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I nomadi - Parte 2


di foxtied
25.07.2019    |    2.483    |    2 9.9
"Purtroppo non scherzano… a turno si mettono davanti al mio viso e, dopo aver poggiato il pene sul bavaglio, mi pisciano direttamente in bocca, tutti e tre..."
Resto legato nudo e imbavagliato sul letto per parecchio tempo, durante il quale li sento e vedo arraffare di tutto. Mi stanno svuotando casa, ma questo sarebbe il male minore se paragonato a quello che intendono farmi dopo aver trovato i miei “giocattoli”. Se fosse uno scenario programmato la cosa mi ecciterebbe oltremodo, ma questo non è un programma, è ben reale e la cosa non mi piace affatto.
“Ivan, ho portato tutto dentro il furgone. Abbiamo preso tutto quello che poteva essere interessante, niente contanti però, ne oro. Solo qualche orologio” – “Bene. Computer e tutto il resto andrà bene da piazzare. Lasciate perdere il cellulare, tanto lo bloccherebbe e sono solo rogne” – “C’erano anche diverse paia di scarpe da donna con tacco alto, ma il numero è esagerato, sicuramente sono le sue: ha parecchi vizietti l’amico…” – “Scarpe da donna? Hmmm… proprio un porcellino! Quelle lasciategliele, tanto non ci facciamo niente. Bene… andiamo a scoparcelo. Legatelo incaprettato, cominciamo dalla bocca, poi lo inculiamo a turno, sempre con la bocca piena… Intanto voglio vedere le scarpe, dove sono?” – “Sul tavolo in salone” – “Ok, andate a incaprettarlo, legategli anche il collo ai piedi, così non può opporsi a niente”.
Arrivano in due verso il letto, con in mano altri pezzi di corda e un bavaglio ad anello che hanno preso dal mio zaino: in pochi minuti, senza darmi modo di muovermi, mi incaprettano mani, piedi e collo… con le caviglie incrociate molto strette, come del resto i polsi e i gomiti… tirano i piedi verso il collo in modo animalesco e me li stringono allo stesso cappio che è collegato ai polsi: devo tenere a forza il collo all’indietro per non strangolarmi, non sono mai stato incaprettato così stretto. Mi tolgono il bavaglio di nastro adesivo e, dopo avermi tolto anche i calzini dalla bocca, sempre con il coltello poggiato sulla gola, mi mettono l’anello in bocca e lo serrano strettamente dietro la nuca… Arriva il capo, questo tale Ivan, con in mano le mie scarpe rosse tacco 15: “Sei un vero porcello amico mio, sei stato fortunato a incontrarci perché soddisferemo qualche tua fantasia, vero?” Lascia le scarpe sul letto e si abbassa i pantaloni, tirando fuori almeno venti centimetri di pene già duro… non è difficile capire che la cosa lo eccita! Me lo infila in bocca di forza, tenendomi la testa e spingendo dentro a fondo… mi scopa in maniera molto rude, tanto che il cappio quasi mi soffoca.
Mentre Ivan mi scopa in bocca, gli altri due si abbassano i pantaloni a loro volta e iniziano entrambi a masturbarsi per farselo venire duro… Uno dei due si mette dietro di me sul letto e mi allarga le natiche, anche se i piedi legati incrociati e collegati a polsi e collo gli impediscono di farlo agevolmente: “Per incularlo dobbiamo allargargli le gambe” – “Aspetta, fammelo scopare in bocca finché non ingoia, poi lo leghiamo a gambe larghe, così gli sfondiamo il culo…” Lo sento poggiarmi il pene sulle piante dei piedi e usarle per strofinarvelo in mezzo, mentre il terzo mi infila direttamente un dito nel buco: ho un sussulto più forte che mi serra il cappio attorno al collo, mentre il pene mi arriva in gola per quanto sta spingendo; passano minuti interminabili finché sento lo sperma invadermi la bocca e la gola… mi tiene ferma la testa per obbligarmi a ingoiare e quasi non riesco a respirare. Finalmente mi sfila il pene dalla bocca, ma il suo compare me la riempie nuovamente con il suo: mentre mi scopa nuovamente la bocca, gli altri mi slegano dall’incaprettamento, ma solo per allargarmi le gambe e legarmi le caviglie al letto. Sono dietro di me, e uno dei due mi sta per penetrare, mentre l’altro mi allarga le natiche per agevolarlo… sento il suo pene duro sul fianco, mentre l’altro mi entra dentro a forza: l’anello mi tiene la bocca aperta o avrei urlato, ma il pene che mi stantuffa la gola non mi consente neanche di mugolare più di tanto.
