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Compleanno in vacanza Parte 1


di LuciferRM
16.07.2022    |    4.967    |    0 8.9
"Ordinai un Müller-Thurgau, accompagnato da un piccolo tagliere che conteneva una selezione di salumi e formaggi locali ben presentata e dall’aspetto invitante..."
PARTE 1
Mi regalo una vacanza…

Erano stati anni davvero difficili quelli che mi avevano portato a raggiungere dei traguardi personali che prima neanche progettavo.
Individuato l’obiettivo, mi ci ero dedicato mente, anima e corpo, come un toro ormai partito per la sua inarrestabile carica che si concluderà solo quando avrà sferrato la sua micidiale incornata.
Era stato un percorso fitto di sacrifici e non privo di intoppi ma dentro di me, la voglia di lottare non si era mai spenta, le delusioni ogni tanto ci provavano a prevalere ma io, mi rimboccavo le maniche e davo nuova linfa a quella carica…
Volevo dare la mia incornata letale e ci riuscii!
Il mio compleanno si avvicinava, di solito non lo festeggio mai, ma questa volta decisi che almeno un regalo me lo ero meritato e che qualche giorno di vacanza
in totale relax, servito e riverito, era giunto il momento di concederselo.
Volevo qualcosa che mi permettesse di ricaricare le pile senza allontanarmi troppo, un territorio che offrisse buona cucina e qualcosa che valesse la pena esplorare anche in solitaria.
Infondo era inverno e per vedere belle donne in bikini o meglio ancora in topless, avrei dovuto optare per qualche meta estera o una crociera… No, meglio di no, avrei vissuto in perenne “caccia” e mi sarei stressato ancora di più.
San Google, mi proponeva elenchi simili a papiri egizi complicati da consultare ma la mia attenzione venne improvvisamente catturata da alcune immagini che incontravano il mio gusto…
Piscina riscaldata, piscina al coperto con panorama da cartolina, spa, sauna, solarium, percorsi benessere, possibilità di attività all’aperto e proposte alloggiative di un livello più che adeguato… Non scìo ma…
Si, il Trentino era il posto ideale!
Prenotai in un istante e già pregustavo il relax ed il distacco dalla faticosa monotonia quotidiana che mi attendeva di lì a breve.
L’ultima parte del viaggio e l’arrivo, erano stati al di sopra delle aspettative che le immagini del web avevano fatto si che mi creassi.
Paesaggi imponenti, da lontano alternavano tonalità di bianco e di verde in una maniera così armonica che mi facevano pensare che non esiste architetto o ingegnere al mondo, bravo quanto la natura.
La mano dell’uomo esprimeva tutto il rispetto che si aveva di quei luoghi e l’utilizzo di elementi come il legno e il sasso, accessoriavano quegli spazi come farebbe una collana di perle con il collo di una bella donna.
Arrivai in tarda mattinata e venni accolto con una ospitalità davvero gradevole ed equilibrata, esaustiva ma per nulla invadente.
Anche la stanza mi lasciò subito soddisfatto.
Spaziosa, silenziosa, confortevole e con una vista sulla vallata che infondeva la pace che volevo abbracciare in quei giorni.
Una rapida sistemata e mi recai a pranzo.
La sala immensa, era in perfetto stile baita di ultima generazione, con un enorme camino al centro della parete che era infondo. Due porte ai lati, conducevano in un altro salotto, anche questo con camino, attrezzato con tavoli e divani per degustare un aperitivo o un drink post cena.
Il cameriere mi accompagnò al tavolo a me riservato e non vedevo l’ora di assaggiare le prelibatezze che avevo studiato sul menù.
La sala si popolò in breve tempo ed erano per lo più famigliole con figli adolescenti al seguito, in perfetta sintonia con l’età che dimostravano e pochi bambini che potessero risultare fastidiosi. Due o tre coppie un pò più avanti con l’età sistemate a dei tavoli vicino le vetrate, completavano le presenze.
I tavoli rimasti vuoti erano un paio, uno da quattro, poco distante dal mio ed uno decisamente più numeroso probabilmente riservato a qualche comitiva, posizionato in prossimità dell’ingresso.
“Vuole ordinare signore?”…
“Sì grazie, prenderò questo risotto al profumo di bosco e la vostra guancia brasata”…
“E da bere cosa gradisce?”…
“Un calice di rosso per favore. Scelga lei quale si accosta meglio”…
“Ci penso io signore”…
“Grazie”.
