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Due insegnanti epicurei


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
28.12.2020    |    15.710    |    14 9.8
"Dopo lunghi istanti Laura si spostò dal mio viso facendosi scivolare accanto a me e anche Vittorio si scostò sdraiandosi sull’altro lato..."
La funivia che da Erice scende dolcemente verso Trapani percorre il tragitto in circa dieci minuti offrendo una bellissima vista sulla città e le Isole Egadi. Mi ero appena seduto all’interno di una delle cabine quando una coppia di signori si precipitò dentro prima che le porte si chiudessero. Salutarono con un sorriso e si sedettero. Con un minimo scarto la cabina iniziò a compiere la sua discesa. I due puntarono lo sguardo fisso sulla vetrata da cui si poteva ammirare un panorama spettacolare. Li osservai di sottecchi. Supposi che fossero marito e moglie, non solo per le fedi che avevano alle loro dita, ma anche per il modo con cui si guardavano. Lei era minuta, con grandi occhi castani e una folta chioma di capelli rossi e indossava un vestito leggero sul quale era stampato un grazioso motivo floreale. L’uomo aveva capelli bianchi e corti e il volto solcato da rughe profonde che gli donavano un ruvido fascino. Erano senz’altro turisti ma non sapevo se fossero italiani o stranieri, decisi così di appurarlo:

"È bello il panorama, vero?”
“Stupendo” rispose lei con un accento del nord. “E’ la prima volta che veniamo qui e sembra di stare in un tipico paesaggio da favola. Lei è di qui?”
“Sì.”
“Che fortunato che è!” – disse.
” Ne sono consapevole.” – risposi.
“Peccato che la nostra vacanza stia per finire. Domani si riparte.”
“E’ sempre brutto ritornare al lavoro dopo una bella vacanza…” – dissi.
“Niente più lavoro, siamo pensionati…da un bel po’ ormai.”
“Baby pensionati, eh? – dissi con un sorriso.
Risero anche loro.
“Magari … abbiamo superato entrambi i sessanta.” -
“Oh… beh, li portate splendidamente.”
“Grazie, lei è molto gentile. Io mi chiamo Laura e mio marito, Vittorio”
“Piacere, io sono Fabio. Alloggiate qui in città?”
“No, viaggiamo col camper. L’abbiamo parcheggiato vicino l’entrata della funivia perché la strada per Erice è tortuosa e abbiamo preferito lasciarlo giù”
“Avete già idea di cosa vedere nel pomeriggio?” – chiesi.
“Basta per oggi. Questa mattina abbiamo comprato del pesce fresco e abbiamo intenzione di cucinarlo davanti al mare e vicino a quel monte che sembra uscito da una cartolina, sa come si chiama?”
“Monte Cofano! Ha ragione, è così bello che sembra un paesaggio fiabesco.”
“Se conosce la strada ci può accompagnare, la invitiamo a pranzo.” – disse lui.
“Ci sto, ad una condizione, che ci diamo tutti del tu.” – risposi.
“Accettiamo volentieri!”

La cabina si fermò delicatamente senza sussulti e scendemmo. Un paio di minuti dopo eravamo sul camper. Era un Ford Transit molto grande e di recente costruzione. Laura mi mostrò l’interno. Era molto comodo e grande. Vittorio, nel frattempo, si era messo alla guida del mezzo e accese il motore. Mi chiese di sedermi accanto e di indicargli la strada che portava a Monte Cofano. Chiacchierammo per tutta la mezz’ora che ci separava dal monte. Erano stati due insegnanti. Laura aveva insegnato filosofia per trent’anni in un liceo scientifico mentre Vittorio era stato un insegnante di educazione fisica. Una cosa mi fu subito chiara in quel breve lasso di tempo: volevano godersi la vita fottendosene dei giudizi malevoli della gente.
“La sostanza della nostra filosofia è semplice: mangiare, bere, fare sesso e stare allegri, poiché un giorno moriremo e quel giorno vogliamo portarci meno rimpianti possibili.” – mi disse Vittorio.

