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Trasferta di lavoro…


di LuciferRM
15.07.2022    |    15.834    |    3 9.6
"Lei mora, con capelli liscissimi e lunghi fino a metà schiena, dal fisico ben proporzionato, sprigionava nei movimenti più semplici alla sola vista, una..."
Trasferta di lavoro

Era un caldo pomeriggio di fine giugno quando arrivai in quel resort in cui non ero mai stato prima.
Ne avevo sentito solo parlare dai colleghi, che me lo avevano descritto come piacevole e rilassante e mi raccontavano di come lavorare qualche giorno in trasferta li, rappresentasse una vacanza rispetto alla frenetica routine.
La piscina, ambiente signorile e ogni comfort di cui poter beneficiare, grazie soprattutto ad orari di lavoro decisamente più generosi.
Al mio arrivo, recandomi verso la reception percorrendo quel vialetto contornato di un verde curatissimo, pensavo che era finito il tempo di provare invidia e che finalmente toccava anche a me un pò di vacanza retribuita, con buona pace di chi questa volta non era stato scelto.
… Ma appena varcata la soglia della luminosissima hall, i miei pensieri vengono immediatamente catturati ed annullati dalla visione di una splendida donna.
La osservai rapidamente e con discrezione, perché mi accorsi subito che a pochi metri da lei, c’era il suo uomo intento a leggere la locandina dell’evento serale.
Lei mora, con capelli liscissimi e lunghi fino a metà schiena, dal fisico ben proporzionato, sprigionava nei movimenti più semplici alla sola vista, una carica erotica fuori dal comune.
Lui un bell’uomo, elegante, distinto, brizzolato e raffinatamente attento.
Mi accorsi che girò la coda dell’occhio verso di me, subito dopo essere stato avvicinato e chiamato dalla sua Signora…
- “Tocca a noi amore…”.
In silenzio, si incamminarono verso l’addetto alla reception che li salutò con un “benvenuti”.
Erano appena arrivati anche loro.
Pervaso da un pò di imbarazzo perché credevo che potessi aver esagerato nel farmi catturare da un così bel vedere, riuscii comunque a sentire lui che chiedeva conferma che la piscina fosse fruibile fino alle 22.
“Si Signori, oggi fino alle 22 e fino alle 24 nei giorni di venerdì e sabato”, replicò con garbo l’addetto.
Sistemate le mie cose e fatta una rigenerante doccia post viaggio, mi accorsi che era ancora presto per pianificare come rifocillarsi. Perché non concedersi un aperitivo a bordo piscina?
Mi sistemai su un lettino verso il lato ovest, il più comodo, con pochi metri alle spalle il bar e vista oltre piscina su un gradevole scorcio del parco che che contornava il resort.
Appena il tempo di assaggiare il mio Campari, che li vedo arrivare e sistemarsi nei due lettini accanto al mio, con lei praticamente nel mezzo.
“Sono destinato a soffrire”, pensai tra me e me, cercando di distogliere il mio sguardo per quanto nascosto da scuri occhiali, da quel bikini rosso fuoco che contornava curve mozzafiato e accessoriava una pelle moderatamente abbronzata e magnetica e, una femminilità che avrebbe eccitato anche i sassi.
LUI: “Bello qui, ci hanno consigliato bene”.
LEI: “Si, il menù di questa sera mi sembra un pò moscio, ma per il resto tutto stupendo”.
LUI: “Amore, lo so che non ti piace moscio, io che ci sto affare allora??”…
Io non riusciì a trattenere la risata che quel breve teatrino mi aveva provocato e subito lei volse il suo sguardo verso di me, divertita e con una sfumatura di imbarazzo…
“Lo perdoni eh… Quando si rilassa mi va fuori di testa”.
LUI: “Ma non è vero, ci sono sempre fuori di testa per colpa tua…”.
Mentre penso che sia più che comprensibile, non posso fare a meno di assecondarli con una timida ma sincera risata, mentre né approfitto per sedermi rivolto verso di loro nella speranza che la mia erezione, alla vista di tanta bellezza che mi aveva addirittura coinvolto nel discorso, venisse in qualche modo camuffata.
“In vacanza fa bene a rilassarsi, indipendentemente dagli effetti”, esclamai timidamente.
LUI: “Vedi? Viva l’ironia!”.
