tradimenti
CONFESSIONI DELLA LEI
di Eleganzanotturna
28.01.2023 |
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"Il vino è ottimo, brindiamo a noi, seduti tra sedie e letto, mentre il Brasiliano racconta del suo lavoro e Chef mi guarda le gambe..."
Studio e lavoro, lavoro e studio, una litania noiosa che si protraeva per giorni, per settimane all'interno del ruolo di brava bimba divisa tra casa e chiesa. Quando finalmente il mio ragazzo mi avvisa di uno strano appuntamento con un suo amico del nord, che scendeva a Catania; Qualcosa ovviamente non andava, che si trattasse di un incontro romantico, era presto detto, ma feci lo stesso la gnorri, senza chiedere ulteriori dettagli; d'altronde in ogni caso, vero o non vero che fosse, il mio abbigliamento sarebbe stato lo stesso: il vestitino attillato nero, autoreggenti dai bordi ricamanti, un perizoma sottile. avrei indossato anche i tacchi, ma sapevo che avremmo dovuto camminare, e forse avrebbe piovuto, non il massimo insomma, ma quando terminai di truccarmi, vedendomi allo specchio, il riflesso restituiva la figura che mi aspettavo. la piccola ubbidiente fanciulla studiosa si era tramuta in una irriconoscibile donna vogliosa. il culo slanciato, il seno prosperoso, le labbra sottili. avrei fatto girare molti sguardi e alzare molti cazzi. vero o no che fosse l'amico del mio ragazzo, mi avrebbe desiderato.Arriviamo leggermente in ritardo, zona centrale, varchiamo un pesante cancello e seguiamo un piccolo corridoio all'interno di un dedalo di gallerie e palazzi che ci circondano. Da una porticina in fondo, traspare della luce, ed è lì che siamo diretti. Ho dei sospetti, un briciolo di paura e qualche incertezza; mi fido del mio compagno, ma se anche lui fosse stato ingannato? entriamo dentro e ci ritroviamo in una confortevole stanza; accanto una piscina idromassaggio borbotta rilasciando un buon profumo. ad accoglierci, il giovane Chef, stringe la mano del mio compagno come fossero amici di lunga data, si scambiano i soliti convenevoli e solo a quel punto scruto un altro ragazzo, amico del primo. il Brasiliano,dalla scura carnagione mi sorride compiaciuto, stringo la sua vigorosa mano mentre lo Chef e il mio ragazzo armeggiano con del vino. Scambio due chiacchiere di rito, so cosa sta succedendo ma fingo di non capire. il vino è ottimo, brindiamo a noi, seduti tra sedie e letto, mentre il Brasiliano racconta del suo lavoro e Chef mi guarda le gambe. "il tuo boy aveva ragione" mi dice
" sei davvero una bella ragazza" aggiunge il Brasiliano con il suo accento straniero, "purtroppo non la vedete al massimo del suo splendore" commenta finemente il mio ragazzo sempre gentile "niente tacchi". Ribatto che non li avevo messi per il tempo e la strada e a quel punto i tre sorrido. Chef tira fuori una scatola "questo è un piccolo regalo per te" aggiunge mentre la apre. dentro, un paio di tacchi aperti da 16 cm neri luccicavano nella tenue luce della strada. tutti e tre mi sfidano a portarli, ed io accetto, piroettando nella stanza e mostrando la mia perfetta maestria. ho fin da subito adorato quei tacchi da perfetta troia. mi slanciavano il culo in modo perfetto, e quando mi sono leggermente abbassata per versare del vino agli uomini, di certo gli ho palesato il mio nero perizoma sottile oltre alle chiare forme del mio culo. Bevemmo tutto in un sorso e poi fu un attimo, come quando ti colpisce un onda Chef mi tira a sedere sul letto, e il Brasiliano mi bacia in bocca, o meglio, mi da la sua interpretazione del bacio, dove la lingua mi arriva in gola ed io non respiro. perdo il senso di tutto, so che Chef mi sta leccando il perizoma e la fica con foga, forse è il mio ragazzo a tenermi le braccia ancorate al letto mentre il brasiliano mi bacia. Chef ha una lingua veloce, sa cosa fare, e oltre alla fica mi stuzzica il culetto. ho qualche perplessità, qualche timore che si possano spingere oltre. Chef mi guarda da sotto, capisce, e continua a