“Che meraviglia!” – esclamò Laura appena arrivammo nella spiaggia, alle pendici del monte. – “Ha un nome questa spiaggia?”
“Si, è la baia di Cornino.” – dissi.
“Cornino,” – ripeté lui – “ma guarda che coincidenza. Nomen omen …”
Laura scoppiò improvvisamente a ridere. Io non capii il motivo della risata ma mi limitai a sorridere senza chieder nulla.
Si mise ai fornelli mentre Vittorio accese il pc per avere – mi disse - qualche notizia storica sul punto dove eravamo. Immaginate la mia sorpresa quando sul desktop vidi che avevano come sfondo una foto di entrambi sdraiati su un letto, totalmente nudi. Imbarazzato, volsi subito lo sguardo dallo schermo, ma la risata roca e chiassosa di Vittorio mi fece intendere che volesse farmi vedere la foto.
“Spero di non averti messo in imbarazzo” – disse lui con un sorriso malizioso.
“No, no… beh, un po’ sì, ma… ma, nessun problema…” – farfugliai.
“Ahahaha… Laura, puoi venire un attimo?”
“Cosa c’è?” disse lei e venne.
“Fabio ha visto la nostra foto sul desktop ed è diventato rosso come un peperone.” – disse Vittorio.
“Beh, adesso sì che sono in imbarazzo” – dissi.
“Poverino” – disse lei – “avresti dovuto avvisarlo prima, Vittorio”. Mi diede una carezza sul viso e ritornò sui fornelli.
“Vado a farmi una doccia” – disse Vittorio – “tu intanto guarda le altre nostre foto e poi ci dici cosa ne pensi.” - Aprì il file delle foto e mi invitò a sedermi. Dopo di che si alzò e mi lasciò solo davanti al pc. Sul file c’erano decine di foto. Iniziai a guardarle una per una. La maggior parte di esse ritraevano Laura. Erano foto molto sexy e ben fatte: Laura nuda con la schiena arcuata. Laura con il corpo bagnato e con i capelli che le coprivano i seni. Laura, nuda, seduta su una sedia con le gambe aperte e la grande fessura delicata, trasparente come un fiore sbocciato, che catalizzava sogni, desideri, passioni. Avevo la sensazione che Laura dietro di me mi osservasse e questo rendeva tutto piacevolmente erotico. Avevo appena finito di vedere l’ultima foto che mi trovai Vittorio accanto a me con l’accappatoio aperto che lasciava intravedere il suo pene.
“Dimmi delle foto.” - disse.
“Molto belle” – risposi – “davvero complimenti”.
“E dimmi anche di questo” – disse, facendo scivolare l’accappatoio a terra e rimanendo nudo con il cazzo a pochi cm da me. Rimasi di sasso. Fino a quel momento non avevo sospettato che Vittorio avesse desideri bisex. Mi sono chiesto come avesse capito che a me il cazzo piace. Lo trovo di solito molto più interessante dell’uomo a cui è attaccato. Il suo cazzo era proprio di fronte alla mia bocca, moscio, in attesa di gonfiarsi dentro la mia bocca. Lo presi con una mano e cominciai a masturbarlo. Lo misi poi in bocca e lo sentii crescere come un fungo. Lui gemette. Iniziai a succhiarlo mentre con l’altra mano gli accarezzavo e soppesavo le palle.
Ad un tratto sentii la voce di Laura.
“Ehi, prima si pranza.” – disse con voce divertita.
“Mhhh, peccato…” - disse Vittorio – “ci sa fare Fabio”. Ci sedemmo a tavola. Io e Laura eravamo vestiti, mentre Vittorio era totalmente nudo. La voglia nei visi di tutti e tre era fin troppo evidente.
“Uff, che caldo che fa.” – disse Laura e si tolse la maglietta. Era senza reggiseno e le sue tette erano sormontate da capezzoli induriti dal desiderio.
“Tu non senti caldo?” - mi chiese Laura.
“Sì… in effetti oggi è una giornata davvero calda…” – dissi biascicando.
“Beh, allora mettiti comodo, siamo tra amici, no?” – fece lei.
“Sì, certo” – dissi e mi tolsi la maglietta rimanendo a torso nudo.
“Non mi pare corretto che io stia nudo mentre voi siete ancora vestiti.” – disse Vittorio.
“Hai ragione” – disse Laura. Si alzò e, fissandomi, abbassò la zip dei pantaloni con sapiente lentezza e li lasciò cadere a terra insieme al suo intimo. Era deliziosamente depilata. Si risiedette. Il mio pomo d’Adamo iniziò ad oscillare su e giù. Toccava a me adesso. Mi alzai e feci scivolare i pantaloni a terra. Stavo per togliermi le mutande quando Laura mi disse:
“Vieni un attimo qui.”
Eccitazione, desiderio, lussuria scorrevano ormai come lava ardente nelle mie vene. Mi avvicinai a lei come un cagnolino ubbidiente.
“Mi piace togliere le mutande personalmente.” – disse. Mise pollici e indici sui lati delle mie mutande e lentamente li abbassò.
“Mmmh, vado matta per gli uccelli depilati.” – disse. Con una mano circondò la base del mio cazzo e con la lingua ne percorse tutta la lunghezza. Poi mi scappellò e mi succhiò il glande come se fosse una caramella al lampone.
“Va bene così per adesso “- disse – “Puoi sederti”.
“No aspetta” - disse Vittorio - “vieni un attimo qui.”
Mi avvicinai a lui. Mi afferrò le natiche con le mani e trangugiò il mio cazzo. Lo succhiò e non smise finché non intervenne Laura.
“Basta. Il pesce si raffredda.” – disse lei con tono scherzosamente severo.

