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Compleanno In Vacanza Parte 3


di LuciferRM
22.07.2022    |    5.802    |    1 9.6
"Le stradine di quel piccolo centro mi davano l’idea di essere stato catapultato in un’altra dimensione e le vetrine colme di prodotti ed oggetti, profumavano..."
PARTE 3
Mi regalo una vacanza…

Il pullman che ci avrebbe accompagnato in paese ci attendeva alle 17 e la gita prevedeva una sezione dì shopping in centro, con la possibilità di recarsi presso alcuni negozi consigliati dove acquistare prodotti locali e, una visita guidata presso un’azienda vinicola molto antica e importante, con annessa degustazione.
Non aderì un gran numero di persone, né contai non più di quindici, figli compresi…
Con quattro però avevo già fatto conoscenza, con due di loro qualcosina in più…
Una volta saliti, salutarono l’intera
casuale combriccola con fare amichevole e qualcuno con qualche battuta lievemente più affettuosa, ma di sicuro almeno di vista si conoscevano un pò con tutti.
“Oh romanooo… Ci sei anche te?
Bene, oggi ci si diverte via!”…
Fu questo il saluto di Simone, elargito con tono fraterno, quasi a voler rendere pubblica una simpatia dalle ignote origini.
“Hesto qui voi un lo honoscete, ma v’hassicuro icché c’ha na battuta degna del vernaholiere!”, rincarò la dose verso tutti, mentre qualcuno sorrideva con compiacenza.
Se lo diceva lui, c’era da fidarsi insomma.
Valerio in quegli istanti era la spalla perfetta e formavano una improvvisata coppia di animatori degna delle migliori sit com nelle quali hanno fatto gavetta i più famosi.
Valentina e Giorgia, presero posto davanti ai rispettivi mariti dopo aver accennato un timido “ciao”, quasi con indifferenza, come se ne loro ne io, fossimo mai entrati in quella vasca.
Le stradine di quel piccolo centro mi davano l’idea di essere stato catapultato in un’altra dimensione e le vetrine colme di prodotti ed oggetti, profumavano ancora di Natale e stuzzicavano piacevolmente la mia curiosità, che ogni tanto veniva messa da parte al materializzarsi del riflesso delle due dee bionde, le quali sfoggiavano una invitante silhouette alla quale aderivano come una seconda pelle, intriganti leggings scuri che ne accarezzavano tutta la sensualità, sovrastati da un giubottino imbottito, che sembrava voler pretendere di esprimere tutta la loro improbabile innocenza…
Nella visita guidata in azienda invece, non c’erano riflessi, ma la voce di uno dei titolari che forniva spiegazioni affascinanti sulle origini di quel luogo, in imponenti gallerie che sapevano di storia e che ospitavano un inquantificabile numero di botti davvero monumentali.
Una miscela di essenze di mosto e rovere, ben si sposavano con l’arte che veniva illustrata e richiamavano la mia mente al rispetto che aveva avuto la mano dell’uomo nell’insediarsi in quel paradiso.
Mentre scorgevo una delle tante foto in bianco e nero appese alle pareti che immortalavano gesta di oltre un secolo prima, mi si avvicinò Simone…
“Ti affascinano ste cose eh Romano…”.
IO: “Si, mi fanno riflettere sul come a volte, spesso, non ci poniamo domande…”.
SIMONE: “Domande? E su cosa?”…
IO: “Un pò su tutto… Prendi questo posto… Uno può prendere atto che esista, ma in quanti ci chiediamo come abbiano fatto a costruirlo a quei tempi?”…
SIMONE: “Si si, ok, lascia stare ste troiate, ascolta: che fai stasera?”.
IO: “Non lo so, qualcosa in hotel avranno organizzato…”.
SIMONE: “Certo, noi di sihuro! Dopodomani noi si va via e stasera abbiamo organizzato una festicciola da noi per salutare un pò tutti. Te sei dei nostri!”.
IO: “Una festa? E chi c’è?”…
Mi spiegò che la comitiva sciistica che era in albergo era composta da loro rappresentanti venditori in vacanza premio con le rispettive famiglie e che ci sarebbero stati quasi tutti loro.
Non sarebbe stato un problema passare a fare un brindisi, salvo evitare di presentarmi a mani vuote.
Così mi attardai nel raggiungere il pullman e ne approfittai per acquistare tre bottiglie di Sauvignon Blanc Riserva.
Non mi intendo di vini, ma erano certamente adatte all’occasione.
Indossai uno spezzato con giacca nera e camicia beige chiaro, che mi faceva sentire meno impacciato immaginando le battute delle quali ormai li sapevo capaci… Elegante e sobrio, per evitare di sentirmi troppo al centro dell’attenzione una volta accolto.
