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Il primo pompino non si scorda mai


di Parolerotiche
05.09.2024    |    530    |    4 9.4
"Lentamente però, minuto dopo minuto, l’atmosfera simpatica inizió a farsi più densa..."
Quella serata era finita con un bacio a tre, al gusto di sperma. Andrea, prima di coricarsi per la notte ancora con l’eccitazione in circolo, pensava a quanto appena vissuto quasi con incredulità, ma tanta eccitazione.

Il tutto era iniziato in un anonimo bar milanese, dove tra i molteplici avventori del locale, c’erano i tre protagonisti di questa storia che si stavano pian piano conoscendo. Erano Lorenza e Tom, una coppia ormai consolidata, insieme da diversi anni. Lei, 33 anni, mora di capelli, con vivaci occhi scuri, un fisico esile ma con le forme nei punti giusti e un carattere peperino. Tom di anni ne aveva 35, era uno chef con le mani grosse e callose per via del suo lavoro, era molto alto e con un fisico slanciato. La terza persona era Andrea, un ragazzo di 29 anni, con un fisico snello ma atletico e modi di fare educati. I tre si erano conosciuti online e dopo pochi giorni di conversazione avevano deciso di incontrarsi. Durante la conversazione via messaggio era subito nata una buona sintonia, i tre si capivano facilmente e sembrava che ci fossero dei buoni presupposti per costruire qualcosa di più di una semplice conoscenza innocente.

La serata era volata, le ore passate velocemente tra risate, calici di vino e dialoghi più o meno profondi. Avevano parlato di Milano e dei suoi ritmi frenetici, delle montagne piemontesi e degli scrittori preferiti di ciascuno dei tre presenti. Le labbra di Lorenza avevano scandito le sue opinioni sui più disparati argomenti, mentre Tom e Andrea rispondevano prolungando la conversazione a tal punto che i tre furono gentilmente accompagnati alla porta del bar che, stranamente, a mezzanotte in punto chiudeva i battenti.

La notte era giovane, come gli animi della coppia e del terzo intruso, e nessuno voleva salutarsi in quel momento. La coppia dunque invitò Andrea a continuare le loro interessanti conversazioni nel loro piccolo bilocale, che distava non troppo dai navigli. Arrivati a casa subito Tom offrì a tutti un calice di rosso e i tre, sistemati sul divano, ripresero le loro varie e divertenti chiacchierate. Il piccolo bilocale si riempì presto di parole. C’era un bel clima simpatico, un buon feeling. Lentamente però, minuto dopo minuto, l’atmosfera simpatica inizió a farsi più densa. Densa di pensieri che, sebbene non espressi, trovavano modo di manifestarsi. I discorsi toccavano tematiche più inerenti alla sessualità. I corpi, in modo quasi involontario, iniziarono a toccarsi di più.
Una pacca sulla spalla, una carezza che ben si inseriva come esempio nel discorso, un bacio che Tom aveva dato a Lorenza mentre veniva citata la parola amore nella conversazione. Lentamente, in modo impercettibile per chi ci era dentro, l’aria si fece più erotica.

Ad un tratto Lorenza, che era seduta sul divano tra i due ragazzi, si girò verso Tom e, senza alcun preavviso, iniziò a baciarlo non più in modo scherzoso o contenuto. Era un bacio focoso, avvolgente e sensuale. Le loro lingue si cercavano con foga e le labbra si bagnavano della saliva altrui. Per un secondo Andrea si sentì il terzo incomodo. Fece per alzarsi dal divano, quando la mano di Lorenza si poggiò sulla sua gamba. Andrea fissò la mano delicata che aveva sulla coscia. Poi guardò lei, che si era girata verso di lui. Tom aveva iniziato a baciarle il collo, partendo dalle orecchie, mordendo delicatamente il lobo per poi scendere lentamente con la lingua sulla sua pelle verso la clavicola. Andrea guardava Lorenza, la fissava negli occhi. Le aveva detto fin da subito che aveva degli occhi belli ed espressivi, che fino a quel momento gli erano sembrati molto teneri. Ora ci vedeva una scintilla diversa, una voglia che prima non traspariva. Non poté più resistere, si avvicinò, le morse delicatamente il labbro inferiore per poi abbandonarsi ad un bacio profondo.

