bdsm
La primavera
di ProfumodiEstate
25.07.2024 |
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"Sentivo che le sue gambe tremavano..."
PrimaveraLa stagione dove i fiori sbocciano e la natura esplode in tutto il suo bellissimo colorato silente fragore. Ed è stato così anche per me. La mia indole Dom si è manifestata tardi, ma è esplosa come un vulcano dormiente da troppo tempo grazie a lei, Sara: accento emiliano, carnagione bianca come la neve, due labbra morbide e rosse come due ciliegie, corpo minuto ma con le forme al punto giusto.
Sara era insaziabile, per non dire ninfomane. La prima sera che uscimmo insieme visto che aveva il ciclo, mi fece tre meravigliosi pompini senza risparmiare neanche una goccia. Dio quanto le piaceva succhiarlo!!! Per lei era la cosa più naturale del mondo, quasi come darsi un bacio.
Una sera si presentò con un abito nero aderente, molto carino, che evidenziava le sue sensuali forme. Era sexy ed eccitante, ma mai volgare.
La stavo letteralmente mangiando con gli occhi quando si voltò verso di me e con un sorriso beffardo mi disse: "tanto stasera non te la do..."
Mi stava sfidando, lo sapevo e lei sapeva che io lo sapevo.
Mi avvicinai verso di lei come fa un lupo con la sua preda, senza indugio, pronto ad azzannarla.
Scuoteva lentamente la testa come per dire "no, stasera non mi avrai" o almeno non così facilmente, e quel rifiuto inaspettato (anche se scherzoso) mi stava eccitando non poco. Finalmente riuscii ad afferrarle le mani, lei tentava di divincolarsi, ma sorrideva, e quel sorriso mi faceva stranamente incazzare ed eccitare allo stesso tempo. Istintivamente le misi una mano al collo e la spinsi contro il muro. Mi piaceva, ma avevo paura di esagerare e farle del male quando lei mi disse: "picchiami!"
Non dissi una parola, i miei occhi fissi nei suoi che mi stavano sfidando. La mia mano sinistra era sempre ancorata al suo esile collo, le tenevo la testa appoggiata alla parete, la volevo lì, ferma ed immobile. La mia mano destra lasciò la presa delle sue braccia e le rifilò uno schiaffetto sul suo bel viso.
"Più forte!" mi disse.
Non esitai ed aumentai l'intensità del secondo colpo.
"Di più!"
Il terzo colpo fu un sonoro ceffone, la sentivo sciogliersi tra le mie mani. Continuai a colpirla, stando molto attento a non ferirla (soprattutto sulle labbra o sugli zigomi), finché non ebbe le guance rosse. Sentivo che le sue gambe tremavano.
"Adesso devo verificare se ti è piaciuto veramente come credo." Le dissi.
Le tirai su la gonna dell'abito e le infilai la mano tra le cosce e non fui per niente sorpreso nello scoprire che era completamente fradicia.
"Sei proprio una gran troia, la mia troia!"
Non diceva una parola, sembrava in trance, era eccitatissima. Iniziai a scoparla con le mie dita: prima con il medio, lentamente. Mentre lo muovevo dentro di lei le sussurrai all'orecchio: "dimmi di no, dimmi che non vuoi che lo faccia!"
Mi guardò, sorrise compiaciuta, come se le avessi letto nel pensiero e con un filo di voce disse: "basta, smettila!"
Aggiunsi l'indice aumentando il ritmo, sentendola sempre più bagnata ed eccitata.
Ancora: "Non voglio, no no..." alla fine infilai anche l'anulare dentro la sua fica, muovendo le mie dita sempre più freneticamente fino a farla godere sonoramente. Le feci leccare le mie dita fradice del suo nettare. Lo fece avidamente, cercò di buttarmi le braccia al collo per abbracciarmi, ma non avevo ancora finito. La presi repentinamente per i capelli, la voltai, le sue mani appoggiate alla parete.
Il suo culo nudo, bianco era un'opera d'arte. Si piegò in avanti non vedeva l'ora di essere posseduta, ma non potei risparmiarle una sonora sculacciata per la sua impertinenza, prima di possederla. Sentivo il mio corpo ritmicamente sbattere sul suo bel culo mentre le tiravo i capelli verso di me e continuavo a sculacciarla.
"Voglio che ti ricordi di questo giorno per un po'..." le dissi.
Non capì subito il significato delle mie parole fino a che non le diedi un bel morso sulla sua chiappa destra,lasciandole l'impronta di un bell'orologio.
Serrai così forte i denti fino a che non la sentii urlare. Le leccai la ferita, la schiena, il collo e la baciai sulla bocca con passione. La scopai ancora appoggiata al muro fino a che al momento opportuno non si inginocchiò davanti a me, me lo prese in bocca e mi fece venire tra le sue labbra.
I fiori erano sbocciati, le rondini riempivano i cieli tersi della mia Toscana ed io mi ero appena affacciato alla finestra del mondo BDSM.
Arriverà l'estate...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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