Approfittai dell’attesa per dare uno sguardo agli arredi e ai particolari.
Notai che sopra il camino erano esposti alcuni antichi oggetti che richiamavano una tradizione agricola montana e che creavano un piacevole contrasto con la modernità sinuosa del resto della struttura.
Sembravano voler ringraziare le origini, per ciò che si è oggi.
Quasi istintivamente il mio sguardo andava a cercare sulle altre pareti e in altri angoli, oggetti di quel tempo, che di fatto arredavano qualche mensola o spazio tra le vetrate, in maniera più sobria, per poi farsi più decisa al di sopra dell’ingresso.
Fu lì che credo l’intera sala, volse l’attenzione nella stessa direzione verso la quale ero già concentrato e per questo, fu impossibile non notarle…
Due donne poco sopra la quarantina di una bellezza disarmante e di una eleganza travolgente.
Erano accompagnate da due signori distinti, sicuramente con qualche anno in più rispetto a loro, ma dal portamento giovanile e decisamente all’altezza della fortuna che avevano accanto.
Notai subito lo stesso colore biondo naturale delle due dee malgrado la pettinatura decisamente diversa.
Una aveva capelli lisci come la seta e raccolti con tale veemenza in una sensualissima coda, da poter disegnare con una matita il profilo del suo cranio.
Interrompevano quella composizione due armonici ciuffi appositamente lasciati liberi di scorrere alle estremità degli occhi, che contornavano un viso angelico e dai lineamenti delicatamente netti.
L’altra, aveva optato per una pettinatura più leggera ma non per questo meno apprezzabile. Il capello lievemente mosso avvolgeva la fotocopia del viso sul quale mi ero soffermato pochi istanti prima… Erano gemelle!
… E malgrado l’abbigliamento sobrio e diverso, me ne accorsi immediatamente, così come mi accorsi che il loro fisico, non aveva niente da invidiare alle belle donne in spiaggia che avevo declinato mentre pianificavo la vacanza.
Il tavolo da quattro era il loro e simultaneamente all’arrivo del mio risotto, cominciarono ad ironizzare su come era andata la mattinata sulla pista da sci, mentre il brusio della sala accompagnava l’ingresso della comitiva che occupava l’ultimo tavolo libero.
Anche tra loro c’era più di una presenza femminile che in spiaggia avrebbe meritato maggiori attenzioni ma in quel contesto, inutile fare voli pindarici fini a se stessi.
Consumai il mio pasto, allietato dal bel vedere delle due gemelle che con disinvoltura, ridevano in una chiacchierata blindata, attenta a non concedere margini di intrusione probabilmente sgraditi.
Finii e decisi di concedermi un riposino pomeridiano, così da ripassare il programma che mi ero prefissato dal giorno successivo.
Niente male quello che mi attendeva.
Massaggio ai frutti biologici con degustazione e spa al mattino e, visita guidata in paese nel pomeriggio.
Potevo riposare in tutta tranquillità…
Il sole che tramontava, colorava l’orizzonte dietro la vallata di un rosso che richiamava tonalità estive.
Un risveglio con quello spettacolo alla finestra, in perfetta armonia con quello che desideravo.
“Da quanto tempo non mi sveglio sereno”, pensai…
Un aperitivo in quel bel salotto contiguo alla sala da pranzo, sarebbe stata la perfetta introduzione alla cena.
Pantalone comodo e maglione scuro a collo alto, furono la mia scelta per l’abbigliamento serale.
Giunto davanti al camino acceso di cui non beneficiava nessuno, mi accomodai su uno dei due divani a tre posti posizionati a 45 gradi davanti ad esso e che condividevano l’ampio tavolino centrale.
Ordinai un Müller-Thurgau, accompagnato da un piccolo tagliere che conteneva una selezione di salumi e formaggi locali ben presentata e dall’aspetto invitante.
Il fuoco vivo e deciso mi aveva ormai ipnotizzato, mentre il legno che bruciava, emanava un lieve odore di calore e riparo che suscitava sensazioni inusuali, come di trovarsi dentro un piccolo mondo perfetto.
Assaggiai uno squisito crostino con uno speck dal sapore intenso appoggiato sopra, quasi fosse poesia e, appena accennai ad allungare nuovamente il braccio per raggiungere il calice, fecero con discrezione ingresso i due uomini che accompagnavano le due gemelle a pranzo, seguiti ovviamente da queste due…
Diedero una rapida occhiata al salotto vuoto e poi a me, mentre le due sorelle restavano dietro di loro.
