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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 2 -L'appuntamento- VIII


di Soundserio
21.03.2016    |    6.218    |    3 8.7
"Giunti dentro il locale ci accomodammo in un tavolino e ordinammo due caffè, entrambi macchiati..."
Davanti ai miei occhi apparve il viso di un bellissimo uomo. Presentava una curata barba grigia e un ciuffo brizzolato che cadeva sul viso, il colore della pelle era olivastro e mediterraneo, le sue piccole labbra leggermente aperte lasciavano intravedere una dentatura bianca e perfetta. Indossava un occhiale da vista a lenti rotonde(come vanno di moda) dalle quali traspariva uno sguardo sereno e sorridente di color verde smeraldo. Le sua guance erano gonfie e qualche piccola rughetta sfiorava i suoi occhi. Rimasi colpito da quel volto, non mi aspettavo che Hantaro fosse cosi affascinante e intrigante anche fisicamente. Prima di mettermi a dormire risposi a quel messaggio. –“Mi fa tanto piacere che ti fidi di me e so quanto questa foto ti sia costata. Puoi stare tranquillo, hai riposto la fiducia nella persona giusta. Finalmente anch’io posso vedere il tuo volto. Complimenti sei davvero un bell’uomo.”-. Spento tutto mi misi a dormire. La mattina seguente mi alzai intorno alle undici e trenta, dopo aver sciacquato la faccia e fatto colazione, accesi subito il computer per verificare se avessi ricevuto un messaggio di risposta. Una volta effettuato l’accesso trovai online Fedex con il quale chiacchierai a lungo fissando un appuntamento per i prossimi giorni e un messaggio del quarantenne: -“Ti ringrazio per i complimenti, ho sentito necessario ricambiare la foto. Ora scappo a lavoro, buona giornata!”-. Trovavo quell’uomo di una gentilezza assoluta e le curiosità in me crescevano sempre più. -“Auguro una buona giornata anche a te, anche se di lavoro domenicale! Ti lascio il mio numero *********, domani arrivo in città, non so se riuscirò a connettermi. Se ti va fatti sentire!”-. La domenica trascorse in fretta tra bagagli, saluti e i vari in bocca al lupo di parenti e amici. Un po’ di malinconia avvolse l’animo, era la prima volta che lasciavo tutto e tutti per una nuova esperienza lontano da casa, allo stesso tempo però ero felice. Quella notte baciai mamma e papà per i saluti, l’indomani mattina sarebbero andati a lavoro. La mattina giunse in fretta e una volta uscito di casa con valige e valigette presi il bus che mi portò in stazione. Sul treno iniziai a pensare ad Hantaro. Controllai il telefono ma niente di niente, nessuna sua traccia. Arrivato a casa incontrai il coinquilino che mi aprì la porta –“Ei ciao, come stai? Ti va una bibita fresca?”- scrollai di dosso bagagli e bagaglini e accettai l’ invito. –“Senti io tra poco scappo a lavoro e non sarò a casa prima delle ventitré, tu fai con calma, se ti serve qualcosa prendila pure senza preoccuparti”- lo ringrazia e svuotai il bicchiere di sprite con un sorso. Iniziai a disfare le valigie e sistemare la camera. Una volta fatto tutto mi buttai sotto la doccia per rinfrescare il corpo che grondava di sudore. Quella sera ricevetti un sms da parte di Hantaro –“Benvenuto in città”-. Memorizzai il suo numero e iniziammo a messaggiare. La prima giornata volse al termine senza neppure rendermi conto. Passarono i giorni, le lezioni universitarie erano alle porte, avevo già fatto un giro in città per vedere la sede universitaria, qualche negozio e i principali pub in voga. Trascorsa la prima settimana le voglie in me crescevano sempre più, finalmente riuscii a convincere Hantaro per un appuntamento. Una fatica immensa riuscire a convincerlo, ma alla fine la spuntai io. Era venerdì sera, il giorno dopo sarebbe partito per trascorrere il week end dalla famiglia, gli diedi l’indirizzo di casa e venne a prendermi. Quando arrivò il suo squillo scesi in strada trovandolo fuori dall’auto che mi attendeva. –“Dio mio”- pensai tra me e me. Parcheggiò il macchinone, un nissan x-trail nero, dalla parte opposta del portone. Gli andai incontro stringendo la mano –“Piacere Gabriele”- ,–“Piacere mio, Edoardo”- disse l’uomo con stretta possente. Con un filo d’imbarazzo mi fece accomodare in auto. –“Eccoci finalmente, dove andiamo di bello?”