Sifilide, la Regina delle Malattie Sessualmente Trasmissibili

La sifilide è una malattia sessualmente trasmissibile (da qui l'acronimo MST), che si trasmette, appunto, attraverso i rapporti sessuali.

Si tratta di una malattia di vecchia data, collegata addirittura ai secoli scorsi, con diffusione massima in Europa tra il XVII e la prima metà del XIX secolo. Nei primi del Cinquecento, furono i coloni europei di ritorno dal continente americano ad importarla in Europa; ma con l'avvento degli antibiotici la sua incidenza calò notevolmente, fino a sfiorare la definitiva scomparsa negli anni seguenti al secondo conflitto mondiale.

Di recente però, il trend dei contagiati dalla sifilide appare essere nuovamente in aumento, soprattutto nei Paesi meno industrializzati, e anche se per evitare la sifilide basterebbero pochi preziosi accorgimenti, si stimano circa 12 milioni di nuovi malati ogni anno.

La sifilide è una malattia totalmente curabile ma che, se non trattata in maniera adeguata, può diventare letale. Attualmente, si tratta della malattia sessualmente trasmissibile con il più elevato tasso di mortalità dopo l'AIDS.

Come riconoscerla?

Prima che compaiano i primi sintomi, in seguito all'infezione, possono passare anche diversi mesi. Trascorso questo periodo fa la sua comparsa il cosiddetto sifiloma, una piccola escoriazione in corrispondenza del punto di inoculo del batterio. In genere, il sifiloma si presenta vicino agli organi genitali, è di piccole dimensioni, di forma più o meno tonda e completamente indolore. In questa fase la diagnosi è difficile, in quanto la sifilide può essere confusa con diverse malattie sessualmente trasmissibili. Tuttavia, a partire dal terzo mese di incubazione, i due microorganismi patogeni responsabili della malattia, il Treponema pallidum e l'Herpes simplex, possono causare ulteriori infiammazioni e ulcere delle mucose.

 Il sifiloma, invece, è visibile per un periodo compreso tra le 3 e le 6 settimane, passate le quali tende a guarire spontaneamente. Nonostante il paziente sia convinto di essere guarito, il batterio principale è ancora attivo e, senza le adeguate cure, permette alla patologia di evolvere verso il secondo stadio. Questa fase è caratterizzata dalla diffusione rapida del Treponema pallidum, che causa lesioni diffuse su tutto il corpo. Trascorse alcune settimane, fa la sua comparsa un'eruzione cutanea che interessa soprattutto mani e piedi. Questa può accompagnarsi con ulteriori sintomi, quali febbre, dolori ossei e muscolari, ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, ingrossamento del fegato, alopecia a chiazze, labirintite e, nei casi più gravi, anche infezioni diffuse a carico del cervello, tra cui la meningite.

Nella fase più avanzata, la malattia raggiunge tutti i distretti del corpo, con il rischio che i batteri compromettano gli organi interni fino a causare la morte del paziente.

Come si prende la Sifilide?

La malattia si trasmette da un soggetto all'altro tramite il contatto con ulcere e ferite; ecco perché l'uso del preservativo protegge dall'infezione. Oltre che sessualmente trasmissibile, può essere anche trans-placentare, ovvero la madre può infettare il feto in gravidanza. Non si può trasmettere attraverso gli oggetti.

L’infezione si trasmette in genere tramite rapporto sessuale:

• genitale,
• orogenitale,
• anogenitale
• sesso orale

Una buona percentuale di casi di sifilide (sia allo stadio primario che secondario) sono attribuibili a contagio mediante sesso orale.  Una indagine ha svelato che circa il 13,7 per cento dei casi di sifilide potevano essere ragionevolmente attribuiti ad un contagio avvenuto durante un rapporto orale senza preservativo, soprattutto tra gli omosessuali maschi, tra i quali la percentuale sale fino al 20,3 per cento. 

Come avviene la diagnosi?

E' possibile ricorrere a test sierologici, effettuati attraverso il prelievo di un campione di sangue. In questo modo è possibile risalire alla presenza degli anticorpi, i quali tendono a moltiplicarsi non appena il batterio fa la sua comparsa. Gli anticorpi sono presenti nel sangue anche nella fase iniziale della malattia, quella caratterizzata dall'assenza di sintomi evidenti. Il test deve essere richiesto da chiunque rilevi le tipiche lesioni cutanee della malattia.

Quali sono le cure?

La terapia principale consiste nell'assunzione di antibiotici. Tra questi la penicillina costituisce il farmaco d'elezione e può essere prescritto anche alle donne in gravidanza. Qualora venga rilevata la presenza del batterio, devono assolutamente sottoporsi al trattamento anche gli eventuali partner del paziente. La seconda opzione è rappresentata dal ceftriaxone, che può essere assunto anche dai soggetti che presentano intolleranze o allergie alla penicillina. 

La migliore arma è la Prevenzione

Come per tutte le infezioni sessualmente trasmissibili, la prevenzione passa dall'utilizzo del profilattico ad ogni incontro occasionale.

Attenzione però ad abbassare la guardia: le ferite e le ulcere cutanee possono trasmettere l’infezione - come visto sopra - anche durante il sesso orale o qualunque altro contatto cutaneo con le zone infette. 

Attenzione anche alla gravidanza: nonostante la sua bassa incidenza, nel nostro Paese viene effettuato lo screening su tutte le donne, prima del concepimento o all’inizio della gravidanza, per la prevenzione dell’infezione congenita. Secondo lo stato d’infezione della madre infatti l’infezione può essere trasmessa al feto causando morte in utero o la nascita di un bimbo con sifilide congenita.