incesto
La sorella liceale - Secondo parte
di Roleplay93
20.07.2017 |
48.722 |
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"Mi scuso per l’attesa nel fare uscire il continuo della storia, spero che sia stata di vostro gradimento..."
Continuo: La sorella liceale, si consiglia di leggere la prima parte per capire meglio la trama ed entrare infondo nella storia!Appena sentimmo la porta chiudersi a chiave, tutti incuriositi ci recammo dietro alla porta dei due prescelti per capire chi ci fosse all’interno per esclusione, io mi guardavo attorno per provare a capire quale ragazza era entrata, e sfortunatamente mia sorella non era all’esterno con le altre ragazze, era dentro.
Il sapere che lei fosse lì dentro mi creava un nodo in gola, iniziavo ad innervosirmi ed agitarmi sentendomi quasi impotente nel far evitare la situazione che si stava creando. Nonostante io e mia sorella non avessimo un bellissimo rapporto ero visibilmente preoccupato, la mia testa era invasa da domande, preoccupazione e dubbi. Non sapevo nulla di lei dal punto di vista sessuale, non sapevo se avesse avuto altre esperienze con l’altro sesso o se fosse vergine o se tutto ciò la potesse turbare rovinando del tutto il nostro rapporto per sempre. Durante questa mia confusione provai a farmi spazio in mezzo ai miei amici che curiosavano divertiti dietro la porta, afferrando la maniglia e provando ad aprirla con forza, ma sfortunatamente era chiusa a chiave. Subito mi rivolsi al genio che aveva avuto questa brillante idea di fare questo gioco, che casualmente teneva anche la chiave di quello stanzino avendone il pieno controllo: “ Dammi subito quella chiave” dissi con tono furioso. Lui in una risata generale e nel consenso di tutti rispose” Hey…hey amico! Non ti preoccupare è solo un gioco! Non è più una bambina la tua sorellina!” poi mi afferro per un braccio e mi trascino qualche passo più indietro in disparte e mi sussurrò: “E poi non hai nulla di cui preoccuparti.. la tua sorellina è in buone mani..si divertirà! Lo sappiamo entrambi che colui che è lì dentro con lei ha un bestione di 20 cm in mezzo alle gambe!” Scoppió a ridere e si allontanò per tornare ad origliare dietro alla porta. Io strinsi i pugni dal nervoso, volevo reagire e spaccargli la faccia, ma visto la situazione non feci altro che rassegnarmi. Presi una bottiglia di rum, e iniziai a sorseggiarla qualche passo distante dal resto del gruppo, provai ad affogare le mie preoccupazioni e timori nell’alcol.
I minuti passavano e dal silenzio generale tutti in coro iniziarono a fare versi di stupore divertiti, la mia sorellina iniziava gemere. Si sentiva come se qualcosa all’interno sbattesse sulla porta, e non ci voleva un genio per capire chi stava sbattendo cosa. Fra le risatine generali i miei amici di tanto in tanto si giravano ad osservarmi, alcuni ridevano mentre altri avevano sguardi di consolazione da parte mia.
Il tempo sembrava scorrere lentamente, controllavo dal display del telefono i minuti che passavano, anzi i secondi! Ogni minuto trascorso lo accompagnavo da sorsi abbondanti di rum, era come se stessi provando una lenta tortura emotiva. I gemiti da lì dentro aumentavano e i commenti squallidi di invidia da parte delle mie amiche anche.
