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Prime Esperienze

QUANDO UN RAGAZZO TROVA UNA BELLA TRAV...


di RedTales
02.07.2017    |    22.902    |    12 9.6
"Iniziava dalla caviglia e proseguiva, proseguiva..."
Quell’idea ormai era diventata quasi una fissazione. Ci pensava spesso e aveva una gran voglia di provare e ne era attirato in modo morboso. Di ragazze, anche se non tantissime, ne aveva avute, in particolare un’amica di sua madre che gli aveva fatto provare di tutto, ma da alcuni mesi gli si era insinuato tra i desideri da realizzare quello di fare sesso con un travestito. Ne aveva visto uno in un video e si era innamorato di quella situazione: dietro l’aspetto femminile si celava una parte maschile e questa commistione tra le due cose lo eccitava. Avendo vent’anni non aveva ben chiaro come realizzare questo sogno e quindi si limitava a viverlo nelle sue fantasie finché un giorno, bazzicando su un sito di annunci lesse quella che poteva essere la soluzione. La foto, anche se senza volto, era assai intrigante e quello che il testo proponeva lo era ancora di più. Provò a rispondere e, dopo alcune mail e altre foto scambiate, decise di andare a casa di quella splendida travestita…
Diceva di chiamarsi Irina, di essere single e di fargli provare quello che mai aveva vissuto con una donna o con un… uomo.
Suonò, aspettando quasi con imbarazzo, finché la porta si aprì. Ad accoglierlo c’era una bellissima donna che gli sorrise invitandolo ad entrare. Il viso, ben truccato, era decisamente femminile, incorniciato da un taglio di capelli di media lunghezza che le stava benissimo anche se, forse, era una parrucca. Lo invitò ad entrare dicendogli subito, dopo un primo sguardo, che era proprio un bel ragazzo. Come gli fece strada la scrutò con estrema curiosità. Si, aveva visto le foto che gli aveva mandato ma, dal vero, la signora era ancora più bella. Lui era un bel ragazzo di poco oltre il metro e ottanta ma lei lo superava in altezza di pochi centimetri. Si accorse però che gli stivaletti larghi che ricadevano, quasi piegati su se stessi poco sopra la caviglia, lasciando scoperte delle splendide gambe, avevano dei tacchi abbastanza alti. Il vestito era una specie di “sacco” aperto sui fianchi da due spacchi che raggiungevano la vita e aveva un taglio diagonale che, nella parte più alta, terminava quasi sui glutei. Aveva anche una profonda scollatura che lasciava intravvedere un minuto seno. Solo a guardarla gli piaceva anche perché camminava ancheggiando quel culetto tondo e sporgente in un modo che… gli “faceva sesso”.
Lo invitò a sedersi sul divano e gli offrì da bere. Come si piegò per porgergli il bicchiere sbirciò nella scollatura, osservando i seni con due minute areole al cui centro sporgevano due evidenti capezzoli. Lei indugiò in quella posizione come per lasciargli il tempo di osservare bene. Quando si sedette al suo fianco accavallò le gambe, lasciandone una scoperta fin quasi all’inguine. Era lunghissima, perfettamente modellata e, all’apparenza liscia e senza alcuna imperfezione.
“E così sei uno studente...”
“Si...”
“Cosa studi di bello?”
“Storia...”
“Aspetta… metto un po’ di musica.”
Si alzò, privandolo di quello spettacolo e raggiunse la libreria posta difronte. Si abbassò lasciando che il vestito si aprisse scoprendo completamente una gamba fino a metà… sedere. Notò che sembrava non indossare intimo e, se quando era seduta la gamba gli era sembrata lunga, adesso appariva… chilometrica. Iniziava dalla caviglia e proseguiva, proseguiva...
Ritornò vicino a lui: “non mi hai ancora detto come ti sembro?”
Si sentì in imbarazzo ma rispose prontamente: “mi piaci… sei bellissima...”
“e le gambe ti piacciono tanto? Mi sono accorta che non smetti di guardarle… mi fa piacere...”
