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Paolo è tornato - Parte Prima


di Hannibal
14.01.2024    |    2.314    |    3 9.7
"Paolo: “Amore mio, ti ho pensato troppe volte in questi mesi”, “Troietta mia voglio entrarti dentro stasera stessa”, Elena: “Sono il tuo amore oppure la..."
E’ passato diverso tempo da quando Paolo è ripartito, in questo tempo ho pensato molte volte a lui, al suo corpo, al suo sesso, molte volte fra le lenzuola mi sono ritrovata a toccarmi pensando a lui.
Una volta sotto la doccia ho persino avuto un orgasmo.
Pensavo alle sue grandi mani sul mio corpo, sul mio seno e sui miei fianchi a come mi si avvicinava e come mi penetrava profondamente.
Ho cercato di ricordare i miei e i suoi orgasmi, il suo seme dentro il mio corpo, non l’ho mai fatto godere con la bocca perché quando era vicino a venire mi staccava e mi penetrava facendomi godere intensamente oppure io interrompevo il suo orgasmo mordendolo.
Una di queste volte, sotto la doccia, mi sono masturbata fin a godere con le dita e con la bottiglia dello shampoo; ero sola a casa e fra i gemiti ho sussurrato il suo nome sperando che tornasse.
E adesso, evviva Paolo è tornato, sono passati diversi mesi e Paolo si è fatto risentire, è ritornato in Sardegna e la prima cosa che ha fatto è chiamare al cellulare Marco. Marco gli ha detto che lo avremmo richiamato la sera in mia presenza.
La sera davanti la TV Marco mi ha detto: “Ho una sorpresa per te!”, ho strabuzzato gli occhi ed ho capito immediatamente di cosa si trattava: “Paolo è in Sardegna!”, mi disse di sì e gli strappai il cellulare per chiamarlo.
Paolo rispose immediatamente e fu molto dolce.
Paolo: “Amore mio, ti ho pensato troppe volte in questi mesi”, “Troietta mia voglio entrarti dentro stasera stessa”,
Elena: “Sono il tuo amore oppure la tua troietta?” chiesi
Paolo: “Tutte e due le cose” mi rispose.
Risi sinceramente della miscela di amore e perversione: “dammi 15 minuti, mi infilo la giarrettiera e ti raggiungiamo”.
Paolo: “Io ho tutto il week end libero, restiamo insieme?”
Elena: “Certo, fantastico anche noi siamo liberi, sarà bellissimo!”
Corsi in camera, non sapevo esattamente cosa mettere, certo dovevo essere sexy ma non scontata.
Per prima cosa feci la doccia e aggiustai il pelo intorno al pube con il rasoio. Non mi piace essere completamente depilata, ma non mi piace neppure che qualche pelo si metta in mezzo mentre mi scopano, misi anche un bel po' di crema idratante e, cosa che non avrei mai immaginato di fare prima di conoscere Paolo, mi lubrificai l’ano a dovere con un olio per il corpo.
Sapevo che Paolo non mi avrebbe lasciato scampo e non volevo farmi male.
In realtà l’ultima volta mi era piaciuto, ma mi ero anche fatta male nonostante la lubrificazione fatta con gli umori della vagina, non so so se perché non sono abbastanza sverginata da dietro oppure perché il diametro di Paolo è notevole.
Con Marco abbiamo avuto pochi rapporti anali, e già da un po' di tempo non ne avevamo, sono sicura che se avessi l’occasione di passare due o tre giorni con Paolo, magari la prima volta mi farebbe male ma poi mi avrebbe allargata a dovere.
Forse, in realtà è solo questione di rilassamento, non devo pensarci e non devo opporre resistenza, staremo a vedere, questa volta sarei stata più pronta al rapporto anale.
Le calze autoreggenti non potevano mancare, mi piace indossarle, non occorre toglierle per far sesso e gli uomini si eccitano vedendole, il nero delle calze e il bianco della pelle.
Trovai un paio di mutandine davvero sexy, praticamente sono solo un paio di fili e un triangolino sul pube, nient’altro, pensai: “Vuoi vedere che mi scopa senza neppure toglierle?”
Trovai una minigonna di pelle nera e la indossai, un reggiseno che lasciava scoperto il decolté e una maglietta che lasciava scoperte le spalle.
