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Contro l'Aids, sosteniamo la prevenzione


salute 01.12.2024 90   |   Canali: aids hiv prevenzione salute malattia

Contro l'Aids, sosteniamo la prevenzione

AIDS, una malattia che colpisce 34 milioni di persone, di cui 38 milioni che alla fine del 2019 risultavano sieropositive. Nella Giornata mondiale dell'AIDS (World AIDS Day), che si celebra ogni anno il 1° dicembre, tiriamo le somme su quanto è stato fatto e su ciò che ancora resta da fare.

Nonostante sia possibile prevenire facilmente il contagio da HIV, ogni anno vengono diagnosticati più di 2 milioni di nuovi casi nel mondo e il nostro Paese, purtroppo, è quello con la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa.

Noi di Annunci69.it ci siamo già occupati più volte di AIDS e HIV ma mai come nel nostro "mondo" è importante ribadire e informare quanto questa malattia sia ancora tanto diffusa e quanto sia importante, dunque, la prevenzione.

Come sta andando

Nel 2019 il 68% degli adulti e il 53% dei bambini con HIV ha avuto accesso alla terapia antiretrovirale (ART), una combinazione di farmaci capace di inibire il virus, impedire la sua moltiplicazione nell'organismo e ridurre il rischio di trasmissione, sia tra partner sessuali, sia da madre a bambino durante la gravidanza, il parto e l'allattamento.

L'AIDS è una sindrome che colpisce il sistema immunitario dell'uomo. Esiste grande confusione sull'AIDS e sui modi in cui è possibile prevenirne la trasmissione; ecco perché vi proponiamo questa breve guida a 10 cose da sapere sull'AIDS, in modo tale da chiarire dubbi frequenti ed imparare a distinguere i rischi senza cedere a paure infondate.

Secondo l’Unaids l’Italia, con oltre 1000 decessi l’anno, è il Paese con la più alta prevalenza di persone affette da Hiv in Europa occidentale. Complessivamente, sono circa 140mila gli italiani sieropositivi, il 15-25% dei quali non è al corrente della propria condizione. Gli italiani dimostrano, però, di sapere quanto importante è stata la ricerca in campo farmacologico nella lotta all’Aids. Secondo l’indagine Eurisko, uno su due dichiara che oggi, rispetto al passato, la malattia è più controllabile. A partire dal 2001, infatti, secondo i dati dell’Unaids, i nuovi contagi da Hiv si sono ridotti del 38%. Nel 2013 sono stati quasi 3 milioni e mezzo in meno rispetto al 2001. Anche i decessi sono in calo, circa 1 milione e mezzo nel 2013, un milione in meno rispetto al 2005. Merito di una migliore prevenzione e dei progressi nelle ricerca sulle terapie antiretrovirali.

Dal sito della Lila ecco un veloce decalogo su come affrontare questa malattia.

Come si trasmette il virus Hiv

Il virus Hiv si può trasmettere solo e soltanto attraverso i seguenti liquidi biologici:

  • sangue
  • sperma e secrezioni vaginali
  • latte materno

L’infezione si verifica quando uno di questi liquidi, appartenente ad una persona sieropositiva, entra in circolazione nel sangue della persona ricevente attraverso ferite o lesioni anche non visibili delle mucose. Quindi il virus Hiv si può trasmettere:

  • con l’ingresso di sangue nell’organismo
  • attraverso rapporti sessuali non protetti dal preservativo
  • dalla madre al bambino durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.

Trasmissione sessuale & Safer Sex

La trasmissione sessuale è la modalità d’infezione più diffusa e riguarda circa l’80% delle nuove diagnosi. Nel 2011, il 78% delle donne cui è stata diagnosticata l’infezione da Hiv ha contratto il virus attraverso rapporti eterosessuali.

Comportamenti a rischio:

  • I rapporti sessuali penetrativi vaginali e anali
  • I rapporti oro-genitali sono a rischio solo per la persona che con la bocca stimola i genitali del partner, mentre chi riceve la stimolazione non si espone ad alcun rischio.

Le regole del Safer Sex (Sesso più Sicuro):

  • Nei rapporti sessuali penetrativi utilizza sempre il preservativo
  • Nel praticare la fellatio (stimolazione orale del pene) usa il preservativo o evita di ricevere sperma in bocca
  • Nel praticare il cunnilingus (stimolazione orale dei genitali femminili) evita il contatto con il sangue mestruale.
L’Hiv non si trasmette scambiandosi baci e carezze e nemmeno attraverso la masturbazione reciproca.


Altre vie di trasmissione

Trasmissione ematica
Lo scambio di siringhe può trasmettere il virus Hiv: utilizza siringhe sterili o monouso per iniettarti qualsiasi sostanza.
Le trasfusioni di sangue infetto possono trasmettere l’ Hiv: in Italia dal 1988 il sangue destinato a trasfusioni viene sottoposto a screening per il virus Hiv.

Trasmissione verticale
La madre può trasmettere il virus Hiv al figlio durante la gravidanza, al momento del parto o durante l'allattamento. La possibilità che una madre sieropositiva trasmetta l’Hiv al proprio figlio si riduce drasticamente (<1%) seguendo idonea terapia durante la gravidanza, partorendo con parto cesareo ed evitando l’allattamento al seno.

L’Hiv NON si trasmette nei contatti quotidiani
L’Hiv non si trasmette mangiando dallo stesso piatto o utilizzando il bagno in comune, né scambiandosi baci e abbracci. Nessun familiare di una persona sieropositiva è stato mai infettato.


Il test per l’Hiv

L’unico modo per diagnosticare o escludere l’infezione da Hiv è quello di effettuare un test specifico.

Puoi effettuare il test per l'Hiv in forma gratuita presso le Unità Operative Aids delle Asl e presso Centri e Reparti di Malattie Infettive oppure acquistando un test fai da te. Le modalità di accesso cambiano di struttura in struttura: generalmente non è richiesta l'impegnativa del medico di base e basta presentarsi direttamente sul posto. In alcune strutture è necessario invece prenotarsi.
Il test comunemente utilizzato è il “test ELISA”, che ricerca nel sangue la presenza degli anticorpi anti-Hiv che si sviluppano solo se la persona ha contratto il virus. Il risultato del test è positivo se si rilevano gli anticorpi (sieropositività all’Hiv) e negativo se non ve ne è traccia (sieronegatività all’Hiv).

Recentemente è arrivato in Italia anche il test per l'HIV fai da te.

È importante sapere che il periodo che l’organismo impiega a sviluppare gli anticorpi (Periodo Finestra) può variare da qualche settimana fino a 3 mesi dopo che si è venuti in contatto col virus. In questo periodo una persona potrebbe risultare negativa al test, ma aver contratto il virus e trasmetterlo ad altri. L’esito del test si considera definitivo se sono trascorsi 3 mesi dall’ultimo comportamento a rischio.
Ci sono inoltre i test “combinati”, che rilevano, oltre agli anticorpi anti-Hiv, la proteina del virus p24. Sono meno diffusi e forniscono una risposta attendibile già a 4/6 settimane dal comportamento a rischio. Chiedi informazioni al laboratorio in cui decidi di sottoporti al test.

Per ulteriori informazioni e per sostenere la lotta contro l'Aids, in Italia puoi contattare la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids, ovvero la LILA.


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