orge
Viaggio in Thailandia
di Ulissex
22.01.2025 |
4.973 |
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"Era sempre stata eterosessuale, e la sua bisessualità non è mai stata per lei più di un gioco, una pura ricerca del piacere senza complicazioni affettive..."
Questo racconto è il seguito di "Disposta a tutto", già pubblicato in questo sito.Camilla aveva conosciuto Roberta in quella serata così insolita nella villa con Giovanni e subito erano diventate amiche …. molto amiche …..
Roberta aveva 43 anni, era un po’ più grande di lei che ne aveva 33, tuttavia era ancora una bella donna. Era alta e magra, con un corpo ben formato che metteva in risalto le dolci curve del fondoschiena e del seno. Si curava molto, estetista, parrucchiera, ma soprattutto faceva molto sport: palestra, nuoto, jogging. Aveva i capelli biondi e gli occhi chiarissimi, di un colore indefinito tra il verde ed il blu, con scagliette di grigio chiaro nella pupilla
Era amministratrice di una media azienda del varesotto. Una seteria che aveva ereditato dai genitori che erano morti entrambi in un brutto incidente d’auto quando lei aveva soltanto 28 anni. Nonostante la tragedia non si era fatta sopraffare dalla situazione. Aveva deciso di prendere Lei il comando dell’azienda e ci era riuscita, trasformandola da micro-impresa familiare a media impresa di successo, che lavorava il prezioso tessuto per tantissime grandi case dell’abbigliamento
Era stata sposata ma il matrimonio non era riuscito. Troppo forte il suo carattere e troppo abituata al comando, alla gestione degli altri per poter resistere al tranquillo ménage con un uomo non all’altezza. D’altronde il forte impegno nel lavoro non le lasciava molto tempo, ed allora si era abituata ad organizzare quelle serate che lei chiamava “trasgressive” con uomini e ragazze di suo gradimento
Camilla era diventata da subito una delle sue favorite. Roberta le diceva che le piaceva per quella certa sua aria di finta innocenza, ma anche per la dedizione totale a compiacerne le sue sempre nuove fantasie. Roberta osservava che nel piacere Camilla riusciva a perdere completamente il senso di quanto le stava succedendo intorno, e questo la rendeva particolarmente eccitante. Una nouvelle Justine con cui poteva coltivare i dolci piaceri dell’erotismo saffico.
Camilla si rendeva conto che Roberta le sapeva leggere la mente, così come Giovanni. Questa strana sensazione un po’ la disturbava ma in fondo la compiaceva. Nell’intimità del sesso le piaceva assumere un ruolo di complice sottomissione, per assecondare i desideri di Roberta e di Giovanni, che invece preferivano assumere un ruolo-guida nei suoi confronti
Egli all’inizio aveva assecondato quella loro intimità, forse un po’ egoisticamente, traendone il suo personale vantaggio di potersi divertire con entrambe. Dopo un po’, tuttavia aveva capito che tra le due ragazze si era stabilita un’intesa molto forte, che disturbava un po’ la sua posizione di maschio dominante. Vedeva la tendenza della sua Camilla ad assecondare Roberta ed a farsi guidare da lei, e qualche volta lasciava trapelare un lieve fastidio, nulla più che qualche piccola ripicca, che faceva sorridere ed inorgoglire la ragazza
Camilla era contenta di essere importante per quell’uomo così interessante, e del resto l’amicizia con Roberta non era nulla di più che un capriccio, un’amicizia erotica. Era sempre stata eterosessuale, e la sua bisessualità non è mai stata per lei più di un gioco, una pura ricerca del piacere senza complicazioni affettive.
Un giorno Roberta le telefonò presto al mattino
- “Vuoi venire con me in Thailandia?” – “a Bangkok?”
- “ci devo andare per lavoro. Mi piacerebbe che tu mi accompagnassi”
- “potremmo unire a qualche giorno di lavoro una breve vacanza
Quella strana richiesta le giunse inaspettata, non sapeva cosa rispondere. Biascicò un banalissimo – “non so ci devo pensare”. Che strana coincidenza, pensò. Roberta aveva un’attività in Thailandia, proprio nella città in cui aveva vissuto le sue prime avventure con Giovanni.