Certo non è estate, così mi sarei ridotta un ghiacciolo fin troppo presto.
Trovai un maglione lungo, che mi copriva le gambe solo un centimetro sotto la minigonna, lo indossai e poi tolsi la gonna.
Ero perfetta, togliendo il maglione ero davvero provocante, praticamente ero in mutandine reggiseno e calze con una maglietta davvero striminzita, ero pronta all’uso che Paolo avrebbe fatto di me.
Poi passai al trucco, non ho mai amato il trucco troppo pesante ma volevo accentuale le labbra perché mi faceva piacere che Paolo mi baciasse, non volevo che il sesso fosse troppo meccanico, ma volevo riempirlo di passione e affetto.
Certo parlare di amore sarebbe stato troppo, ma perché no, in fondo io ero, e sono sicuramente “cotta” a puntino e credo anche lui lo fosse.
Quindi il rossetto giusto un po' più rosso del rosa che normalmente uso sarà l’ideale da rosé a Crimson.
Ombretto? Ma giusto una velatura, il fondo tinta e il mio solito smalto bianco? No anche lo smalto andiamo sull’aggressivo, corallo è perfetto.
Un po' di fondo tinta e qualche goccia di Eau de Chanel e il gioco è fatto.
Preparai anche una piccola borsa con un bikini, un baby doll e un paio di cambi, lo stesso fece Marco che si preparò una valigetta con costume e qualche vestito.
Elena: “Dove andiamo?” chiesi a Marco
Marco: “Andiamo a mangiare qualcosa in un ristorantino fuori città”.
Lì diedi l’ultimo tocco, invece che scarpe con tacco 15, misi dei mocassini con una tacco non molto alto, facili da togliere, sperando che i tavoli avessero la tovaglia abbastanza lunga da nascondere gambe e piedi!
Confidavo in Marco, è perverso a sufficienza da pensare a simili dettagli.
Marco: “Sei già eccitata vedo”.
Elena: “Certo, ma anche tu lo sei” gli risposi.
Elena: “Ti è piaciuta l’ultima volta?”
Marco: “Si amore, mi è piaciuto moltissimo, ma devo dire che avrei voluto scoparti più a lungo, sono arrivato troppo presto”
Risi: “Non preoccuparti, ci ha pensato Paolo, avevo la passera in fiamme!”
Marco: “Lo so, me ne sono accorto, eri davvero in estasi, ridimmelo quante volte sei venuta?”
Elena: “beh, almeno tre”
Marco: “dimentichi quella mentre Paolo ti ha sodomizzata”
Elena: “si vero, sono state quattro”
Marco: “Non era mai venuta con me mentre ti scopo il culetto, hai sempre interrotto dopo poco”.
Elena: “Lo so, in realtà mi facevo male, ma non volevo deluderlo, così l’ho lasciato fare”, “Poi Paolo ha una buona circonferenza ma non è lungo come te, forse con te mi faccio più male”
Marco: “Dì piuttosto che ti piaceva!”, “Ti sei fatta sfondare il culetto per bene!”
Elena: “dai sì, mi piaceva, mi facevo male ma ero eccitatissima!”, “Sei geloso?”
Marco: “In realtà sono geloso, ma la gelosia mi crea eccitazione, non mi sento in competizione con lui, sono geloso delle attenzioni che hai per lui e non hai più per me, questo sì”
Elena: “Dai noi ci conosciamo da trent’anni, è evidente che a lui presto più attenzioni, è un nuovo amico e va curato, non voglio che si senta usato o escluso”
Marco: “Ha,ha, non si sente escluso di sicuro”
Elena: “Non ti dà fastidio se lo faccio venire in bocca?”
Marco: “no, però poi non cercare di baciarmi!”
Elena: “Come no, lo faccio venire in bocca e poi cerco la tua lingua!”, dissi ridendo e mettendogli la mano sull’uccello che in realtà era già duro!
Marco: “Non ci provare nemmeno! Capito!”
Marco sembrava davvero seccato della mia provocazione.
Elena: “Dai scherzo, se capita che mi viene in bocca vado a lavarmi i denti in bagno, ok?”
Marco: “ok!”
mi inginocchiai e gli succhiai l’uccello un po' dicendogli ”Questo è un piccolo anticipo”
Dopo pochissimi minuti si staccò “Non vorrai farmi venire prima?”
