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Quando i sogni diventano realtà


di Hank1980
23.12.2022    |    11.367    |    8 9.8
"Tornammo da lavoro, ci ritrovammo come sempre a casa, arrivò l’ora di cena, non parlammo granchè, c’era un pò di tensione, lei era tesa, ci mettemmo a..."
Era stato bellissimo, dopo tanti anni sapevamo come darci piacere. Quella mattina non facemmo l’amore, ma ci demmo piacere con la bocca, io la baciai e le regalai un forte orgasmo, lei, oramai soddisfatta, ricambiò il favore, scese e iniziò la sua fellatio, iniziai ad immaginarla, come ultimamente accadeva spesso, in quella situazione con un altro, pensai che non lo stesse succhiando a me, ma ad un altro uomo, venni quasi subito. Paola mi fece finire cercando di non sporcare nulla, tirò giù, si staccò solo quando sentì che iniziavo a perdere vigore e si distese a fianco a me, poggiò la testa sul mio petto, la strinsi, presi coraggio e le dissi:
“Hai mai pensato di farlo con un altro uomo?”
Lei si sollevò, si coprì il seno con il lenzuolo e mi disse:
“Ma che dici?”
Sorrisi per distendere la situazione, la ritirai a me, immaginavo la sua reazione sorpresa e dissi:
“Dai, per sapere, stiamo insieme da tanto tempo, non hai davvero mai avuto voglia di stare con un altro?”
“No, non sono mica una puttana, perché? Mi vuoi dire che tu hai voglia di un’altra?”
“Amore, io ho solo voglia di te, è solo che ieri ho visto come ti fissava Luca, e mi sembrava te ne fossi accorta anche tu”.
“Ma cosa dici? Luca è un porco, fissa tutte. Vado a farmi una doccia” Si alzò e si chiuse in bagno.

Non so se potete capirmi, è difficile affrontare l’argomento dopo tanti anni di convivenza, di routine, non puoi semplicemente uscirtene con “sai, mi eccita da morire immaginarti con un altro”, pare che più ci sia confidenza e più ci sia vergogna ad affrontare direttamente certi temi. Poi, se ci mettete anche che Paola è una donna molto pudica, assolutamente fedele e completamente dedita a me, una donna senza particolari perversioni, beh, se siete nella mia situazione, siete in un bel guaio.. E’ per questo che mi convinsi a lanciare quella prima provocazione, ero stanco di immaginare, volevo provare quel senso di eccitazione e di umiliazione, quasi di sofferenza che provavo solo nella mia testa immaginando la mia compagna con un altro uomo.

Paola uscì dal bagno, aveva un telo annodato al petto, sotto le ascelle, che la copriva come una veste, era davvero bellissima e le dissi:
“Che figa che sei”
“Dai, smettila”
Continuai “Ci credo che Luca ieri non ti toglieva gli occhi di dosso”
“Ancora con questa storia?” Fece cadere il telo, e iniziò a vestirsi.
Mi avvicinai da dietro, le baciai il collo e le strinsi i seni, lei sorrise e mi lasciò fare, mi avvicinai al suo orecchio e le dissi:
“La situazione mi ha eccitato” e spinsi con il mio uccello su di lei.
“Ma sei scemo?” Si tirò via, si voltò verso di me e disse con tono improvvisamente serio “Ti ha eccitato che uno mi guardava come un maiale? Tu stai male, Ma cos’hai?”
L’atmosfera era cambiata, ora c’era tensione e da un gioco che volevo metter su, adesso provavo vergogna a seguito della sua reazione, e lasciai perdere, feci l’offeso e dissi:
“Dai Paola, lascia stare, con te non si può scherzare, dai lascia stare….”

Rimasi un pò sulle mie, ci lasciammo stare per qualche ora, Paola colse che in qualche modo era stata brusca e ci ero rimasto male, così nel pomeriggio, io ero sul divano e lei mi raggiunse, venne come una gattina, come faceva quando voleva fare pace, io rimasi un pò sulle mie e poi lei mi disse:
“Cos’hai? è da stamattina che sei così”
“Non ho nulla” Paola capì che non sarei stato io il primo a mollare così si fece più vicina, mi si butto praticamente addosso e disse:
“Ti sei ingelosito per ieri? Ti assicuro che non mi sono nemmeno resa conto che Luca mi fissava, ma ti pare?”
“Non mi sono ingelosito, oddio, si, un pò, ma è stata una situazione strana”
“Cioè?” disse lei
“Cioè…. dai lascia stare” Cercai di farmi pregare e infatti lei:
“Daiiiiiii, dimmi, che situazione, io non ho fatto nulla”
“Cioè, ho trovato eccitante il fatto che qualcuno ti desiderasse, tutto qui, non so… insomma, la situazione ieri mi ha eccitato…”
Oramai si notava la mia eccitazione sotto i pantaloni della tuta, Paola se ne accorse, le misi una mano sul mio pene, lei scoppiò a ridere e disse:
“Daiiiii ahahah di nuovo?”
Spostai l’elastico della tuta, liberai il mio cazzo che le finì vicino al viso, lei un pò titubante all’inizio, poi decise di assecondarmi, forse perchè si sentiva un pò in colpa di come aveva reagito qualche ora prima, e lo prese in mano, iniziò a masturbarmi e disse:
“Allora è vero che sei così eccitato” strinse la presa e sussurrando mi disse “Mi spieghi cosa ti eccita e cosa ti ha eccitato di ieri?”
Ecco, eravamo nuovamente su quel terreno di gioco, pensai o ora o mai più.
Senza rispondere le misi una mano dietro la nuca, la guidai dolcemente verso la mia cappella, Paola decise di farmi fare, aprì le labbra, tirò fuori un pò di lingua e prese tutta la cappella in bocca, iniziò, prima con la lingua, poi iniziò a pompare.
