capitolo 1: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/gay/La-saga-di-Boccoli-D-oroCapitolo-1_133803.html

Capitolo 2: https://www.annunci69.it/racconti-erotici/gay/La-Saga-Di-Boccoli-D-oroCapitolo-2_133858.html

Mi giro e mi rigiro nel letto. Sono ore che zio non torna. Figuriamoci, non mi ha neanche detto dove andava. Mi sono messo nudo sotto le lenzuola sperando di fargli una sorpresa. Quando sto già dormendo si accende la luce della stanza. Salto in aria col cuore in gola.
Zio sta sulla soglia della porta, tutto barcollante e mi guarda sorridendo. Vicino a lui c’è un altro uomo, bello come un dio. E’ alto quasi quanto lo zio, ha i capelli col doppio taglio corti ai lati, di un bel grigio con pochissime aree nere. Il volto è coperto da una leggerissima barba che avrà quasi una settimana. Indossa una camicia da boscaiolo a quadretti infilata dentro dei jeans neri. Noto che tiente in mano una piccola confezione di cartone bianca.
“Questo è un mio caro amico, tesorino” fa lo zio. “Ti ha portato un pensierino.”
L’uomo si avvicina a me sorridendo. Io ho le lenzuola tirate su fino al collo per coprire le mie vergogne.
“Piacere Franco” mi fa e mi porge una mano dalla stretta vigorosa.
“Piacere Riccardo” rispondo.
“Su, non fare il timido. Dì a Franco come ti piacere essere chiamato dolcezza.” Mi incita lo zio.
“Boccoli D’oro” rispondo guardando Franco negli occhi che scoppia a ridere insieme allo zio.
“Che ti avevo detto? Questa troietta è la cosa più deliziosa che esista sulla faccia del creato.” Fa lo zio.
“Piacere mio, Boccoli D’oro. Ti ho portato un presente. Spero che tu abbia fame” e mi allunga la piccola confezione di carta.
La prendo e arrosisco per la lusinga. Dentro c’è un bel bignè con la panna. Lo zio deve avergli detto che è il mio dolce preferito. Dò un morso e mi porto le mani alle guance, per quanto è dolce mi solletica tutto il palato.
“Franco ha fatto la panna da sè. È a lui che portiamo il nostro latte. Gli ho detto che sei bravissimo a mungere” dice lo zio mentre si siede sulla sponda del letto.
Franco mi fa una carezza sui boccoli d’oro. “Ti piace?”
“Tantissimo!” gli rispondo e vedo che lui con sguardo furbetto dirige i suoi occhi verdi verso lo zio che ricambia complice.
“E dimmi Boccoli D’oro, cosa nascondi qua sotto?” chiede il nuovo conoscente mentre sposta il lenzuolo scoprendo le mie nudità. Apre sorpreso la bocca ammirando il mio pene. “Dio, ma è bellissimo” e senza permesso la sua mano lo carezza, lo solleva, lo valuta.
Io mi sento farmi ancora più rosso, ma per l’emozione il mio pene diventa duro. Guardo zio che mi fa un cenno di approvazione con la testa. “Non c’è niente di male Boccoli D’oro. Franco è un amico dello zio, puoi farti toccare da lui.”
“Quanti anni hai?” mi chiede Franco.
“Ne ho compiuti diciotto il mese scorso signore.”
“Wow, proprio come tuo figlio Marco.” fa Franco allo zio. “Voglio succhiarlo, non ho mai visto un arnese così lungo. Ma davvero ti sei fatto impalare da lui?”
“Non crederesti ai piaceri che è in grado di dare questo angioletto” gli risponde lo zio, ma Franco si è già chinato e si sta lavorando la mia cappella, spingendo la bocca fin dove riesce ad arrivare.
Piego la testa contro la testiera e mi aggrappo alle lenzuola. La sua bocca è più calda e più umida di quella dello zio. Sembra una specie di ventosa. La sua lingua grossa e umida insiste sulla punta del mio glande mentre le dolci labbra aderiscono alla pelle con un forte scroscio.
Lo zio mi coccola i boccoli. “Ti sta piacendo eh, Boccoli D’oro?”
Apro gli occhi e vedo che lo zio ha tirato fuori il suo arnese e se lo sta menando. Allungo la mano e lo sostituisco seppur con le difficoltà per i gemiti che mi dà la bocca del suo amico.
Lo zio si china e mi dà un bacio mentre i suoi polpastelli lavorano i miei capezzoli. L’odore d’alcol che emana mi brucia le narici.
A un certo punto non so perchè ma sembra quasi arrabbiarsi e stacca via Franco dal mio arnese. “Basta!” urla “voglio fare sì che questa troietta diventi davvero mia moglie e tu farai da prete”
Zio va in bagno e poco dopo rientra con una toletta di trucchi, probabilmente di mia zia. Lui e l’altro ubriaco si divertono a impiastricciarmi le labbra di rossetto, m’incipriano le guance e mi colorano intorno agli occhi con dell’ombretto. Zio va all’armadio e tira fuori l’abito da sposa della sua consorte e mi costringe a indossarlo. Provo un po’ di vergogna, non tanto per il vestito, ma per la mia possente erezione che lo solleva sul davanti. Cerco di abbassarla e nasconderla mentre i due ubriachi si scompisciano dalle risate.
Vedo lo zio che sussurra qualcosa all’orecchio a Franco che intanto continua a scrutarmi inumidendosi le labbra. Poi mi annuncia “Boccoli D’oro adesso è il momento di montare sull’altare!” e eslpode in una fragorosa risata.