Gli diedi un morso sulla base del glande per interromperlo e lui esclamo: “Sei una cannibale!”
Elena: “Vedi anche tu ti lamenti, ho interrotto Paolo più volte così e lui non ha detto nulla”
Marco: “Non sapeva quello che rischiava!” mi rispose
Ridemmo insieme, indossai un lungo cappotto e uscimmo.
In auto non stavo nella pelle, il tragitto mi sembrava lunghissimo, così mi divertii a provocare Marco, accavallando le gambe
Elena: “Ti piacciono le mie cosce?”, gli chiesi mentre le rigiravo per fargliele meglio ammirare.
Marco: “Hai delle gambe e delle cosce magnifiche, muscolose e tornite, mi piace quando le apri e vedo i muscoli delle tue gambe contrarsi, mi piace tutto di te”
Elena: “Anche tu mi piaci e non voglio che pensi che Paolo si possa frapporre fra noi, devo confessarti che ho una cotta per lui, ma non ha nulla a che fare con il nostro rapporto”.
Marco: “Lo so, non preoccuparti, è una cosa che eccita entrambi, serve e rivivere i nostri migliori momenti di sesso, il sesso dopo molti anni ha bisogno di nuovi stimoli, Paolo è un’occasione quasi unica”.
Mi distesi dolcemente sulla sua spalla, “Ti amo moltissimo”.
Marco: “Ti amo anche io, non so immaginarmi con un'altra donna”.
Appena arrivati a casa di Paolo, lui ci spettava in strada.
Paolo: “Ciao, che bello rivedervi!”
Elena: “Ciao”, scesi dall’auto e gli buttai le braccia al collo, lui mi sollevò e mi fece roteare un paio di volte.
Il maglione si sollevò e restai in mutandine.
Marco: “Attenti, potrebbero vederci”, disse Marco.
Paolo rispose: “Chi mostra gode, chi vede crepa!”, “Comunque stiamo attenti, non vorrei che qualcuno ci rovinasse la serata”.
Salimmo in macchina e questa volta mi sedetti direttamente dietro con Paolo.
Marco: “Non facciamo scherzi” disse Marco: “fate i bravi l’altra volta non siamo arrivati al ristorante, stasera ho fame”.
Paolo: “Ho fame anche io”, disse Paolo e mi caccio la lingua in bocca “Ho fame di Elena”, “Ma faremo i bravi”.
Intervenni io: “Faremo i bravi ma non troppo” dissi, mentre facevo scivolare la mano sull’interno delle gambe di Paolo.
Marco: “Ok, fate pure, ma non esagerate, dopo il ristorante abbiamo tutto il tempo”
A Marco piaceva tenere la regia, voleva che facessimo sesso, ma gli piaceva rimproverarci scherzosamente.
Marco: “Mettiamo delle regole, primo – non nascondetevi troppo dietro i sedili, secondo Elena per favore non far venire Paolo, mi sporcate la tappezzeria, che figura ci faccio, se proprio devi farlo venire prendilo in bocca e non sporcare, capito!”
“Niente sborrate nella figa altrimenti dopo sgoccioli!”
“OK, non preoccuparti disse Paolo, stavolta faremo… quasi…. i bravi”
Mentre lo diceva mi infilo una mano fra le cosce e arrivò rapidamente alla figa, rigirò le dita fra le labbra le portò alla sua bocca e le assaggiò.
“Hai davvero un buon sapore”, disse e mi bacio tirandomi a sé, baciandomi mi tolse il respiro!
Non feci nulla, mi lasciai penetrare la bocca con la lingua, e lo baciai per un lunghissimo tempo mettendogli le braccia al collo e accavallando una gamba sulle sue cercando di strofinarmi la passera sulla sua coscia.
Quando fummo entrambi senza respiro si stacco e mi accovacciai sulla sua spalla, lui mi abbraccio e mi disse “la serata è lungo, non consumiamola subito, assaporiamola”
Così comincia a accarezzargli il pisello, ma senza sbottonargli i pantaloni, lo sentivo rigonfio, i pantaloni stavano per esplodere, ma non li aprii, lo baciai io e restammo così a slinguarci e a toccarci senza spogliarci fino al ristorante.
Arrivai al ristorante già sbrodolante dei miei umori, loro si accomodarono e io dovetti andare in bagno ad asciugarmi!

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