Ero davvero eccitato, non sapevo se dire qualcosa o no, se aprire quella porta che avrebbe potuto cambiare tutto nel nostro rapporto, o continuare a lasciarla chiusa, sentivo l’eccitazione aumentare e decisi, in preda all’euforia del momento, di dire:
“Ecco cosa mi eccita” decisi di lasciarmi andare mentre Paola continuava a succhiare “L’idea che tu possa fare questo con un altro uomo mi devasterebbe”, sentivo arrivare l’orgasmo improvvisamente, dopo poche pompate, in maniera così inaspettata, quindi mi concentrai sull'immagine di lei con il mio uccello in bocca e continuai dicendo tutto d’un fiato “mi devasterebbe, ma mi eccita da morire”. Paola sgranò gli occhi, iniziai a gemere e un primo schizzo di sperma le riempì la bocca, Paola del tutto sorpresa da quanto detto e da quanto velocemente avessi raggiunto l’orgasmo, tirò giù, non sapeva come reagire, continuò ad assecondare il mio orgasmo, ma è come se smise di partecipare a quel pompino, mi lasciò venire dentro la sua bocca, ma smise di muoversi, quasi per farmi finire in fretta. Anche se in pieno orgasmo, capii benissimo che il messaggio era arrivato, diretto, ma ero troppo eccitato così continuai a godere tenendole la testa e muovendo il bacino. Paola era confusa, scossa, le avevo appena detto che mi eccitava l’idea di lei che lo succhiava ad un altro, e allo stesso tempo le stavo schizzando in bocca a seguito di un orgasmo arrivato dopo pochissimi secondi, ingoiò anche il secondo schizzo, il terzo, e appena iniziai a colare sperma, si staccò, non continuò come faceva di solito, si staccò, mi guardò in modo strano e andò in bagno.

Ci evitammo per un pò, poi facemmo finta di nulla, si fece sera, andammo a letto e la mattina dopo tutto riprese come sempre.
In realtà Paola per diversi giorni ripensò a quanto accaduto, ma se da una parte tendeva a sgonfiare il problema pensando che avessi detto quella cosa solo perchè in preda all’eccitazione del momento, dall’altra non voleva lasciar cadere la cosa non dando importanza a quello che poteva essere un mio chiaro segnale, ma di cosa? Rispondere a questa domanda l’avrebbe portata in un territorio che non conosceva e magari nemmeno avrebbe voluto dare una risposta a quella domanda, ma Paola aveva sempre voluto essere l’unica per me, darmi tutto ed evitare assolutamente che cercassi altro al di fuori del nostro rapporto, era per questo che, per quanto volesse far finta di nulla, davvero non ci riusciva, per quanto temesse che qualcosa fosse cambiato o stesse cambiando.

I giorni passavano regolarmente, ma senza sesso, ci ritrovavamo a casa, si parlava delle solite cose, lavoro, situazioni familiari e stop, ci stavamo andando entrambi più piano.
Io quasi mi pentii di averle detto quella cosa. Cosa mi aspettavo? Che mi dicesse, “Wow allora proviamoci con un altro uomo”=?. Decisamente non sarei più tornato sull’argomento, stop, anzi avrei dovuto evitare, avrei tenuto queste fantasie per me. Da parte sua, Paola, notò una situazione pesante, e dopo mille seghe mentali decise di essere lei a parlarmene.

Tornammo da lavoro, ci ritrovammo come sempre a casa, arrivò l’ora di cena, non parlammo granchè, c’era un pò di tensione, lei era tesa, ci mettemmo a tavola, poi durante la cena, con i piatti in tavola mi disse:
“Dobbiamo parlare di quello che è successo l’altro giorno”
“Di cosa?” Feci finta di nulla.
Paola avvicinò la forchetta alle labbra, mise un piccolo boccone in bocca, masticò, tirò giù, prese la bottiglia di vino, riempì il suo e il mio bicchiere, lo prese, bevve una sorsata, mi guardò dritto negli occhi e disse con tono serio:
“Davvero ti eccita pensare a me con un altro?”
“Cosa?” feci finta di nulla “Guarda Paola, non è il momento, ho avuto una giornata di merda, non mi va di discutere”
Ecco perchè amavo quella donna e perchè mi eccitava da morire, Paola è una donna che, per quanto femminile, fragile, stupenda, è una che prende il toro per le corna, per quanto le possa pesare, fa ciò che è da fare. Disse:
“Non mi hai mai detto una cosa del genere, e per avermela detta l’altro giorno vuol dire che lo pensi davvero”
“Paola, si dicono tante cose in certe situazioni, dai” cercai di lasciare a lei la mano.
“Se è così, ok, ma se c’è altro devi dirmelo adesso, io devo sapere cosa desideri davvero.
Rimasi in silenzio, lei mi guardava e aspettava una risposta, ruppi il silenzio dicendo:
“Paola, non è così che funziona, non è stando a tavola che sono a mio agio nel parlare di certe cose” Fu praticamente un dirle: sì, è vero, mi ecciterebbe da matti vederti con un altro uomo!
Paola capì esattamente, si alzò e iniziò a sparecchiare anche se non avevamo finito di mangiare, evitai di dire altro. Senza parlare, Paola riempì la lavastoviglie e andò in bagno.
Probabilmente pianse, era sempre stata accondiscendente con me, il sesso tra noi era una parte fondamentale del rapporto e lei si era sempre donata completamente a me, assecondando ogni mio desiderio, io non avevo mai cercato nulla la di fuori, ma adesso doveva fare i conti con una mia voglia che andava al di là di noi due. Non aveva mai pensato ad una terza persona tra di noi, era sempre stata gelosa, questo sì, aveva sempre fatto attenzione alle donne che potevano girarmi attorno e non aveva mai dato attenzioni ad alcun uomo, in maniera del tutto naturale e spontanea, non aveva mai pensato al fatto di andare con un altro uomo, e invece? Cosa desideravo io? Proprio vederla tra le braccia di un altro? Non riusciva a spiegarselo. Non sapeva come e cosa fare. Passarono dei giorni. Non ritornammo sull’argomento, ci pensavamo entrambi di continuo, ma non parlavamo. Poi arrivò un sabato sera, uscimmo con i soliti amici, c’era anche Luca, come sempre non le staccava gli occhi di dosso, faceva battute semi-esplicite a Paola come ad altre amiche, ma per il resto ci godemmo la serata tra amici. Complice il vino, la serata piacevole e un clima disteso, rientrammo a casa più tranquilli di quanto non accadesse nell’ultimo periodo, ci mettemmo a letto, finimmo per baciarci, ci eccitammo, ci spogliammo e, in preda all’eccitazione, iniziammo finalmente a fare sesso.