Pochi istanti dopo sul pavimento c’erano i loro vestiti. Non c’erano più parole a riempire il bilocale, ma un silenzio rotto da respiri profondi, sospiri e qualche mugugno. Lorenza era posta a cavalcioni su Andrea, che era seduto sul divano totalmente nudo. Lei invece indossava solo delle mutandine che mettevano in risalto le curve del suo delicato fondoschiena. Le mani di lui erano sui suoi fianchi e la guidavano in un lento movimento che faceva strusciare le mutandine, bagnate, di lei contro il sesso duro, scoperto, di lui. Lui le aveva baciato il collo fino a pochi istanti prima, ma poi i seni di lei erano stati come delle calamite e ora la sua lingua era intenta a disegnare dei piccoli cerchi bagnati intorno ai capezzoli turgidi.

Lorenza, mentre la sua schiena si riempiva di pelle d’oca per via della lingua curiosa di Andrea sul suo seno, riprese a baciare il suo ragazzo Tom, che si era posizionato, anch’egli nudo, lì accanto a loro. Nel mentre, Lorenza con una mano segava il suo lungo pene eccitato. Ad un tratto Tom si sollevò, la sua erezione finì a pochi centimetri dal volto di lei. Lorenza osservò la bellezza di quel lembo di carne dritta e dura. Ci appoggiò le labbra sopra, come aveva fatto migliaia di altre volte. Prima lo bació delicatamente, poi prese la cappella tra le labbra e iniziò a giocarci con la lingua. La sua lingua avvolgeva la punta del sesso duro di Tom, leccandola con gusto. Lui si fece sfuggire un primo gemito.

Andrea si staccò dal seno di lei, le sue mani scivolarono giù e andarono a stringerle le natiche, mentre di fronte a sé, a pochissimi centrimetri da lui, assisteva a questo bacio intimo tra lei e il sesso di lui. Ne era estasiato, osservava le labbra di lei scivolare lungo il pene, che spariva nella sua bocca. Da un lato ne era attratto fortemente. Da tempo ormai nutriva curiosità anche verso il sesso maschile e riconosceva al cazzo d’avere un’attrattiva erotica non indifferente. Un turbinio di pensieri e dubbi gli iniziarono a girare per la testa. Non aveva mai neanche sfiorato il sesso di un altro uomo. Adesso però, che aveva un pompino in corso di fronte al volto, sentiva forte il desiderio di unircisi.

Provò a resistere, trattenuto inizialmente quasi dal timore di un giudizio negativo da parte della coppia, ma il pensiero di unirsi a quell’atto lo eccitava all’inverosimile. Voleva lasciarsi andare, perdersi nella sensualità di quella scena senza bisogno di porsi domande, farsi trascinare dove il piacere non si poneva più limiti. Lorenza probabilmente si accorse di questi pensieri di Andrea perché, continuando a strusciare il suo corpo di lui, sentì il suo sesso farsi più duro.

Anche a lei l’idea di condividere il cazzo del suo ragazzo con un’altra bocca la eccitava molto. Ma la cosa che più la eccitava era la possibilità di assistere dalla primissima fila a quella nuova trasgressione, nuovo desiderio, che ora leggeva negli occhi di Andrea. Nulla la eccitava di più del vedere un uomo abbandonarsi senza remore al piacere, alzare l’asticella della lussuria e cancellare i tabù nel sesso. In quel momento, osservando gli occhi di Andrea che scrutavano affamati le sue labbra scivolare sul lungo pene di Tom, Lorenza si rese conto che voleva averla quella seconda bocca. Iniziò quindi ad estrarre la lingua, muovendola lentamente sull’asta del pene e bagnandolo completamente con la sua saliva. Nel mentre, con un movimento quasi impercettibile, si avvicinava al volto di Andrea. Lui, come estasiato, guardava quello spettacolo, attendendo di capire cosa fare.

Andrea ad un tratto, quasi per uscire da quello stallo, alzò lo sguardo. Incrociò quello di Tom. Lui sorrise, aveva capito tutto. Fece un cenno con il capo ad Andrea, come se volesse dare il via libera ad una nuova danza. Andrea si girò verso Lorenza e al pene che aveva in bocca, che ormai erano quasi attaccati al suo volto. Lei mentre succhiava gli fece l’occhiolino. Andrea in quel momento vide tutti i suoi timori, i suoi pensieri e dubbi crollare. Voleva quel cazzo nella sua bocca. Lo voleva ora!