Divenne rosso e lei, in modo materno, vedendolo in difficoltà, lo abbracciò stringendoselo al petto e bisbigliandogli all’orecchio: “sono contenta che ti piaccio, sciocchino… Piacere ad un bel ragazzo giovane come te fa sempre piacere ad una che ha passato i quaranta...”
Lui non disse niente, godendosi quella forte stretta e respirando il suo profumo. Come sollevò il viso trovò le labbra, perfettamente definite dal rossetto, ad aspettarlo e si lasciò trascinare in un lunghissimo bacio che in pochi munti lo portò ad avere una bella erezione.
Prima incominciò ad accarezzargli i capelli, poi scese lungo la guancia e alla fine si ritrovò quelle lunghe dita affusolate che, aperta la cerniera, si erano messe ad accarezzare il suo rigido pene dopo averlo fatto sgusciare fuori dagli slip. Era bravissima a toccarlo e come si spostava lungo il suo sesso, lo faceva tremare e, accorgendosene, pur continuando a baciarlo, si lasciava scappare dei respiri più profondi. Staccando solo per un istante le labbra gli sussurrò: “ti piace se ti tocco li?”. Fece di si con la testa e volle rituffarsi subito in quella bocca e, finalmente, appoggiò una mano sulla coscia, cominciando ad esplorarla in tutta la sua lunghezza. La pelle era liscia e morbida e la percorse più volte, indugiando e apprezzando quel contatto. Gli piaceva quel corpo e si sentiva pienamente coinvolto in quell’interminabile bacio che stava scambiando con Irina. E quelle dita che continuavano, senza invadenza, a toccare il suo sesso lo stavano facendo impazzire dal piacere. Nemmeno l’amica di mamma, con la sua grande esperienza era mai riuscita a portarlo a quello stato di eccitazione. Ed erano, praticamente, ancora tutti vestiti.
Ad un tratto la sua amante gli afferrò la maglietta e, con misurati gesti, la tolse, lasciandolo a petto nudo. La mano che lo aveva accarezzato sulla guancia, lentamente scese sul collo e poi sul petto, toccando e stringendo tra pollice ed indice quasi ogni centimetro di pelle. Ovviamente indugiò sui capezzoli ma non solo su quelli mentre le dita dell’altra mano continuavano il delicatissimo massaggio che ormai gli aveva fatto diventare la verga un blocco di marmo.
Senza nemmeno accorgersene, mentre la toccava un po’ dappertutto, aveva tolto la cintura che a fatica teneva aderente al corpo il vestito di lei e trovando a questo punto una facile via si era insinuato pure lui sul petto della sua amante. Lo aveva esplorato e trovato minuto ma piacevole al tatto e si era concentrato su quei grossi e duri capezzoli che si mise a titillare con le dita.
Entrambi stavano godendo di quei preliminari ma l’adulto, cosciente della smania dei giovani pensò che erano durati fin troppo e decise di avventurarsi oltre. Alzandosi lo prese per la mano e lo condusse in camera facendolo sedere sul letto per poi togliersi rapidamente gli stivaletti e, subito dopo, con sinuosi movimenti l’abito. Mentre lasciava cadere questo, con un gesto rapido della mano si coprì i genitali e si girò di tre quarti, come per lasciarsi ammirare in tutta la sua nudità, pur se con una certa pudicizia.
Davanti agli occhi di Riccardo adesso appariva uno splendido corpo, estremamente femminile nelle sue forme: lunghe gambe slanciate e perfettamente modellate, un culetto sporgente e apparentemente sodo e raccordato con due stretti fianchi ed anche le braccia erano perfette e sinuose nelle forme. Ancheggiò come per sottolineare il suo aspetto e, sollevando un braccio si girò, sempre lentamente, continuando a nascondere i genitali. Non poté non notare l’ascella perfettamente depilata mentre lei, indietreggiando di alcuni passi, portò entrambe le braccia sui fianchi lasciandogli ammirare anche l’ultima parte del suo corpo. Il pene era abbastanza grosso e scuro ed era appoggiato ai testicoli e anche li non vi era traccia di alcun pelo.
“Come ti sembro? Era quello che ti aspettavi? Ti piaccio? E’ la prima volta che vedi uno come me, vero?