I due uomini si spogliano. Conoscevo già il corpo dello zio, ma quello di Franco... mai fu vista un’opera più bella su questa terra. Il corpo è completamente abbronzato, le carni di un bel rosso. Tutti i muscoli del suo corpo sono possenti e definiti. I pettorali sporgenti dove solo qualche leggero peletto grigio emerge al centro del torace, gli addominali sembrano disegnati da un pittore. Persino i fianchi sono tutti muscolosi. Non potrei descrivere quanto erano pompate quelle braccia. E poi le gambe, i polpacci. Mentre si tira giù i jeans vedo i muscoli delle cosce ricoperti di peli contrarsi come se avessero vita propria. Mi accorgo che sbavo alla vista di quelle delizie.
I due uomini si sdraiano per terra a gambe incrociate, così che i loro coglioni strofinino contro quelli dell’altro e allo stesso modo i loro peni.
“Coraggio” m’incita schuimante lo zio. “Vieni e ficcati in culo l’omaggio del tuo sposo.”
Muoversi con quel vestito è difficile. Sono costretto a sollevarlo. Faccio un primo tentativo, ma non c’è verso di farli entrare. Sputo abbondantemente sui cazzi e mi inumidisco il buco, ma anche stavolta niente. Pure se entrano le due capocchie mi fanno troppo male.
“Svelto Boccoli D’oro! Mi sto ammosciando!” urla lo zio. Mi si spezza il cuore all’idea di deluderlo, così faccio uno sforzo, trattengo il respiro e vado giù. Sento di stare per vomitare tanto il dolore, ma mi rinucoro nel sentire le urla soddisfatte di quei due animali. Mi muovo su e giù, sempre dolorante. Quando ormai sono dilaniato inizio a sentire la sensazione più bella del mondo. Sento che niente nella vita potrà farmi mai godere così tanto. Sotto le mie mani c’è la bella sensazione satinata del vestito, il mio bacino si muove lungo i cazzi senza più fatica. Accolgo quei due pezzi di carne dentro di me. Sentire godere quegli uomini virili mi dà un’estasi senza eguali. Non so come, ma perdo il controllo sul godimento che mi stanno dando i cazzi e di punto in bianco inizio a sborrare sporcando così tutto il vestito da sposa.
“Oh, zio che guaio che ho combinato!”
“Non fa niente, bellissimo.” fa l’animale tutto rosso e ansimante. “Alzati. Voglio che succhi i nostri cazzi e che ti bevi tutta la nostra sborra.”
Adesso sono in ginocchio davanti ai due uomini. Che spettacolo vederli così ansimanti, vedere il corpo muscoloso di Franco tutto sudato e trovarmi davanti i due nervi. Li masturbo contemporaneamente saltando con la bocca da uno all’altro. Non so quale mi piaccia di più. Quello dello zio è magnifico per quanto è grosso. Quello di Franco è più solido, più duro, più carnoso e lo si riesce a far arrivare per bene in fondo alla gola. È lui a venire per primo. Mi tira per i boccoli d’oro ficcandomi in bocca tutto il cazzo. Ho praticamente il naso attaccato ai suoi peli pubici e il labbro inferiore che strofina sui coglioni. Accolgo i suoi abbondanti e densi fiotti mandandoli giù e tossisco quando sono troppo faticosi da inghiottire, tant’è che mi esplodono letteralmente fuori dalla bocca colandomi lungo il mento.
Lo zio si mette a bestemmiare e mi tira in piedi. Mi butta di spalle sul letto e con le sue stesse mani lacera il vestito scoprendo la mia schiena e il mio sedere. Me lo pianta nel culo, mi afferra le anche e dopo solo tre colpi d’inaudita violenza scarica dentro di me.
Franco intanto si è andato a posizionare sulla portona all’angolo della stanza e se lo mena cercando di rinvigorirselo. Zio si butta sul letto. “Non ce la faccio più” boccheggia. “Fottiti questa troia se ne hai la forza, io sono esausto.”
Franco mi sorride mentre si palpeggia l’arnese sporco di rossetto. Ha un sorriso perfetto, i suoi denti sono bianchissimi in contrasto con la smorfia che rivela la ferocia di un animale. Con la mia bocca cerco di aiutarlo a rinvigorirsi e confesso che ci vuole veramente molto poco affinchè accada.
“Come vuoi farlo?” gli chiedo.
“Ora vedi Boccoli D’oro. Girati.” Obbedisco e mi attrae a sè. Mi siedo sul cazzo di Franco. La sua gamba sinistra è a cavalcioni sul bracciolo della poltrona. Il piede destro poggia per terra ed è su questo che poggio il mio per aiutarmi a far leva andando su e giù. Presto mi rendo conto che è inutile. È lui che me lo sta dando. E con che foga e che vigore. Intanto con una mano mi masturba, con l’altro braccio mi tiene stretto a sè. La sua abile bocca mi bacia l’orecchio, il collo, mi morde la spalla.
Non ce la faccio più. Sborro e lo fa anche l’animale, che viene dentro di me con una serie di colpi ritmati che quasi rischiano di fargli finire pure i coglioni dentro il mio buco. Mi sollevo per uscire dal suo cazzo e faccio per alzarmi, ma la sua mano mi trattiene.
“Addesso ridammi quello che mi hai rubato” mi sussurra il depravato.
Impaurito non oso trasgredire e rigetto il suo sperma e forse anche quello dello zio sul suo cazzo.
“E adesso mangialo” mi ordina.
Come dire di no a cotanta virilità? Inginocchiato ripulisco ogni centrimentro di quel magnifico arnese, mentre l’uomo trema sotto i colpi della mia lingua.
Zio russa profondamente.
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