Spinta dalla curiosità la sua resistenza non durò a lungo. Il ricordo delle prime bellissime esperienze lesbo vissute in quel paese la fece decidere in poche ore. La magia di quei dolci massaggi e la possibilità di riviverli in qualche voluttuosa serata con Roberta non le lasciò dubbi. Il pomeriggio stesso la richiamò, e dopo appena tre giorni si ritrovò su di un volo per Bangkok, viaggiando per la prima volta in business class
Roberta a Bangkok aveva una casa. La sua base, il suo nido in cui si recava quando andava lì per acquistare sete e tessuti
La casa era particolarissima e bellissima. Lei la chiamava la casa della tartaruga. Anni prima ci aveva vissuto nientedimeno che Tiziano Terzani, il mitico corrispondente per “Der Spiegel”. Camilla aveva letto alcuni suoi libri e non poteva mai immaginare che Roberta avesse acquistato proprio la sua casa.
Era una piccola oasi di legno immersa in una piccolo angolo di giungla tropicale nel pieno centro di Bangkok. Stranamente sopravvissuta all’orgia di cemento e traffico che tumultuosamente aveva travolto l’intera città . Era tutta un intrecciarsi di travi ed assi antiche di Teak. Nel centro del salone si apriva una grande finestra con un ballatoio che dava su di un laghetto con una fontana. Tutto intorno fiori tropicali e banyani e altre piante che Camilla non sapeva riconoscere. Il quel lago era vissuta una tartaruga centenaria, le spiegò Roberta. Terzani si rifugiava in quell’oasi di pace tra un viaggio e l’altro nelle zone di guerra che negli anni 70 infuriavano nel Sud-Est asiatico
Arrivarono all’alba ma Roberta non ebbe tempo di riposarsi. Si cambiò velocemente per via di alcuni appuntamenti che aveva già fissato lasciando Camilla a godersi la sua casa. Le disse che la sera avremmo cenato in casa insieme a due sue amiche tailandesi. La serata si preannunciava particolarmente eccitante. Camilla era sicura che appena arrivata Roberta avrebbe voluto divertirsi dando sfogo ad una delle sue sempre nuove fantasie
Dopo aver riposato un po’ Camilla andò in piscina e poi uscì per visitare la città. La sera arrivò presto, in Thailandia si cena non appena fa buio. In realtà le due ragazze non vennero per la cena, Roberta le disse che le avrebbero raggiunte subito dopo. Cenarono così lei e la donna, sul ballatoio davanti al laghetto, bevendo più di un bicchiere di fresco prosecco.
Dopo cena Roberta la condusse nella stanza all’ultimo piano che non aveva ancora visitato. Era una camera arredata con un grande letto a baldacchino e due poltrone di seta fucsia …. La stanza aveva una predisposizione che già conosceva. Quella del loro primo incontro nella villa sul lago.
Al capo del letto però c’era un grande specchio con una sontuosa cornice dorata che nella casa sul lago non c’era
Lo specchio permetteva a chi sedeva nella poltrona di vedere cosa stesse succedendo nel letto, potendo osservare le persone distese da entrambe i lati. Sicuramente era una forma di raffinata perversione immaginata da Roberta
Nella stanza una bella ragazza tailandese l’aspettava. Era particolarmente alta e ben fatta. Aveva seni abbastanza grandi e sporgenti e gambe lunghissime, insolitamente muscolose. Vestiva un abito da sera con uno spacco altissimo, che arrivava quasi fino all’inguine. Indossava scarpe nere, con tacchi alti che la rendevano ancora più slanciata
La ragazza la prese per mano e la condusse dietro un paravento, senza guardarla negli occhi, come spesso fanno le ragazze orientali. C’era in lei però qualcosa di strano, era troppo alta e slanciata, troppo formosa per essere una ragazza tailandese. Probabilmente era nata da un matrimonio misto, ed il seno così abbondante sicuramente se l’era fatto rifare.
