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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante del Mercato e Marco VI


di Soundserio
25.02.2016    |    13.704    |    8 9.7
"- “Cosi mi fai venire subito” - “Mmmmh sii” risposi con la bocca piena Quel cazzo aveva lo stesso profumo di quella mattina, odore di uomo maturo e vissuto..."
- “Quando sei sotto squilla che ti apro il portone” -
Risposi a quel messaggio che mi deconcentrò da quell’asciugamano che avrei voluto raccogliere, annusare e strofinare sul mio corpo per sentire il sapore di Marco. Ma non potevo, filai in camera attendendo lo squillo del porco che arrivava. Chiusi la finestra e lasciai solo un filo di luce all’interno della stanza. Marco stava ancora in doccia, da li a poco sarebbe uscito e andato in camera a vestirsi, per arrivarci doveva percorrere il corridoio e far ingresso nella porta qualche metro prima della mia. Speravo vivamente che i due non si incontrassero in corridoio. Ecco lo squillo del vecchio maialone.
Apro il portone e lo attendo all’ingresso, il suo ingresso fu veloce e con un semplice saluto, senza fare alcun tipo di rumore, chiusi il portone e mi avviai dietro lui nella mia stanza.
- “Non sei solo?” domandò ansioso
- “Non preoccuparti, sta in doccia, non si accorgerà di niente” risposi mentre la mia mano finiva dritta tra le sue gambe iniziando a palpare quel nerchione ancora rinchiuso nel pantalone, ma prima di liberarlo mi venne in mente un’idea rischiosa, d’altronde a chi non piace il rischio, non chiudo la porta della stanza e la lascio socchiusa in maniera tale che se Marco incuriosito da qualche presunto rumore può avvicinarsi sbirciare e se interessato magari unirsi a noi. Non perdo altro tempo, mi inginocchio subito mentre il sessantenne si spoglia del gilet, non mollo la presa da quel pacco, anzi mi ci fiondo sopra con la bocca prima di farlo uscire. Inizia ad ansimare di piacere e subito mi afferra la testa con la sua mano schiacciandomela contro il suo cazzo. Sbottono il pantalone e lo abbasso a metà gamba, palpo un po’ lo slip e subito lo butto giù. Eccolo qua il mio grosso cazzo già duro davanti ai miei occhi. Questa volta non lo prendo subito in bocca, voglio giocarci un po’ prima. Tiro fuori la lingua e inizio a leccarlo dalla base, a partire dal fianco per risalire su tutta la sua nerchia lentamente, poi riscendo giù dall’altra parte e quando arrivo alla base affondo bene la mia lingua su quei coglioni maturi ricoperti da una leggera peluria. Due palle grandi e penzoloni. Glieli presi in bocca uno ad uno e glieli succhia per bene con tanto di leccate. Il porco era già in estasi e ogni tanto sussurrava - “Si, cosi. Brava” – sentirlo e vederlo cosi sciolto dal piacere non fece altro che eccitarmi. Salii con la lingua calda sulla sua cappella, prima la succhiai un po’, era bella grossa e scura, poi la tirai fuori dalla bocca, guardai dentro i suoi occhi e affondai tutto il suo nerchione duro dentro la bocca.
- “Cosi mi fai venire subito”
- “Mmmmh sii” risposi con la bocca piena
Quel cazzo aveva lo stesso profumo di quella mattina, odore di uomo maturo e vissuto. Salivo e scendevo su quell’asta molto lentamente, volevo godermela tutta senza fretta. A lui questa cosa faceva impazzire, forse stava ricevendo il più caldo pompino di sempre. Nella stanza si sentiva solo il rumore della mia lingua e delle labbra su quella mazza accompagnati dai gemiti di piacere dell’uomo. Lo leccai bene ancora un po’ e poi lo tolsi da bocca, lo impugnai con una mano e iniziai a schiaffeggiarmelo sul viso mentre guardavo il suo volto eccitato. Mi piaceva quel cazzo pesante, i colpi sul viso si facevano sentire. Vedermi sbatterlo sul viso li piacque molto tanto da perdere il controllo. Mi afferrò per la testa con entrambe le mani e mi spintonò con tutta forza quel suo enorme arnese tutto dritto nella mia bocca ingorda iniziando a scoparmela. Il suo palo mi riempiva completamente, tanto da aver difficoltà di respiro. Ogni tanto lo toglieva per farmi prendere aria e poi ancora di nuovo tutto dentro forte, deciso e con ritmo. Non mollava la presa dalla mia testa e spingeva davvero forte ansimando sempre più forte.
- “Porca succhia! Vuoi anche il cazzo di mio figlio eh?”
- “Siiii” cercai di dire con quel palo che mi arrivava fino in gola
- “Dai succhia bene il paparino prima puttana!!”
Che gran porco quell’uomo, appena nominò suo figlio il suo cazzo voleva esplodere. Lo tirò fuori se lo segò con ritmo veloce e mi schizzò tutto il suo nettare bianco sul viso da troia vogliosa. Rallentò e infilò un dito pieno di sborra dentro la mia bocca per ripulirlo. Si sistemò i pantaloni, prese il gilet e andò via salutandomi fugacemente mentre mi ripulivo il viso. Era oramai sera, la luce del sole calava e Raffaella stava per fare il suo rientro a casa, dovevo andare per forza in bagno a sciacquare il viso, ho sempre la paura che qualcuno possa sentire l’odore dello sperma. Mi dirigo verso il corridoio quando noto che la porta di Marco è socchiusa, si intravede una luce accesa, probabilmente la serranda è già abbassata. Mi avvicino a sbirciare e rimango fermo, immobile in preda allo stupore.
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