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Mia cognata e mia moglie: due donne fantastiche ... (1)


di brunoroma72
09.07.2013    |    59.154    |    4 9.5
"Il mio bacino premeva contro il suo, il mio cazzo cercava in tutti i modi penetrarla, incurante dei vestiti..."
Era iniziato tutto per caso con dei piccoli gesti. All’inizio pensavo fossero solo mie fantasie, ma con il passare del tempo gli indizi diventavano certezze e ormai ero giunto alla conclusione: “Marco, tua cognata Claudia ti vuole scopare!”

Quando l’ho conosciuta non mi attirava né fisicamente né mentalmente, non la consideravo proprio come donna. Vedevo che era una bella ragazza, ma niente di più. A quel tempo ero troppo preso da sua sorella Francesca, la donna che poi ho sposato. Mia cognata d'altronde era già sposata e madre di due figli e mi sembrava troppo presa dalla famiglia per considerarla come possibile “preda” sessuale. Eppure è una donna molto desiderata tra la cerchia dei suoi amici che non fanno altro che girarle intorno tutt’ora. Forse fino ad ora è stata solo una mio blocco psicologico perché in effetti ha delle belle curve, delle belle gambe un bel visetto nonostante le prime rughe da signora ed ultimamente è anche sempre molto curata sia nell’abbigliamento che nella cura personale. Ma quando l’ho conosciuta io non mi aveva dato questa impressione, anzi. Nel corso degli ultimi anni però le cose sono cambiate. I suo figli sono cresciuti e lei ha iniziato ad avere più tempo libero per sé. Ha iniziato a curarsi di più e anche il suo sguardo è cambiato. Credo che sia tornata ad essere donna oltre che mamma. Così ho iniziato a dare credito ai racconti di mia moglie Francesca che mi raccontava di come sua sorella Claudia in passato, prima di sposarsi, era molto corteggiata e non le dispiaceva avere atteggiamenti disinibiti con i ragazzi e con gli uomini più grandi. Le piaceva cambiare spesso ragazzo, non che scopasse davvero con tutti, ma faceva perdere la testa a molti e di sicuro qualcuno di loro c’è riuscito a scoparsela per bene. Mia moglie (sua sorella) giura che negli anni scorsi era imbarazzante uscire con lei: aveva un portamento e una sensualità che traspiravano da ogni poro della sua pelle abbronzata e sempre molto esposta.

E ora mi faceva tutto un altro effetto, iniziavo a vederla come donna ed a desiderarla… Così da un po’ di tempo avevo iniziato ad assecondare quei piccoli gesti, come passarle un accendino o aiutarla ad apparecchiare o a cercare qualcosa nella credenza della sua cucina quando eravamo ospiti da lei. Piccole cose, ma che hanno iniziato a diventare i nostri primi “incontri”. Da qualche tempo mi ero accorto che passandoci l’accendino per fumare per esempio, lei andava ben oltre il semplice oggetto e le sue dita si spingevano molto più in la sfiorando le mie, accarezzando la mia mano, passando le sue su tutta la lunghezza delle mie.. All’inizio pensavo fosse solo una mia suggestione dovuta all’eccitazione e al desiderio che stava crescendo in me. Ma osservandola nello stesso gesto quando lo prendeva da suo marito Roberto o da altri, mi sono accorto che era un’attenzione che dedicava solo a me. Da allora ho cercato di passarle qualunque cosa. A tavola abbiamo iniziato a passarci i piatti o le posate e in ogni occasione riuscivamo a rubare qualche contatto sotto gli occhi di tutti. Inutile dire che andavamo sempre oltre e ormai ci guardavamo dritti negli occhi mentre lo facevamo oppure le fissavo la scollatura mentre si chinava verso di me per passarmi qualcosa. Il gioco ormai era proprio sfacciato, ma i nostri partner sembravano proprio non accorgersi di nulla.

E poi mia moglie e suo marito sembravano non dar credito a nessuna delle nostre affermazioni tanto che ormai ce le scambiavamo proprio in pubblico. Lei continuava a fare complimenti espliciti al mio sedere e io cercavo di rassicurarla ogni volta che faceva finta di compatirsi e di come ormai non fosse più quella bella ragazza di prima.

Poi un giorno, il giorno del suo compleanno, diede una festa nel loro giardino condominiale. Lei abitava al piano di sopra e appena arrivato mi sono subito dato da fare per aiutare a fare su e giù per le scale. C’erano parecchie persone e lei era molto indaffarata a salutare gli invitati. Finalmente la incontro per le scale e lei mi dice: “ehi, sei arrivato già da un po’ e ancora non mi hai salutata…”. Le cinsi la schiena con un braccio e con l’altro le presi la mano. Era il suo compleanno, le stavo facendo gli auguri, potevo osare un po’. Anche se ci avessero visto, sarebbe sembrato solo un caloroso augurio di buon compleanno. La baciai appena al lato della bocca. “Buon compleanno splendida quarantenne! E’ proprio vero che gli anni migliori delle donne sono proprio i quaranta”. Intanto le massaggiavo la schiena e sentivo i suoi muscoli contrarsi e al tempo stesso assecondare i movimenti della mia mano. Sorrise, socchiuse gli occhi, inarcò la schiena e mi strinse la mano. Poi mi guardò fisso: “Si ma il mio regalo quando arriva?”. Le avevo promesso di permetterle di toccarmi il culo per un po’, lo aveva sempre detto anche di fronte alla sorella che il mio sedere la faceva impazzire. “Vengo più tardi ad aiutarti per il caffè” le risposi.

La serata scorreva tranquilla per tutti ma non per me. La vedevo aggirarsi tra gli invitati, salutare gli amici, vedevo le sue movenze eleganti. Ammiravo le sue spalle nude e le sue lunghe gambe, immaginandomi quanto sarebbe stato bello portarmela di sopra e iniziare a leccarle la fica e il buco del culo, da dietro, in piedi.