leccarmi mentre si compiace di vedere una fica perfettamente depilata e già bagnata. Il Brasiliano è impaziente, e sfrutta il momento del mio piacere per denudarsi. quando tira fuori il cazzo, all'inizio non lo riconosco. mi afferra il polso autoritario e mi spinge verso il suo membro retto, duro, caldo al tatto. Capisco che quel cazzo è impegnativo, più di 20 cm di pura virilità mi puntano addosso con pericolosa attenzione, ma se sono brava, penso tra me e me, riuscirò a farlo venire segandolo, oppure, al massimo con un pompino. Chef seguendo il suo compagno, si spoglia e mi mostra il suo membro eretto. anche lui su quelle proporzioni, anche lì kg di cazzo, pronti a prendermi. So di aver superato il punto di non ritorno, adesso non si torna indietro. vado per spompinare il Brasiliano, ma Chef mi tira verso di lui facendomi capire che ha la precedenza. Si sdrai e mi fa mettere a pecora poco sopra di lui, dove posso tranquillamente praticargli un lungo pompino intenso mentre il Brasiliano mi lecca la mia fica bagnata. Capisco subito che i piani però non sono quelli. il ragazzo dietro di me mi prende, il suo cazzo vigoroso penetra senza subire resistenza dentro di me. caccio un primo urlo, misto di dolore, sorpresa e goduria, ma non ho il tempo di emetterne un altro, perchè Chef mi prende a sua volta la bocca fino alla gola, ed io gli inondo il membro di saliva. hanno cominciato a fare sul serio, e la paura sale. Il cazzo del Brasiliano, è davvero eccezionale, una perfetta proporzione tra larghezza e lunghezza, alla quale la mia fichetta non è abituata. dopo i primi slanci di assestamento, prende un ritmo perfetto, che me lo fa sentire tutto costringendomi a ribellarmi con Chef il quale però non perde mordente e mi continua a scopare la bocca fino in gola. penso di poter morire soffocata, ma fortunatamente mi concede dei momenti per respirare in cui ne approfitto per salivargli meglio l'asta e leccargli le palle; lui si compiace, mi bacia mostrandomi un atto di dolcezza, ma poi si riprende la bocca ancora e ancora.
I due si danno il cambio, poi si rigirano e a quel punto, dopo diverse posizioni mi spingono ai bordi del letto dove chi vorrà penetrarmi potrà rimanere in piedi e avere una maggiore presa su di me. lì arrivano i miei primi orgasmi. cerco di nasconderli tra le urla, me ne vergogno, davvero si può godere a quel modo? il mio ragazzo, che sorseggia il vino e mi sorride come stesse guardando un opera in un museo, incita quel bestiame selvaggio a continuare. temo che si possa seccare con me, ora che sto godendo, che dimostro di adorare quelle sensazioni quei momenti, di totale libidine. arriva qualche schiaffo, vengo messa in piedi, oscillo pericolosamente sui tacchi, ma loro mi sorreggono, mi riprendono mi girano e rigirano. stesa sul letto, pancia in su, gambe a 90 che poggiano sulla spalla di Chef mentre il Brasiliano mette le sue due grosse palle in bocca per godere. Dopo diversi minuti si distendono ansimanti sul letto chiedendomi di cavalcarli a turno. obbedisco, mi prendo un orgasmo da uno, quindi passo all'altro che mi soddisfa altrettanto velocemente. Provo quindi ad alzarmi, ma Chef mi afferra e mi stringe a se, mentre il Brasiliano sguscia via dalla posizione di prima e si para dietro me, facendosi spazio.provo a divincolarmi con un sorriso, cerco di fare capire che no, questo no, non sono pronta. Chef mi stringe mi serra le braccia, e mi tiene ferma sopra di lui,con il suo cazzo che mi pare ora più duro, ho paura, per la prima volta in tutta le sera, ho paura. Il Brasiliano mi sbatte sulle natiche il suo cazzo, come a tamburellare, io sto per piangere, e rivolgendomi al mio ragazzo dico che avrei fatto per sempre tutto quello che mi chiedeva, ma lo supplico di fermare quel momento. "prometti?" mi domanda con il suo sorriso sornione "prometto" rispondo convinta. Lui si rivolge al Brasiliano con un cenno "faglielo solo assaggiare, così da ricordarsi la sua promessa".
