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Unico Threesome - Elena racconta Parte 1 - I l supermercato


di Hannibal
26.01.2023    |    7.992    |    9 9.5
"Era una mattina come tante ed ero andata al supermercato per acquistare qualcosa..."
Abbiamo parlato molte volte con Elena dell’Esperienza avuta con Paolo.
Abbiamo visto molte volte il filmato della videocamera dell’auto e abbiamo scopato mentre lo guardavamo.
Ci eccita parlare dell’esperienza e speriamo che Paolo torni presto per ripeterla.
Elena me ne ha parlato così a lungo e dettagliatamente che voglio riscrivere la storia ma dal punto di vista di Elena.
Voglio cioè raccontarla come se fosse Elena a farlo, non so se ci riuscirò oppure trasparirà che comunque è un uomo a raccontare in prima persona l’esperienza di una donna, starà a voi giudicarlo.
Attendo i vostri commenti.

Era una mattina come tante ed ero andata al supermercato per acquistare qualcosa.
Non volevo preparare una cena solita o banale, così mi attardai al reparto dei prodotti etnici, lì vidi per la prima volta quest’uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati alto e con bel fisico asciutto.
Le spalle erano larghe e aveva grandi mani.
Non capii subito se stava girandomi attorno, ma ne ebbi l’impressione, infatti per ben due volte mi passò vicino senza guardare nulla dei prodotti degli scaffali.
Lì cominciai a giocare e cambiai reparto e andai nella corsia degli alcoolici e delle birre.
Dopo pochissimo eccolo ricomparire in fondo alla corsia mentre guardava “Forse” una bottiglia di vino forse “me!”.
Così mi chinai per prendere una bottiglia nello scaffale più in basso, ma non piegai le ginocchia ma chinai la schiena lasciando dritte le gambe e feci in modo che la gonna si sollevasse un po', quel tanto che bastava per far vedere le autoreggenti che indossavo, poi, quasi subito mi ricomposi.
Lui entrò nella corsia, la percorse tutta lentamente molto attento…. “ai prodotti negli scaffali”, quando fu più o meno vicino a me cercai di prendere una bottiglia dallo scaffale in alto, non ci arrivavo e lui si offri di aiutarmi:
“Posso aiutarla?”
“Certo, grazie, non riesco a prendere quella birra artigianale lì in alto!”.
“Eccola”
Me la porse e nel gesto mi sfiorò la mano.
“Grazie”
“Le piace la birra artigianale”
“Sì, mi piace, questa non l’ho mai assaggiata e mi piace provare nuovi gusti”
Dissi maliziosamente.
Lui rise e mi chiese:
“Con cosa accompagna la birra”
“Dipende”, risposi.
Mi attaccò bottone e non mi lasciò più andare via, riempii il cestone del supermercato con il suo aiuto e ci dirigemmo alla cassa, lui comprò solo poche cose, un dopobarba e poco altro.
Aveva un bel viso e la barba curata, ma quello che mi attraeva di più era l’altezza e le grandi mani affusolate con dita lunghissime, non rozze ma curatissime; detesto gli uomini con le mani villose.
Ci incamminammo verso l’uscita e mi chiese:
“Posso offrirle un caffè?”
“Certo ma solo un caffè, purtroppo non ho molto tempo devo scappare”
Che stupida avevo lasciato intendere che se mi avesse proposto qualcosa che richiedeva più tempo, se non avessi avuto impegni avrei accettato!
Sorseggiò il caffè e mi chiese:
“Posso darti del tu?”
“certo, mi chiamo Elena, tu?
“Piacere Paolo, Elena, vorrei avere il tuo cellulare”
“Paolo, sei simpatico, ma non è il caso, sono sposata”
“Facciamo così, ti lascio il mio, se cambi idea a vorrai prendere un drink insieme chiamami”.
Accettai il suo numero scritto su un tovagliolo di carta del bar e ci salutammo dandoci la mano.
MI prese entrambi le mani fra le sue e accennò un bacio, se ne andò salutandomi da lontano.
Avevo ragione aveva bellissime mani, curate, forse usava una crema idratante, aveva un tatto fantastico, mani grandi e curate la mia passione.
Controllai che il numero fosse leggibile e conservai il tovagliolo.
Ritornando a casa ne parlai a Marco e lui mi prese in giro dicendomi che non dovevo andare in giro in minigonna, che arrecavo disturbo alla quiete pubblica.