Paola era sopra di me, la posizione che preferiva, ma ad un certo punto si fermò, si tirò via, si girò e si stese a pancia sotto, sollevò il sedere come ad invitarmi a prenderla da dietro, così la montai, le puntai l’uccello, lei lo guidò dentro di sé con una mano ed entrai. Iniziai ad affondare i colpi. Paola strinse il cuscino e, complice anche la posizione che evitava un vero e proprio contatto visivo, tra un gemito e l’altro, finalmente, prese il coraggio a due mani e disse:
“Vuoi davvero che faccia quello che mi hai chiesto?”
“Cosa?” risposi preso alla sprovvista mentre continuavo a scoparla
“Vuoi davvero che lo prenda in bocca ad un altro?”
Non potevo crederci, stava accadendo davvero.. iniziai a scoparla più intensamente, le sue natiche si muovevano sotto i miei colpi, Paola capì che mi stavo eccitando oltremodo, ma dato che non risposi mi disse:
“Dimmi, cosa vuoi che faccia?”
Questa volta risposi “Sì, voglio che tu lo faccia” non fu facile dirlo, ma mi sentii subito bene, come liberato da un peso. Il fatto che Paola avesse preso ancora una volta la situazione in mano mi eccitava. Continuò:
“Devo prenderglielo in bocca?”
“Si” risposi, aumentai il ritmo, eravamo entrambi in una situazione mai provata, tra i gemiti ci stavamo dicendo cose mai dette. Così, Paola, che si reggeva sui gomiti, a pancia sotto, cercando di farmi affondare i colpi al meglio, continuò:
“Devo prenderglielo in bocca fino a farlo venire?”
“Si, devi farlo venire”
“E quando viene cosa faccio?” Era come se stesse chiedendo le istruzioni in maniera dettagliata per potermi compiacere, la cosa mi eccitava oltre modo, sentivo che sarei venuto a breve e lei era bagnatissima, anche lei era vicina all’orgasmo.
“Quando viene devi continuare” oramai non ce la facevo più, stavo per esploderle dentro.
“Ok, vuoi che Luca venga nella mia bocca”
Luca? Non avevamo mai parlato di Luca, non avevamo mai dato un volto a questo uomo, non certo quello di un nostro amico, eravamo sempre rimasti sul generico. Mi parve chiaro che in quel momento Paola stesse pensando a Luca, quindi, quella fantasia sfocata assunse all’istante dei contorni più marcati, provai un forte senso di gelosia, un pò di umiliazione, ma era troppo tardi per pensare a questo, sentivo le sue contrazioni vaginali che mi portavano direttamente all’orgasmo dissi solo:
“Siiiiiii” e quando Paola, oramai sul culmine, disse:
“Devo anche ingoiare tutto come faccio con te?” le afferrai il seno e iniziai a venirle dentro, le affondai il colpo e iniziai a svuotarmi dentro la sua vagina mentre Paola in preda a forti contrazioni stringeva le gambe e iniziò a tremare sotto il mio peso.

Godemmo entrambi, lei girò il volto verso di me, mi guardò soddisfatta, ma non disse altro, poi lo sfilai da dentro di lei e rotolai sul lato freddo del letto, lei si alzò e andò in bagno.
I giorni successivi passarono via tranquilli, non ritornammo sull’argomento, eravamo entrambi più rilassati. Io ero completamente appagato, capii che anche il fatto di parlarne con lei e magari di dirci quelle cose durante il sesso poteva bastarmi senza arrivare al tradimento. Si, andava bene così. Fantasticare sul tradimento durante il sesso era la soluzione migliore, non avrebbe implicato nulla a nessuno, avrebbe solo aggiunto un pò di pepe tra me e Paola, non avrebbe fatto altro che giovare alla coppia.

La settimana filò tranquilla, ci stavo andando piano, non volevo forzare la mano, ma Paola adesso sembrava più tranquilla, facemmo ancora sesso in quei giorni, e sempre lei, tirò fuori il discorso, consolidando quel gioco, chiedendomi ancora cosa avrei desiderato che facesse nello specifico, e in quella occasione, mentre io la vedevo con un uomo senza nome, lei quel nome lo specificava sempre, era Luca il protagonista di quelle fantasie, e in quell’occasione il pompino era in un parcheggio, in auto, di sera, in un posto ben frequentato da noi qualche anno prima. Mi chiese anche se si fosse dovuta fermare lì, al pompino, e io le dissi di si, non volevo immaginarla andare oltre, non ero pronto, poi godemmo insieme. Stava capitando spesso ultimamente, di godere insieme intendo, questo stava a significare che la nostra intesa sessuale stava aumentando e quello che poteva mettere in crisi un rapporto, in realtà lo stava consolidando. In fin dei conti erano solo fantasie.
Arrivò il fine settimana, il solito sabato, il giorno in cui ci concedevamo un pò di spensieratezza, un locale e qualche bicchiere in più, per rilassarci e staccare dai problemi affrontati durante la settimana lavorativa.
Il solito gruppo di amici, per lo più coppie, e poi Luca. Ero molto curioso di vedere come Paola avrebbe reagito a quella serata. Infatti, la settimana precedente avevamo fantasticato molto su Luca ed ero curioso di vedere come avrebbe reagito Paola in quella situazione, magari avremmo trovato nuovi spunti per le nostre chiacchierate durante il sesso.
Restai molto deluso, Luca era il solito, ovviamente, faceva il piacione con tutte, e come sempre, soprattutto con Paola, ma lei, invece, era come sempre, sulle sue, anzi, ancora più chiusa, quasi sovrappensiero, a tratti nervosa, lo notai chiaramente. Pensai che ci poteva stare, quella tensione probabilmente ci avrebbe regalato una fantastica notte di sesso.