La guardò mentre iniziava a spogliarsi, da sopra il paravento e lentamente iniziò a capire. Doveva essere un transessuale, un katoey. Era elegante e femminile come una ragazza, non era sguaiato o volutamente esagerato. Dolce e mite come una giovane tailandese, sembrava imbarazzato ad aspettarla, anche se sicuramente non era nuovo a ruoli di questo tipo.
Camilla immaginava che avrebbe ancora abbassato lo sguardo quando lei fosse uscita da dietro il paravento a mostrare la
sua nudità frontale. Si spogliò velocemente, curiosa di scoprire cosa sarebbe successo. Rimase soltanto con le mutandine, ed uscì allo scoperto camminando lentamente verso di lui/lei
Lei le prese ancora dolcemente la mano e la fece avvicinare al letto.
- “come ti chiami?” – le chiese in inglese
- “mi chiamo Camilla. – E tu?”
- “piacere di conoscerti” – “mi chiamo Surawat, ma tutti mi chiamano Ann
Immaginando quello che si aspettava da lei, Camilla si adagiò al centro del letto, con il dorso sulle lenzuola. Questa volta però il gioco era diverso, lei le disse:
- “mettiti sulla pancia, per favore”, sempre in inglese
Un po’ sorpresa un po’ imbarazzata, non sapeva come comportarsi
- “non ti preoccupare, la signora Roberta arriverà subito” –
Decise allora di ubbidire, e di farsi trovare pronta per il giochetto che Camilla aveva pensato. Si girò a pancia in giù mostrando le sue natiche sode e lisce alla bella sconosciuta. Lei questa volta alzò gli occhi e la guardò, muovendo lo sguardo dall’alto in basso. Prima i capelli, biondi, poi la schiena, ed infine si soffermò sulle natiche. Probabilmente non era operata e il suo membro stava dando segni di risveglio, pensò Camilla sorridendo
In Thailandia, così come in altri paesi orientali, il modello di riferimento per la bellezza, sia maschile che femminile è quello occidentale. Le ragazze tailandesi normalmente non sono molto formate, il loro culetto non si mostra sporgente in modo così impudico come quello di una ragazza Europea o Americana. Per questo esse ammirano le forme femminili occidentali, invidiose di poter possedere quelle belle natiche impudiche e quei seni floridi. Camilla incarnava perfettamente quel modello, con la languida prosperosità del suo seno, la lunghezza delle sue belle gambe e la morbida sporgenza delle forme del fondo schiena
Surawat continuava a guardarla e ovviamente quella posa la imbarazzava. Non era certo la prima volta che si metteva in mostra da tergo. Tuttavia, il fatto di essere guardata con desiderio da un Lady-boy le faceva provare una sensazione nuova. Il sorriso malizioso di prima si tramutò in un lieve rossore le salì al viso, per il brevissimo spazio di un momento
La ragazza le prese il braccio e le pose un morbido laccio di seta al polso in modo che lei non potesse liberarsi. La stessa cosa fece poi con l’altro braccio, vincolando entrambi con morbida fermezza alla spalliera del letto. Andò poi alle sue spalle, e lì si fermò un alto, probabilmente ammirando ancora le sue forme. Le allargò quindi le gambe e fissò ad entrambe le caviglie i soliti lacci di seta. Era quindi immobilizzata, con il sedere all’aria e le gambe aperte
In quella posizione Camilla era ancor più oscenamente indifesa agli sguardi di Ann. Il delicato buchetto del suo culetto e quello roseo della sua fighetta si mostravano impudicamente al desiderio di quella ragazza/uomo. Per un attimo pensò che Roberta volesse farla possedere da lui/lei, e un brivido di desiderio la percorse. Vedeva nello specchio che Ann continuava a fissarla proprio lì, e non capiva se lo facesse con la parte femminile o con quella maschile
Conoscendo la passione di Roberta per il sesso anale, Camilla cominciò a dubitare che la cerimonia prevedesse la sua sodomizzazione. Era impaurita ed attratta da questo pensiero, curiosa di scoprire come questa sarebbe avvenuta, chi sarebbe stato e come l’avrebbe fatto. Quella sera le piaceva sentirsi il giocattolo erotico di Roberta e voleva assecondarla in tutto.
