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Il pittore sedotto - 2


di estercam
12.09.2021    |    454    |    0 9.6
"” “Grazie” Rientro nel salottino un po' più tranquillo ma con molte domande ancora in testa..."
2 – capitolo

Sono passati diversi giorni da quella serata. Non riesco a togliermi dalla testa gli avvenimenti … li rivivo mentalmente … li rivedo come al rallentatore … lei che si sveste … che mi sveste … e tutto il seguito …
Devo riuscire a dimenticare. Non ci sarà una seconda volta … Una così a tutti gli uomini che vuole...
Devo toglierla dalla mente …
Ogni giorno lo stesso dilemma, devo trovare una soluzione ...
devo vederla! Ma come fare?
Ci vuole una scusa, ma quale?
Ne avrò già scartate mille ma nessuna che regga...
Forse ho trovato: le telefono e le dico che non trovo più un pennelo e penso di averlo dimenticato lì.
Buona idea.
Passano i giorni e non trovo il coraggio per telefonare …
E passato quasi un mese da allora, la voglia aumenta sempre di più ma come faccio per fare il numerodi telefono mi si blocca la mano ,,,
Suona il cellulare, lo prendo distrattamene come sempre, sono le 14 e stavo cercando di riposare, Sarò qualche call cnter, come sempre a quest'ora ….
Faccio un salto … riguardo bene e mi viene un tuffo al cuore, rispondo: Buon pomeriggio signara Samanta – è proprio le che mi chiama – come sta? Mi dica pure.” Come dirgli che sto pensando continuamentea Lei?
“Non si è accorto di aver lasciato qui la tuta da lavoro?”
“Ecco dove era finità! Grazie”
Che stupido! Avevo la soluzione a portata di mano …
“Quando pensa di passare a ritirarla?”
“Non saprei, lei quando è in casa e che non disturbo?”
“Se le va bene può passare domani pomeriggio sul tardi e pi si ferma a cena.”
“Ok, ma la invito io a cena, se non sono troppo invadente ...”
“No caro, vieni da me”
“Sono già venuto la volta scorsa. Adesso tocca a me”
“Chissà come fai da mangiare. Sei bravo nel tuo lavoro ma sul mangiare come sei? Non mi fido”
“Ma, veramento so far bene da mangiare ...”
“Non se ne parla. Vieni da me! E poi chissà come sarà la casa! Di solto le case degli scapoli sono un disastro.”
“Allora la invito a cena fuori ...”
Un attimo di silenzio …
“Va bene. Però domani sera perchè stassera ho una riunione con amici”
“Ok per domani. Le dico poi l'orario di quando la passo a prendere”
“Ok. A domani”
Woa! Domani la vedo. Si ma dove portrla? Potrei portarla al ristorante R. … non troppo caro per le mie tasche. Ma neanche la posso portare in una bettola … Ci vorrebbe un ristorantino tipico …
Ecco! Quel ristorantino sul lago! Andrebbe proprio bene.
Telefono e prenoto per due. Peccato che le salette private siano già occupate ma mi hanno riservato un tavolo con divisorio, almeno un po' di riservatezza è assicurata.
Chiamo Samanta.
“Buon pomeriggio signora Samanta. Se le va bene passerei a prenderla domani sera verso le 19”
“E dove andiamo?”
“Pensavo al ristorante Belvedere sul lago di T.”
“Si bel posto. Va bene Ti aspetto alle 19 domani.”
Sono le 18,30, sono già sotto casa sua … aspetto le 19 per suonare il campanello …
Mi vede dalla finestra e scende. Abito lungo nero di pizzo, con uno spacco sulla gamba sinistra che arriva sino quasi in vita … senza maniche … con le spalline fini che si intrecciano dietro la schiena che rimane scoperta sino all'altezza della vita …
l'abito ha le giuste trasparenze … si intravvedono le gambe ma non l'inguine … si intravvede la parte superiore della coppa del reggiseno, anch'esso in pizzo nero. Dallo spacco del vestito si vede bene la balza delle autoreggenti a rete fine…
Stile di femminilità, tinta unita considerevolmente attraente, mostra la vita e le curve giuste …, molto interessante e fatto apposta per attirare l'attenzione ...
