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Un incontro casuale


di Motogenova2024
01.09.2024    |    68    |    3 9.2
"Una bellezza degna di Botero mi appare nel vano della porta: due seni enormi, dei fianchi larghi ed eccitanti, un sedere pieno dall’aspetto invitante..."
Racconto ispirato da una chat con la lei di Mogliecercaschiavo… nella speranza di tramutarle in realtà!

Capita spesso che quando sono in giro in moto la gente mi fissi: grande e grosso con il gilet di pelle pieno di toppe (ricordi dei viaggi fatti), gli stivali, la moto tutta nera… le signore un po’ più agée stringono le borse, i bambini guardano curiosi, i mariti in giro per negozi con le mogli con un pizzico d’invidia. Io cerco di sorridere a tutti perché a dispetto dell’immagine sono una persona gioviale e di compagnia.
Quella volta non faceva eccezione: avevo appuntamento con degli amici provenienti dalla lombardia per andare a fare un week end in moto in giro per la Provenza, ma purtroppo la ruota bucata di uno del gruppo mi avrebbe costretto ad aspettare un po’.
Ero seduto al tavolo di un bar, rispondendo con un sorriso agli sguardi dei passanti. Qualcuno si fermava a fare qualche domanda o qualche apprezzamento sulla moto, e io ero ben felice di scambiare due chiacchere. Avevo anche messo un last su A69, magari avrei trovato un modo più divertente di passare le ore di attesa che mi si presentavano.
Un signore dall’aspetto mite sulla sessantina, guarda la moto, guarda me e mi si avvicina.
“Salve, è sua?”
“Si. Stiamo insieme ormai da più tempo che con mia moglie”
Sorride
“Avrei sempre voluto avere una moto, ma mia moglie mi ha sempre detto di no. Beato lei!”
“Gliel’ho detto prima di sposarci: sto con lei da più tempo che con te, non farmi scegliere!”
Sorride nuovamente.
“Non potrei mai rispondere alla mia così, si arrabbierebbe da morire! Secondo me lei la conosce…”
“Non credo, non sono di queste parti”
“Non personalmente, ma… non mi prenda per uno stalker… lei ci ha cercato su A69”
Resto senza parole.
“Ha visitato il nostro profilo, il radar diceva che era vicino. Ho visto che lei è un motociclista, la moto parcheggiata nel bar sotto casa nostra, il last, abbiamo tirato le somme… mia moglie mi ha mandato a cercarla per invitarla da noi”
Non so cosa rispondere. L’uomo mi indica un portone e mi invita a seguirlo. Metto il casco nel bauletto, pago la birra e lo seguo.
Mentre saliamo le scale mi accorgo che è sempre più sciolto, chiacchera senza sosta. La situazione evidentemente vlimpiace, e non riesce a stare quieto.
Suona.
“Chi è?” una voce femminile da dietro la porta
“L’ho trovato, amore mio”
Scatta la serratura. L’omino apre e si scosta di lato facendo segno di entrare.
Una bellezza degna di Botero mi appare nel vano della porta: due seni enormi, dei fianchi larghi ed eccitanti, un sedere pieno dall’aspetto invitante. Il tutto sensualmente strabordante da un babydoll nero che pare più una decorazione che qualcosa destinato a coprire.
“Prego, prego, entri”
Faccio un passo e lei mi si avvicina.
“Piacere, D”
“Piacere, S… direi che possiamo essere un po’ meno formali, no? Diamoci del tu!”
Un delicato abbraccio ed un doppio bacio sulle guance a mo’ di saluto, ma questo non mi impedisce di sentire la piacevole pressione delle sue mammelle anche attraverso la giacca da moto… e anche di allungare una mano a palpare un sedere burroso ma non molle, anzi!
“Ehi, hai fretta… bene, allora. Procediamo! Tesoro, al tuo posto in cucina. Nudo.”
L’omino, evidentemente contento di obbedire alla moglie, si dirige vero la cucina. Sento una sedia spostarsi e lui arrmeggiare con la fibbia della cintura.
“Vogliamo dirigerci verso il salotto?”
