tradimenti
L'AMORE DI SONIA ATTO SECONDO
di Convoi
20.02.2024 |
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"I gemiti si facevano sempre più forti lui spingeva sempre di più e lei di conseguenza lanciava degli acuti a metà fra lo strazio ed il piacere supremo, la..."
Per chi leggesse solo adesso, siete pregati di leggere il racconto precedenteCi baciammo per venti interminabili minuti, poi con molta calma e visibilmente emozionato le chiesi: “ti è piaciuto amore mio? Ti sei eccitata?” lei con la voce rotta dall'emozione e rossa nel viso mi rispose “si amore mio è stato eccitante, una pazzia, ti amo!”
Facemmo l'amore per due ore di fila fra grida e gemiti, tuttavia non era ancora il momento di capire cosa fosse successo, lei era ancora, nonostante venisse da una riunione importante di lavoro, in una sorta di stato di trance emozionale, non feci nessun tipo di pressione e aspettai.
Era circa l'una di notte né io né lei prendevamo sonno, la abbracciai e cominciai ad accarezzarle i fianchi lei di colpo iniziò a parlare come se avessi premuto un interruttore:
“quando ti ho mandato la foto lui era a letto, la sua porta era aperta ma non si aspettava che entrassi, mi sono messa all'ingresso la mia ombra lo ha avvolto, era già in procinto di dormire, si è girato e mi ha visto completamente nuda”, il mio cuore cominciò a battere all'impazzata ero letteralmente pietrificato,era sotto shock non credeva ai suoi occhi presi forza e con un filo di voce rotta dall'emozione le chiesi “co...cosa gli hai detto?” lei sempre girata rispose “posso dormire con te?” Da quel momento in poi seguì il suo monologo, interromperla sarebbe stato come spezzare un incantesimo: “mi sono messa sotto le coperte e con la mano ho iniziato a toccargli il cazzo, uff era impressionante amore duro come il marmo, gli ho levato le mutande e ho iniziato a prenderlo in bocca, lui gemeva come un adolescente alla sua prima volta, ti dirò speravo venisse subito perché quel cazzo lì fa veramente male ma amore, oh cazzo ma che sto dicendo ebbe un attimo di esitazione “ti prego Sonia continua!!! non ti fermare” le strinsi la mano forte lei tirò un lungo sospiro e disse “ok scusa, lui mi ha subito messo sotto e ha iniziato a mangiarmi la figa ma non è durato più di un minuto si è alzato si è messo sopra di me e poco a poco mi ha messo il suo cazzone tutto dentro, all'inizio è stato doloroso non ero più abituata a quelle dimensioni ma poi il dolore ha fatto spazio al piacere” “ti scopa bene amore vero?” “Si cariño mi fa impazzire!”. Il mio cazzo stava esplodendo ero pressoché vicino ad un orgasmo senza nemmeno essermi masturbato “e poi?” contuinuai, “e poi amore mi ha fatto male, molto male, mi ha scopato tanto, non smetteva più ho cercato più di una volta di divincolarmi ma era troppo grande, mi diceva che ero una Troia la sua troia e che sapeva che prima o poi sarei tornata da lui” “è più forte di te amore vero?”,dissi con voce tremante mentre stavo iniziando a masturbarla “si amore è più forte di me mi piaceeee.... MI PIACE IL SUO ENORME CAZZO ”. A queste parole aumentai l'intensità della pressione delle mie dita sul suo clitoride “dove è venuto amore?! dove è venuto dimmelooo”, i suoi gemiti si facevano più acuti ma tuttavia la risposta tardava ad arrivare “DIMMELO PUTTANA DOVE È VENUTO!” “ADENTROOOO” gridò a voce alta, impazzì, con una foga mai vista le entrai dentro sbattendola come mai avevo fatto in vita mia “PUTTANA SEI UNA TROIA TROIA DEL CAZZO TROIAAAAA” venni quasi all'istante lasciando dentro di lei oltre al mio seme ogni briciolo residuo di energia.
Passarono circa quattro mesi dalle mie prime corna, il tema Carlos non era stato più toccato, nessuno dei due l'aveva tirato fuori e forse andava bene così.