La serata tutto sommato passo tranquillamente, chiedemmo il conto, pagammo e eravamo quasi pronti per uscire, qualcuno già andò via, chiesi a Paola di aspettarmi, sarei andato in bagno, Paola preferì restare ancora al tavolo piuttosto che aspettare fuori al freddo, così Luca si offrì di farle compagnia e non lasciarla sola, vidi Paola molto tesa, ma pensai che lasciarli qualche minuto soli avrebbe potuto gettare un po’ di benzina sul fuoco e rendere la nottata mia e di Paola ancora più interessante. Feci con calma, mi sistemai, e tornai al tavolo. Non c’era più nessuno. Andai fuori, nulla. Iniziai ad avere un brutto presentimento. Presi il telefono e decisi di chiamare Paola. Dopo quattro squilli cadde la linea, mi aveva rifiutato la chiamata. Subito dopo mi arrivò un whatsapp, era scritto solo “Non posso parlare, sai dove trovarmi”.

Paola mi vide allontanarmi verso il bagno, restò sola con Luca. Era molto agitata, la situazione la eccitava, ma non sapeva se sarebbe davvero riuscita a farlo, se ce ne sarebbe stata occasione. Era convinta che a breve mi avrebbe visto ritornare, avrebbe tirato un sospiro di sollievo e saremmo tornati a casa insieme, magari a fantasticare, non le era dispiaciuto, ma era li con Luca, io ero andato in bagno lasciandoli soli, magari l’avevo fatto apposta per creare un’occasione, credeva che forse sarei rimasto deluso nel ritrovarla lì, non sapeva che ero completamente appagato dalla complicità che si era creata. D’altro canto io ero convinto che si andava avanti ai miei ritmi, adesso queste fantasie durante il sesso, poi chissà, avrei potuto spingere per altro, ma in realtà non si andava affatto alla stessa velocià, per lo meno non alla mia.
Paola, immersa nei suoi pensieri, sentì Luca dirle scherzosamente: “Ohi, cos’è? Ti sei incantata nel vederlo andare in bagno?”
Paola sorrise, il suo sorriso era una cosa devastante, era bellissima.
Luca continuò come sempre scherzosamente: “Se vuoi scappare con me questo è il momento giusto”
Paola trasalì. Ecco, questo era il momento perfetto. Preferì non pensarci molto, si mise in piedi, prese la borsetta e disse:
“MI hai fatto venire un’idea, dai, facciamogli uno scherzo, andiamo via, ti dico io dove andare”
Luca è sempre stato molto scherzoso, non si sarebbe mai tirato indietro, soprattutto se si trattava di stare solo con Paola, quindi scattò subito in piedi.
“Ti seguo” Aprì la porta e fece uscire Paola.
“Dov’è la tua auto?” chiese lei
“Eccola, stiamo andando via? Cosa hai in mente?” salirono in auto.
Paola disse solamente: “Parti”
Luca mise in moto e partirono, pensò che per essere uno scherzo Paola sembrava un po’ troppo seria, nervosa. Si girò verso di lei, guardò le sue gambe accavallate, la gonna era un pò tirata su, scopriva un po’ di coscia per via dell’auto bassa e dell’accavallamento delle gambe, sicuramente Paola non ci aveva fatto caso fino a quel momento, Luca guardò più in basso, le calze velate cingevano quella gambe stupende fino ad arrivare alle caviglie e poi alle scarpe col tacco alto. Paola notò lo sguardo di Luca, si rese conto che la gonna era salita, così la tirò giù, ricoprendo le cosce e ci mise sù la borsa quasi per evitare quegli sguardi.
“Allora, mi vuoi dire dove andiamo?” disse Luca
Ecco, prese coraggio e disse:
“Sai, ultimamente lui è molto geloso, vorrei fargli uno scherzo”
“Cioè?”
“Conosci quel cantiere dismesso dove vanno le coppiette? Andiamo lì e se ci trova gli facciamo prendere uno spavento”
Luca trovò strana questa richiesta da Paola, Luca era un amico, ma non un amico così buono da farsi quelle domande tipo “è una cosa opportuna?”, era più il tipo, “posto dove si va a scopare? Figa in auto e per giunta è la tipa di un amico? Magari ci esce qualcosa”.
Così disse di conoscere il posto e che per lui andava bene, sarebbe stato un bello scherzo, poi squillò il telefono di Paola.
“Oddio, è lui, che dico?”
“Rifiuta la chiamata dai, aumenterai il pathos” disse Luca.
“Paola rifiutò la chiamata e mi inviò un whatsapp, mi scrisse “Non posso parlare, sai dove trovarmi”.
Paola e Luca arrivarono sul posto. Luca disse: “E adesso?”
“Adesso aspettiamo che arrivi”.
Paola era molto tesa, c’era tempo, non per forza sarebbe dovuto andare a finire in quel modo, magari sarei arrivato e l’avrei portata via, o magari sarebbe andata fino in fondo, era un pompino, solo un pompino, era il sogno del suo compagno guardarla mentre dava piacere ad un altro uomo con la bocca, in più aveva il cuore che le batteva all’impazzata e tutta la situazione iniziava ad essere stranamente intrigante, Luca disse:
“Dovremmo spallare un pò i sedili, se no non è credibile” e fece tutto indietro il sedile per avere più spazio tra le gambe, abbassando anche lo schienale, non di molto, giusto per essere più comodo e aggiunse “ad essere sincero la situazione mi sta anche eccitando” e rise.