Un vero gentleman, cede l’entrata alla signora solo dopo essersi sincerato che l’ambiente ne sia degno e venni subito colpito da questo gesto che sposava in pieno il mio modo di essere.
“Ti dispiace se ci accomodiamo qui?”…
“Prego, fate pure…” risposi…
“Possiamo darci del “tu” vero?”… Replicò subito, permettendomi di captare un accento certamente toscano, mentre invitavano le due signore a sedersi sul divano non occupato.
E che Signore!
Questa volta era impossibile non accorgersi della loro particolarità.
La pettinatura di ambedue, era rivolta in maniera completamente liscia ed impertinente all’indietro, lasciando i loro visi da bambola sgombri da qualsiasi equivoco.
L’abito era identico salvo il colore…
Una indossava un beige e l’altra un fucsia, in un intreccio di eleganza e raffinatezza capaci di evocare fantasie inenarrabili.
Il vestito avvolgeva il loro bel corpo come una seconda pelle, risaltando le loro sinuose forme senza volgarità alcuna.
Un valore aggiunto, a due vere e proprie sculture viventi!…
…. “Possiamo darci del “tu” vero?”…
“Certamente, anzi… Mi offenderebbe il contrario!”, replicai in tono inequivocabilmente sarcastico.
L’odore del legno che bruciava venne presto sopraffatto dal profumo delle due Signore, che era una vera scintilla per i sensi, tanta era la femminilità che riusciva sprigionare.
I due loro compagni si sedettero accanto a me…
“Piacere, io sono Simone”… Il primo…
“Ed io Valerio”, il secondo…
Mi alzai e strinsi la mano ad entrambi presentandomi, prima di accorgermi che il galateo al quale sono abituato prevederebbe la precedenza alle signore.
Mi rivolsi a queste ultime con una eloquente occhiata di chi è in difetto ma loro, con sorriso disinvolto, mi fecero capire che la mia fu una mancanza tollerabile che non aveva creato loro nessun disagio…
“Giorgia!” Esclamò la prima…
“Valentina, per gli amici “Vale””, la seconda.
Mi sembrò il minimo omaggiarle di inchino e baciamano vista la gaf della quale mi ero appena reso protagonista.
VALERIO: “Cosa hai preso se non sono indiscreto”?
IO: “Un Müller-Thurgau con selezione di salumi e formaggi”.
VALERIO: “Credo he ti seguirò”…
SIMONE: “Mi sa che fò la stessa hosa”…
IO: “Si però stavolta cerchiamo di dare la precedenza alle Signore”!…
Simone e Valerio scoppiano in una risata simultanea, accompagnati da Valentina e Giorgia…
VALENTINA: “Lo vedi Giò? È sempre colpa loro, guarda come lo hanno messo in soggezione”…
GIORGIA: “E per forza, da due Neandertal hosi, hosa vuoi aspettarti”?!??
VALENTINA: “‘Un ti preoccupare, ti abbiamo già perdonato”.
La conversazione prese subito una piega sarcastica ed una convenevole leggerezza.
IO: “Venite dalla Sicilia vero”?
VALERIO: “Si, non è stato facile ottenere il passaporto”!
Scoppiammo tutti a ridere come se ci conoscessimo da tempo immemore e nel proseguire la degustazione, ci raccontammo delle rispettive provenienze…
SIMONE: “Ma tu qui sei da solo”?
IO: “Esatto”.
SIMONE: “Da chi sei scappato? Dalla stradale?”
IO: “Peggio! Scappo da traguardi raggiunti, sacrifici fatti e stress accumulato che ne consegue…”
SIMONE: “Ah…”
IO: “… Così per il mio compleanno ho deciso di regalarmi un periodo che sancisse la fine almeno dei sacrifici…”
GIORGIA: “Non intraprendere certi concetti con loro due, sprechi il fiato…”
Girai il mio sguardo verso di lei mentre ridevamo tutti e mi guardava con compiacimento…
SIMONE: “Ed è oggi il tuo compleanno?”
IO: “No…”
SIMONE: “Domani? Quando è?”
IO: “In questi giorni… Ma preferisco tenerlo per me, voglio essere io a festeggiare con me stesso…”
GIORGIA: “Concetti troppi difficili da capire…”
VALENTINA: “Privacy questa sconosciuta…”
E fu così che l’ennesima risata ci accompagnò verso cena e verso i saluti.
Le presentazioni erano state fatte… O quasi…!

(Continua)…


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