Irina lo tempestò di domande e dovette rispondere: “si, si, sei bellissima, mi piace tutto di te, tutto...”
“Anche il pisello?”
Diventò nuovamente rosso mentre lei gli si buttò sopra, facendolo sprofondare sul materasso e ricominciò a baciarlo mentre lui, stringendole le braccia attorno alla schiena, la strinse in una ferrea morsa.
Anche se non era riuscito a dirlo, esprimendosi quasi a monosillabi, quel corpo, decisamente femminile lo stava incantando e quella parte che gli ricordava che era un maschio lo affascinava letteralmente. Ormai era stregato da quell’alchimia della biologia che aveva voluto scoprire, forse più per curiosità che per altro, e che adesso lo stava trascinando nel profondo dei suoi meandri appagando i suoi sensi e le sue voglie.
Dopo l’abbraccio la sua dolce compagna si sedette e gli tolse scarpe e calze, sfilò i pantaloni e, subito dopo anche l’ultimo indumento, lasciando anche il suo bellissimo corpo di ragazzo completamente privo di indumenti e libero di mostrarsi.
Riccardo aveva un gran bel fisico, alto, slanciato, giustamente muscoloso e moderatamente peloso e, come aveva già notato la sua ospite, era proprio ben messo in quanto a dotazione.
Si abbracciarono, lasciandosi nuovamente cadere su quelle profumate lenzuola e iniziando un altro sensuale bacio dove i respiri di uno terminavano in quelli dell’altra e la loro saliva si confondeva nel gusto della passione.
Le mani del ragazzo scorrevano senza soluzione di continuità sulla schiena di Irina fino a giungere all’inizio di quella deliziosa rotondità che non riusciva ad oltrepassare per una specie di timidezza che sembrava bloccarlo. Ma, quando sentì una mano di lei infilarsi tra i suoi glutei, allungò anche lui la sua tra le morbide colline e ne fu contento anche se non ebbe tutto il tempo per gustarsi quella scoperta perché la sua complice cominciò a scendere con il viso verso il basso, lasciando una traccia di saliva al suo passaggio e, raggiunto l’oggetto del desiderio, iniziò a percorrerlo con la lingua.
Irina aveva voglia di quel giovane cazzo, si era trattenuta già a lungo ma adesso lo desiderava proprio e un attimo dopo era già tra le sue labbra. E così, come un baluardo in attesa di essere conquistato, lo fece suo in un sol boccone e il giovane partner sottolineò quel gesto con un brusco scossone per il piacere provato nel sentirsi... ingoiare. Che dire, Irina fece del suo meglio che, per una pompinara di lungo corso, voleva dire riuscire a scovare gli angolini più erogeni e dare il massimo piacere al suo uomo. E così fu. Riccardo iniziò a tremare e fremere sotto la pressione delle labbra e per i passaggi della lingua che non smetteva nemmeno un attimo di lavorarci sopra o per i delicati e sapienti morsi che i denti, di tanto in tanto, si inframezzavano a tutto il resto. Le mani, nel frattempo, tastavano, accarezzavano e stringevano incessantemente le palle e lo scroto, aumentando a dismisura la sensazione di piacere e di immenso appagamento che già lo attanagliava.
Provò, quasi disperatamente, ad avvisarla che era sul punto di scoppiare, ma questo era quello che lei voleva e perseverò, con lo stesso impegno, conducendolo ad un superbo orgasmo che la omaggiò di un abbondante e denso nettare che gradì, succhiandolo avidamente fin all’ultima goccia.
Quando lo lasciò libero, vista l’eccitazione e la giovane età, il suo pene rimase perfettamente turgido ed eretto, non arretrando nemmeno di un millimetro ed Irina pensò subito di fargli assaggiare un altro caldo cantuccio e, rigirandosi, gli sussurrò se voleva prenderla ed entrare dentro di lei, nella sua… intimità.
Riccardo, pur se veleggiando in lidi immaginari aveva percorso ogni avventura, rispose candidamente che per lui era la prima volta: “non sono mai entrato in un culetto...”