“Preferirei prima darmi una rinfrescata, posso?”
“Certo, che maleducata!” Si gira verso la porta della cucina “tesoro, accompagna l’ospite in bagno e porgigli un ascigamano pulito”
“Certo amore mio” Il marito spunta, nudo come un verme, porgendomi un asgiugamano. “Da questa parte. Mi vuole dare i vestiti?”
La situazione è surreale. Mi spoglio e gli porgo i vestiti, lui ringrazia e se ne va. Mentre mi lavo e mi asciugo penso che finalmente il sogno di diventare il bull di una coppia mistress/slave sta diventando realtà. Questo mi provoca una erezione quasi immediata. Uscendo dal bagno passo dalla cucina dove l’uomo, che sta piegando e riponendo con cura i miei vestiti, mi guarda il cazzo in tiro ed esclama “bene, mia moglie sarà felice di vederla così”
Arrivo in salotto. Lei è seduta con le gambe accavallate, ma appena entro apre le imponenti cosce da cui fa capolino un triangolo nero. Non sembrano mutandine, ma pelo… oggi è proprio il mio giorno fortunato.
Mi fiondo in mezzo a quel ben di dio di carne alla ricerca del profumo ineguagliabile della femminilità al naturale, ma appena inizio a leccare l’indole della mistress esce prepotente.
“Sdraiati” mi dice con un tono che non è un ordine ma che non ammette disubbidienza o titubanza.
Appena sono supino sul tappeto del salotto lei si alza e si posiziona in piedi all’altezza del mio viso. La vedo piegarsi sulle ginocchia fino a sedersi sulla mia faccia, mi strofina il clitoride sul naso ed io con la lingua raccolgo gli umori che le inumidiscono i peli più intimi. Allungo le mani verso i seni e sento i capezzoli che spingono attraverso il pizzo delle coppe. Stringo a piena mano quelle mammelle enormi e morbide, e con la punta dell’indice vado a cercare i capezzoli. Li stringo delicatamente, da come mugola la cosa sembra piacerle. Stringo e lecco, palpo e succhio. Lei mugola e il marito dalla cucina la incita “amore mio sembra proprio che ti stia divertendo, ne sono felice”
Infilo la lingua dentro la spaccatura delle grandi labbra, un ambiente morbido e caldo la accoglie. Con le mani faccio uscire i seni dalle coppe e strizzo leggermente i capezzoli, sentendoli inturgidirsi sempre più mentre lei spinge il bacino verso il basso per aiutare la lingua nella penetrazione. Faccio fatica a respirare, sopraffatto dalla esuberante femminilità, ma è un dolce soffrire
Sento che sta per venire… quella leggera oscillazione “avanti indietro” è diventata un vero e proprio strusciarsi sulla mia faccia. Inarca la schiena per permettere alla mia lingua di percorrere agevolmente tutto il solco, dal clitoride al perineo. Non disdegno neanche di fare capolino ogni tanto sull’altro buco, ne saggio la morbidezza con la punta del naso e il piacevole sapore con la lingua. Neanche lei disdegna le attenzioni al suo didietro, e me lo fa capire sussurrando “Metti un dito dentro..dietro...pianoooo”
Tolgo la mano destra dal seno, avvicino l’indice alla sua bocca. Lei lo lecca, quando che è ben ricoperto di saliva lo avvicino al fondoschiena. Lo faccio scorrere in quella valle di piacere che si trova tra le chiappe fino ad arrivare al buchino. Prima piccoli movimenti circolari intorno all’ano, quando sento i muscoli rilassarsi stringo sempre di più i cerchi e premo leggermente. Quando arrivo al buco la prima falange entra quasi naturalmente, senza resistenza. Piano piano, aiutato dalla mia saliva e dai suoi stessi umori che adesso escono copiosi dalla vagina, tutto il dito si fa strada dentro. Con la punta della lingua sento, attraverso la sensibile parete tra utero e intestino, il mio stesso dito che le fruga dentro. Un orgasmo la fa tremare, aumenta la pressione sul mio viso fino quasi a soffocarmi mentre sento i muscoli della vagina contrarsi a tempo col suo respiro che corto e profondo diventa lentamente calmo e regolare. Si alza come se io neanche fossi in quella stanza in preda ad una erezione ormai quasi dolorosa. Rimango sdraiato qualche istante, cercando di riprendere fiato. Arrivata alla porta si gira e mi guarda. “Sono tutta appiccicosa. Vado in doccia..vieni?”
