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Mia Moglie Federica una Dea dell Sesso !!


di fedynick
23.09.2024    |    395    |    9 9.6
"Mi stavo quasi arrendendo alla ineluttabilità della sorte, quando ricevetti una chiamata al cellulare: era mia moglie che mi avvertiva di tornare subito a..."
Mi chiamo Nicola, Nick per gli amici, e mi va di raccontarvi la storia che sto vivendo con mia moglie Federica, femmina dalle forme generose, che non disdegna di mostrare ed offrire a causa della sua esagerata esuberanza sessuale, derivata dalle sue origini al sole di paesi tropicali. Ne sono pazzamente innamorato e non ho fastidio se noto che altri maschi le dedichino attenzioni: è così ardente, provocante e sorridente, in ogni occasione, che sarebbe contro natura se, a vederla, qualcuno si girasse dall'altra parte. Quando capita che qualcuno l'abbia insidiata, al nostro ritorno a casa facciamo l'amore in una maniera insolita, da veri porci, perché mi va di ripeterle che quel suo modo di farsi approcciare mi ha, di fatto, eccitato oltremodo e non mi sarebbe dispiaciuto se lei si fosse lasciata andare e se lo fosse scopato. Al che lei mi risponde che, per la sua cultura, la femmina non deve mai negarsi alle voglie del maschio ed accettare tutte le sue manifestazioni di desiderio. Questa precisazione, da un po' di tempo, mi ossessiona, anche perché, avendo subìto un intervento ai testicoli, ho potuto verificare che non riesco più a soddisfare la sua esuberanza e mi capita, quindi, di fantasticare spesso sulla possibilità che mia moglie mi renda cornuto e la cosa, anziché infastidirmi, mi fa eccitare come un mandrillo. Federica, come già detto, non è di quelle donne che se la tirano e, se dovesse capitarle un'occasione che la intrighi, non ci penserebbe su un attimo a riempirmi di corna. E' solo che, da quando siamo sposati, veste i panni della signora seria e morigerata, mentre conosco bene quale ardore le ribolle dentro. Infatti è capitato, mentre si fa l'amore, che mi raccontasse di una sua avventura prima che ci sposassimo. Era al mare, quando un uomo più maturo le fece delle avances; erano in spiaggia e lei poté notare che il costume di quel maschio era fin troppo abbondante nella regione inguinale e quella visione la mandò in tilt: aveva voglia di provare quella specie di bestia, che lei immaginava potesse esservi fra le gambe di quell'uomo. Per cui non perse tempo ad appartarsi con lui dietro le cabine e farsi scopare, con il rischio che la compagna di lui, non molto distante da loro, potesse accorgersi di qualcosa e sollevare un putiferio. Raccontava quei fatti con una specie di nostalgia e con gli occhi languidi di chi desiderasse potesse ancora verificarsi.
Io me ne eccitavo e la chiavavo con maggior ardore, senza farla allontanare dal ricordo di quella scena che assorbiva la sua mente, anzi, cercando di farle ricordare maggiori dettagli sull'avventura che, chiaramente, l'aveva scossa non poco.
Mi era ormai chiaro che lei si sentiva presa, sedotta, da soggetti dalle dimensioni "extra large", ma... dove reperirli?
Un giorno, eravamo insieme al centro commerciale, quando, mentre si andava in giro a guardar vetrine, lei mi strinse forte la mano, indicandomi un tipo che ci veniva incontro, con un bozzo considerevole fra le gambe.
"Eccolo" mi disse "Guarda che pacco che ha: deve averlo proprio come piace a me".
Fui preso così d'improvviso che non seppi risolvermi al momento. Quando però tornammo a casa, lei era come impazzita: mi aggredì letteralmente e volle scopare non senza richiamare quel tipo.
"Nick, sono certa che aveva un cazzo di quelli che piacciono a me. A te non dispiace, vero, che ti confessi queste cose? Non è che non sia soddisfatta di te, anzi, ma certe dimensioni mi mandano ai pazzi."
Era più che chiaro che quell'avventura al mare, prima che ci conoscessimo, l'aveva segnata ed era rimasta indelebile nella sua mente. Sta di fatto che facemmo una scopata incredibile, fantasticando su cosa lui avrebbe potuto farle mentre la chiavava, provocandole orgasmi continui che le facevano emettere veri e propri fiumi di umori.