La sera mentre guardavano la TV gli dissi:
“Quel tizio, mi ha ronzato attorno per un bel po', poi mi ha offerto un caffè e non mi sono sentita di rifiutarlo e poi mi ha dato il suo numero”
“Amore mio anche io ti ronzerei attorno sei bellissima”
“Ha quindi se vedi una donna che ti piace in minigonna al supermercato le ronzi attorno?”
Gli diedi una cuscinata in testa.
“No ma che centra, risposi, ronzerei solo intorno a te!”
“Sì, come no, ronzeresti attorno a ogni bella pupa con la minigonna, altro che storie!”
“Beh si, ma amo solo te”
“Questo lo so”
Continuammo a vedere il film.
Nei gironi seguenti ne parlai ancora perché in realtà volevo che Marco mi incitasse a chiamare Paolo.
Insistetti e insistetti, fintanto che non lo fece e mi disse:
“perché non lo chiami?”
“mi andrebbe di chiamarlo è simpatico, e noi siamo sempre soli. Non voglio però chiamarlo con ill mio cellulare, altrimenti non me ne libero più, lo chiamo dal tuo!”
Presi il cellulare di marco e lo chiamai, sbagliai pure a digitare il numero tanto ero eccitata all’idea di chiamarlo.
“Ciao, vediamo se indovini chi sono!”
“Ciao Elena”
Rimasi quasi delusa della facilità con la quale aveva indovinato.
“Ciao Elena come va, aspettavo la tua chiamata, ti sei fatta attendere”.
“Ciao, devo avvisarti questo è il cellulare di mio marito Marco, io avevo voglia di chiamarti e di prendere un drink con te ma in presenza di mio marito per non creare fraintendimenti”
Io volevo ci fosse anche Marco per molte ragioni, innanzitutto non volevo tradirlo e, inoltre, ero sicura che se l’avessi tradito ci sarebbe rimasto malissimo; io amo Marco.
In cuor mio sapevo che Paolo mi piaceva e che probabilmente avrei accettato le sue coccole, ma amo Marco; e poi Marco mi avrebbe tradito a sua volta, le ronzano certe fighette attorno a cominciare dalla sua segretaria. Ci sono certe colleghe che, quando lo chiamano, hanno un tono di voce che una donna sa riconoscere
“Certo Elena, per me non ci sono problemi, io ho voglia di vederti perché sei una persona simpaticissima, che ne pensa tuo marito, puoi passarmelo al telefono?”
“Certo eccolo”
“ciao Paolo, io sono Marco, piacere sono il marito di Elena, Elena mi ha raccontato che vi siete conosciuti al supermercato, che sei una persona simpatica e che voleva rivederti per avere l’occasione di prendere un drink con te”
“Ciao Marco, anche io ho voglia di conoscervi come coppia, sono in Sardegna per periodi limitati di tempo e non ho molti amici qui”
“Siamo anche noi nella stessa situazione, non abbiamo molti amici con i quali uscire, mi fa piacere conoscerti, ci vediamo al…… alle 18:30? Conosci il posto”
“Sì, è un grazioso pub, lo conosco, Ok a più tardi allora, mi ripassi Elena?”
“Certo”
“Ciao, Eccomi”
“sicuro che per Marco non ci sono problemi?”
“Non te lo avrei proposto, stai tranquillo, mi ha detto lui di chiamarti”
Così ci preparammo per uscire, porca miseria ho sfilato le autoreggenti, volevo essere sexy come quando mi ha conosciuta, ho dovuto indossare i collant, ma reggiseno e slip erano fantastici un balconcino come reggiseno e un tanga che lasciamo molto poco coperto.
In cuor mio sapevo che, se ne avessimo avuto l’occasione, avrebbe potuto vedere il mio intimo.
Diciamo che volevo essere pronta a ogni evenienza e anche se non si fosse presentata, indossare intimo sexy mi fa essere più seducente anche con tutti i vestiti addosso.
La minigonna non poteva mancare, era un po' più lunga di quella che avevo al supermercato, ma avrei fatto in modo di tirarla su, una camicetta bianca un po' sbottonata completava il resto.
Delle scarpe con un minimo di tacco slanciano le mie gambe, non sono molto soddisfatta delle mie ginocchi ma Marco dice che ho gambe da sballo.
Sulle cosce e sui polpacci ha ragione Marco, sono da sballo.
Mentre mi vestivo già sentivo l’eccitazione che saliva in me sapendo che avrei incontrato nuovamente Paolo.
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