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La sculacciata


di uomo_discreto
17.07.2012    |    51.071    |    1 9.1
"Nel frattempo smisi di frustarla per non far sentire il rumore dei colpi al telefono e mi scesi i pantaloni e le mutande, liberando il mio cazzo ormai enorme..."
- Ciao Mario confermato mercoledi? Ti aspetto all’ora di pranzo in ufficio, ho ancora il tuo sapore in bocca- l’sms mi arrivò inaspettato il martedi, dal giorno del primo pompino ne erano trascorsi cinque senza che ci sentissimo. Dopo che lei mi aveva ripulito perbene il cazzo eravamo andati in bagno a lavarci, io mi ero asciugato l’uccello con il suo asciugamano per il viso dopodiché mi ero congedato con una sculacciata e un ‘brava’, da allora non c’eravamo piu’ sentiti. Non volevo essere il primo a scrivere, doveva diventare la mia schiava sessuale, per cui doveva sempre essere a lei a piegarsi, se così non fosse stato avrei lasciato perdere. – Ciao Valeria, domani che arrivo nel tuo ufficio voglio trovarti completamente nuda e depilata, discuteremo prima di lavoro – risposi all’sms. C’erano molti errori nelle sue schede valutative, per cui avevo deciso di punirla come meritava. – Va bene Mario, a domani, baci - . Il giorno dopo feci una lunga doccia in cui tentai inutilmente di far abbassare il mio uccello, dopodiché optai per i jeans ed una bella cintura di cuoio spessa. Quando arrivai sotto il suo ufficio citofonai – chi è? - - sono io Valeria - - Ok, sali, ti aspetto nel mio ufficio, lascio la porta aperta – Salii le scale e entrai nell’ingresso del suo ufficio, quindi avanzai verso la porta semichiusa della sua stanza. Quando la spalancai lei era seduta sulla sua poltrona girevole, cosce aperte, completamente nuda tranne per delle scarpe con tacco altissimo ai piedi. Solo una leggera peluria centrale era rimasta sulla sua vagina, per il resto era completamente priva di peli. Le tette erano piccole ma sembravano abbastanza sode e non calate, forse era un bene che non le avesse grandi. Mi guardò sorridendo maliziosa e mi disse – va bene vestita così ? - - Benissimo – le risposi prendendole una mano – ora alzati e fatti guardare meglio – Lei si alzò e fece come un passo di giro di danza con la mia mano per mostrarsi completamente – Sei messa veramente bene, il cazzo mi è già diventato durissimo – La sua mano corse immediatamente al mio pacco per constatare se dicevo il vero, allora con la mano destra le afferrai il suo culo nudo e la strinsi con forza a me, mentre con la sinistra la presi dal collo e la baciai in bocca con vigore. Lei ricambiò il bacio con voracità e nel frattempo strusciava il suo corpo nudo contro i miei pantaloni e la mia camicia. Dal culo le mie dita scivolarono sulla sua figa e non mi meravigliai di trovarla bagnata - sei già eccitata da morire? – le chiesi guardandola dall’alto in basso negli occhi, trovando sul suo viso una voglia di cazzo che mi inebriava – si, sono eccitata, non ce la faccio piu’, lo voglio dentro! – rispose iniziando ad armeggiare con la mia cintura per aprirmela – Eh no – la fermai io bloccandole la mano – a parte che, se vuoi essere sbattuta come una troia nel tuo ufficio, me lo devi dire apertamente, usando termini piu’ giusti, come quelli che uso io – Lei tirò fuori la lingua e iniziò a leccarmi il collo – Hai ragione, si, sono una troia che vuole essere sbattuta perbene dal tuo cazzo, scopami sulla scrivania – mentre lo diceva la sua figa si strofinava furiosamente sulla gamba dei miei pantaloni, allora continuai a baciarla e ad assecondare il suo movimento prendendola con tutte e due le mani dal culo e – dai Valeria, muoviti così, voglio che vieni come una puttana, nuda tra le mie braccia e con i tacchi ai piedi, d’ora in poi ti vestirai come dico io e farai quello che ti ordino - - siii - - brava troietta, muovi quel culetto dai, dimmi quanto ti senti zoccola a farti trovare nuda nel tuo ufficio – sii mi sento tanto zoccola - - ti immagino già mentre ti depilavi , mentre non vedevi l’ora di farti sbattere dal mio uccellone - - siiiiiiii – gridò lei venendo e afferrandomi dal collo. Si lasciò cadere sulla poltrona girevole, soddisfatta e umida, mentre io mi osservai i pantaloni – guarda