"Ma, amore - la incalzai - se ti trovassi ad aver a che fare con un tipo così, con quelle dimensioni, ci scoperesti senza curarti di me?"
"Sì, amore, ci scoperei ed alla grande, perché non sarebbe un tradimento, ma solo voglia di sesso. Perché me lo hai chiesto? Temi che questo potesse compromettere il nostro rapporto familiare?"
"Assolutamente no, anzi voglio assicurarti che ne sarei felice, ma vorrei che lo facessi con me presente. Vorrei vederti godere, mentre ti fai dilatare i buchi da quel randello smisurato e rivolgermi sguardi d'amore e di riconoscenza, che mi gratificherebbero per averti permesso ciò che desideri così ardentemente.
"Allora non hai che da trovarne uno come quello visto oggi alla città mercato, se non proprio quello: me lo scoperei all'istante e ti farei dono di tante di quelle corna, che nemmeno immagini, visto che adori tanto vedermi chiavata da estranei."
Decisamente il mio rapporto con Federica stava prendendo una piega che mi piaceva, anche se non ne conoscevo ancora la portata. Per vari giorni mi misi alla ricerca di quel tipo visto al centro commerciale, ma mi resi conto che era un'impresa alquanto difficile, se non impossibile, poterlo trovare. Non sapevo nulla di lui, tranne che aveva un cazzo che avrebbe potuto far impazzire mia moglie. Mi stavo quasi arrendendo alla ineluttabilità della sorte, quando ricevetti una chiamata al cellulare: era mia moglie che mi avvertiva di tornare subito a casa, perché aveva una sorpresa da farmi vedere. Non persi tempo e mi proiettai a casa. Nell'entrare, mi resi conto che l'atmosfera della sorpresa era stata creata ad arte.
"Nick, vieni di qua, in camera"; era la voce di Federica perfusa da straripante languore.
Mi accostai alla soglia della camera e la vidi allungata sul letto, completamente nuda, che stava assaporando un discreto cazzo, leccandolo dal basso verso l'alto. Un attimo dopo stava facendo il percorso inverso, non senza accogliere nella sua bocca vogliosa quella cappella turgida, che veniva sollecitata dalla sua libidine.
"Ti piace quello che vedi, amore? Dai, dimmi che la sorpresa è di tuo gradimento. Sì, lo so, ti saresti aspettato che potessi aver trovato uno di quei cazzi come piacciono a me, ma è quello del figlio del fruttivendolo, che, come vedi, non è poi tanto male. In verità, quando ero entrata nel negozio, c'era il padre che, al sentire ciò che mi necessitava, aveva chiesto al figlio di non allontanarsi dal negozio, così da permettergli di riempirmi la borsa di ciò che chiedevo. Mi ha portato nel retrobottega e lì, senza poterlo nemmeno immaginare, mi è saltato addosso e mi ha messo le mani dappertutto. Mi aveva adagiata su un tavolo e, tolte le mutandine, aveva preso a leccarmi la fica: amore, non puoi immaginare quanto abbia gradito quel momento.
Mi ha fatto eccitare da pazzi e, ancor più, quando mi ha infilato il suo cazzo in bocca: ero in estasi totale e la cosa avrebbe potuto continuare ancora a lungo, se non fosse entrato questo ragazzo, dicendo che doveva provvedere a servire una cliente, che, in nessun modo, voleva esser servita da altri, se non da lui. Così abbiamo dovuto smettere quello che stavamo facendo, anche se la nostra eccitazione era alle stelle.
Riempita la borsa di ciò di cui avevo bisogno, ha chiesto al ragazzo di portarmela in casa. Amore, non potevo restare in bilico così, senza aver raggiunto una parvenza di orgasmo. Così, appena entrati in casa, gli ho chiesto se gli fosse piaciuto continuare quello che stavo facendo con suo padre. Non se l'è fatto ripetere due volte e così ti ho avvertito, mentre conducevo questo giovane virgulto in bagno e lavargli l'uccello. Sapessi come cresceva tra le mie mani, mentre lo ripulivo da sudore o quant'altro, allora non ho resistito e gliel'ho preso in bocca. Il porcello non se ne è stato con la mani in mano ed ha preso a sgrillettarmi, perché ero ancora priva di mutandine, che dovrebbero esser ancora nella borsa. Pensando che presto saresti tornato, soprattutto a seguito della chiamata, ho pensato bene di farti una sorpresa; così ho portato il ragazzo in camera e mi sono spogliata completamente. Ora, però, amor mio, ho una voglia che non ti dico e voglio farmi chiavare da questo cazzo, ma non nella posizione tradizionale, bensì nel culo, perché lascerò per te la disponibilità della mia passerina."