Mi ricordo perfettamente che era un martedì di un umida giornata autunnale catalana, eravamo andati a fare la spesa e a lasciare sua figlia al padre, stavamo mettendo a posto le cose chiacchierando come al nostro solito quando all'improvviso sopraggiunse un silenzio che aveva le caratteristiche del fulmine a ciel sereno, mi giro e la vedo seria col cellulare in mano, “Sonia che succede?!”
le chiesi, lei sempre con lo sguardo rivolto al telefono in visibile imbarazzo mi disse, “amore è Carlos è qui a Sabadell, vuole vedermi!”,Io sgranai gli occhi e con la classica ingenuità che mi ha sempre contraddistinto le dissi “beh che ti devo dire invitalo a casa, da mangiare c'è anche per lui”,lei cambiò di espressione e ridendo mi disse “questo se viene, viene a mangiare me” sentì come una fitta allo stomaco, lei mi fissò in silenzio in attesa di una risposta che ovviamente da parte sua voleva dire tacitamente, “voglio scoparlo ancora”.
Ero ad un bivio! Cosa cazzo fare ma soprattutto cosa cazzo dire...il no che sicuramente era la risposta più istintiva, ma quel silenzio quel dannato silenzio e quei suoi grandi occhi che mi fissavano quasi avessero il fuoco dentro, se non lo avesse voluto gli avrebbe detto di no immediatamente... ma anche in questo caso la scelta era stata fatta, del resto quella era stata anche casa sua un tempo, così finì di tergiversare e dissi, “fai venire quel figlio di Troia amore vediamo se ha il coraggio di farlo davanti a me a casa mia!”, ben presto quelle parole dette con incosciente spavalderia fecero spazio ad un senso di vergogna totale, Sonia stava capendo che navigavo a braccio nel mare del caos però da parte sua nessun braccio teso a darmi una salvezza, continuava a fissarmi seria in silenzio, “tu vuoi davvero che venga a casa nostra Amore?” dissi in ultima istanza cercando di salvare il salvabile, ma dall'altra parte la risposta fu perentoria, “si cariño quiero que venga y me comas viva mentre tu ci guardi” un'altra fitta mi prese allo stomaco, questa volta più forte, “non ce la faccio Sonia è troppo” le dissi quasi tremante, si avvicinò mi dette una carezza e un bacio e avvicinando la sua bocca al mio orecchio destro mi disse “mettiti in camera di Montse e ascolta, gli dirò che non ci sei, ma se ritieni che non sia il caso gli scrivo e gli dico che non ne facciamo di niente”,”VA BENE!”,risposi d'istinto, “fallo venire mi nascondo tieni il cellulare a portata di mano e nel caso non mi senta bene per favore mandalo via!”. Sonia sorrise mi baciò e corse subito in camera da letto a mettersi un vestitino leggero nero attillato, il tempo di indossarlo di guardarla mentre si sistemava con un poco di trucco ed eccoci qua con il citofono che squilla “Hola vente...” “amore vai è qui giù”.
I primi dieci minuti passarono volando, ero seduto nella stanza della figlia accanto al salotto, le pareti di cartongesso facilitavano l'ascolto della loro conversazione in catalano che verteva su ben altri temi che quelli riguardanti il sesso, per un momento ebbi la sensazione che quella fosse solo la visita di cortesia di un caro amico, ma passati approssimativamente circa mezz'ora quel senso di tranquillità svanì come un'estate di San Martino quando la bestia iniziò a gustare la sua preda.
I toni della conversazione si erano fatti più bassi, non riuscivo più a capire cosa si stessero dicendo fino a quando il suono dei suoi baci famelici su di lei varcò la soglia del mio udito.
La vergogna aveva tralasciato ben presto posto ad un'eccitazione spaventosa, mi spogliai completamente nudo e mi appiccicai al muro con il cuore in gola e un cazzo in mano, la testa mi stava esplodendo “prendila porco, dai scopala figlio di puttana” sussurravo gemendo, ad un certo punto il silenzio fu rotto dalle risa della mia ragazza che quasi gridando esclamò “mettimi giù daiiiiii stiamo qua ti prego..”ma l'eco della sua voce si faceva sempre più lontano e il suo amante una volta usurpato il regno giustamente voleva il suo trono...IL LETTO.
Camera nostra era divisa da cucina e camera della figlia di Sonia da un lungo e stretto corridoio quindi sentire qualcosa era pressoché impossibile ed è proprio mentre mi dibattevo sul da farsi che arrivarono i primi due gemiti forti a dirmi che il momento era arrivato, lentamente aprì la porta e a passo felpato mi avvicinai più possibile alla porta.
Quei pochi metri sembrarono interminabili, forse perché una parte di me non voleva andare oltre a quello che stava sentendo, ma il dado era tratto il mio corpo completamente nudo la mia mano sul cazzo in tiro davanti alla porta socchiusa della mia camera da letto dove la mia ragazza sta godendo come una cagna in calore col suo amante.