Mentre ero immerso nei miei pensieri finalmente sentii la chiave inserirsi nella serratura della porta per poi aprirsi. Barcollando mi recai velocemente in mezzo ai miei amici, la luce entrò dentro quella piccola stanza buia rivelando tracce di ciò che era successo al suo interno. Entrambi non erano visibilmente pronti all’apertura, ed era come se fossero stati colti di sorpresa. Subito provarono a rivestirsi, il mio amico si allacciò la cintura dei pantaloni ed uscì con sguardo fiero e soddisfatto. Si girò subito verso quella ragazza che le aveva regalato piacere ancora anonima, per capire chi si fosse appena scopato, e appena vide mia sorella fece uno sguardo misto fra stupore e felicità. Si avvicinò a me guardandomi con aria finta dispiaciuta poggiandomi una mano sulla spalla. Ero incazzato nero, avrei voluto spingerlo a terra, ma poi vidi mia sorella anche lei in preda a sistemarsi il più in fretta possibile abbassandosi la gonna e addrizzando la maglia. Era rossa e sconvolta, non potevo mai sapere cosa fosse successo lì dentro, usci senza incrociare il mio sguardo, guardava a terra mortificata mentre provava a sistemarsi i capelli ormai scombinati dall’amplesso appena avuto. Era come se fosse diversa, anche i suoi abiti come se mancasse qualcosa, ma nelle condizioni in cui mi trovavo non riuscivo a collegare, la prima cosa che feci fu afferrarla con forza per un braccio mentre provava ad allontanarsi dal resto di noi. Volevo parlarci, volevo chiarire, volevo sapere, ma lei continuava a guardare a terra mortificata. Non riuscì a dire neanche una parola perché poi una delle ragazze la allontanò da me trascinandola di nuovo in quella stanza per decidere nuovamente la fortunata. Lo stesso fece un mio amico mentre mi poggiò un braccio attorno al collo sorreggendomi e trasportandomi nell’altra stanza. Si ricominciava, eravamo di nuovo tutti in cerchio e la bottiglia torno a ruotare. Io la osservavo con sguardo perso, non me ne fregava nulla del gioco, era come se fossi in un altro mondo pieno di rammarico e sensi di colpa nel aver dato questa stupida festa oggi. I miei pensieri furono interrotti da grida di euforia dei miei amici, scossi la testa e guardai la bottiglia che puntava verso di me. Non realizzai subito il significato di quella bottiglia, ma le urla e le acclamazioni dei miei amici mi fecero rendere conto che sta volta il fortunato ero io. Ebbi una sorta di sbalzo di umore, non sapevo se esultare o rinunciare per via del mio stato d’animo, ma tutti mi incitarono con frasi “Dai adesso è la tua ora!” oppure ” Riscattati e non ci pensare!”
Mi aiutarono ad alzarmi da terra, ero veramente parecchio ubriaco, e mi accompagnarono verso lo stanzino buio. Mi spinsero al suo interno chiudendo la porta alle mie spalle, non stavo capendo quasi nulla, non sapevo se già lì dentro ci fosse una ragazza o meno. Poggiai la mano sulla parete per reggermi in piedi, aspettai qualche secondo fermo immobile, fuori dalla porta c’era un silenzio quasi surreale. La stanza era completamente buia, non entrava uno spiraglio di luce, l’aria era anche pesante, c’era aria di sesso lì dentro, e subito lo collegai con ciò che fosse successo prima. Come un flashback mi passò in mente mia sorella, provando a pensare cosa avesse provato a stare qui dentro con un estraneo. Nel silenzio sentivo un respiro oltre al mio, pensavo che la ragazza che mi era stata predestinata dovesse ancora entrare, ma invece era già li. Mi salì il cuore in gola, allungai le braccia nel vuoto iniziandole a muoverle come un cieco provando a capire dove fosse la ragazza, sfiorai qualcosa di morbido di fronte a me. Era sicuramente poggiata sulla parete, io feci un passo in avanti e mi ritrovai con tutto il mio corpo poggiato su di lei. Ero un po’ imbarazzato se devo essere sincero, e anche lei sembrava abbastanza rigida. Per sciogliere il ghiaccio poggiai una mia mano dolcemente sui suoi capelli accarezzandoli per poi scivolare verso il suo viso, provavo inutilmente a intuire chi fosse quella ragazza dai suoi morbidi e leggeri lineamenti. Al mio contatto ebbe come un sussulto, ma non fece cenno di scappare, anzi poggiò una mano sui miei fianchi e mi spinse leggermente verso di lei. Percepivo che si stava avvicinando, sentivo il suo respiro diventare sempre più forte e intenso vicino al mio viso, poi la sentii sollevare da terra come se si fosse messa in punta di piedi per cercare il mio volto e, ad un tratto, sentii le sue morbide labbra poggiarsi sulle mie. Rimasi stupito da questo gesto, non mi aspettavo che in questo gioco la ragazza facesse il primo passo. