Lui & Lei
Visionario

10.07.2019 |
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"Mi trovavo in un lunghissimo trasportatore..."
Il corrimano nero, in materiale plastico, su cui poggiavo la mano era freddo.Insopportabilmente.
Un gelido brivido mi colpì le ossa.
Tolsi la mano dall'appoggio, ora mi sentivo meglio.
Provai a ritoccare il corrimano e con sorpresa lo trovai di un confortevole tepore.
Mi accorsi di essere scalzo perchè sentivo benissimo scorrere il materiale sul palmo del piede.
Mi trovavo in un lunghissimo trasportatore.
Ma ero solo. Io e nessun altro.
'Per fortuna' pensai, guardandomi. Ero totalmente nudo.
Il pennacchio poggiava sulle nespole che si adagiavano sull'interno coscia.
Il disagio si impossessò di me.
Mi strizzò forte come un panno in asciugatrice e mi lasciò con l'amaro.
Chinotto amaro.
Sì era quello che sentivo sulla lingua. Odio quel sapore eppure sò riconoscerlo benissimo.
Sputai ed involontariamente la saliva colò sul centro petto, si fece strada sull'addome, riempì l'ombellico e continuò indisturbata il suo percorso finchè non la sentì raggiungere il tallone.
Almeno l'amaro in bocca non lo sentivo più.
Il trasportatore sempre in moto mi mostrava sempre lo stesso paesaggio, alberi alti con corteccie scure, e poi erba, cespugli e tanti insetti.
Un gruppo di farfalle iniziarono a volare velocemente verso di me. Misi le mani davanti al volto, inconsciamente lo faccio sempre per proteggermi.
Ma loro non erano diretti verso il volto, bensì si erano disposte dai fianchi in giù fino alle cosce pelose.
Avevo dei pantaloncini fatti di farfalle vive.
Muovevano le ali e ciò mi eccitò.
Non era razionale, nulla lo era.
La mia fava si spostò dalle due albicocche, si alzò come a prendersi gli applausi e si tese dritta.
Le farfalle si allontanarono dal mio corpo, ora poggiavano sui miei piedi.
Non capivo perchè ma ero certo mi guardassero il trapano.
Anch'io ora ero rapito dal mio ramoscello, non l'avevo mai visto così, ero sicuro.
L'asta era più lunga del solito, il doppio? Mi chiesi 'ma sono 30 centimetri o 35?'.
E le vene ora erano trasparenti, vedevo il sangue fluire dal corpo verso lì.
E nel centro del mio interesse le vene erano enormi.
Mi impaurì.
Avrei scommesso che sarebbero saltate in aria da un momento all'altro.
Invece no.
Le farfalle una dopo l'altra si poggiarono una sull'altra sopra il banano e a poco a poco quello si ridimensionò riadagiandosi dormiente.
"Fiùù' pensai 'che paura'.
Mi guardai di nuovo attorno e non vidi più nulla.
Bianco, il pavimento, bianco il cielo.
Poi senza alcun suono nè odore un gioco di luci mi proiettò davanti un flusso di immagini che si susseguivano.
'Cosa? Cosa mostravano?'
Mi dovetti avvicinare per interpretarle, c'era un culo peloso che spingeva.
Poi delle gambe, no cosce, sì cosce attorno al culo. Erano piuttosto grosse come cosce.
Ma bianchicce.
Ancora a spingere il coso peloso.
Stavo vedendo del sesso.
Poi partì anche l'audio.
Un intermezzo di goderecci mugolii si frapponeva in maniera casuale a frasi dolci, quasi di amorevole presenza e preoccupazione.
"Ti fa male?"
"No"
"Ti amo"
Di botto capì chi erano i due.
Riconobbi lei, riconobbi me.
Le luci si fermarono.
Il mio corpo riprese coscienza.
Sentì un caldo pazzesco.
Ero sudato e mi ero appena svegliato.
Mi alzai per prendere qualcosa che mi asciugasse il sudore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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