Avete capito cosa aveva architettato quella puttana di mia moglie? Si era prima trastullata con il padre del ragazzo ed ora voleva godersi una doppia fica/culo. Senza pensarci su due volte, mi sono sdraiato sul letto e mi son fatto cavalcare da Federica, la quale, una volta in arcione, si è allargata le chiappe mostrando al ragazzo il suo buchetto posteriore.
E' stata una specie di impresa, perché nessuno di noi era esperto in quel tipo di amplesso, ma ci siamo riusciti ed avreste dovuto vedere come la troia cavalcava, prendendo contemporaneamente due cazzi, non enormi, ma di dimensioni per niente trascurabili.
L'abbiamo riempita di sborra sia davanti che dietro e lei non smetteva di godere. Era un'autentica assatanata e, una volta finito, lei si è accucciata tra le mie braccia, come farebbe un piccolo di cane con il padrone.
"Amor mio, ti è piaciuto? Sono stata all'altezza della situazione? Ti aspettavi che potessi esser così troia? Del resto non sono la sola, qui, nel fabbricato, perché la mia scopata con il fruttivendolo, è stata interrotta dalla biondina del piano di sotto, che ha preteso di esser servita solo da lui, con la differenza che io non fotto all'insaputa del mio uomo, come fa lei. Dimmi, ti è piaciuto, perché, se e quando avremo disponibile il soggetto che prediligo, ti farò divertire un sacco"
Avevo abbandonato la ricerca del tipo visto al centro commerciale. Ma, nella vita, non bisogna mai, dire mai. Infatti, un giorno, mentre ero nell'ufficio postale ad attendere il mio turno per pagare un bollettino, lo trovo lì ad attendere, a sua volta, il proprio turno.
Lo avvicino e gli chiedo:
"Saresti così gentile da aiutarmi?"
Lui mi guarda quanto mai sorpreso, perché non immagina minimamente quale potrebbe esser l'aiuto che sto per chiedergli. Allora io, deciso a non far sfumare l'occasione, proseguo:
"Dovresti scoparmi la moglie."
Quello mi scruta per bene, pensando di aver a che fare con uno svitato. Ma io insisto ed allora mi risponde:
"Credo di non esser il soggetto adatto ad aiutarti. All'oggi, tutte le donne, cui ho fatto delle avances, al solo vedere il mio attrezzo, sono scappate via, temendo di dover poi ricorrere alla chirurgia per farsi ricucire. Forse non avrai notato: sono molto, ma molto grosso lì e non credo proprio che tua moglie potesse esser contenta di farsi scopare da me."
Ed io ad insistere:
"Invece è proprio il contrario di quanto tu possa pensare..." e giù a raccontargli di quando l'avevamo visto al centro commerciale e ciò che ne era seguito alla vista di quel suo notevole pacco.
Ero deciso a non mollarlo, perché mi rendevo conto di quanto fossi stato fortunato ad incontrarlo, per cui, dopo avergli precisato i motivi che mi avevano indotto ad avvicinarlo, gli chiesi se fosse disponibile a seguirmi a casa, dove avrei potuto presentargli mia moglie, in quanto libera da impegni.
Essendosi deciso a seguirmi, pensai bene di avvertire Federica e, quindi, le telefonai, dicendole:
"Tesoro, ho qui con me il tipo del centro commerciale. Tra poco te lo porterò a casa."
"Assolutamente no" rispose, poi, dopo una breve pausa, aggiunse:
"Vuoi davvero che riviva l'avventura di tanti anni fa?"
"Sì, certo, perché tu ci hai ripensato, non vuoi più?"
"Ma scherzi? E' quanto desidero al di sopra di ogni altra cosa, ma, per un breve attimo, ho pensato al fatto che potessi sentirti umiliato e, sinceramente, non vorrei che ciò accadesse. Quindi, se per te va bene, non hai che da darmi una mezz'ora di tempo, per fare una doccia e presentarmi al meglio delle mie possibilità."
Ciò detto, proseguii la conversazione con l'amico, che scoprii chiamarsi Emilio e ci fermammo anche ad un bar per sorbire una sambuca ghiacciata: dovevo dar tempo a Federica di prepararsi.