Continuammo la conversazione presentandoci, raccontandoci delle reciproche motivazioni che ci portavano in quel posto.
Sergio e Paola, erano una coppia davvero affiatata. La loro intesa si percepiva nell’aria, bastava osservare la naturalezza con la quale ridevano in maniera reciproca alle battute l’una dell’altro e viceversa, senza tralasciare il modo in cui si guardavano e compiacevano.
Una sorta di primordiale, innata danza cerebrale che sancisce un confine invalicabile.
La serata proseguì a cena, nella sala con ampie vetrate che offriva una visuale stupenda sul mare in lontananza, illuminato da una straripante luna piena.
Tavoli separati ma vicinissimi, da poterci permettere di proseguire una conversazione che ungeva gli ingranaggi di una conoscenza già condita di intrigo senza che ne fossi consapevole.
Le mie emozioni erano già una letale miscela di ammirazione, invidia e desiderio.
A fine cena ordinammo gli amari ma la selezione lasciò tutti insoddisfatti.
Da un posto così, ci aspettavamo tutti e tre una conclusione di una cena di ottimo livello, decisamente migliore.
La mattina dopo mi incamminai verso i compiti lavorativi che mi attendevano e la giornata trascorse liscia, nonostante qualche focus di pensiero sui miei due nuovi amici ed in particolar modo su Paola e su quanto fosse difficile starle vicino ed interagire con lei, senza provare interesse.
Tornando ne approfittai per fare alcune commissioni e una volta al resort, decisi di rilassarmi nuovamente in piscina sperando di incontrarli di nuovo.
Fu così, in maniera quasi automatica, che il copione del giorno prima inizio a ripetersi, con la differenza che questa volta fui io a raggiungere loro per sistemarmi lì vicino.
Passammo il tardo pomeriggio a sorseggiare un aperitivo e a chiacchierare ironicamente un pò su tutto, prima dell’ irrompere di Sergio:
“Ceni con noi”?
“Con assoluto piacere!”, risposi…
“Ci vediamo al ristorante”.
Andai in camera per rinfrescarmi e cambiarmi, decisi di indossare un jeans leggero ed una camicia bianca che sapevo potesse dare una bella parvenza anche con maniche rialzate.
A cena con la presenza di Paola, le temperature rischiavano di essere bollenti.
Arrivato in sala uno dei camerieri mi disse:
“Prego, da questa parte”, indicandomi un tavolo tondo riservato in disparte per tre.
Ci avevano pensato loro a quel gesto così premuroso e pochi minuti dopo essermi seduto, li vedo arrivare da infondo la sala…
Sergio con un abbigliamento vicino al mio, malgrado avesse scelto un colore più scuro.
Paola con un vestitino blu notte da infarto, che tracciava in maniera molto netta il confine di ciò che era consentito scorgere.
Il tacco elegante, accompagnava in maniera perfetta il suo passo leggiadro e sicuro e, solo a pochi centimetri da me, scorsi nel riflesso della vetrata, l’affascinante sensazione di mistero che il vestito, completamente aperto sulla schiena, era intento a provocare.
Mi alzo e in maniera galante, bacio la mano a lei, prima di stringere la mano a lui che mi lancia un’occhiata che somigliava a quella nella hall all’arrivo.
Sono di nuovo imbarazzato e Paola decide di accomodarsi al centro. Mentre si siede non posso fare a meno di notare come quel vestito risalti quella schiena e la sua pelle che sembra una calamita.
“È molto che aspetti?”, mi domanda…
Vorrei risponderle che non ricordo più neanche come mi chiamo e dove sono, talmente mi pulsa nei pantaloni, ma con una freddezza che non saprei spiegare rispondo: “No, mi ero appena seduto”.
Per fortuna ci pensa Sergio a rompere il ghiaccio: “Siamo arrivati a rompere le scatole insomma…”, con quella coinvolgente ironia di cui ormai lo sapevo capace.
La cena trascorre “tranquilla”, un susseguirsi di battute e risate fino agli amari.
La sera prima ci avevano deluso e così ci interroghiamo sul da farsi… Chiedere o optare per un cocktail a bordo piscina?
Ironicamente rompo gli indugi:
“Per me è lo stesso signori, tanto mi sono organizzato…”
SERGIO: “Cioè?”.
IO: “Oggi tornando, mi sono procurato una bottiglia di Don Papa e una di Unicum.”.