Vittorio lasciò il mio cazzo e mi sedetti. Iniziammo a mangiare e a conversare. Entrambi erano dotati di parlantina e senso dell’umorismo. Fu una conversazione piacevole. La brezza marina entrava dalla finestra facendo ondeggiare le leggerissime tende bianche che la decoravano; l'aria era calda e profumata di salsedine. Facemmo i piatti in men che non si dica e ci buttammo sul letto. Vittorio non perse tempo; posizionò la sua testa in mezzo alle mie cosce e iniziò a succhiarlo. Laura si sdraiò accanto a me, avvicinò le sue labbra alle mie e quel bacio mi portò su mondi lontani e magici. Niente, nel sesso, è più intimo e profondo di un bacio. Rimanemmo a baciarci a lungo scambiandoci le salive e intrecciando le nostre lingue. Poi, d’un tratto, si sedette a cavalcioni sul mio viso con il suo sesso piantato sulla mia bocca. Iniziai a baciarla e a leccarla mentre le dita della sua mano si infilavano tra i miei capelli e li tiravano con forza contro di lei. Allo stesso tempo Vittorio si sedette sul mio cazzo e si impalò da solo sopra di me. Iniziò a muoversi ritmicamente in silenzio. Di tanto in tanto emanava lunghi sospiri. Davanti a sé, la schiena di Laura.
Le mie labbra erano intrise degli umori del sesso di Laura. Quel sapore dolce e al contempo aspro mi esplodeva in bocca come nettare. Ogni movimento della mia lingua sulla sua carne ardente la faceva gemere.
“Guardami!” – le dissi, mentre ingoiavo i suoi umori e stuzzicavo con la punta della lingua il clitoride. Lei mi guardò e mi tirò con i capelli verso la sua vulva con ancora più forza.
“Fammi venire!” – disse.
Feci scivolare un dito dentro di lei, facendola gemere ancora di più. Ne feci scivolare dentro un altro. Lei mosse i fianchi e le mie dita e la mia lingua seguirono il suo ritmo. Capì che stava per venire e questo mi eccitò così forte da portarmi dritto dritto sull’orlo dell’orgasmo. Vittorio lo capì e iniziò a masturbarsi e al contempo a muoversi su e giù sul mio cazzo. L’orgasmo ci colse tutti insieme. I nostri corpi vennero scossi da fremiti e i nostri respiri ansimavano come segugi dietro una lepre. Dopo lunghi istanti Laura si spostò dal mio viso facendosi scivolare accanto a me e anche Vittorio si scostò sdraiandosi sull’altro lato. Piano piano i nostri respiri si calmarono. Rimanemmo senza parlare per alcuni minuti guardando il soffitto, poi, Vittorio disse:
“Resti a dormire qui stanotte? Non abbiamo però la camera degli ospiti, dovresti quindi accontentarti di dormire in mezzo a noi due. Che ne dici?”
“Uhmm, dormire, intendi?” – dissi con tono malizioso.
“Beh, ci sono un paio di cose che mi piacerebbe fare prima di dormire.” – rispose Vittorio
“Posso saperle?”
“Laura adora sedersi su quella poltrona e vedere me che faccio sesso con un uomo sul letto. Ama anche sentire entrambi dentro di lei mentre nel frattempo ci baciamo. Naturalmente adoro anch’io sedermi su quella poltrona e vederla scopare con un uomo. Cosa poi? Ah, ecco, adora fare del sesso orale a entrambi contemporaneamente. Poi…Laura, qualche altra fantasia?
“Sì. Il trenino.”
“Cioè? “– dissi.
“Tu inculi mia moglie e allo stesso tempo io inculo te. Questo è il trenino.” – disse Vittorio
“Oh, sto in mezzo quindi…”
“Mettiamo sempre l’ospite al centro dell’attenzione.” – disse Vittorio
“Sarà una notte indimenticabile per me.” – dissi.
“faremo di tutto purché ciò accada” – rispose Laura.

Il sole era sulla via del tramonto e noi ce ne stavamo seduti sul letto a guardare dalla finestra il cielo che a poco a poco riempiva di stelle. Io osservavo un gruppo di stelle e mi stavo chiedendo se fosse quella la costellazione di Orione quando, improvvisamente, la mano di Vittorio si posò sul mio cazzo, stringendolo. Ricambiai posando la mia mano sul suo cazzo e l’altra tra le cosce di Laura. Si ricominciava.
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