“ Certo! Facciamo venire anche lui? Se vuole può guardare”
“Vuoi fargli vedere come mi insaponi?”
Ormai sono conscio del mio ruolo di vibratore umano (e non mi dispiace) ma c’è qualcuno in casa che nella scala gerarchica sta più in basso di me. Decido di stare al gioco.
“Fallo accomodare. Deve stare in ginocchio con le mani dietro la schiena, non voglio vederlo toccarsi quell’inutile pisellino.” le dico. Lei indica al marito l’angolo del bagno dove deve mettersi ed entra nella enorme doccia, dove si sta comodamente in due: difficile pensare che sia solo un caso e che non sia stata concepita anche come luogo di giochi. La seguo. Si gira verso il muro dandomi le spalle, apre l’acqua e si sporge quasi impercettibilmente il sedere verso di me. “La spugna è sul ripiano, prendi il bagnoschiuma al cocco. Ha un buon profumo”. Capisco che il gioco ricomincia, insaponarla per me sarà un piacere: parto dalla schiena e dalle spalle, scendo fino giù al solco tra le chiappe a cui dedico particolare attenzione. Lei appoggia le mani al muro e si spinge ulteriormente verso di me. Appoggiando il petto alla sua schena l’abbraccio da dietro e passo la spugna su quelle fantastiche tettone e poi giù fino all’ombelico e alla passerina. Ovvio che ogni tanto un dito scappa e va ad infilarsi dove non dovrebbe: sul clitoride, su un capezzolo o sulla rosellina intorno al buco del culo… con tutto quel sapone scivolano che è una meraviglia.
Mentre la sto insaponando tra le gambe sento i coscioni tremare e stingermi la mano… le sta piacendo. Si gira e si inginocchia. Il cazzo che prima le premeva sulle natiche ora è proprio davanti alla sua bocca. Resto nel personaggio: “facciamo vedere al maritino qualcosa che lui non avrà mai… prendilo in bocca…” “Si ti pompo”. Sento le sue labbra sulla cappella, la lingua che mi accarezza l’asta dalle palle al frenulo, sto impazzendo dal piacere. La guardo e le dico, come se suo marito non fosse inginocchiato dall’altra parte del vetro “Il cornuto apprezza?”. Si stacca dal mio pene, volge appena lo sguardo verso l’uomo. “Chi se ne importa”, e poi si rimette a succhiare.
Sto quasi per venire, ma non è così che voglio finire. Faccio un passo indietro mettendo fine a quel magnifico pompino e l’aiuto ad alzarsi, poi la giro di schiena. Non riesce a trattenere un piccolo “mmm” di piacere quando capisce che siamo al momento clou. Appoggio prima la punta sul culetto, poi scendo lungo quel sensibilissimo tratto di pelle sino alla fica, poi di nuovo su verso il culetto, poi di nuovo fino a lambire la clitoride con la cappella. Mi chino verso il suo orecchio “sono indeciso… dove lo vuoi?”
La risposta è un sussurro tra le labbra serrate dal piacere “Fica”
E fica sia… entro nella sua tana umida e accogliente, la sensazione di caldo che mi avvolge la cappella è indescrivibile… due colpi decisi e sento le palle fare ciaf ciaf sulle sue giunoniche cosce. Per rendere la cosa più intrigante le appoggio il pollice nell’altro buco… “Spingi”
Non me lo faccio ripetere due volte. Il dito aiutato dal sapone entra, sento una leggera contrazione dello sfintere che mi eccita ancora di più. Mentre le masturbo il culo con il dito tiro fuori il cazzo e lo struscio tra i peli, poi di nuovo dentro, qualche colpo e poi di nuovo fuori… mi piace sentire col pollice il cazzo che entra ed esce dalla sua fica attraverso la sottile ma sensibilissima membrana dell’utero
“Siiiii…” Sento che stai per venire, ed anche io… mi riavvicino al suo orecchio: “posso sborrarti dentro?”
