Il sesso rende intelligenti

Secondo uno studio condotto dalle Università di Coventry e Oxford, il sesso influenza le nostre capacità cognitive; in particolare, stando all’ultima ricerca promossa dalle prestigiose università del Regno Unito, la funzionalità del cervello negli adulti più anziani migliora all’aumentare dell’attività sessuale. Il sesso rende più intelligenti dunque, e conviene restare sessualmente attivi il più a lungo possibile per mantenere sempreverdi la memoria e le abilità verbali e di calcolo.

La scienza trae la sua conclusione dopo una serie di test psico-attitudinali eseguiti su un campione di soggetti sopra i 50 anni, di cui precedentemente erano state registrate le abitudini sessuali e la frequenza dei rapporti: gli adulti più attivi hanno ottenuto punteggi più alti di quelli meno attivi sessualmente.

Anche altre ricerche sperimentali mostrano che il sesso migliora le capacità analitiche, a partire dal semplice fatto di pensarlo: ricordiamoci sempre che il sesso è un bisogno primario, un meccanismo evolutivo finalizzato alla propagazione della specie dunque orientato alla sopravvivenza e che, in quanto tale, attiva una serie di reazioni psichiche e neuromuscolari. La scelta del partner, la lotta per la conquista e l’accoppiamento sono fenomeni estremamente impegnativi, nel regno animale quanto nel mondo degli umani; per questo è necessario stare ben concentrati su preda e desiderio. Adrenalina e poi dopamina: ecco l’infinito ciclo del sesso che, proprio per il coinvolgimento di questi due neurotrasmettitori, può arrivare a causare dipendenza. Ma questa è un’altra storia. Così come un’altra storia è l’amore che, al contrario del sesso, pare ci renda stupidi. Un’affermazione un po’ cinica, ma anche essa corroborata dall’evidenza sperimentale.

La percezione di un sentimento d’amore mette in discussione la funzionalità cognitiva standard; pensare all’amore può compromettere altri aspetti della vita intellettuale e riduce la capacità di concentrazione. Tuttavia, sebbene il sentimento alteri alcune abilità, come la memoria e l’attenzione, l’esperienza dell’amore può migliorarci sotto altri aspetti, in quanto insegna l'empatia e stimola il pensiero creativo.

L’innamoramento, in pratica, è un’esperienza particolare assimilabile, secondo la scienza, a un disturbo psichiatrico ossessivo-compulsivo: più è appassionato più limita le facoltà mentali. Secondo la professoressa Helen Fisher, ricercatrice di antropologia biologica al Kinsey Instutite, “a differenza di tutte le altre dipendenze, che affliggono solo una percentuale della popolazione, qualche forma di dipendenza dall’amore è probabile che si verifichi a quasi tutti gli esseri umani in un certo punto durante il corso della vita. I dati moderni suggeriscono che l’amore romantico dovrebbe essere trattato come una dipendenza, indipendentemente dalla sua mancanza di classificazione ufficiale di diagnostica come una dipendenza”.

Del resto, per dirla con Shakespeare, "Se non ricordi che amore t’abbia mai fatto commettere la piu piccola follia allora non hai mai amato"; ma si sa che le cose più belle spesso coincidono con quelle che fanno più male. E non è detto che la guarigione sia una soluzione auspicabile.