Mi ripiglio, scendo dall'auto, gli apro la portiera dell'auto e la saluto, Sale in macchina senza dire una parola, un ghiaccolo è più caldo … mi porge la mano che prendo e bacio con delicatezza.
“Buona sera signorina Samanta”
“Buonasera”
Salgo a mia volta in auto, metto in moto e partiamo.
“Autista, dove mi porta questa sera?”
“Come detto andiamo al ristorane Belvedere sul lago ...”
“Aaa ssiii, ricordo ...” Risponde con aria annoiata.
Bella serata mi aspetta …
Durante il viaggio non una parola, per fortuna dura solo una decina di minuti.
Arriviamo, posteggio, scendo e le apro la portiera … le porgo la mano per aiutarla a scendere …
Ci avviamo verso il ristorante, le porgo il braccio per prenderla sotto braccio ma lei rifiuta.
Cammina un passo avanti a me, mi sembra di essere il suo cagnolino …
Saliamo quattro gradini e siamo sul patio e belvedere sul lago.
Siamo in anticipo e ci fanno sedere ad un tavolino un po' appartato e con una bellissima vista sul lago. Una leggera brezza ci accarezza …
“Aperitivo?”
“Si grazie”
Ci viene servito in calici di cristallo con patatine, stuzzichini e noccioline.
Dopo un po' ci fanno accomodare all'interno e ci accompagnano ad una stanzetta privata …
“Scusi ma ci deve essere un'errore – dico - avevo prenotato un tavolo tra i separiette ...”
“Nessun errore. Prima aveva chiesto per un salottino privato ma non c'era, ma si è liberata una saletta e abbiamo pensato che le fosse gradito”
“ok, grazie”
Il locale è tra l'antico ed il moderno. Pareti in legno. Soffitti con travi a vista e cassettoni. Arredi sia in legno e altri in ferro battuto. Profumi delicati e luce soffusa, candele profumate e colorate ovunque. Il salottino privato è allo stesso tempo accogliente e raffinato.
Ci accomodiamo al tavolo preparato con cura: piatti con bordo in oro, posate d'argento, bicchieri in cristallo. Sul tavolo un mazzo di fiori. Candele per l'illuminazione.
Ma qui si sono sbagliati di brutto. Non ho ordinato queste cose e le altre volte che sono venuto, anche nei salottini privati, non c'era questo lusso. Chissà quanto mi verrò a costare.
Sono sulle spine. Che faccio mi alzo e vado a chiedere spiegazioni? Si forse è meglio.
Con la scusa di andare a lavarmi le mani mi alzo ed esco, raggiungo il bancone ed esprimo le mie perplessità.
“Tranquillo! Vi abbiamo visti innamorati e così il proprietario ha pensato di ambientarvi una cena da innamorati. Tutto compreso nel prezzo.”
“Va bene, grazie. Posso ringraziare il proprietario?”
“Adesso non c'è, se arriva vi avviso.”
“Grazie”
Rientro nel salottino un po' più tranquillo ma con molte domande ancora in testa. Lei è in piedi vicino alla finestra. Sta fumando una sigaretta con un bocchino lavorato.
“Eccomi ..”
“Bene sediamoci che iniziamo la cena carissimo”
Da quando sono passato a prenderla sono le prime paoli gentili e dette con dolcezza. Vedi che la coreografia aiuta. Devo proprio ringraziare il proprietari dell'idea.

Ci sediamo e ci servono le capesante con porcini, linguine allo scoglio, aragosta, il tutto innaffiato dal Prosecco di vadobbiadene. Tiramisù all'ananas. Caffè e grappa al prosecco.