I gemiti si facevano sempre più forti lui spingeva sempre di più e lei di conseguenza lanciava degli acuti a metà fra lo strazio ed il piacere supremo, la porta appunto era socchiusa ma non ero in grado di vedere nulla, potevo solo ascoltare. Il letto in camera nostra è a circa due metri dalla porta sulla sinistra, la testa del letto da sul lato opposto della porta, “pertanto se la sta scopando lo starà facendo con le spalle rivolte a me pensai...” un'altra volta erroneamente.
Detti una piccola spinta alla porta giusto per aprirmi un piccolo angolo di visuale per potermi godere quell'immenso spettacolo che quei due porci mi stavano offrendo, quando che all'aprirsi della visuale mi accorsi che lui la stava sbattendo sul letto in orizzontale e così nel mentre Sonia gridava come se non ci fosse un domani io potevo vedere l'immensità di quel corpo statuario penetrare la mia donna, il problema è che gli occhi infuocati di quel maiale come se richiamati da qualcosa incrociarono i miei in quel minuscolo spiraglio che si era aperto,il lupo aveva ancora fame!
Gli attimi che seguirono furono così veloci che non mi diedero il tempo di metabolizzare ciò che stava accadendo, “che fai non vieni a vedere come si scopa la troia della tua ragazza?” “Oh cielo Mau no me lo creo”, nemmeno il tempo di dileguarmi che i suoi quasi due metri erano davanti a me con il cazzo ancora in tiro e umido degli umori di Sonia. “cosa fai spii mentre te la scopo eh nemmeno il tempo di rispondere che un sonoro schiaffo si riversò sulla mia guancia, “no Carlos lascialo stare è un gioco tra di noi tranquillo tesoro””tranquillo lo dico io anzi tranquillo lo sarai tu” disse mettendomi l'indice e premendolo contro il mio naso a denti stretti “quando il mio cazzo sarà nella tua bocca CORNUTO AVANTI SUCCHIA!” rimasi fermo a fissarlo negli occhi spaventato, il suo atteggiamento si era fatto di colpo aggressivo e prepotente,
“HO DETTO SUCCHIA CORNUTO!” “NO !” Risposi secco ma a quel no sopraggiunse un altro schiaffo questa volta prontamente schivato, era una situazione che da imbarazzante era diventata anche pericolosa, io non sapevo cosa fare e come uscirne, lui era troppo più grosso di me opporgli resistenza risultava veramente difficile ma all'orizzonte non vi era alternativa, tutto questo nel mentre cercava di forzare la mia testa ad andare giù.
Il Deus ex machina di questa situazione fu Sonia che conoscendo bene il suo amante corse a placare gli animi prima che la violenza da parte sua la facesse da padrone, “amore tranquillo” disse rivolta a lui” “eccomi sono tua dammelo tutto a me lui lascialo guardare in pace” disse Sonia che nel frattempo si era catapultata sul suo cazzo mettendoselo in bocca, “è un cornuto deve succhiare” rispose “si cariño è un cornuto e io sono tua lascialo perdere”a questa affermazione le allontanò la testa dal suo membro e con un tono che non scorderò mai disse “io di qua non me ne vado se lui non mi succhia il cazzo”, Sonia al sentire quelle parole si mise a masturbarsi con una foga mai vista mi disse “amore ti prego fallo, fallo per me cariño accontentalo, ti amo”
E così ero in ginocchio davanti a lui con il suo cazzo in bocca avvicendandomi con il mio amore nel dare piacere a quello che era diventato il padrone di casa, il fatto di avere un cazzo in bocca non era più una fonte d'imbarazzo dal momento che Sonia era accanto a me. Succhiai tanto, non ricordo quanto, il tempo sembrava essersi fermato, ma l'epilogo era ormai prossimo.
Ci fece cenno di alzarci, fece sdraiare Sonia sotto di lui e quasi in sincrono in pochi secondi erano già l'uno dentro l'altra, seguirono pochi colpì una decina non di più, profondi secchi, un urlo squarciò la stanza seguito da un leggero lamento proveniente dalla bocca della mia ragazza, Carlos le era venuto dentro. Con molta calma si tolse dal corpo della mia donna che era ancora ansimante a gambe aperte, nel mentre il seme di Carlos usciva dalla figa gonfia di Sonia, uno sguardo a lei e uno a me CHE con un gesto me la indica, questa volta non oppongo resistenza mi metto sul letto avvicino la mia bocca e inizio a leccare la sua sborra che continuava a colare senza sosta...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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