Salii all’ultimo piano con al seguito la busta contenente la confezione di bottiglie e arrivato davanti la porta bussai…
Aprì Giorgia, questa volta il tatuaggio era ben visibile e mi accolse come un vecchio amico, mettendomi subito a mio agio e invitandomi a seguirla oltre il disimpegno.
Davanti a me c’era un enorme salone rettangolare raggiungibile dalla discesa di un paio di scalini. Oltre le vetrate non c’erano luci, neanche in lontananza… Su un lato erano sapientemente sistemati due eleganti divani mentre su quello opposto si trovava una lunga tavolata che ospitava un buffet perfettamente conciliante con l’ambiente di quel lussuoso attico.
In sottofondo, una leggera musica accompagnava le risate e quasi subito, mi raggiunsero anche Valentina, Simone e Valerio, che mi salutarono con lo stesso calore con cui aveva fatto Giorgia qualche istante prima.
Porsi le bottiglie che avevo portato come dote e Simone, nel ringraziarmi, mi disse che ci voleva subito un brindisi e mi invitò ad accompagnarlo insieme agli altri, al tavolo dove erano sistemate bottiglie e bicchieri.
Brindammo tutti e cinque come se stessimo ricordando affettuosamente i bei tempi ormai andati, prima di passare alle presentazioni agli altri ospiti.
Notai che ero l’unico single in mezzo a sette o otto coppie, senza figli al seguito e le cui Signore quella sera dovevano essere in competizione tra di loro ed aver avviato una gara di raffinata appariscenza.
Almeno il mio outfit, era abbastanza in linea con quello delle presenze maschili, il che smorzava almeno parzialmente il mio disagio.
Nelle prime battute la serata scorreva piacevolmente ma, esauriti gli argomenti delle presentazioni iniziali e degli interessi comuni, mi ritrovai ben presto isolato e con addosso una sensazione di inadeguatezza totale.
Guardai il mio bicchiere, decisi di svuotarlo e mi avvicinai a Simone per dirgli che stavo andando via e che comunque ci saremmo salutati il giorno dopo…
Ma non mi lasciò neanche il tempo di finire: “Ma dove tu vai Romano? La serata homincia ora!”… E mentre se la ride mi mette in mano un altro bicchiere prima di andarsene sghignazzando e sparire nelle luci soffuse.
Mi avviai verso l’angolo di tranquillità dove mi trovavo poco prima ma verso il centro della sala, mi ritrovai davanti Valentina come mi stesse aspettando…
Qualcosa nei suoi occhi e nel suo atteggiamento si era decisamente trasformato, il suo sguardo ed il suo sorriso erano tornati quelli della spà, aggressivi e provocanti…
Un ultimo passo verso di me rimasto impietrito, prima di portare una mano sulla sulla mia spalla e l’altra delicatamente al mio collo…
Sentivo la turgida morbidezza del suo seno contro il mio petto mentre il suo profumo mi rapiva e lei che mi sussurrava all’orecchio: “Il bello arriva adesso…”.
Dietro di me sento quel profumo intensificarsi e altre due mani accarezzarmi la schiena… Era Giorgia!
Credevo che di lì a poco sarebbe successo il finimondo, Simone e Valerio prima o poi ci avrebbero visti ma il mio corpo era letteralmente paralizzato dalla sovrabbondanza di adrenalina e di ormoni.
Giorgia inizia a baciarmi sulla porzione collo rimasta libera ed un istante dopo la musica di sottofondo assume una tonalità decisamente più trasgressiva.
Anche le luci si fanno lievemente meno soffuse e cominciai a pensare che si sarebbero presto ricomposte…
Ma al contrario cominciarono a ballare strusciando i loro corpi al mio con voracità, mentre le loro mani percorrevano i miei vestiti fino ad esplorare a turno e poi simultaneamente la mia erezione.
Giorgia da dietro iniziò a sbottonarmi la camicia, mentre Valentina si occupò sapientemente dei pantaloni, tirandomelo fuori e impugnandolo con naturalezza mentre le nostre bocche si esploravano.
Giorgia nel frattempo mi aveva completamente denudato il torace e prese ad accarezzarmi il petto mentre Valentina si era già inginocchiata davanti alla mia virilità straripante di desiderio.
Un ultima provocante occhiata dal basso mentre dissolve il ritmo della sua mano portandola a massaggiare il mio scroto e avvolgere il mio cazzo con la sua accogliente bocca.
I suoi occhi sono chiusi e il ritmo della sua testa aumenta leggermente senza farsi troppo incalzante, prima di interrompersi e fermare le sue labbra sul confine del glande, per massaggiarlo con colpetti di lingua rapidi e delicati, mentre riapre gli occhi per osservare ancora una volta i miei.
La mia eccitazione aumenta in modo repentino e porto indietro la mia testa e lo sguardo verso l’alto come per voler ululare, per poi andare a cercare con gli occhi Simone.