- domandò cercando di nascondere la timidezza –“Non so, sei tu l’esperto della città, lascio a te la scelta”-. Al semaforo voltò a sinistra –“Ti porto all’antica botte, un posto intimo e tranquillo”-. Quando scendemmo dall’auto lo scrutai bene. Non aveva un filo di pancia, anzi aveva un corpo grosso e tenuto in forma. Indossava dei pantaloni eleganti grigi, una camicia bianca con gilet dello stesso colore del pantalone e delle scarpe nere lucide. Al polso portava un rolex e all’anulare la fede. Mi sentivo un po’ in imbarazzo, Hantaro o meglio Edoardo, era di una eleganza pazzesca mentre io per l’occasione avevo indossato un semplice jeans con tennis e maglietta verde militare. Chi ci vedeva avrebbe pensato che fossimo padre e figlio. Giunti dentro il locale ci accomodammo in un tavolino e ordinammo due caffè, entrambi macchiati. Tra una chiacchiera e l’altra trovavo quell’uomo sempre più affascinante. Mi piaceva. Dopo aver rotto il disagio devo dire che tra noi si creò la stessa complicità che ci aveva legato durante la conoscenza virtuale. Il tempo volò in fretta e intorno alle venti prima di andar via decidemmo di fare un giro panoramico per mostrarmi la città illuminata. –“Allora lunedì inizi con le lezioni?”- , -“Si, non vedo l’ora almeno faccio conoscenza con i colleghi”-. –“Vedrai che ti troverai molto bene”- rispose imboccando la via di casa. Avrei voluto abbracciarlo per sentire il suo profumo, ma era troppo presto, c’eravamo appena conosciuti, poi lui non so quanto fosse propenso ad un contatto fisico. Era stato chiaro, non provava nessuna attrazione verso il corpo maschile. Quella sera ci salutammo con una stretta di mano. Intorno alle ventidue ci beccammo online e lo contattai, volevo conoscere le impressioni. –“ ‘Sera, cenato?”- esordii per avviare la conversazione.
-“Buonasera a te, cenato e ora un po’ di pace sul divano. Tu?”-
-“Anch’io ho riempito lo stomaco e sono in relax a casa tutto solo”-
-“Da me non vola una mosca, sai che vivo solo”-
-“Si, non sarebbe stato male una cena in compagnia allora”-
-“Chissà magari prossimamente potrei invitarti a cena, cosi ti farò cucinare”- con un occhiolino
-“Avrei cucinato anche stasera..” osai rispondere
-“Immaginavo, ma ho i bagagli da preparare”-
-“Beh che mi dici, impressioni post caffè?”-
-“Un ragazzo tranquillo, alla mano, ironico e simpatico. E caruccio”-
-“Ahahah grazie per il caruccio, non sprecarti molto eh!” scrissi con ironia
-“Ahaha dai sai già che sei un bel ragazzo”-
-“Grazie, ora va già meglio. Lei invece è un po’ vecchietto”- con smile lingua di fuori
-“E lo so.. ho i miei anni, che posso farci!”-
-“Ma scherzo. L’ho trovato simpatico, serio e molto affascinante”-
-“Grazie, ma non esageriamo con i complimenti”-
-“Non mi dispiace come uomo”-
-“Buono, lo sai che tanto sono sposato e ho altri gusti”-
-“Lo so lo so, ma mai dire mai”-
-“Sarà dura, ma chissà!” rispose
-“Chi la dura la vince ahaha!” -“Comunque mi sarebbe piaciuto abbracciarla…”- aggiunsi
-“Non corriamo, tempo al tempo”- frenando la mia esuberanza
Dopo qualche altra battuta chiudemmo la conversazione dandoci appuntamento alla prossima settimana, ma nel frattempo comparve Fedex online che mi contattò. Scambiammo qualche parola e subito notai la sua eccitazione e voglia di incontrarmi. –“La mia fidanzata è partita per il week end. Ci vediamo domani?”- inizialmente rimasi un po’ turbato dal suo essere frettoloso e dal modo di fare, non lo avevo mai sentito cosi. –“Ho un sacco di voglia”- aggiunse. Capivo il suo stato d’animo, dopo tutti quegli anni a reprimere il suo istinto e impulso sessuale, prima o poi sarebbe esploso e quel momento era arrivato. Tutto sommato mi piaceva –“Sono libero, ci vediamo domani”-
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