Ora mi stanno scopando davanti e dietro, mentre il terzo mi bacchetta le piante dei piedi con un frustino che ha preso dal mio zaino: anche il secondo mi viene dentro, spingendolo a fondo, mentre quello che mi scopa in bocca sembra non voler venire… Tocca di nuovo al capo, che ora mi penetra da dietro. Il tempo sembra essersi fermato e queste violenze non avere fine: la grande differenza tra volere e subire inermi.
La bocca si riempie di nuovo di sperma caldo, che ingoio senza scampo… anche questo mi sfila il pene dall’anello, e viene subito rimpiazzato dal terzo che comunque mi è già venuto dietro, eppure me lo spinge in bocca, duro e infoiato come se non avesse fatto nulla prima. Anche Ivan mi viene dietro, ma sfilando il pene e schizzandomi sperma sulle natiche e sulla schiena. Passa qualche altro interminabile minuto e nuovamente il liquido caldo mi invade il palato e la gola… Finalmente si fermano: “Tappagli la bocca, ficcagli un calzino dentro l’anello e poi usa il nastro adesivo”, ordina il boss…
“Lo lasciamo legato al letto?” – “No, no… non abbiamo mica finito di divertirci. Portatelo sul tappeto davanti alla tv e legatelo in ginocchio, incaprettato collo, mani e piedi. Legategli bene palle e cazzo. Voglio vedere che altri giocattoli ha…” Mi slegano dal letto e mi portano a forza sul tappeto e mi fanno inginocchiare, con le mani sempre legate dietro la schiena: mi incrociano le caviglie per farmi tenere le gambe larghe e me le legano collegandole ai polsi e poi al collo; infine mi stringono nuovamente le braccia all’altezza dei gomiti. Non posso muovermi senza rischiare di cadere e far serrare il nodo scorsoio intorno al collo.
“Guarda guarda cosa ho trovato… un bel bavaglio a imbuto! Allora ti piace veramente ingoiare, porcello…” e mi mostra il bavaglio che ha in mano, insieme a delle cordicelle piccole da usare per il CBT: “Ora ti lego le palle e il cazzo belli stretti, poi ti faccio sborrare in un bicchiere e te la faccio ingoiare, che dici?” – “Magari potremmo anche pisciargli direttamente in bocca prima di andarcene, che dici capo?” – “Perché no? Sicuramente gli piace!” Mi liberano la bocca dall’altro bavaglio, poi mi mettono quello a imbuto, che m divarica la bocca e si inserisce quasi in gola; si abbassa davanti a me e inizia a legarmi i testicoli prima e il pene poi, molto stretti, causandomi un’erezione forzata… poi prende un vibratore e, dopo averlo acceso, me lo poggia sui genitali e lo passa sul glande… Lo mette alla massima intensità e mi sevizia per almeno venti minuti: “Prendetemi un bicchiere e metteteci un po’ d’acqua, veloci! Tra poco sborra”. Uno degli altri due scende a prendere quanto richiesto per tornare e porgere il bicchiere a Ivan… Mi tengono fermo mentre mi tortura con il Magic Wand, finché non resisto più e sono costretto a lasciarmi andare e fiottare sperma nel bicchiere che mi mette sotto il pene… ne schizzo molto, provando un piacere misto a dolore per la legatura stretta, poi il pene si rilassa. Il bicchiere è pieno per metà, tra acqua e sperma: me lo mostra con una espressione sadica di compiacimento, poi lo versa nell’imbuto costringendomi a ingoiare.
“Bravo porcello, ingoia tutto… Ora ti facciamo bere il nostro piscio e poi ti rimettiamo sul letto”. Purtroppo non scherzano… a turno si mettono davanti al mio viso e, dopo aver poggiato il pene sul bavaglio, mi pisciano direttamente in bocca, tutti e tre. Fortunatamente, scendendo il liquido praticamente dentro la gola, non sento troppo il sapore acre e in ogni caso ho diversi conati e rigurgiti… Poi finalmente anche questa sevizia giunge al termine. “Levategli l’imbuto, riempitegli bene la bocca e poi tappategliela stretta con il nastro adesivo. E bendatelo, sempre con il nastro. Poi mettetelo sul letto così come sta e legategli le ginocchia” – “Ok capo”. Eseguono e mi lasciano incaprettato sul letto, con la bocca riempita dai miei calzini e giri di nastro adesivo a tapparmela completamente, bendandomi gli occhi e bloccandomi anche la mascella passando il nastro sotto il mento e sopra la testa. Sono completamente immobilizzato e impossibilitato a emettere suoni.
“Porcellino, noi ce ne andiamo. Ti ho lasciato un paio di forbici sul letto, prima o poi le troverai e potrai liberarti. Palle e cazzo te li lasciamo legati, così ti diverti. Anzi, infilategli un vibratore nel culo, dai…” Lo fanno, poi li sento scendere le scale e andarsene. Non sarà facile, incaprettato come sono, muovermi sul letto per trovare le forbici.
Bel mese agosto, non c’è che dire…
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