Durante la cena il discorso vaga dai fatti di cronaca al ricordare la serata a casa sua (vedi l'altro racconto). Discorsi allegri, distensivi … Ogni tanto il suo piede viene a cercare il mio … Ad un certo punto il suo piede sale e si appoggia al sul mio pacco …. uuummm …
Ci alziamo … la prendo sotto braccio e ci avviamo verso l'uscita. Arrivo alla cassa e pago il dovuto.
Chiedo se posso parlare con il proprietario per ringraziarlo e mi dicono che non possono perché il proprietario è impegnato con una persona.
“Mi spiace, ringraziatelo da parte mia.”
“Lo può fare lei personalmente ...”
Ma questi sono matti! Mi dicono che non c'è e poi mi dicono che posso ringraziarla di persona subito …? Bo saluto ed andiamo
“Buonasera e grazie. Cena veramente squisita”
“Buona sera ragazzi. A domani”
“A domani padrona”
Come?!?
La padrona del locale è lei? Ora capisco molte cose.
Mi viene male … mi sento mancare ..
Prontamente due camerieri mi prendono e mi fanno sedere su una sedia ...
Mi arrivano due ceffoni amorevoli da parte di Samanta
“Su, su ripigliati ...”
“Ma … tu … il locale .. la casa ...”
“Stai tranquillo. Ripigliati e andiamo a casa ...”
Ci avviamo alla macchina e mi fa salire dal lato passeggero. Poi le sale alla guida
“Guarda che è la mia macchina, devo guidare io ...”
“Ma se non stai neanche in piedi … Dove abiti?”
“In via C. B. numero 12”
Ci avviamo. Durante il viaggio medito su quello che è accaduto, sul fatto che fosse la proprietaria del locale … della figura fatta da pollo …
Arriviamo sotto casa, posteggia … mi apre la porta e scendo
“Ti chiamo un taxi per andare a casa”
“Neanche per idea! Vado a piedi ...”
”Questo è quartiere popolare, a quest'ora è pericoloso”
“Adesso andiamo su e poi vedremo il da farsi...”
“Su in casa?”
“Si, non ti va?”
“No no andiamo”
Saliamo al 4 piano, entriamo. Il mio appartamento è composto da camera, cucina con angolo cottura, ingrasso e servizi.
“Piccolino ma carino … in ordine … ben arredato ...”
“Perché non dovrebbe essere in ordine?”
“Perché, normalmente, gli alloggi degli scapoli sono un disastro”
Siamo a casa mia come desideravo. Vediamo di procedere con il programma.
“Posso offrirti un drink?”
“Certo caro”
Preparo il drink, glielo porgo e mi siedo vicino a lei sul divano presente in cucina
Sorseggiamo il drink scambiando due parole.
Posati i bicchieri prendo l'iniziativa: mi avvicino alla sua bocca e la bacio!
SCIAF SCIAF
Due sonori schiaffoni si stampano sul viso … “Ahhh … che fai ...”
“COME TI PERMETTI! VERGOGNATI! PENSI DI RISOLVERE TUTTO CON UN BACIO?”
Mi urla addosso Samanta, faccio per rispondere ma lei continua: “Mi hai abbandonata per giorni … non ti sei più fatto sentire … VERGOGNATI … è questo il modo di fare? - Non capisco a cosa si riferisce – Ti ho preso la tuta da lavoro pensando che saresti venuta a cercarla il giorno dopo ...”
Ecco deve era finita.
“Invece niente! Mi hai fatto soffrire e adesso pensi di cavartela con un bacio?”
“Ma non osavo chiamarla … non volevo disturbarla ...”
“ANCORA CON STO LEI!!! Basta”
“Va bene … amore?”
“Si ma devi pagare … spogliati … subito!”
“Ma ...”