Paola aveva il cuore in gola, non le capitava da molto tempo, da molti anni quella sensazione che si ha solo in alcune situazioni, dove tutta la tensione sessuale sul “lo faccio o non lo faccio” si trasforma in eccitazione. In lontananza si vedevano dei fari avvicinarsi, poi quell’auto spense i fanali e sparì nel buio. Paola non rispose, guardò Luca e disse:
“Ok, si avvicina, è il momento” Fece un respiro profondo, mise la borsa sul cruscotto, allungò il braccio destro verso le caviglie e sfilò la scarpa destra, liberò il piede, lo spostò un pò più avanti, in punta, per sfilare anche la seconda decoltè, sospirò nuovamente, fece indietro il sedile passeggero, si sistemò in ginocchio e si girò verso Luca che disse, dopo essersi goduto tutta la scena:
“Wow, inizia a piacermi questo scherzo”
Paola si chinò su di lui, e appoggiò il viso sul suo pube, non sapeva come sarebbe finita, e quell’incertezza le creava forti farfalle allo stomaco, prese tempo, e disse:
“Mi metto qui solo per rendere la cosa più credibile”
Luca non era uno sprovveduto, si rese conto che non c’era nulla di scherzoso in quella situazione e che Paola era troppo tesa per essere solo uno scherzo, in più tutta quella situazione lo aveva eccitato, Paola era in ginocchio, con i piedi sotto il sedere, chinata su di lui, con la testa sul suo pube, e lui era completamente eccitato, disse:
“E adesso?”
Paola sentiva crescere il calore sotto quei jeans e oramai il cazzo di Luca essere sempre più duro, sentiva l’odore di un uomo eccitato, ma era ancora in tempo, non era ancora successo nulla. E adesso? cosa avrebbe risposto a quella domanda? Sarei arrivato di lì a momenti ad aprire la portiera e avremmo risolto tutto con uno scherzo? O l’avrei lasciata lì in auto, a guardare la scena? Paola non rispose alla domanda di Luca, restò in silenzio, ferma, in stallo.
Luca prese la situazione in mano e disse: “Sai cos’altro renderebbe la situazione più credibile?” Mise le mani alla cintura, e iniziò a slacciarla, Paola trasalì, sentiva che il momento si stava avvicinando, restò in silenzio, Luca lo prese come un invito a continuare, slacciò la cintura, poi aprì i bottoni dei Jeans, fece del suo meglio per tirarli un pò giù, per stare più comodo, Paola sentiva la bocca secca, il cuore a mille, si trovava in una situazione in cui non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi, le ricordava periodi lontani, troppo lontani per quella che era la sua vita oggi, era con la testa appoggiata tra le gambe di un uomo che aveva aperto i jeans, aveva esposto i boxer e ci stava infilando una mano dall’apertura, allo stesso tempo sentì l’altra mano di Luca entrarle tra i capelli, da dietro la nuca, e avvicinarla verso quell’apertura dei boxer, restò in silenzio, si avvicinò piano, opponendo un filo di resistenza, dovuta all’imbarazzo e vide la mano di Luca liberare un grosso uccello, spesso e scuro, da un odore intenso di uomo, quella stessa mano che stringeva il cazzo portò la pelle verso il basso e più esponeva il glande, più spingeva la testa di Paola che rimase in silenzio e sentì Luca dire:
“Ora gli facciamo davvero un bello scherzo” e con tono deciso, quasi come un comando disse “Prendilo in bocca”.
Era il momento, Paola si fece condurre dalla mano di Luca sul suo uccello, arrivò con le labbra a sfiorargli il glande, era fatta, doveva solo iniziare, avrebbe preso il suo tempo, ma Luca continuava a spingere, così Paola non potè fare altro che finirci sopra, aprire le labbra, ma Luca continuava, sentì la cappella violacea entrarle in bocca, farsi spazio, sentì quell’uccello strofinarle la lingua, e arrivare fino in gola, ne sentì il sapore, Luca lo mise tutto dentro, si sentì avvolto dal calore della bocca di Paola, non poteva credere alla piega che aveva assunto quella serata, non sapeva dei miei desideri di vederla con un altro, sapeva solo che la moglie di un suo amico, che fino ad allora era sempre stata fredda con lui, non gli aveva mai dato modo di andare oltre, nemmeno scherzosamente, adesso aveva il suo cazzo piantato in gola, Luca sapeva solo che, finita in quella situazione, Paola fosse una avvezza al tradimento e Luca avrebbe sfruttato tutta la situazione, specie con Paola che aveva sempre stuzzicato la sua fantasia, proprio per il suo modo di fare un pò come “da quella che se la tira”.
Paola rimase così per un paio di secondi, poi in preda ad un conato si tirò sù, ma sentì la mano di Luca iniziare a dare il ritmo agli affondi. Adesso, specie dopo il primo affondo e il conato, aveva molta saliva in bocca, sentiva il cazzo duro di Luca godere della sua bocca, affondare e tornare indietro. Luca disse:
“Dai cazzo, succhia, non mi aspettavo fossi così porca”
Non lo era, era finita in quella situazione e si chiedeva dove fossi, se, guardando, mi stessi godendo la scena, cosa ne sarebbe stato del nostro rapporto, ma Luca continuava a scoparle la bocca, sentì calare la stretta sui capelli per poi risentirla un secondo dopo, Luca tolse la mano destra dai capelli di Paola e la sostituì con la sinistra. Con la destra, adesso libera, cerò le sue cosce, Paola sentì la mano di Luca passare dall’esterno coscia, all’interno e salire verso la vagina. Era bollente. Paola sentì la mano di Luca arrivare tra le sue gambe, e iniziare a toccarla, da sopra i collant e gli slip, di istinto strinse le cosce, come a voler bloccare un tremore, ma Luca continuò e disse : “Cazzo, quanta roba hai addosso” Continuò a toccarla e lei, finalmente riprese un pò il controllo, gli afferrò l’uccello.