Ann andò poi dietro il paravento, per spogliarsi. In quel momento la porta si aprì ed entrarono Roberta con un'altra ragazza, anche lei simile ad Ann. Roberta si avvicinò a Camilla e la salutò.
- “tutto bene ? “ disse in Italiano. “ti piace Ann ?”
Senza aspettare la suarisposta continuò
- “E’ figlia di un ricco personaggio, molto conosciuto qui in Thailandia”. – “un uomo importante che possiede diverse catene di negozi”
- “lei è un po’ confusa. Come puoi immaginare non sa bene da che parte stare”
- “non ne vuole sapere di vivere insieme a suo padre, e mantiene la sua autonomia, facendo l’amante di uomini facoltosi più anziani di lei”
Poi continuò:
- “Adesso ci mettiamo tutti un più liberi” - “Come hai già capito entrambe le ragazze sono transessuali. La mia si chiama Tuk. E’ molto timida… “ - “Ma non è la prima volta che gioco con loro, non ti preoccupare, sono amiche”
Andò dietro un altro paravento, mentre Ann e la nuova venuta si cambiavano dietro l’altro paravento. In breve tempo tutti e tre ricomparvero, completamente nudi.
Ann e Tuk erano decisamente belle.Avevano un corpo morbido, quasi femminile. La muscolosità dei loro corpi si notava soltanto e non era troppo prominente, anzi era armoniosamente combinata con il loro corpo
Entrambe avevano ancora il pene, non erano operate.
Erano due peni simili, non grandi, come si immaginava potesse essere per degli orientali
Erano circoncisi, il pube era completamente glabro, leggermente depilato Camilla immaginava che fossero così probabilmente in modo naturale, per via della loro etnia orientale
Roberta si mise sulla poltrona ai piedi del letto e si pose con le gambe larghe. Camilla poteva vedere la sua immagine riflessa nello specchio, e allora ebbe allora la conferma che lo specchio serviva anche a chi si trovava supino a letto, a godersi lo spettacolo che si svolgeva sulle poltrone
- “che porcellina” pensò. “E’ veramente biricchina… molto biricchina…”
Roberta chiese poi in inglese ad Ann di cominciare a massaggiare Camilla e si mise ad osservare la scena già visibilmente eccitata, probabilmente aveva bevuto qualcosa nel soggiorno insieme a Tuk
Tuk a sua volta si mise alle sue spalle ed iniziò a massaggiarle il collo e le spalle sulla poltrona, mentre Ann si occupava di cospargere Camilla con essenze di olio profumato.
Dolcemente il massaggio iniziò. Lei poteva vedere nello specchio che il membro di Ann si stava piano indurendo, con il progredire del massaggio.
Roberta prese allora un lungo nastro di seta e lo porse a Tuk. Lei lo cosparse di gel trasparente, il cui profumo arrivò anch’esso alle narici di Camilla con un effluvio di afrori esotici, orientali. Roberta lentamente sollevò una gamba, adagiandola sul bracciolo della poltrona e fece un cenno a Tuk che conoscendo il gioco fece scivolare dolcemente il nastro nel solco delle natiche ed in quello della vagina.
Camilla conosceva la passione di Camilla per la seta. Quel tessuto prezioso era per lei strumento di lavoro e di godimento al tempo stesso. Era una passione lavorativa e sessuale, che probabilmente scaturiva dalla sua infanzia
Le aveva raccontato che da adolescente dormiva in un letto con lenzuola di seta e che spesso la sera si masturbava cavalcando i cuscini e facendoli scivolare all’interno delle cosce
Ann intanto continuava a massaggiare Camilla con il pene ormai eretto. Evidentemente la vista del suo corpo di ragazza occidentale non lasciava indifferente la sua anima di bisessuale.