Ci si buttò sopra con fare vorace, quasi come fosse affamato. Si unì a quel pompino che aveva di fronte con una naturalezza tale che sia Tom che Lorenza ne rimasero piacevolmente sorpresi. La lingua di Andrea entrò prima a contatto con la cappella, già bagnata dalla saliva di lei, poi incontró, lungo l’asta del pene, la lingua di Lorenza. Ne scaturì un valzer di lingue che si esploravano a vicenda. Un caldo e bagnato limone sul cazzo di Tom. Il pene passava da una bocca all’altra, prima di finirci in mezzo mentre le due lingue, una per lato, scorrevano dalla punta fino alle palle. Tom iniziò a gemere.

Andrea era eccitatissimo per il suo primo pompino ed era contento di condividerlo con quella coppia che provava eccitazione, quasi quanto lui, per questo suo nuovo passo. Il pompino proseguiva, reso ancora più eccitante dalla cooperazione, in sincrono, con le labbra di lei. Per un secondo Lorenza si staccò, lasciando alla bocca di Andrea l’incombenza di dare piacere a Tom. Per la prima volta lui si trovò ad avere tutto il cazzo in bocca, tutto per sé. Continuò a succhiarlo sentendosi veramente nell’eden dell’eccitazione. La cosa lo mandava su di giri, non pensava potesse piacergli così tanto sentire quel caldo e duro pene nella sua bocca. Si stava gustando quella nuova sensazione, il gusto deciso di precum che usciva a gocce dalla punta del cazzo, quando ad un tratto, sentì il suo pene sfregare non più contro il tessuto bagnato delle mutandine di lei. Sentì delle calde e bagnate labbra di pelle.

Lorenza aveva spostato leggermente le mutandine, scoprendo il suo sesso. Andrea eccitatissimo continuó a succhiare, infilandosi il cazzo quasi tutto in gola, finché ad un tratto dovette fermarsi per liberare un gemito quando quelle labbra vaginali bagnate avvolsero la sua cappella e scivolarono giù lungo il suo sesso, facendolo penetrare totalmente dentro Lorenza. Ora, con le mani sui fianchi di lei, lui accompagnava il suo movimento. Lorenza a cavalcioni su di lui iniziò a scoparlo molto lentamente, facendo scivolare il suo pene per tutta la lunghezza dentro la sua vagina grondante di umori. Vivere quel pompino a due l’aveva infuocata. Anche lei gemette, prima di tornare, con passione, a condividere con la bocca di Andrea il duro cazzo di Tom.

Il pompino riprese più vorace di prima. La lingua di lui scorreva lungo l’asta, concentrandosi sulla parte bassa del cazzo e talvolta scivolando sulle palle. Lei invece si concentrò a succhiare la gonfia cappella, che quasi pulsava. Tom gemeva sempre di più. Come lui anche Lorenza e Andrea mugugnavano, con il loro piacere che a fatica riusciva ad esprimersi per via del continuo limonare e succhiare. Lei aumentò il ritmo della sua cavalcata sul cazzo si Andrea. Lui, eccitato com’era da quella situazione, era sicuro che con pochi colpi ben assestati sarebbe esploso.

Neanche il tempo di pensarlo, che Lorenza con un abile gioco di labbra sulla cappella e la lingua di Andrea intenta a leccare l’asta, portarono Tom all’orgasmo. Gemette forte, mentre fiotti di denso piacere schizzarono sulle labbra di lei, per poi cadere sulla lingua di Andrea lì sotto. Lei era abituata a quella scena, ma per Andrea ricevere quegli schizzi, quel gusto acre che gli riempì la bocca, erano trasgressioni nuove che lo spinserò al limite. Un’ultimo affondo di figa di Lorenza sprigionò anche il suo piacere. Mentre Lorenza gemeva, quasi tremando sul cazzo di lui, Andrea riempì la sua vagina di sborra, ansimando forte. Poco dopo il suo liquido lentamente iniziò a colarle fuori dalla figa, mischiandosi ai suoi caldi umori e scivolando in basso lungo il pene di lui, mentre lei continuava a muoversi.

Tutti e tre, in estasi, si guardarono. Sorrisero e, in modo del tutto naturale, si baciarono. Le labbra di Andrea e Lorenza, bagnate dal piacere di Tom, andarono a regalare anche alla sua lingua il gusto di una serata che non si sarebbero dimenticati.
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