Non giriamoci intorno, Paola era eccitata, chi non lo sarebbe in quella situazione, ma non si era cercata quello che stava accadendo, in un’altra situazione, anche se fosse stata single, non ci sarebbe stata con Luca, troppo esplicito per lei, e da sposata non mi avrebbe mai tradito. Ma era andata così, avevo messo su quel gioco e adesso era nell’auto di Luca, praticandogli sesso orale e materializzando una mia fantasia. Ora, però, bisognava finire, era il momento concludere. Sapeva che con la mano avrebbe potuto stringere di più, avrebbe stimolato meglio il glande e fatto in modo che Luca venisse. Quella mano tra le gambe, le dava piacere, ma era troppo, era oltre quanto da noi fantasticato a letto, quindi, non consentito. Si concentrò su quella fellatio, sentì subito il piacere di Luca aumentare, e quella mano continuare a strofinarle il clitoride, nonostante gli strati. Paola continuava, sentiva la cappella di Luca gonfiarsi, sentiva il sapore inconfondibile del liquido preseminale, da lì a poco sarebbe venuto, e lei, secondo quanto ci eravamo detti in intimità, avrebbe dovuto farlo continuare a godere in bocca, per poi ingoiare tutto il seme di Luca, questo pensiero che sarebbe probabilmente diventato realtà dopo pochi istanti, iniziava ad eccitarla molto e quella mano tra le cosce la stava portando a godere. Ma all’improvviso, nella foga del pompino che pareva avere un’ovvia conclusione, sentì la mano di Luca guidarla in direzione opposta, allontanandola dal suo cazzo, riportandola su, Paola non capiva, si tirò su col busto, con una mano spostò i capelli che nella foga erano finiti in bocca, tirò giù della saliva al gusto di cazzo, restò in ginocchio e si fece cadere all’indietro, poggiandosi con la schiena al lato della portiera dell’auto, sentì la mano di Luca abbandonare anche il posto che aveva guadagnato tra le sue cosce e Paola disse:
“Cosa c’è? Non ti piace? Ho sbagliato qualcosa?”
Luca le rispose:
“Certo, che hai sbagliato, sei ancora vestita”
“Lascia stare, continuiamo così” disse Paola timidamente.
Luca si fece verso di lei, le infilò entrambe le mani sotto la gonna e afferrò collant e slip e fece per tirarli giù, Paola di primo istinto cercò di bloccarlo, ma Luca era troppo deciso, tirò giù e scoprì le cosce da quei collant, Paola ritirò su solo gli slip e disse:
“Cosa vuoi fare?”
“Secondo te?” disse Luca. Paola stava per dire “posso farlo solo con la bocca” questi erano gli accordi, ma non lo disse, già solo pensare quella frase la faceva sentire puttana, poi Luca era eccitato, gli aveva succhiato cazzo fino ad un secondo prima, aveva il suo sapore in bocca, ed era eccitata, avrebbe dovuto tirarsi indietro? Ed io? Io dov’ero? Che facevo? Decise di lasciare andare gli eventi e lasciare a me la mossa, a me il potere di fermare quella follia.
Durante questi pochi istanti Luca tirò giù anche lo schienale del passeggero, Paola restò senza quel poco di appoggio che aveva, fece più indietro possibile il sedile, Paola lo guardava con quello sguardo di chi sa che la sta combinando grossa e che magari dovrebbe smetterla, Luca lo notò e la fece sdraiare sul sedile oramai orizzontale, Paola portò le ginocchia chiuse al petto, quasi a non lasciare la possibilità a Luca di trovare lo spazio che cercava, ma Luca ancora una volta le afferrò i collant e, complice anche la posizione di lei, cercò di abbassarli, Paola con la mano destra, quella vicino allo sportello riuscì a trattenere il collant, ma non ci riuscì con la sinistra, Luca disse:
“Non fare la difficile” E tirò giù il collant scoprendo la gamba destra, si fermò e disse:
“Adesso fai la brava, che me la voglio godere”
Paola rimase in silenzio e aspettò la sua mossa, o eventualmente la mia.
Luca sfilò, adesso delicatamente il collant dal piede sinistro di Paola che dopo aver disteso un pò la gamba per agevolare Luca, riportò il ginocchio sinistro al petto, come il destro. Adesso Paola aveva una gamba nuda ed una ancora avvolta dalla calza velata e guardava Luca. Luca iniziò a studiarla attentamente, le accarezzò i piedi, con le mani, poi, continuò sulle cosce fino ad arrivare agli slip, ancora indossati, spostò le mani, Paola aveva ancora il giubbino, un piumino che le avevo regalato lo scorso Natale, Luca abbassò la zip e disse:
“Togli tutto”
Paola obbedì, tolse il piumino, ma poi si fermò.
Così Luca disse: “cazzo come sei difficile” le sfilò la maglia e Paola rimase in reggiseno Luca le infilò una mano tra la schiena e lo schienale, cercando il gancetto del reggiseno, sarebbe rimasta esposta, con il suo bellissimo seno, quello che tanto adoravo, di fronte a Luca, questo non voleva concederglielo, poi per un secondo ritornò in sé, un conto era un pompino, ok, non era normale succhiarlo così ad un amico, però era un pompino, in gioventù le era capitato di fare qualche pompino che avrebbe potuto evitare, magari perchè non era troppo convinta del ragazzo, oppure per non andare oltre, oppure solo per errore, ma diverso era per una donna sposata avere un uomo tra le gambe, senza precauzioni, in auto, con un marito che stava guardando tutto e che non interveniva a fermare l’adulterio di sua moglie. Quindi Poala lo fermò, disse:
“No, Luca, forse è meglio fermarci”
Luca la guardò sorrise, le rimise una mano sugli slip, la strofinò e disse “No, forse è meglio se scopiamo” le prese le caviglie con due mani e le aprì le gambe, le cadde tra le cosce, aveva il cazzo durissimo, Paola ora aveva le gambe allargate, lo sentiva sul suo pube, Luca iniziò a muoversi su di lei, a strofinare il pene sugli slip, Paola sentiva tornare il piacere. Aveva Luca tra le gambe, che premeva su di lei e sul suo clitoride. Timidamente cercò di respingerlo, ma Luca con la mano andò a cercare la sua coscia destra, quella dove ancora avvolta dal collant, prese collant e slip, tirò verso il basso, poi si tirò su, disse:
“Fai la brava adesso”
Le prese le gambe, gliele richiuse giusto per abbassarle gli slip e sfilarli dalla gamba destra, dopodiché li lasciò penzoloni quindi sulla gamba sinistra. Paola era esposta davanti a Luca, di istinto mise una mano sul pube, a coprire il suo sesso, quasi a chiudere la fessura, Luca le riaprì le gambe, lei lasciò ancora la mano a guardia dell’entrata della sua vagina, e Luca le ricadde addosso, pressava con il cazzo sulla mano di lei, che gli impediva laccesso, Luca si spinse oltre, oramai su di lei, prese a baciarle il collo, qualsi a morderlo, dando molto piacere a Paola che iniziava ad essere in balia di quell’uomo, Luca rimise una mano sotto la schieda di Paola, e in un attimo sganciò il reggiseno, i suoi seni trovarono spazio e si distesero ancora coperti dal reggiseno che Luca subito tirò via. Paola riuscì solo a mettere l’unica mano ancora libera sul sul seno, a coprire i capezzoli, stava capitolando, pian piano concedeva spazi fino ad allora riservati solo a me. Luca provava ad entrare dentro di lei, ma risciva solo a strusciare il suo grosso uccello sul dorso della mano di paola che copriva le grandi labbra, anche se non c’era una penetrazione, il corpop di Luca, e di conseguenza quello di Paola, si muoveva in un petting spinto.