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da questo bacio che diventava sempre più intenso e passionale, era un mix di sapori e sensazioni, aveva le labbra molto morbide e le nostre lingue iniziarono a ruotare una sopra l’altra percependo una sorta di mix di sapori alcolici dovuti a ciò che probabilmente avevamo bevuto entrambi. Dolcemente la mia mano scivola dal suo viso verso il petto, poggiandosi timidamente sul suo seno sinistro. Le sento fare un piccolo balzo, come se quel mio tocco leggero le avesse provocato una scossa che penetrava velocemente tutto il suo corpo. Mentre continuava quell’intenso bacio, sentii la sua mano poggiarsi sulla mia sopra al suo seno, la muoveva come se si stesse massaggiando il seno con la mia mano, come se mi stesse dando coraggio e forza per incitarmi a non fermarmi. Questo gesto mi provocò subito un’erezione, e visto il contatto dei nostri corpi, probabilmente avvertì anche lei che qualcosa dentro di me iniziava a smuoversi. Iniziai ad assecondare i movimenti della sua mano, massaggiando il suo seno autonomamente con movimenti circolatori, mi accorsi solo ora che non indossava il reggiseno e ciò continuò ad eccitarmi, solo un sottile strato di tessuto separava la mia pelle dalla sua. Contemporaneamente mi distaccai dalle sue labbra e mi avventai sul suo collo come se fossi un predatore in cerca di carne, iniziando ad alternare baci delicati e morsetti rigorosi. Ad ogni bacio la sentivo come se si stesse lasciando andare e trascinare dalla situazione, inarcò la testa indietro assecondando e agevolando i miei baci, la sentii gemere e stringersi forte al mio bacino per sentire meglio la mia erezione che cresceva. Risalii il suo collo a morsi per poi aggrapparmi con i denti sul suo lobo dell’orecchio mordendolo con forza, il mio respiro caldo le solleticava la pelle creandogli dei brividi precedili su tutto il suo corpo, mentre la mia mano si fece più audace ed entrò dentro la sua maglia abbassandola bruscamente, iniziando così a stringere con il mio indice e il mio pollice il suo capezzolo turgido. La mia vista era inesistente a causa del buio, ma era come se tutti i miei altri sensi fossero amplificati, soprattutto tatto e olfatto travolti dalla passione di quel momento. Mentre le torturavo il lobo dell’orecchio il mio olfatto mi fece percepire un profumo a me famigliare, mi ricordava molto quello di mia sorella e per un istante aprii i miei occhi spalancandoli nel buio temendo il peggio. Non mi fermai, non avevo abbastanza prove per dire che lei era mia sorella, ma il cuore mi stava salendo in gola. Lei iniziò ad entrare una mano sotto la mia maglietta e massaggiare i miei addominali, io in quel momento mi ricordai che solo lei fra le ragazze portava le calze a rete quella sera, e inoltre mia sorella indossava anche un reggiseno, indumento che questa ragazza non aveva, e con mano tremolante e rigida alzai la sua gonna per poi accarezzare il suo culo perfetto. Fuori c’era uno strano silenzio, ne risatine, ne bisbigli complici, era come se i miei amici fossero spariti e la cosa iniziava a insospettirmi non poco. A primo impatto mi concentrai solo solla perfezione delle sue curve per poi iniziare ad accarezzarlo per sentire se questa ragazza indossava o meno le calze a rete, sentivo la pelle liscia senza nessun ostacolo, non le indossava. Feci un sospiro di sollievo e il mio battito tornare alla normalità, era come se mi fossi tolto un peso di 100 kg da sopra le spalle, ora potevo dare finalmente libero sfogo a tutte le mie voglie. Iniziai a palpare quel fantastico culo piccolo e sodo con l’intero palmo della mia mano, le mie lunghe dita invece solleticavano la sua intimità, che a mia sorpresa era un lago e non indossava neanche il perizoma. Dentro di me sorrisi, ero felice e provai a intuire quale delle mie amiche era tanto trasgressiva da venire in una festa senza intimo, nel frattempo la sua mano scivolava sopra i miei pantaloni, proprio dove si era formata la mia erezione, iniziando a palparla e a testarla con la sua piccola mano.