SERGIO: “Bravo! Avremmo dovuto pensarci anche noi… Adoro il Don Papa!”.
IO: “Nulla ci vieta di passare dalla mia stanza… Avete organizzato il tavolo, permettetemi di ricambiare.”.
SERGIO: “Che ne dici amore? Vogliamo concederci questo lusso?” (Ironicamente).
PAOLA: “Perché no? Infondo noi adoriamo le persone che sanno organizzarsi!”!
Mi strizza l’occhiolino, Sergio annuisce con un gesto di approvazione e ci incamminiamo verso la mia camera.
Nell’aprire faccio ironicamente gli onori di casa e li invito ad accomodarsi.
Paola si siede decisa ai piedi del letto e mentre mi abbasso per aprire il frigo compio uno sforzo disumano per non soffermarmi ad ammirare le sue splendide gambe.
Estraggo le due bottiglie e mi accingo a versare, quando irrompe Sergio…
“Scusa, scusa un momento… Prendo una cosa, torno subito, altrimenti il brindisi non è valido”.
Io ho appena il tempo di girarmi mentre vedo la porta che si socchiude, convinto che fosse questione di pochi istanti…
Mentre preparo i bicchieri vedo Paola alzarsi e venire verso di me, che dallo specchio mi guarda con aria sorridente e decisa…
Si appoggia a me con una mano sulla mia spalla e avvicinandosi al mio orecchio sussurra: “Te l’ho detto quanto sono attratta dai tipi divertenti come te?”…
Non mi concede il tempo di rispondere, perché l’altra sua mano è già impegnata a massaggiare e a provocare ulteriormente il mio cazzo che sta scoppiando nei pantaloni.
Mi giro verso di lei che risponde simultaneamente girandosi di schiena, alzando un braccio per portarlo dietro la mia testa, mentre mi carezza la nuca e si struscia sinuosamente con il suo culetto sul mio cazzo gonfio di desiderio.
La afferro delicatamente per i fianchi, una mano scorre verso il suo seno invitante mentre la bacio sul collo e dietro l’orecchio…
Travolto dai sensi, avevo completamente dimenticato che di lì a poco sarebbe tornato Sergio… La porta si aprì all’improvviso e ci sorprese!
Paura, vergogna ed eccitazione, mi invadevano e sconvolgevano mentre lei lo guardava con una certa soddisfazione.
Entrò e chiuse la porta… “Dove il mio Don Papa?”, chiese con naturalezza…
Si avvicinò a noi, ci guardò, prese il bicchiere e si sedette sulla poltrona ai piedi del letto…
Paola si girò verso di me ma rivolgendo verso di lui uno sguardo famelico mentre continuava a massaggiarmi il pacco gonfio…
Bastò un cenno di approvazione di Sergio e subito mi sbottonò, me lo tirò fuori e iniziò a succhiarmelo con voracità e delicatezza, esprimendo tutto il suo cinismo negli sguardi che mi lanciava ad intermittenza.
La sua bocca dalle movenze nette ed armoniche era un inarrestabile montare di eccitazione, fino a quando non disse in maniera decisa a Sergio:
“Amore, voglio farmi scopare da dietro mentre tu mi guardi!”…
Sergio annuì… E così la misi a pecorina sul letto, alzai quel vestito così eccitante, le leccai la fica per bene e la penetrai con delicatezza e decisione allo stesso tempo.
Una volta dentro, decisi che volevo sentirla godere di ogni singolo istante e così, individuai subito il ritmo della danza che più le provocava piacere, mantenendolo quasi con distacco, per sentirla venire più volte che fosse possibile.
Sentirla gemere di piacere, mi eccitava ancora di più e quando sentiì che le pareti della sua fica si stringevano per la seconda volta attorno al mio membro, decisi di lubrificare a dovere l’altro canale.
Lo esplorai con lo stesso ritmo e sembrava provocarle lo stesso piacere e, quando stavo per esplodere, usciì…
Lei si inginocchiò rapidamente davanti a me e, quasi con gratitudine, riprese a succhiarmelo fino a farmi schizzare nella sua bocca, attendendo la fine del mio getto e proseguendo fino al termine del mio piacere.
Io ero soddisfatto ed incredulo allo stesso tempo.
Concluse Sergio: “Hai fatto bene ad organizzarti, bravo!”.
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