tradimenti
MARA
di pippo121958
03.12.2023 |
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"Mi abbracciò come un fratello abbraccia suo fratello e disse che ero il suo migliore amico..."
L'appuntamento era in albergo. Lì trovai lei e il marito che mi aspettavano. Dopo brevi presentazioni andammo al banco bar a bere qualcosa, si chiacchierò del più e del meno e lei sembrava stupenda, fasciata nel suo abito rosso. Poco più che mezz'ora dopo e qualche risata il marito si rivolse alla moglie
-Cara io sono stanco, salgo su in camera. ma tu resta pure, chiedi al nostro amico di visitare la città!
- Certo, sarò un "cicerone" molto speciale!
risposi io
Lei, con molta nonchalancemi prese sottobraccio, fu lì che sentii la prima volta il suo seno sodo, e mi trascinò fuori dall'albero.
Salimmo su un tassì e, mentre faceva l'inversione di marcia, Mara improvvisamente mi fu sopra e mi cavalcò. Ci strigemmo in un cieco amplesso, sul tassì che sobbalzava e sbandandava, cozzando l'uno contro i denti dell'altro, mordendoci la lingua, mentre il succo si riversava da lei come brodo bollente. Nell'attraversare una vasta piazza sull'altro lato del fiume, proprio allo spuntare del giorno, sorpresi lo sguardo allibito di un poliziotto al nostro passaggio..
- E' l'alba, Mara
dissi, cercando con dolcezza di districarmi
- Aspetta, aspetta
ella mi supplicò, ansimando e avvinghiandosi a me furiosamente, poi ebbe un orgasmo prolungato durante il quale credetti che mi avrebbe consumato il cazzo a furia di strofinarlo. Infine scivolò giù e si afflosciò nel suo angolo, con il vestito ancora alzato sopra le ginocchia. Mi sporsi per abbracciarla di nuovo e così facendo lasciai scivolare la mano sulla sua figa bagnata.
Si avvinghiò a me come una sanguisuga, dimenando qua e là il culo scivoloso in una frenesia di abbandono.
Sentivo il suo caldo succo scorrermi tra le dita.
Le avevo tutte e quattro dentro di lei, due nel culo e due nella vagina e smuovevo il liquido muschio, percorso da spasmi elettrici.
Ella ebbe due o tre ogasmi, poi ricadde all'indietro spossata, sorridendomi debolmente, come una cerbiatta caduta in trappola.
Dopo qualche momento tolse dalla borsa lo specchietto e prese ad incipriarsi il viso.
Ci stavamo avvicinando a casa sua. Mi si fece più vicina e sebbene avesse dentro di sè un interruttore che poteva manovrare a sua volontà, accese su di me tutta la piena e incantescente luminosità del suo amore. l'autista aveva fermato il tassì. Scendemmo e restammo così, voltati l'uno verso l'altro, con le mani intrecciate, con le ginocchia che si toccavano.
-Ti telefono domani
mi disse, sorgendosi impulsivamente in avanti per un ultimo abbraccio.
Invece di andare a casa tornai in albergo dove ritrovai il marito. Rimasi con lui fino a mattina inoltrata, cercando di persuaderlo che lui era l'uomo migliore del mondo, dicendogli ogni sorta di cose schifose sul mio conto, di quanto ero figlio di puttana. Arrivai al punto di dirgli che lei mi aveva confessato che ama solo lui e solo lui e che mai sarebbe stata con un'altro uomo.
Mi abbracciò come un fratello abbraccia suo fratello e disse che ero il suo migliore amico.
Ero davvero felice, era stato tutto molto divertente.
Non avevo nessuna voglia di tornarmene a casa, così decisi di andare all'atelier di Tonino,un pittore amico mio.
Come al solito lo trova pieno di gente, modelle, artisti e mercanti d'arte. Era il caos che io amo.
Trovai una scusa per abbandonarli tutti e andai al gabinetto e, distrattamente, non chiusi a chiave la porta. Avevo dovuto indietreggiare un poco, a causa di una lenta e velenosa erezione indotta dal brandy, e mentre rimanevo così, con il bischero in mano, mirando la tazza lungo un'alta curva, la porta si aprì all'improvviso. Era Irene, la moglie Ebbe un'esclamazione soffocata e fece per chiudere la porta ma, non so per quale ragione, forse perchè sembravo placido e noncurante, rimase sulla soglia e, mentre finivo di pisciare, mi parlò come se non stesse accadendo niente di insolito.
-Una bella esibizione
disse, mentre io scrollavo le ultime gocce
-Deve indietreggiare sempre in quel modo?
L'afferrai per la mano e la tirai dentro, chiudendo la porta a chiave con la mano libera.
- No per piacere non faccia questo,
mi supplicò, con un'espressione atterrita.
- Soltanto un momento
bisbigliai, sfiorandole con l'uccello il vestito. Applicai le labbra sulla sua rossa bocca e liberai la mia lingua contro la sua
- Per favore, per favore
ella mi esortò, cercando di sottrarsi al mio abbraccio con dimenamenti
- Vuole disonorarmi?
- La lascerò andare
dissi
-Soltanto un'altro bacio
e la sua bocca si aprì alla mi lingua
Ciò detto, ciò fatto la spinsi di nuovo contro la la porta e, senza neppure darmi la pena di alzarle la gonna, la martellai più e più volte, eiaculando una dose abbondante di sborra dapertutto sul davanti del vestito nero.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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