Luca stava esplodendo, doveva averla, e Paola sentiva l’eccitazione di Luca. Sent’ anche Luca prenderle il polso della mano che copriva i seni e spostarlo con decisione, portando il suo braccio via da quel seno, ma contro lo schienale riverso. I seni di Paola erano fantastici, rotondi, morbidi, profumati, si aprirono sul suo petto, i suoi capezzoli erano turgidi. Paola sentì l’imbarazzo e il piacere di essere completamente nuda, vide Luca farsi un pò su per guardarla meglio, fissarle il seno, quasi in estasi, le teneva ancora il braccio, le ricadde addosso e iniziò a leccarle l’ascella. Luca le disse:
“Perchè fai la difficile, mi hai portato tu qui, ti piace farmela sudare?”
Paola iniziava davvero ad eccitarsi adesso, a non farcela più, ma fu solo quando Luca passò da leccare l’ascella a succhiarle il capezzolo che la mano di Paola sulla vagina, da un semplice cancello iniziò a farsi più morbida e a accarezzare i punti più sensibili della sua vagina.
Luca su di lei le strofinava il cazzo sulla mano e con quella stessa mano Paola si dava piacere, ma non resistette a lungo, la mano divenne più morbida, le dita meno rigide, e pian piano l’indice si allargò dal resto delle dita lasciando una finestra per la cappella di Luca che dopo ogni movimento guadagnava sempre più spazio, fino a quando lo spazio non diventò sufficiente per entrare, fu un attimo, Paola era bagnatissima, Luca durissimo, Paola sentì il cazzo di Luca passare finalmente tra l’indice e il medio ed entrare decisamente dentro di lei. Finalmente. Gemette di piacere, tutta quella energia, quella tensione, adesso si liberava Luca entrò tutto dentro di lei. Era fatta, Paola aveva mollato gli ultimi freni, Luca si tirò un pò su, la guardò spinse ancora più in fondo, e disse:
“E adesso fatti scopare come si deve”
Paola ingoiò della saliva, non rispose, ma allargò le gambe, mise il piede sinistro sul volante e quello destro, quello con meno spazio, sul montante interno del finestrino. Luca le prese un seno con la mano destra e le afferrò il culo con la sinistra, le cadde addosso e iniziò a scoparla. Non badarono a fari, a quell’auto, alla mia auto che finalmente arrivava.

Non immaginavo quanto potesse far male immaginare davvero Paola con un altro, ero in preda alla gelosia mentre guidavo verso quel posto, ero gelosissimo, ma anche eccitato, molto eccitato, l’idea era quella di arrivare per tempo e fermarli. Avevano solo 5 minuti di vantaggio, ce l’avrei fatta a fermare tutto, Paola non avrebbe mai iniziato così, ci sarebbe stato sicuramente un momento di stallo, di imbarazzo, insomma, avrei fatto in tempo ad essere lì prima che potesse iniziare anche solo a pensare di passare all’azione.
Purtroppo il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi, forai una gomma, ma cercai di cambiare la ruota nel minor tempo possibile, ma nella mia testa non esisteva altro che Paola, e quello che poteva star succedendo in quel posto. Immaginarla con il cazzo di un altro in bocca era piacevole nelle mie fantasie, ma in quel momento ero in preda a una serie di sentimenti mai provati, ero eccitato, ma confuso, frustrato. Finalmente riuscii a ripartire e ad arrivare sul luogo, c’erano diverse auto, ma dopo poco individuai quella di Luca mi avvicinai il più velocemente possibile, Paola ere in quell’auto con Luca da diverso tempo, e non si vedeva molto bene all’interno, non sapevo cosa fare, mi avvicinai, a luci spente, sempre più vicino, dal lato destro dell’auto di Luca, lato passeggero, vedevo dei movimenti, poi, quando fui più vicino, vidi chiaramente una gamba allargarsi, cercare più spazio possibile, vidi il piede destro di Paola, con ancora lo slip alla caviglia, puntarsi contro il montante interno del finestrino passeggero e un uomo, Luca, caderle addosso e iniziare a scoparla. Vidi quella gamba muoversi sotto i colpi dell’uomo, il piede premere con forza sul montante, quasi a cercare di resistere alla furia di quell’uomo che la stava possedendo. Restai immobile, non doveva succedere, scesi dall’auto, mi feci più vicino cercando di non farmi vedere, Luca stava scopando la mia donna, le stringeva il seno, il seno che tanto adoravo, che era solo per me, i fianchi si muovevano sotto i suoi colpi, paola era con gli occhi chiusi, con un braccio cercava di resistere a quei colpi aggrappandosi al paratesta dello schienale, con l’altra mano spingeva il viso di Luca sul suo seno. Ecco, era quello che volevo? Mi feci un pò più lontano, quanto visto mi stava uccidendo, ma allo stesso tempo avevo un erezione incontrollabile, mi fermai dove non rischiavo di essere visto, tirai fuori il cazzo e presi a masturbarmi, vedevo quei corpi muoversi in quell’auto dove sapevo stare mia moglie a gambe aperte e un altro dentro di lei. Venni quasi subito. Venni fortissimo, ma non mi fermai, dovetti continuare, venni nuovamente dopo poco. Finalmente soddisfatto, ma vederli continuare, adesso che mi ero svuotato faceva troppo male, allo stesso tempo non riuscivo a fermarli, decisi di allontanarmi tanto da non riuscire a vedere altro che un auto in lontananza e aspettare che finissero.

