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Lui & Lei

Sara (Soft)


di leonardodavinci1989
14.07.2021    |    4.079    |    2 9.6
"Mentre saliva con difficoltà dentro la mia bassissima macchina le confessai, ancor prima di salutarla, del mio pensiero sul suo post; cosi ci baciammo sulle..."
Era un pomeriggio come un altro di una giornata uggiosa di autunno. Ero appena tornato dal lavoro ed ero sul divano di casa scrollando il solito Facebook quando vidi un simpatico post su un gruppo che seguo da anni, ma nel quale raramente intervengo: "Fatemi una domanda non volgare e risponderò con SI o NO). Era un po’ che non ci chattavo, era un post di tale "Tata" (nome di fantasia). Era una splendida donna che non nascondeva i suoi 47 anni (quasi sicuramente perché andava fiera del fatto che per il fisico che aveva e lo spirito con cui affrontava la vita ne dimostrava almeno la metà!!!); bionda (a volte rossa), occhi color nocciola e un fisico BOMBASTICO! Tuttavia, quello che mi colpiva di più era il suo spirito gioviale che ti metteva allegria che soprattutto quando postava foto in bikini con la sua ironia ti faceva sorridere di gioia col cazzo duro! Insomma, era, o meglio doveva essere dato che non la conoscevo di persona, una donna con cui passare momenti felici fuori e dentro al letto.
Dopo aver sbirciato un po’ di sue foto, decisi di rispondere al post scrivendo: "Spaghetto alle vongole con me, si o no?".
Non ero un estraneo per lei, ma ci avevo chattato abbastanza per aspettarmi una risposta sincera alla domanda, ma ancora troppo poco per far si che accettasse un vero invito.
Passarono un paio d'ore e arrivò il suo commento: "SI".
Cosi io continuai rispondendo con: "Domani sera?".
e lei che era online rispose: "NO".
Ma me lo aspettavo così decisi di non insistere e tornare a scrollare la home.
Passarono dei giorni, e al solito sul divano mentre scrollavo la home vidi una storia di Tata: era un mirror-selfie, lei era biondissima con un corpo da urlo nascosto da un sensualissimo abitino le cui trasparenze erano impedite da un filtro sulla foto; era seduta sul letto, le gambe invece accavallate serravano l'entrata del piacere e i piedini curati li aveva fasciati da tacchi a lacci.
La mente mi portò ovunque, ma ovviamente filtrai il pensiero e le scrissi una risposta inviandole una foto di un piatto gnocchi, alludendo al suo essere gnocca ai miei occhi.
Rispose subito con: "Ma non avevi detto spaghetti alle vongole?".
ed io senza perdere l'occasione: "Si, ma tu hai detto di no! Stasera?".
Lei rispose con le faccine sorridenti e poi dopo una leggera titubanza: "pazzo".
Io: "Si, pazzo che ancora ti vengo dietro!" - e poi dopo una mancata risposta le scrissi giocando in all-in: "ti posso chiamare?"
Lei: "No sono già in pigiama"
Io: "ed io nudo, per questo mica ho detto in videochiamata, solo voce"
Lei: "Appena esce mio figlio"
Io: "Ok" - dopo qualche minuto insistetti (non per essere stressante, ma in fondo è l'uomo che deve fare il primo passo): "Madame? Posso avere l'onore?"
Lei, dopo un po’ rispose: "Si"
Io poi replicai con una faccina con gli occhi a cuore e chiamai immediatamente.
All'inizio, nonostante la simpatia, fummo timidi entrambi, poi ci complimentammo a vicenda. Pian piano le proposi un'uscita a cena facendo leva su quel post. Lei all'inizio fu titubante, ma poi dopo un simpatico tira e molla decidemmo di fare una videochiamata per conoscerci meglio. Fu una video-cam breve, ma quanto basta per fidarci l'un l'altro. Tornammo ai messaggi e pianificammo l'uscita dopo vari scambi di battute.
L'appuntamento era per la sera seguente in un noto ristorante del litorale, tutto a base di pesce. Entrai in macchina tutto eccitato, non solo dal punto di vista sessuale, ma dall'emozione che mi dava conoscere finalmente questa donna cosi curiosa! Io avevo una macchina piuttosto appariscente, decappottabile e grigio chiaro brillante, e stavo per andar a prendere una gnocca da paura che il solo pensiero di come sarebbe stata vestita mi faceva sbandare alla guida!
Arrivai al punto di incontro e le scrissi un messaggio, inutilmente perché arrivò prima che lo leggesse. Ero imbarazzato, avrei voluto scendere e aprirle la porta, ma mi ricordai di un suo post su Facebook in cui ironizzava sugli uomini che aprono la porta alle donne per non rovinar la macchina nuova. Mentre saliva con difficoltà dentro la mia bassissima macchina le confessai, ancor prima di salutarla, del mio pensiero sul suo post; cosi ci baciammo sulle guance con il sorriso stampato in viso. Indossava un vestitino corto nero, delle calze color carne con delle scritte molto rock, e stivali al ginocchio in suede: il tutto abbinato al profumo secco, ma dolce, mi aveva già inebriato a tal punto da non avere più fame!
Arrivammo al ristorante, ma questa volta le aprii la porta, e fui premiato dalla visione del suo interno coscia cosi tonico da sentirne il tatto con gli occhi. Ci incamminammo in sala con la distanza tipica di chi non ha intimità, ma sta per far scattare le scintille, come due poli elettrici!
La cena fu deliziosa e trascorse come se ci conoscessimo da tempo. Dal momento che eravamo gli ultimi clienti del ristorante, approfittammo della bella serata, nel mentre aspettavamo il caffè, per goderci la vista del mare dal portico del ristorante. La leggera brezza marina infreddolì la mia amica così mi venne spontaneo un abbraccio per riscaldarla. Per sdrammatizzare l'evidente situazione di imbarazzo di entrambi cominciai a strofinarle le mani sulle braccia per portarle calore, ma poi fu lei che mi invitò a riabbracciarla, avvicinando con le sue mani le mie. Poggiai anche la mia testa sulla sua e, benché i suoi capelli mi solleticassero il viso decisi di restarci incollato. Il primo passo fu il mio, ma dal secondo in poi lei giocò un ruolo fondamentale: spostò le gambe e incrociandole con le mie era come se mi invitasse a farle sentire ancora di più il mio pacco suo sul culo marmoreo reso soffice dal suo abitino. Non esitai ad incastrare il mio membro, seppur con i limiti ed i freni dell'abbigliamento, tra le sue cosce. Tuttavia, a causa della mia spinta stavamo quasi per perdere l'equilibrio. Sorridemmo per quanto accaduto e ci girammo per darci un soffice bacio che in pochi lenti minuti si trasformò in morsi e succhiotti senza curarci di essere visti. Solo l'odore di caffè ci fece ritornare alla normalità.
Ormai l'intimità era sfondata e le due persone che sorseggiavano quel caffè freddo non erano più quelle dell'antipasto.
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