A quel punto fu come se si spegnesse la luce, come se si infrangesse una vetrata. per qualche motivo mi venne alla menta un momento in cui da bimba avevo rotto una statuetta nel salotto di mia nonna e venni rimproverata. Fosse stato per amore, fosse stato il mio ragazzo, fosse stato un sentimento, forse l'avrei accettato e preso. ma quel bruto che bramava di dilaniarmi con il suo cazzo gigante per un suo personale tornaconto, era un demone venuto per punirmi,che mi avrebbe scopato pensando solo a se stesso. forse era questo che il mio ragazzo pretendeva da me? forse era questo che intendeva quando mi voleva vedere troia? il turbine di sensazioni mi aveva ubriacata più del vino precedente, il Brasiliano con cautela poggio solo il suo glande, sul mio più sacro buchino e diede una spinta breve e decisa. Mi mancò il respiro. in un breve istante, tutto il suo glande mi aveva penetrato il culo infiammandolo e allargandolo. Il dolore aveva una nuova forma e una nuova voce. stavo per urlare, quando Chef che comprese mi tirò a se baciandomi e il Brasiliano diede un altro piccolo colpo. il quel momento ebbi forse l'orgasmo più strano e doloroso della mia vita. Venni perchè il cazzo di Chef era ancora dentro di me, e quando mi baciò cominciò a spingere come un folle, ma venni anche perchè il Brasiliano mi aveva fatto sentire una vera troia. Mentre Chef si dovette riprendere però il suo compagno eternamente insoddisfatto voleva la sua vendetta. notai che il suo cazzo enorme sfidava la forza di gravità, e durissimo mi puntava mortalmente; voleva prendermi il culo, sognava il mio vergine buchino strettissimo, e ora che non aveva potuto averlo di certo si sarebbe vendicato. "tranne prenderle il culo" gli disse il mio ragazzo, versandosi altro vino "puoi farle quello che vuoi".
Chef steso accanto a me, recuperava le forze, ed io accanto a lui cercavo di riprendermi. pensavo che il Brasiliano, anche lui stanco, avesse preteso una sega o un pompino per calmare quel cazzo durissimo e pulsante. d'altronde ormai l'ora era tarda ed io mi sentivo stanca e totalmente appagata, cosa ci sarebbe stato meglio di un caldo pompino fatto da una troia in tacchi a spillo autoreggenti e perizoma?
lui non era d'accordo. con una forza inaudita mi strappò via i vestiti, sfilò il perizoma, tirò via le calze, armeggiò con i cinturini delle scarpe. ero completamente nuda, lui era completamente nudo. mi prese. selvaggio e primitivo, il suo cazzo entrò senza sforzo nella mia aperta fica calda e accogliente, mentre le sue mani mi frugavano i seni, mi stringevano il collo, scendevano sul culo. mi girava a pecora, come fossi un animale da sottomettere, senza sosta, senza tregua i suoi virili slanci non mi davano il tempo di gemere. Chef risvegliato dal torpore, gli diede il cambio ancora una volta, sfinendomi.
venni messa in ginocchio davanti a loro, i loro cazzi tamburellavano sul mio viso, si strofinavano sulle guance, mi prendevano la bocca. io come folle ed ebbra di piacere, leccavo le palle e succhiavo avidamente i membri, fino a quando entrambi si segarono per poi sborrarmi in viso litri di sborra. Il primo a venire fu il Brasiliano, sperma saporito e denso, vischioso che si andò a depositare sulla lingua e sui seni, Chef venne invece con uno spruzzo magnifico e liquido. mi prese il volto e lo fece colare sui seni e sulle gambe. gli coccolai ancora per un po' i cazzi, leccando e pulendo eventuali residui di sborra e assicurandomi che non volessero abusare ancora di me.