Era seduto comodamente sul divano, con le gambe accavallate ed il suo calice nella mano destra, che alza sorridendomi come per dire “alla tua”, mentre continua a godersi lo spettacolo di Valentina che gli rivolgeva le spalle e che continuava a spompinarmi alternando ritmi di assoluta foga a movimenti più blandi e pacati, per poi dedicarsi ad un massaggio fatto di sola lingua che con maestria andava dal basso verso l’alto e da destra a sinistra, allietando una abbondante metà della circonferenza del mio bastone.
Alla mia sinistra vidi Valerio, in piedi accanto ad un altro uomo e sotto di loro una donna impegnata a succhiarlo ad entrambi.
Valerio portò la sua mano dietro la nuca di lei, prima di sorridermi anche lui e strizzarmi l’occhiolino.
In un istante, Giorgia affiancò Valentina e le loro mani e le loro bocche, iniziarono una sorta di leggiadra danza alternata attorno al mio cazzo e alle mie palle, che succhiavano e leccavano con autentica passione.
Attorno non sentivo più nessun brusio, ma solo versi e sospiri affannati, prima di accorgermi che tutti erano a modo loro impegnati quanto me.
L’atmosfera era ormai bollente, l’aria era intrisa di sesso e di lussuria e Valentina e Giorgia, vestite solo dei tacchi, interruppero la loro danza per aggrovigliarsi davanti a me in uno splendido sessantanove.
Le ammirai qualche istante mentre con una mano impugnavo il mio cazzo ancora umido della loro saliva e duro come il marmo…
Mi abbassai e afferrai la prima per i fianchi, mentre poggiai un ginocchio sul tappeto e inarcai l’altra gamba verso l’esterno.
Non oppose resistenza e si fece guidare alla giusta altezza, affinché potessi finalmente penetrarla.
Le pareti della sua fica bagnata si allargavano dolcemente sotto la mia spinta, accompagnata da un gemito di eccitazione e piacere che si ripeteva ad ogni colpo che le infliggevo con crescente veemenza.
Percorrevo quel canale con fare regolare e deciso, mentre la sorella sotto di noi, si prodigava a deliziarci entrambi con la sua lingua calda e umida, che amplificava il vortice di piacere del quale eravamo ormai prigionieri.
Sentii che le sue pareti iniziarono lentamente a stringersi e cosi decisi di aumentare l’affondo degli ultimi colpi fino a sentire il suo corpo vibrare come in preda a una scossa, mentre emetteva l’ultimo prolungato gemito liberatorio.
Mi spostai per dedicare le mie attenzioni a l’altra che questa volta potevo distinguere.
Si trattava di Valentina. Giorgia si era accovacciata accanto a noi, ancora partecipe nel contraccambiare accarezzandole il clitoride mentre alternavo raffiche di colpi nella fica di Vale, a pause nelle quali la sorella generosamente mi spompinava mantenendo vigoroso il mio uccello, che prontamente ricominciava ad incalzare quella farfalla vogliosa.
Seppure in posizione diversa, il rito precedente iniziò a ripetersi e sentii il Corpo di Valentina, godere in preda alla medesima scossa che aveva allietato Giorgia poco prima.
Giorgia si stava dedicando a me, constatando quanto ce lo avessi ancora duro, mentre Vale si girò a pecorina…
Feci per penetrarla nuovamente ma Giorgia mi fermò… Mi guardò con un provocante sorriso e poi lasciò cadere un sinuoso rigagnolo di saliva al centro del lato B della sorella, allargandolo con le mani ed invitandomi con lo sguardo ad entrare.
Poggiai la mia cappella gonfia su quell’invitante buchetto, entrando piano, con delicatezza e il mio cazzo venne raggiunto da altra saliva di Giorgia mentre ormai scorreva dentro inesorabile.
I primi gemiti di Vale questa volta erano misti a dolore, ma ben presto si tramutarono in sospiri di goduria e continuai a cavalcarla assestando un paio di schiaffi sulle natiche prima di cominciare a percepire che stava per arrivare anche il mio momento…
Uscii e mi alzai in piedi e tutte e due ripresero la danza iniziale con le loro bocche, deliziandomi finché non fui al limite ed anche oltre, prendendosi sulle loro facce i miei caldi e abbondanti zampilli di sperma e continuando a succhiarmelo con generoso altruismo, abbondantemente aldilà della fine del mio orgasmo.
Andai in bagno per risistemarmi e rivestirmi e una volta tornato di là, trovai Simone, sorridente che mi da una pacca sulla spalla, mentre c’era ancora qualcuno che si stava dando da fare…
“Tanti auguri Romano! Tettù un regalo hosi scommetto un l’hai mai avuto!…”.

FINE
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