Arrivò il momento del caffè e mi feci trovare già su in casa. Mi aveva visto salire e aveva declinato tutti gli inviti per aiutarla da parte delle amiche e della sorella, mia moglie. L’aspettavo sulla porta. La vidi salire le scale e lei si accorse che la stavo aspettando. Mi sembrava di essere al primo appuntamento. Il cuore iniziava a battermi sempre più forte. Fece gli ultimi passi che ci separavano sistemandosi i capelli dietro le orecchie. Ormai era vicinissima, l’afferrai per i polsi mentre li aveva ancora le mani vicino la testa. La portai dentro casa, accostai la porta e iniziai baciarla sul collo, sulle spalle, intorno alla bocca… le nostre lingue si cercavano, le accarezzai il volto e iniziammo a baciarci come due amanti lontani da troppo tempo. Il mio bacino premeva contro il suo, il mio cazzo cercava in tutti i modi penetrarla, incurante dei vestiti. Nel frattempo aveva messo le sue mani sul mio sedere e mentre lo spingeva a se mi disse: “finalmente ce l’ho tra le mani questo bel culo…”. “Te l’avevo promesso” le dissi “ma non è questo il momento”. Le presi di nuovo le braccia, eravamo ancora all’ingresso di casa, chiusi per bene la porta e mi allontanai quel poco che serviva per guardarmela tutta dalla testa ai piedi. Era davvero bella! Le tenevo i polsi uniti sopra la testa con una mano e con l’altra cercavo i suoi capezzoli. Mi feci spazio tra la il suo reggiseno e ne trovai uno già molto sensibile. Le scoprii i seni, uno lo stavo strizzando con le dita e lo stavo mordicchiando. Il suo respiro ora era decisamente aumentato e la sua schiena aveva iniziato ad ondeggiare. La mia bocca era ancora sul suo seno ma l’altra mano si stava facendo spazio tra le gambe. Le accarezzai la fica: volevo scoparmela, incularmela, leccarle ogni centimetro del suo corpo, volevo violentarla, accarezzarla, sbattermela in piedi e penetrarla dolcemente sul suo letto. Volevo tutto e subito, avevo atteso questo momento da troppo tempo.
Lei invece tornò alla ragione. Si liberò i polsi e mi baciò stringendo il suo corpo addosso a me, ma si allontanò per portare a termine quello che era venuta a fare: il caffè.

La seguii in cucina per il lungo corridoio. La vedevo ancheggiare sinuosamente, stava esasperando ogni suo movimento. L’afferrai di nuovo, lei si girò sorridendo, stava giocando con la mia eccitazione. Mi cacciò la lingua in bocca tenendomi per la nuca e mi accarezzò il cazzo: “Non ci sono altri regali per me?”. Si allontanò di nuovo. Si muoveva nervosamente per la cucina, anche lei era decisamente eccitata, io l’osservavo dalla porta. Era davvero fantastica, ma come avevo potuto ignorala per così tanto tempo?
Avevamo ancora qualche minuto in attesa che il caffè fosse pronto. Si avvicinò di nuovo. Il suo sguardo lasciava presagire qualcosa di buono… Mi prese per la cinta dei pantaloni e ci spostammo in corridoio quel tanto da uscire fuori dalla visuale della finestra della cucina. Senza dire altro, mi slacciò la cinta, io ero immobile. Sbottonò i pantaloni e la sua mano si infilò a cercare la mia cappella. Si avvicinò alla mia bocca: “Abbiamo solo qualche minuto, hai qualche idea?”. Prese i miei pantaloni e miei slip e lascio scoperto del tutto il mio cazzo in erezione. Iniziò a massaggiarmi delicatamente sotto lo scroto, le mostre lingue avevano riniziato a cercarsi, salì con la mano e mi massaggiò la punta della cappella con il palmo della mano scoprendo sempre di più il glande. Mi guardò con un’aria da gran troia: “solo un assaggino”, afferrò il mio pene scappellandolo de tutto e scese giù…

Avevo voglia di scoparla in bocca, afferrarle la testa e spingerglielo fino in gola, ma continuai a godermi il momento. Il calore della sua bocca e la morbidezza delle sua labbra era una sensazione meravigliosa. Guardare mia cognata china sul mio cazzo mentre se lo lavorava con la bocca era una visuale fantastica. Le accarezzavo i capelli scoprendole quanto di più quel bel musetto che avevo tante volte ammirato di nascosto e che ora si contorceva per spompinarmi per bene. Era davvero brava! Mi massaggiava le palle, lo accarezzava, appoggiava le labbra, la lingua e la mano tutto intorno la cappella. Iniziai ad accennare un movimento del bacino e la sua bocca me lo avvolse subito. Mi afferrò i fianchi e le sue labbra fecero da morbido anfratto dove poter far scivolare tutto il mio cazzo. Solo qualche colpetto, qualche simulazione di scopata e lei tornava a massaggiarmi le palle, la cappella, con la lingua, le mani, le labbra…

Il rumore del caffè che saliva ci portò di nuovo alla fredda realtà. Si alzò di nuovo in piedi e si avvicinò al mio orecchio continuando a massaggiarmelo delicatamente: “ho ancora più voglia del tuo cazzo! Ma voglio più tempo per potermelo godere meglio e ora dobbiamo andare giù”.

La guardai ancora per quei pochi passi mentre si allontanava da me. Pensavo solo a quanto sarebbe stato bello allargarle le natiche e appoggiarle la cappella sul suo buco del culo e sentire i suoi gridolini mentre me la sarei sbattuta da dietro…
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