come mi hai sbavato addosso – le dissi – sei venuta come una fontana, sei proprio una gran maialina – lei sorrise e annuì. – Benissimo, ed ora al lavoro, alzati e fammi sedere – obbedì e fece per andarsene – dove vai? - - a fare un bidè - - Non ora, abbiamo da fare, siediti nuda sulla mia gamba che ti devo far vedere alcune cose – Così iniziai a farle vedere il lavoro, accarezzandole ogni tanto le cosce e schiaffeggiandola sul sedere, mentre lei ogni tanto poggiava la mano sulla mia abnorme erezione tastandone la consistenza. Quando capii che stava tornando ad eccitarsi, iniziai ad arrivare ai suoi ripetuti errori nelle schede che mi aveva fatto. – Evidentemente, quando ti spiegavo come fare, pensavi piu’ a guardarmi il pacco e ad immaginartelo in bocca invece di stare a pensare a quello che ti dicevo, eh puttana? – le dissi autoritario – si, hai ragione – ammise lei con voce rotta dalla nuova eccitazione – Ho ragione cosa? Dimmelo – Hai ragione, invece di starti a sentire pensavo a guardare il tuo cazzo – la mia mano intanto si insinuò tra le sue cosce – e perche? - - perché sono una troia – e ora quindi che hai sbagliato per colpa della tua ingordigia cosa ti meriti per punizione? – affondai la mano stuzzicandole il clitoride – mmmhhhh quello che preferisci tu, puniscimi come vuoi – finì lei con un filo di voce, mentre chiudeva gli occhi e alzava la testa sognante - - meriti una bella frustata al culo – - si - - ok, inginocchiati e toglimi la cintura, dammela e poi chinati sulla scrivania – Si buttò a terra e iniziò a slacciarmi la cintura, affondando i denti di tanto in tanto sul rigonfiamento dei miei pantaloni, quando finì mi porse la cintura e si mise di pancia sulla scrivania, sollevando il culo nudo e sottomesso. Iniziai a frustarla, anche se in maniera non forte per non lasciarle segni, lei gemeva di piacere ad ogni colpo, ormai era fatta – D’ora in poi tutte le volte che sbagli verrai sculacciata a dovere - - mmmhh si - - e d’ora in poi sarai la mia schiava, voglio sentirtelo dire - - si, sono la tua schiava – rispose lei girandosi e guardandomi. Le porsi il suo cellulare – chiama tuo marito - - cosa? - - non fare domande, chiama tuo marito e parlaci, mentre sei nuda con i tacchi di pancia sulla tua scrivania a farti frustare il culo - - va bene – disse lei e chiamò il marito. Nel frattempo smisi di frustarla per non far sentire il rumore dei colpi al telefono e mi scesi i pantaloni e le mutande, liberando il mio cazzo ormai enorme e pieno di sperma e sculacciandola con quello. Lei parlava col marito in tono perfettamente naturale, e, dopo un po’ di tempo mi fermai, rimasi immobile, fino a che lei iniziò a strusciare le natiche contro il mio pacco. Vedendo quelle chiappe striate di rosso dalle frustate non ce la feci piu’ a resistere e, trovando la sua figa bella bagnata, le entrai dentro come il burro. – ohhhhh, come? Niente niente, ora ti devo lasciare, ci vediamo stasera – disse lei chiudendo la telefonata e abbandonandosi con le braccia sulla scrivania mentre iniziavo a scoparla con colpi sempre piu’ forti. Mi sfilai la cravatta e gliela feci passare intorno al collo, tirandola a mo’ di collare – brava troia, fatti scopare come una cagna - - siiii, scopami così - - ti voglio sempre così, affamata di cazzo e vestita da zoccola, pronta a servirmi e a prendere il cazzo in qualunque luogo - - si, sarò la tua zoccola privata – Stavo per venire allora mi staccai, la feci girare e la sollevai sulla scrivania, iniziandola a scopare da davanti. – si dai daiiii – gridò lei e, con mia sorpresa, venne di nuovo copiosamente, era evidente che era una zoccola nata e che io avevo avuto gioco facile, il che diminuiva un po’ il mio merito ma non me ne poteva fregare di meno! – Sto per venire anche io– le dissi – dove vengo? – volevo sapere se prendeva la pillola, se aveva la spirale etc etc, ma lei rispose subito – vienimi in bocca – così mi staccai e lei si buttò per terra ingoiando il mio cazzo e iniziando a spompinarlo alla grande, fino a quando non le allagai la bocca famelica. Il secondo incontro si era concluso come il primo, e non era che l’inizio…. ( continua )
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