Lui & Lei

Anna


di dariobike
14.11.2016    |    9.460    |    1 9.1
"Comincio a schiaffeggiarla sulle chiappe “Alla fine ti piace, vero? Sei solo una baldracca vogliosa succhiacazzi prendinculo, gran puttana” “Sìììì, mi..."
Anna lavora in un ente pubblico a Roma. Nonostante fosse grassa e con un viso ormai segnato dall’età, ogni volta che la incontravo mi si rizzava il cazzo. 64 anni, prossima alla pensione, aria un po’ sciatta, capelli biondo spento, occhi cerulei, aveva due enormi mammelle che d’estate strabordavano dai vestiti fuori moda. Rimasta vedova da poco, ci incontravamo spesso per lavoro e mi raccontava di come era bravo suo marito, ora come avrebbe fatto, il figlio grande ancora in casa e altre lamentele del genere. Un giorno, a Roma per altre cose, la incontro fuori dall’ufficio e la invito per un caffè. Lei risponde che deve fare una commissione ma, se voglio, possiamo andare a prenderlo a casa sua, poco distante. E’ estate e il vestito sbracciato lascia intravedere due floride tettone sorrette da un reggiseno di pizzo nero. Non mi faccio sfuggire l’occasione e accetto volentieri. Giunti a casa, mi informa che il figlio è fuori per alcuni giorni, si scusa per il disordine e andiamo verso la cucina dove mi siedo in attesa che lei prepari il caffè.
“Da quando non c’è più mio marito sono non so più come fare, pensava lui a tutto”
“Ma dai, ormai è passato un po’ di tempo, non ti va di trovare un compagno?”
“Ma chi vuoi che mi prenda alla mia età?!”
“Ma dai Anna, sei ancora una bella donna”
“Non prendermi in giro, Dario”
“Ti assicuro che se ti mettessi giù bene, a mazzi ne troveresti!”
“Certo, vecchi bavosi, interessati solo al mio stipendio…ma lo so che dovrei curarmi di più!”
“Guarda, basta davvero poco!”. Così dicendo mi alzo e la cingo alla vita. “Un vestito che metta in risalto le tue forme, e poi…un reggiseno che evidenzi il tuo bel seno, senza essere volgare” e così dicendo accenno a sorreggerle le tette, senza toccarle. Lei replica sollevando le mammellone “Dici davvero? Alla mia età?”. “Anna, non hai idea che peccati farei io con quel ben di dio!” “Non prendermi in giro!” Le stringo le tettone e il suo respiro diventa affannoso. Butta la testa all’indietro e, baciandola sul collo, le sussurro “Anna, mi ecciti!” e le prendo la mano facendole sentire il mio uccello duro sotto i calzoni. “madonna, da quanto tempo che non ne sento uno!” Le slaccio il vestito che cade per terra, resta in mutandoni e reggiseno. Le tette appoggiano dolcemente su una pancia morbida, dalla pelle delicata. Le accarezzo il sedere, le bacio i seni e scendo lungo la pancia. Sono inginocchiato di fronte a lei, arrivo all’elastico delle mutande che scosto leggermente. Lei sobbalza e un fremito la scuote quando, abbassandole i mutandoni di pizzo nero, comincio a leccarle la figona coperta da una rada peluria, aprendole le grandi labbra con le dita e succhiando il clitoride con avidità. Mi posa una gamba sulla spalla per facilitarmi il lavoro di lingua. Subito diventa un bagno e tenendomi la testa premuta sulla passera mi incita: “siììììì, dio che bello, leccamela, entra con la lingua, forza, non ti facevo così porco, sììììì, mi piace, continua, ahhhh!” Ormai è un lago di umori, le tengo le chiappone con le due mani e lecco, lecco senza darle tregua: “Ahhhh, fammi godere, maiale, così, così!!!” Sto per essere soffocato dalla sua figa così mi alzo e mi tuffo sulle mammelle. Le tiro fuori dal reggiseno in tutta la loro enormità, due tettone rosa solcate da piccole venuzze, con due capezzoli così grandi che sembrano delle dita. Li succhio avidamente e Anna comincia ad armeggiare sui miei pantaloni, estraendo il mio uccello che ormai faticava a stare dentro. Con i pantaloni alla caviglia, ancora in piedi di fronte a lei, glielo pianto con forza nella figa bagnata, tanto che la sollevo una spanna da terra. Me la sto chiavando sul tavolo della cucina, lei semistraiata con le gambe penzoloni, io in