Il pensiero della sodomizzazione Le tornò in mente. - “Chissà se veramente Roberta la voleva guardare mentre Ann la possedeva. Un lungo brivido le corse lungo la schiena. Non si era mai fatta vedere da nessuno, e tantomeno da un’altra donna mentre un uomo la prendeva in quel modo. Era un po’ titubante, ma lanciando uno sguardo a Roberta attraverso lo specchio, notò che il suo ammiccamento non lasciava dubbi. “si, pensò”, - “è proprio questo che ha in mente!”….
Intanto Ann iniziò a far scivolare il suo membro sulla sua schiena e nel solco delle natiche facendole provare dolci sensazioni. Non riusciva a vederglielo bene nello specchio tuttavia intuiva che fosse diventato abbastanza grande.
Rinunciò all’idea di opporsi e attese l’aumentare della tensione erotica
Vedeva Roberta che si massaggiava i capezzoli mentre Tuk la masturbava con il nastro di seta. La scena era decisamente eccitante. L’afrore dei profumi di Teak si univa a quelli degli oli e delle essenze orientali come nel salone dei massaggi la prima volta. La luce della luna entrava magicamente dalle finestre aperte mentre un refolo di vento scuoteva leggermente le bianche tende di lino illuminava gli antichi quadri alle pareti, raffiguranti (almeno così immaginava) epiche battaglie di eserciti con gli elefanti. I rumori della metropoli non arrivavano in quella casa, piccola oasi di pace protetta dagli alti grattacieli che si ergevano tutt’intorno
La sua mente cominciava a perdersi, lasciandosi andare agli stimoli che le giungevano da tutti gli organi di senso
Per un attimo aprì gli occhi e vide che Roberta aveva preso dolcemente una mano a Tuk e le aveva detto di sedersi sulle sue ginocchia, per farla masturbare meglio
Tuk docilmente fece quello che la sua padrona le chiedeva muovendo il nastro sulla vagina e sul clitoride, stimolandolo insieme alle grande labbra
Vide che Roberta prendeva in mano il cazzo di Tuk e cominciava a masturbarlo.
In quel momento Ann smise di massaggiarla con il suo cazzo e prese anche lei un nastro di seta. Lo unse con l’olio di massaggio e me lo fece passare sotto una sua gamba in modo da poterla masturbare allo stesso modo con cui Tuk masturbava Roberta. Il tocco della seta fu dolcissimo. Ann era decisamente esperta in quella pratica. Il clitoride, era già diventato sensibilissimo, prima ancora che fosse stimolato in alcun modo, ma semplicemente per la tensione erotica di quella situazione, nuova per lei
In poco tempo Ann la fece venire di un orgasmo travolgente, intensissimo. Quando sentì la Sua esplosione intensificò la pressione per farle raggiungere il piacere liberatore, salvo poi addolcirla quando capì che era finito, mantenendo però il movimento del nastro, ma facendolo un poco più lento
La sua mente che non era ancora ritornata nel suo corpo dopo il primo orgasmo ma era già pronta ad un nuovo stimolo. Tentò per un attimo di resistere, ma il suo corpo non diede ascolto al suo volere, e riprese a salire, salire salire….
In poco tempo la tensione erotica ebbe la meglio sulle sue flebili resistenze e la trascinò in un nuovo vortice di godimento
Come spesso le succedeva quando il godimento è troppo intenso, perse la coscienza di se, di dove si trovasse e di chi fosse con lei
Mentre il nastro continuava a scivolare sul suo clitoride e sulle grandi labbra, Camilla si lasciò abbandonare completamente a quelle delizie per lei nuove, godendo, una, due, dieci, cento volte. Ogni orgasmo era più intenso e più ravvicinato al precedente. Ann ascoltava sapientemente i segnali del suo corpo e rallentava ed addolciva il suo movimento per un attimo, per poi riprenderlo sempre con la stessa lenta ma forte pressione
Fu un godimento infinito, che durò finchè ne ebbe la forza. Fintantochè stremata non chiese a Lina di smettere
- “please stop it” – “stop it” – supplicò
Ann allora smise mentre Camilla rimase con le palpebre chiuse ed il respiro ansimante, la testa adagiata sul cuscino ed I capelli scomposti
Lentamente aprì gli occhi e ritornò nel mondo reale. Vide allora che Roberta era impegnata in una deliziosa fellatio di Tuk.