“Subito”
Mi tolgo la maglietta, le scarpe , i pantaloni …
“Via tutto. Nudo come il verme che sei! Lasciarmi per giorni nell'abbandono ...”
mi levo anche i boxer … adesso sono nudo
“In ginocchio qui davanti a me ...”
Mi inginocchio tra le sue gambe, lei sposta il vestito … poi il perizoma nero … il suo cazzo si staglia davanti a me … mi prende la testa e me la spinge verso il suo cazzo … me lo infila in bocca e tira a se la testa … il cazzone mi va sino in gola … mi tiene ferma la testa … non riesco a respirare … cerco di spostare la testa ma lei la tira ancora di più verso di lei .. cerco di aiutarmi con le mani ma niente … improvvisamente si svila dalla bocca e respiro … o meglio ansimo.
“Questo è quello che ho provato io aspettando invano la tua chiamata ...”
“Non riuscivo neanche respirare per l'ansia che non mi chiamavi ...”
“Scusa Samanta, ma non osavo telefonarti. Sapevo d'aver dimenticato la tuta, ma avevo paura che tu pensassi che l'avevo dimentica apposta ...”
“E, invece, te l'avevo nascosta io ...”
“Quindi … tu … volevi incontrarmi di nuovo?”
“Si amore” e dicendo cosi si lascia scivolare il vestito ai piedi, lo raccoglie e, con un gesto ben studiato, lo posa sul divano,
Resta con il reggiseno di pizzo nero, un tanga anch'esso nero e le autoreggenti di rete.
Sono ancora inginocchiato davanti al suo membro …
Prendo i lati del tango ed inizio a toglierli … mi aspetto un altro schiaffone ed invece ricevo una carezza in mezzo ai capelli.
Prendo i suoi piedi ed inizio ad accarezzarli e baciarli … risalgo piano piano le gambe, prima una e poi l'altra.
Arrivo alle cosce, le lecco e le bacio sul lato interno … Lecco le palle, lo scroto … il buchetto …
“Uuuuummm … si che bello ...”
Salgo con la lingua sulla pancia … giro attorno all'ombelico … arrivo al solco tra le due mammelle e mi accorgo che ha già tolto il reggiseno.
Inizio a leccare un capezzolo e a succhiarlo … mentre con una mano pizzico l'altro e con l'altra mano masturbo delicatamente il pene …
“Sssiiii … che bello … continua … aahhhh ...”
Cambio seno e continuo … poi raggiungo il collo e e il dietro le orecchie …
Le si gira di schiena e si stende sul divano.
Bacio e lecco la schiena e poi, giù, verso il sacro coccige …. mordicchio le chiappe e infilo la lingua nel solco trai glutei … infilo la lingua nel buchino …
“UUUmmmm … ssssiiii ….”
Poco dopo si gira, si alza, mi prende per mano ed andiamo sul letto.
Ci allunghiamo e incominciamo un lungo ed appassionato 69.
Sono sopra di lei e ne approfitta per giocare con le dita nel mio buchino
Mentre mi succhia il cazzo con sempre più veemenza, mi penetra il culetto con le dita, prima uno, poi due ….
“AAAhhhh …. piano che mi fai male ...”
“Appunto … è quello che voglio ...”
“Ssii giusto … puniscimi ….”
Si toglie … mi gira a pecora … lubrifica il buco e la sua asta … appoggia la cappella all'orifizio … inizia a spingere … sento la sua carne entrare in me … aprirsi un varco … “Aahh … sii … bello ...”
Con le mani prende i miei fianchi e li tiro verso di se ..Colpi sempre più veloci e profondi
“Ah … Allah ...sii … Allah … sii ...”
Smette, mi fa appoggiare la schiena sul letto e porta le mie gambe sulle sue spalle … Così, ben aperta, riprende la cavalcata.
Mi accorgo che sta usando il preservativo ... come mai? Cosa è successo la volta scorsa?
Mi prende con violenza … colpi forti … decisi … sembra che mi arrivi in gola … sto per venire
“SSIIII... VENGO ...”