Allo scadere della mezz'ora, aprii la porta di casa, trovando un'atmosfera ovattata e decisamente favorevole a giochi di sesso. Portai Emilio in salotto e lo feci accomodare in attesa che giungesse Federica e, quando ciò accadde, restammo entrambi a bocca aperta.
Era di una bellezza strepitosa ed il suo appeal era travolgente. Aveva gli occhi che le brillavano nel riconoscere in Emilio il maschio che l'aveva fatta eccitare al punto di bagnare le mutandine. Emilio la prese fra le braccia e la baciò, dapprima sulle guance, ma, subito dopo, infilandole la lingua in bocca, iniziando con quella di lui, una girandola di emozioni e sensazioni che arrivavano fino a me. Finito quel bacio, che di più scandalosi non avevo mai visti, prese a leccarle il collo, le orecchie e parte della spalla nuda, avendo lei indossato un top che niente nascondeva dei suoi seni opulenti. Quel top finì subito sul divano, come cosa inutile da tenere indosso. Con quel suo seno che svettava ed i capezzoli ridotti a spini che avrebbero traforato qualsiasi tipo di tessuto, Federica prese per mano Emilio e lo condusse nella nostra camera da letto.
Li seguii imbambolato e, quando vidi mia moglie sistemarsi a cosce aperte, offrendo la sua fica ben depilata e simile a quella di una bambina, Emilio non poté non accostare la sua lingua a quella sorgente di umori e piaceri infiniti. La leccò a lungo, facendola sobbalzare sul letto, poi, Federica volle ricambiare e, quale non fu la sua meraviglia quando scoprì la potenza e maestosità di quel cazzo che tanto la intrigava.
Intanto mi ero messo a sedere sulla poltroncina, avevo tirato fuori il mio arnese, già pronto per una fantastica sega: avevo il cazzo duro come la roccia. Federica, nella posizione a 69, con la propria figa ancora sulla bocca di Emilio, stava procedendo ad una fellatio come mai ne avevo viste. Quello che lei aveva davanti sembrava un idolo, un totem da adorare: lo carezzava, lo leccava, ne prendeva la cappella in bocca e me lo mostrava con orgoglio, facendo chiaramente intendere: "pensa a quando me lo infilerò tutto dentro la fica: mi farà impazzire".
Intanto gli orgasmi di Federica si facevano più frequenti, sia per la stimolazione ricevuta con il cunnilinguo, che per quei pensieri che le frullavano nella mente.
Ad un certo punto lei si è spostata dalla posizione del 69 e si è messa a cavallo su quella nerchia nerboruta; ha appoggiato la cappella fra le labbra della sua fica e, lentamente, delicatamente, se la lasciava scivolare all'interno. Per un attimo ho avuto il dubbio che potesse non farcela ad inglobarlo tutto, ma mi sbagliavo: son rimasto strabiliato quando ho visto che l'intera verga era sprofondata completamente all'interno della fica di mia moglie. Ha preso a strofinarsi su quel membro, con un movimento di avanti/indietro lento, dolce: Federica si stava godendo tutta quella esuberanza dentro di sé, centellinando ogni singola scossa, sbalzo o ripercussione che quell'andirivieni provocava all'asta che la penetrava.
Per quanto mi riguarda, era una visione celestiale quella cui stavo assistendo, per non parlare della maschera di piacere che si era andata dipingendo sul viso della mia amata.
Era troppo bello per starmene lì fermo; allora son corso a baciarla, per cogliere parte della sua estasi, oltre a gustarmi il sapore di Emilio, che ancora doveva esser presente nella sua bocca.
Il nostro è stato un limonare furioso: lei godeva a ripetizione e voleva che anch'io partecipassi a quei momenti di infinita goduria. Quando ho visto Emilio che aveva delle contrazioni, ho capito che stava eruttando all'interno di Federica, la quale ha esternato il momento:
"Oh, sì, vienimi dentro e riempimi del tuo piacere. Sapessi da quanto lo ricercavo ed ora che ce l'ho, non me lo lascerò più sfuggire".
E' stato un tremolio continuo il loro, fino ad acquietarsi, soddisfatti.
Emilio si è spinto di lato a Federica, stremato nelle forze e lei, per dovere di riconoscenza nei miei confronti, ha esordito:
"Nick, amor mio, ecco, ora mi sento davvero soddisfatta, però vorrei ancora una cosa da te: mi leccheresti la fica?"
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