Glielo stava succhiando avidamente, immergendolo tutto nella sua bocca, nonostante le dimensioni del membro di Tuk non fossero così consone a quelli che sono i luoghi comuni sugli orientali
Ann nel frattempo aveva lasciato il laccio e ripreso il massaggio delle sue natiche con il suo cazzo
Era anche lei visibilmente eccitata. Sentivo le appiccicose delizie dei suoi umori mescolarsi con quelle dell’olio da massaggio
La dolce frizione però non durò a lungo. Ann decise presto di rompere gli indugi e di far entrare suo membro nell’ano
Camilla sentì la sua ferma pressione e per un attimo fece finta di cercare di resistere, non per fermare quel cazzo dall’entrare, ma per godere maggiormente del momento in cui la cappella si apre la strada e sforza un po’ nell’ingresso
Il colpo nell’entrare le diede un incredibile piacere. Non poteva immaginare quanto il suo autocontrollo fosse ancora debole dopo l’interminabile sequenza di orgasmi appena vissuta
Ann si spinse lentamente fino al fondo Camilla sentiva che lei godeva e voleva anche lei godere. La voglia di essere inculata era più forte di quella di qualsiasi altra forma di piacere. Con la coda nell’occhio vide che Roberta faceva cenno a Tuk di seguirla sul letto
Si mise in ginocchio di fianco a lei mostrando a Tuk il suo bellissimo culetto completamente e sfrontatamente, lascivamente indifeso. Anche Tuk non si fece pregare. Iniziò a sodomizzarla quasi subito perché sentiva il rantolo di Roberta salire di intensità. Non riusciva però a vedere quel che succedeva, neanche dallo specchio
Sentì la linguetta di Roberta entrarle in bocca, la stava baciando…. Camilla ricambiò per quanto potesse il suo dolce bacio e si concentrò egoisticamente sulle sensazioni che la sodomizzazione le stava procurando. Fu particolarmente lunga ed estenuante. Ma dolcemente infinita
Ann si era adagiata sulla sua schiena in modo da stimolarle il clitoride con le dita. Riuscì a venire ancora, non sapendo dove trovasse le forze ma ce la fece
Ann e Tuk vennero anche loro, mentre Roberta ancora non riusciva a venire. Si mise allora al capo del letto, aprendo la sua fighetta davanti alla bocca di Camilla ed appoggiando le gambe aperte sulla sua schiena
- “Leccamela, le ordinò”
Era una posizione un po’ scomoda per entrambe ma stranamente Camilla riusciva a fare quello che le era stato ordinato a cominciare a leccarla. Ann e Tuk capirono che non era facile e decisero di slegarle le braccia in modo che potesse sollevare la testa per leccare meglio Roberta
Camilla pose allora le sue mani sotto le natiche in modo da alzargliele leggermente ed iniziò a leccarle la figa. Aveva un sapore dolcissimo, di miele. Il gusto degli umori di Roberta le piaceva, e spesso mentre leccava cercava di farseli allargare anche al naso e al mento, in modo da poterne sentire meglio il profumo.
Roberta era bagnatissima, anche lei allora doveva essere già venuta e anche più di una volta. Venne di nuovo nella bocca di Camilla. Ebbe un primo orgasmo con la sua lingua e poi prese a stimolarsi il clitoride con forza e frenesia.
Venne ancora masturbandosi due o tre volte e poi si posò sfinita sul letto
- “benvenuta nella mia casa in Thailandia “ le disse… e le baciò dolcemente la schiena
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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