Ci congedammo di lì a poco. ma la mia serata non era ancora terminata. Il mio ragazzo mi aveva obbligato a indossare i tacchi regalati, ovvero un paio di scarpe da troia, 16 cm nere con plateau, da indossare al massimo in qualche disco o locale. si posteggiò vicino a uno di quegli strani negozi sempre aperti dove ragazzi di colore vengono alcolici e mi mandò a prendere delle birre; non accadde nulla, se non schiamazzi e chiari riferimenti poco lusinghieri sulla mia persona. per di più fuori dal negozio, il mio ragazzo si era spostato con la macchina poco più in basso, costringendomi ad una passeggiata sotto sguardi indiscreti di maschi in calore e fischi di ragazzini in motorino. mi aspettava fuori dalla macchina e baciandolo mi accorsi che quella sfilata mi aveva solo eccitata ancora di più. gli chiesi se avesse qualche desiderio in mente, ma fortunatamente mi baciò solo invitandomi a salire. fortunatamente perchè in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa per lui. a casa sua mi entrò dentro. la fichetta aperta dai due amici di prima non lo infastidì, il fatto che fossi ancora bagnata o che ebbi diversi orgasmi, pare lo divertisse così come lo eccito toccarmi il culo e scoprirlo dilatato da quel semplice colpo. allora mi misi sopra di lui, e senza pensare al dolore, guidai il suo cazzo nel culo. gli domandai se gli andava bene tutto questo, se accettava la mia parte di troia, se voleva continuare. lui godeva e annuiva, annuiva e godeva come ubriaco. il suo cazzo totalmente nel mio culo stava per esplodere, quindi chiesi se accettava l'idea d'avere come fidanzata una ribelle troia che amava i cazzi grossi e non poteva farne a meno. lui non rispose, ma venne copiosamente dentro di me. rimanemmo un minuto in quella posizione, poi sempre rimanendo sopra di lui l'abbracciai sentendo il suo cazzo ormai moscio sgusciare via. la calda sborra che usciva copiosa dal culo si riversava nella mia fica per poi colare sul suo cazzo.
Mentre scrivo queste confessioni, nella mia cameretta, in pausa studio, anche se ho una tuta comoda addosso, come intimo tengo sempre un perizoma, e seppur seduta indosso i tacchi di quella sera. essendo sola a casa, non dovendo dare spiegazioni in questo sabato, mi piace portarli in giro. penso che forse siano stati loro a tramandarmi questo strano influsso da troia, forse indossandoli, un demone si impossessa di me. devo studiare, ma la verità è che la mia fica si è bagnata nuovamente umettando il perizoma e ho un forte bisogno di cazzo. mentre mi tocco, penso ancora a quella serata:forse Chef doveva solo tenermi più forte, forse il Brasiliano non si doveva fermare, forse il mio ragazzo avrebbe dovuto dare l'ordine, e a turno senza sosta mi avrebbero preso il culo. questi strani pensieri mi portano la mano a scendere più in basso, toccandomi il culetto che risponde, recettivo e voglioso anche lui. mentre mi abbandono ad un orgasmo, il messaggio del mio personal trainer fa vibrare il cellulare. gli avevo chiesto se portare i tacchi alti poteva fare male, e la sua risposta era un bel "dipende", quindi pensavo di inviargli una foto. con due dita dentro la fica e uno nel culo, il messaggio si sarebbe fatto attendere, ma ormai aveva preso forma un nuovo demone. mentre le mani avevano volontà proprio e mi stupravano come fossero un demone tentacolare, il riflesso allo specchio restituiva la sagome di una nuova me. se nel letto piegata dal piacere il mio corpo godeva come una troia, accanto una donna in piedi, elegante e in tacchi sorrideva ammiccante.
continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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