Poi, quasi imbarazzato di averlo detto proseguì cercando di aggiustare la frase con un: “ho avuto solo ragazze ma anche con loro non sono mai entrato li… nemmeno con l’amica di mia mamma, quella esperta...” che forse suonò ancora più goffo, vista la situazione.
Irina si fermò a fissarlo e gli sorrise, colpita da tanta ingenua sincerità e, sempre con una delicata vocina appena sussurrata, lo rassicurò: “vedrai che ti piacerà. Scivolerai nel mio culetto e ti farò godere ancora di più… E se è la prima volta te la ricorderai perché sarà bellissima.”
Scese dal letto e prese dal comodino del lubrificante: “con questo mi entrerai tutto dentro come se fosse una fichetta bagnata.” Gli spalmò il pene e ne passò anche su di se e poi si distese sulla schiena al centro del letto invitandolo, a braccia aperte, a mettersi su di lei. Allargò le gambe e si offrì a quel giovane “in calore”. Le fu sopra e, goffamente, cominciò a strisciarsi scorrendo quel solco del desiderio nel tentativo di varcare quella agognata fessura e di ritrovarsi in lei, ma non ce la fece e diversi tentativi andarono a vuoto finché l’esperta mano non lo indirizzò sul pertugio che, finalmente, riuscì a varcare. L’ingresso, abituato a tante esperienze non creò alcun ostacolo e quel battesimo anale si rivelò fin troppo facile, quasi naturale e spontaneo. Fu una penetrazione magnifica, dove i due amanti si ritrovarono in un contatto faccia a faccia e non si lasciarono sfuggire l’opportunità di baciarsi con trasporto e desiderio. E, mentre il giovane cercava di seguire un suo ritmo del piacere, continuando a “cavalcare” l’onda dell’istinto che lo guidava nel suo rapporto, la delizia per quell’atto continuava a salire in entrambi e si mescolava, oltre che nella fisicità di una focosa scopata, pure in un profondo livello di vera intimità. Le loro bocche unite li facevano respirare all’unisono mentre potenti sensazioni, generate dalle sue possenti spinte, salivano dal basso, lungo i loro corpi e, quando lui si lasciò completamente appoggiare sopra di lei, penetrandola ancora più profondamente e facendosi sentire totalmente all’interno del suo corpo, quasi per magia, entrambi cominciarono a tremare e, in un crescendo di voluttà, a sussultare e scuotersi, raggiungendo simultaneamente un qualcosa di molto, troppo, forte. Lo sperma di lui si sparse nel corpo di lei, inondandone ogni più profondo anfratto e riversando nei loro corpi un enorme appagamento, in lui per il sentirsi svuotare, in lei per il ritrovarsi custode di quel seme. Subito dopo si abbandonarono, esausti ma saturi di gioia, uno di fianco all’altra perché il tempo dell’amore era stato intenso e li aveva quasi prosciugati delle loro energie.
Era stata un’esperienza delicata, gradevolissima ed appagante che li aveva letteralmente sfiniti, non tanto per la durata o l’intensità della fisicità ma per la combinazione quasi alchemica di corpo e spirito. Le sensazioni che i loro corpi avevano provato si erano fuse con le chimere che la loro fantasia aveva evocato ma che, questa volta, erano apparse, si erano materializzate, realizzate e concretizzate in quel tripudio di piacere non solo fisico.
“Se non avessi il doppio della tua età sarei felice di rivederti, ma so che un bel ragazzo come te di occasioni ghiotte ne ha… o ne avrà tantissime. Sia con le ragazze che con i maschietti. Scopi da Dio e sai essere dolcissimo e garbato… e so che con quelle come me si fa una botta e via...” disse Irina dopo lunghissimi momenti di silenzio.
“No! Si… Cioè… si sarebbe bellissimo rivederti ma credo che una come te deve averne tanti di maschietti tra cui scegliere e io credo di essere solo un inesperto... pasticcione. Ma, se potessi, ti assicuro che sceglierei di rivederti… ritornerei da te...”
Il pomeriggio seguente si incontrarono nuovamente e, bacio dopo bacio, giorno dopo giorno, lei lo fece diventare sempre più uomo
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