piedi che affondo il cazzo dando due colpi a fondo, poi uscendo appena, per poi riaffondarlo con forza nella sua passera. Dalla mia posizione riuscivo a godermi le tettone flosce che, dato il peso, erano scivolate ai lati. Le prendo a piene mani, aggrappandomi ai capezzoli, stringo le mammelle fino a farle male. Palpo la sua soffice pancia continuando a darle colpi di mazza nella figa “Senti il mio cazzo, tesoro. Da quando non chiavavi, dolcezza mia?” “Ahhh, sììì, chiavami, fammi sentire tutto l’uccello, porco. Sììì, così, spingimelo dentro tutto!! Dimmi che sono la tua troia, sono tua, sono la tua puttana” “Allora girati, troia. Ti voglio da dietro, voglio ammirare il tuo culone. Girati che ti voglio riempire tutti i buchi, fammi godere porcona!” “No, nel culo no, è tanto che non lo prendo!” “Sarò dolce, non temere” Mi inumidisco bene il cazzo e lo punto in mezzo alle chiappone. “Si Dario, sono pronta, mettimelo dentro, voglio sentirlo, mi sento la tua vacca!” “Prendilo tutto, allora, vacca!!” La tengo per le spalle e le tette, appoggiate al tavolo, strabordano da tutti i lati “Sei tu la mia zoccola? Senti il cazzo come è entrato bene??” “Uhhhbhff, sei un porco bastardo, mettimelo bene fino in fondo!” “Sììì troia. Questo cazzo è tutto tuo!!” “aaagghssst, mi stai sfondando il culo, sììì, dio come mi piace!! Non venire adesso, ti prego! Continua, voglio che mi vieni in bocca, ti prego, mettimelo in bocca!!” “Tranquilla, non ho ancora finito, cara la mia mignotta” dico mentre continuo ad affondare il cazzo tra le chiappone. La metto sul pavimento, a pecora, con il culo ben sollevato. Continuo a montarmela da dietro con forza. Ora vedo le mammelle che pendono e sbattono di qua e di là sotto i colpi del mio cazzo. Comincio a schiaffeggiarla sulle chiappe “Alla fine ti piace, vero? Sei solo una baldracca vogliosa succhiacazzi prendinculo, gran puttana” “Sìììì, mi piace, sono la tua puttana, voglio godereeeee!” Mentre la sto inculando comincia a sditalinarsi, strofinando la passera con la mano. Anna è in estasi, muove freneticamente la mano sulla figa e ansima di piacere. Mentre ho ancora il cazzo ben piantato nel culo, le infilo due dita nella passera. Lei aumenta il movimento della mano, io passo a tre dita nella figa, muovendole velocemente avanti e indietro. La bacio sulla nuca e continuo a incularla con passione. “Ti piace, amore?” “Sìì Dario, sto godendo, continua cosììììì” La figa gronda umori finchè lei, stremata, viene con un urlo “Sìììì, godooooo, godoooooo! Amore, voglio il tuo amore!!!” Esco dal culo e mettendola in ginocchio le affondo la minchia in gola “oooohhhfggg!” “E’ questo che volevi, vecchia troia?” “siiight, lo vogliogggttr, sììì tutto mioooo!” e con avidità mi succhia l’uccello ”sooo…soohh, offocandoooo!” Me la stavo chiavando in bocca tenendola per le orecchie. Ora ha le lacrime agli occhi mentre la pompo in gola. Anna continua a sditalinarsi con furia, mentre le mammelle mi sbattono sulle ginocchia. Sto per venire, la butto con forza per terra e sdraiandomi su di lei, le sborro sulle tettone grandi e rosee. “Stronzo, ti avevo detto di venirmi in bocca” mi dice con un sorriso malizioso “Girati!” Mi giro sulla schiena e lei mi viene sopra. Si mette l’uccello in mezzo alle tette e comincia a pulirmi con la lingua la cappella ancora piena di sperma. Le afferro l’invitante passera, ancora pulsante, e con una mano la sditalino finché riesco a farla godere ancora “ahhhh, sì, sì, ancora, così, mi fai godere, sto godendooooo” urla mentre si strofina la figona sul mio ginocchio per godere ancora di più. Al che mi mette la lingua in bocca, comincia a limonarmi che neanche una sedicenne in calore “Bastardo, mi hai fatto godere come una troia. Vieni più spesso a trovarmi che sono sempre sola”. La bacio ancora una volta sulle tettone, che ballano allegramente davanti ai miei occhi.
Intanto il caffè era uscito dalla moka.
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