Questa volta la risposta non è un sussurro, ma un rantolo “Fallo siiiiii… Vengooooo”
Spingo fino in fondo e, ancor più eccitato dai suoi gridolini e dagli spasmi del suo orgasmo, vengo anch’io.
Resta ancora un compito da svolgere. “Che dici. Tuo marito vorrà ripulire tutto?” “Certo”
L’uomo, evidentemente esperto, entra nella doccia e si inginocchia tra di noi.
Lei avvicina il bacino alla sua bocca ed allarga leggermente le gambe così che lui possa bere il mio sperma mentre cola fuori dalla sua vagina mischiato con suoi umori. Ripulisce tutto per bene, non tralasciando nessun residuo. “Quando hai finito passa a leccarmi il cazzo, magari scopriamo che hai una vocazione nascosta” poi, rivolgendomi a lei “Ha pulito bene?”
“Tutto”
“Bene, allora tocca a me”
Comincia a leccarmi e sono stupito. Mi scappa un “sai che è proprio bravo con la lingua? Sembra che non sia il primo che prende in bocca…”. In men che non si dica sono di nuovo in tiro. Lei se ne accorge, ed ecco tornare il tono perentorio e che non ammette repliche: “Scopalo”
“Certo. Voglio proprio vedere se è allenato come sembra”
Senza un fiato il marito si mette a pecorina, lei gli si siede sulla schiena rivolta verso di me e gli allarga le chiappe, mostrandomi un buco slabbrato. Questo gioco devono averlo fatto spesso, direi che non è il primo che prende. Nonostante sia volutamente brutale e non lo lubrifichi in nessun modo il cazzo entra come nel burro, tutto fino ai testicoli senza difficoltà… io comincio a pomparlo e lui a gemere. Credo di aver capito cosa piace a questa coppia di nuovi amici, e sto al loro gioco “la cagnetta fa finta di sentire dolore ma secondo me sta godendo… ha già il cazzetto duro”
“Chiedigli se ne ha preso di giovani”
“Siiiiii… mi piacciono giovani…” risponde lui.
“Ah, alla frocetta piace il cazzo giovane! Si vede ch è proprio amante del cazzo, i giovani durano di più e sborrano a litri”
“Chiedigli quanti anni ha”
“Quanti anni hai, troia?”
“Mmm…. 63…. Siiii….”
“Sei proprio una vecchia zoccola. Chissà quanti cazzi hai visto. Sto per sborrare di nuovo. Lo faccio nel suo culo?”
“Sulla schiena”
Faccio appena in tempo a tirarlo fuori che un fiotto di sperma, anche se meno potente di quello di pochi minuti prima, lo schizza dalle natiche alle spalle. Senza dire una parola si alza e sparisce nel bagnetto di servizio. Immediatamente dopo sento scorrete l’acqua.
“Adesso è il caso di lavarsi davvero”. Facciamo la doccia, questa volta senza secondi fini (giusto una palpata ogni tanto, ma non si può resistere a quel corpo traboccante). Finito mi porge un accappatoio per asciugarmi. Mentre lo prende non posso non notare che gli accappatoi pronti per essere usati fossero tre, a riprova del fatto che quello che era successo era un copione ben rodato e non aveva nulla di casuale, se non la persona scelta come terzo attore. Cioè me.
Usciamo dal bagno e andiamo in cucina. Lei si siede, lasciando civettuolamente l’accappatoio aperto per farsi ammirare. I vestiti sono li dove li aveva piegati e riposti con cura il marito, che adesso sta armeggiando con una moka.
“Posso offrirle un caffè mentre si veste?”
“No, grazie”
Mi guardano entrambi con un sorrisetto malizioso “allora non la tratteniamo oltre. Non vorremmo apparire scortese ma attendiamo altri ospiti a minuti….”
No. Non era stato sicuramente un incontro casuale.
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