“E no – e così dicendo si svila via – troppo presto”
Mi fa inginocchiare per terra in mezzo alle sue gambe ,,, si toglie il preservativo .prende la mia testa e la schiaccia contro il pene. Apro la bocca e quello mi entra tutto sino in gola, come all'inizio della serata. Mi muove la testa avanti indietro … il cazzo è sempre più gonfio … duro …
Si ferma e mi sborra in bocca. Il primo spruzzo mi giunge direttamente in gola. La bocca si riempie di una quantità enorme di sperma … faccio fatica a berla …
“Bevi e pulisci bene troia”
Bevo tutto, buono, abbondante, cremoso, un vero nettare. Poi con la lingua pulisco tutta l'asta e quel poco che è fuoriuscita dalla bocca …
Mentre la pulisco iniziamo un bel 69 Mi succhia il cazzo ... Lecca le palle … Poi inizia a succhiarmi i capezzoli … a mordicchiarli …
“Adesso devi godere tu – mi dice - distenditi sul letto ...”
Mi distendo sul letto e Samanta inizia ad accarezzare tutto il mio corpo, le tette, i capezzoli, la pancia, e poi già, l'interno delle cosce …
“Uuuummm … sssiii ...”
Mi fa impazzire
Lecca con delicatezza la punta della cappella … il bordo del glande mentre con una mano tiene tesa la pelle e con l'altra gioca con le palle ….
Lo prende in bocca e se lo infila sino in gola … su … giù … su … giù …
“Sssiiii …. aaahhhh che bello ….”
Il cazzo è durissimo … sto per venire … e si ferma.
Si mette a cavalcioni sopra di me e si impala lentamente …
Si siede sopra di me … muove il bacino ed inizia una danza sul mio uccello …
“SSSSSiiii … godo ...”
“E no, non ancora” e così dicendo cambia movimento e i mette ad andare su e giù
Poi si sfila, si mette a pecorina …
Mi metto dietro di lei … appoggio la cappella al suo buchino … spingo, entro … il mio bastone scivola all'interno … la afferro sulle mammelle ed inizio a cavalcarla con veemenza …
“Ahhhh sssiiiii … riempimi tutta … aahhh … aahhh ..”
Ad ogni affondo un gemito … sempre più forte … Sto per esplodere …
“Fermati … mi giro”
Esco e le mi mette di schiena sul letto e mette le gambe sulle mie spalle.
La penetro di nuovo … ricomincia la cavalcata …
“SSSIII …. fino in fondo … che be … bello …”
In questa posizione si penetra di più … gode di più lei e godo di più io …
“Godo ... Ti sbatto tutta mia puttanella … ti arrivo in gola ..”
“Ssssiiiii … aaahhhh … aahhh … aaaahhhhh … che … bello ...”
Ansima …
“Godi cagna ...”
“Aaahhhh … ssssiiiii … vengo ...” e così dicendo sborra nuovamente.
Ancora due colpi … molto forti …
“AAAHHHHH … mi svuoto dentro di te … ti sto riempiendo ...”
Sono svuotato e sfinito …
Mi sfilo e mi metto a pulire con la lingua il suo nettare: che nulla venga sprecato
“Tenilo in bocca e baciami tesoro” mi dice con un filo di voce.
Mi allungo vicino a lei e la bacio. Lei, avidamente, raccoglie con la lingua il suo seme e se lo beve.
Il bacio continua a lungo.
Guardo l'ora: sono le 5 e 10 …

Un raggio di sole penetra tra le fessure della persiana.
Siamo ancora abbracciati dalla sera prima
Guardo l'ora e sono quasi le dieci.
Mi alzo, preparo il caffè e glielo porto a letto.
Apre gli occhi, si siede, beviamo il caffè.
Mi abbraccia e ci allunghiamo sul letto ...


Racconto scritto a quattro mani da Ester e Falco
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