Io feci mezzo passo indietro, in modo da agevolare i suoi movimenti sulla mia erezione. Ero eccitatissimo ed era come se il mio cazzo non vedesse l’ora di uscire, intanto, io mi distaccai dal suo orecchio e tornai a baciarla, le mie dita sotto di lei si fecero più audaci, e il mio dito medio si intrufolò dentro la sua fantastica e fradicia figa con estrema facilità. Era calda, ma stranamente non era stretta come mi aspettassi, fra me e me pensai che doveva essere una vera troia bella sfondata da cazzi di ogni misura. Lei ebbe un sussulto facendosi uscire un gemito di piacere intenso, il clima si stava surriscaldalo e sapevamo entrambi che avevamo i minuti contati, così lei iniziò a prendere in mano la situazione, mentre ci baciavamo, sentivo il rumore della mia zip aprirsi, per poi sentire i miei pantaloni e le mie mutande scendere a terra in un colpo solo. Si staccò dalle mie labbra e la sentii inginocchiarsi dinanzi a me, poggiai la mia mano sopra la sua testa, afferrando i suoi capelli come se le stessi facendo una coda, dove le mie dita erano una sorta di elastico che la manteneva integra. Ad un tratto sentii la sua testa spingersi in avanti e un’ondata di piacere e calore travolgere tutto il mio corpo, sentivo il mio cazzo completamente avvolto, aveva tutto il mio cazzo dentro la sua bocca. Inarcai la schiena e feci uscire un gemito di piacere, lei soddisfatta di ciò inizio a muoversi avanti e indietro. Era veramente una gran pompinara e mi reputavo fortunato che ci fosse lei dentro la stanza con me no un’altra. Con la mia mano iniziai a spingerla sempre più forte, ormai ero io che avevo preso le redini del gioco, ero io che le imponevo velocità e forza di come doveva entrare il suo cazzo dentro la sua bocca.
L’eccitazione mi stava travolgente sempre di più facendomi perdere il controllo, con l’altra mano strizzai forte la sua tetta quasi a farle male, ma lei da brava non interrompeva ciò che mi provocava un immenso piacere. Lei non dava segni d’interruzione, non demordeva e continuava il suo operato, ma io ero quasi al limite, di solito duravo molto tempo durante un rapporto sessuale, ma non capivo se era la situazione o se era proprio questa ragazza che stava riuscendo ad abbattere tutti i miei freni inibitori. Sento l’orgasmo salire, lascio velocemente la presa dal suo seno e poggio entrambe le mie mani sulla sua testa, stringendole forte e muovendola a mio piacimento come se fosse un mio giocattolo sessuale, con un forte colpo di bacino la spingo contro il muro facendole battere la testa contro quella superfice dura, strinse un po' la presa con i denti sul mio cazzo come cenno di dolore, ma non mi importava, e iniziai a tenere bloccata la sua testa e scopare la sua bocca mentre muovevo il mio bacino con grande velocità. Sentivo il mio cazzo entrare nella sua piccola e stretta gola, percepivo che stavo per esplodere da un momento all’altro, e nel giro di pochi secondi bloccai la sua testa con forza e spinsi con tutto il mio peso il mio cazzo dentro di lei soffocandola. Il mio sperma iniziò ad uscire, sentivo dei spasmi come se stesse tossendo o soffocando, e una volta terminato il mio piacere uscii il mio cazzo dalla sua bocca, con un mio dito raccolsi lo sperma che aveva attorno alle labbra e gli inserii sensualmente e dolcemente il dito sulle sue labbra, incitandola ad ingoiare. Si alzò di scatto, la sentivo affannata, e si avvicinò al mio orecchio facendomi sentire il rumore mentre deglutiva il mio abbondante sperma. Fece una dolce risatina divertita, per poi baciarmi inaspettatamente. Sentivo il mio sperma ancora nella sua bocca, il sapore forte si mischiava con le nostre salive, ero un po' disgustato ma eccitato nello stesso momento e la lasciai fare. Ero eccitato e la mia erezione non dava cenni di fermarsi, ne volevo ancora, sia io che lei.
Continua.
Mi scuso per l’attesa nel fare uscire il continuo della storia, spero che sia stata di vostro gradimento.
PS: scusate per gli errori, sfortunatamente scrivo di getto e difficilmente riesco a rileggere attentamente prima di pubblicare, (se volete segnalarmeli fatelo via email sia per questo che per altri miei racconti e io provvederò a sistemarli)
Commenti, critiche o consigli sono graditi!
Inoltre volevo proporre alle ragazze, che se qualcuna fosse interessata nel creare un roleplay o solo scoprire come funziona di scrivermi in privato e io sarò lieto di darvi tutte le informazioni possibili!
EMAIL: [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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