Luca era un animale, le leccava il seno, poi il collo e la scopava con affondi decisi, ad ogni affondo Luca le strofinava il pube sul clitoride, non ci volle molto, Paola iniziò a gemere più forte Luca capì che era vicina all’orgasmo e le disse:
“Godi come la troia che sei, avanti, lasciati andare, hai voluto scopare per tutta la serata”
Mai nessuno le aveva parlato in questo modo, ma Luca aveva ragione, per lui Paola era una donna sposata che lo aveva portato in un parcheggio e che adesso si stava facendo fottere, e questo, questo essere vista in un modo nuovo, meno pudico, ma come la versione troia di Paola, le innescò uno degli orgasmi più forti che avesse mai provato. Strillò, afferrò Luca per le natichee e lo spinse tutto dentro di sè, Luca assecondò quest’orgasmo spingendo più a fondo, Paola sentiva i testicoli di Luca premere tra la vagina e l’ano, venne in preda a forti tremori, affondando le unghie nella carne di Luca che rimase piantato dentro di lei, mentre Paola si muoveva per portare a termine quell’orgasmo devastante.
Quando ebbe finito Luca riprese a muoversi, ma Paola cercò di fermarlo, era ancora troppo sensibile così, ormai appagata e spogliata di ogni pudore disse:
“Che ne dici se ti faccio venire con la bocca?”
Luca la guardò, era nuda, con ancora il suo cazzo piantato dentro, i seni morbidi, sudati e arrossati da tutto quel succhiare, il suo viso appagato, con il colorito di chi ha appena goduto, le gambe aperte, ma meno tese, che cercavano di rilassarsi, Luca si voltò verso sinistra e vide gli slip di Paola ancora appesi alla caviglia, le decoltè e i vestiti buttati in auto alla rinfusa, tutto era più calmo, per Paola che aveva goduto, ma non per Luca, dove tutti quei dettagli aggiungevano voglia ed eccitazione a quel rapporto ancora non pienamente consumato. Paola continuò:
“Davvero, non posso restare ancora molto, dai, vai di lato”
Paola era soddisfatta, ora voleva uscire da quella situazione, lo avrebbe fatto godere con la bocca, quanto successo era solo una piccola parentesi, un incidente che poteva capitare in una situazione come quella, ma ora era tempo di andar via, concedere qualcosa, ma nulla di più. E mentre invitò Luca a spostarsi per chiudere quel rapporto come era iniziato, sentì Luca riaffondare il colpo, ributtarsi addosso e dire:
“Decido io dove, come e quando godere, tu adesso fai la puttana che sei e lasciami fare”
Ancora un altro affondo.
Di nuovo, le aveva ridato della puttana, Paola fu presa alla sprovvista, sentì Luca ricominciare a scoparla, questa volta in maniera diversa, ancora più rude, la stava davvere prendendo come avrebbe preso una puttana, e questo, stranamente ritornò ad eccitare Paola che ben presto ricominciò a gemere. Luca le disse:
“Vedi che ti piace essere scopata come una puttana, se devi godere fa in fretta, perchè non durerò ancora a lungo”
Paola, nuovamente eccitata disse: “No, aspetta, ci sono quasi” e incrociò le gambe dietro la schiena di Luca come ad invitarlo a prenderla completamente e si lasciò andare:
“Ecco godo, mi stai scopando come una troia, godooo.”
Ricominciò a tremare e a spingere con il clitoride per avere più contatto con il pube di lui, mentre Luca continuava a riempirla con il suo cazzo, fece appello a tutte le sue forze, si irrigidì tutta, tremò e godette mentre il cazzo di Luca non smetteva di penetrarla.
Appena finito si abbandonò su quel sedile d’auto, mentre Luca, continuava a scoparla, mise entrambe le mani dietro il paratesta dello schienale e si abbandonò per qualche secondo sotto i colpi di Luca, i seni seguivano i movimenti del corpo, sciolse le gambe dalla schiena di lui e lo fece continuare evitando troppo contatto con il clitoride iper stimolato.
Luca era vicino a godere, aumentò il ritmo, iniziò ad ansimare, Paola capì che stava per venire e gli disse:
“Spostati, non venire dentro, ti faccio venire io”
Di tutta risposta Luca le infilo le mani sotto il sedere, prese a scoparala con affondi meno profondi ma più rapidi, Paola sapeva che stava per venire dentro di lei così pur di evitarlo mise da parte ogni inibizione e perbenismo e cercò di convincerlo dicendo:
“Vienimi in bocca, non dentro, veinimi in bocca, ingoio tutto, dai”
Questo ebbe l’effetto contrario, Luca emise un forte gemito, Paola sentì quell’uomo irrigidirsi, le mani di lui aggrapparsi al suo culo, stringerlo e cercare di penetrarla più in profondità possibile, era fatta, un urlo, uno schizzo di caldo sperma iniziò a riempire Paola, poi ancora, e ancora, Luca si stava svuotando dentro di lei, continuò a godere, staccò una mano dal sedere e ritorno a stringere il seno di Paola, ogni stretta era coordinata con una ulteriore contrazione, con un ulteriore schizzo dentro di lei, poi si calmò, rallentò il ritmo fino a fermarsi del tutto. Sfilò l’uccello e si mise sul suo sedile, Paola sentì colare molto sperma.
Seguirono un paio di minuti di silenzio, dove entrambi ripresero fiato, poi Pola disse:
“Ti avevo chiesto di non venirmi dentro, sei uno stronzo lo sai?” e fece per rivestirsi.
“In realtà mi hai quasi implorato di venirti in bocca, ma stai tranquilla, avrai quello che chiedi”

Era passato troppo tempo, non ne potevo più, decisi di andare li e porre fine a tutto, mi avvicinai, i vetri erano appannati, era davvero difficile vedere qualcosa,dovetti essere ad un passo dall’auto per vedere qualcosa, a differenza di prima i sedili anteriori erano tutti reclinati in avanti, verso il cruscotto dell’auto, guardai verso i sedili posteriori e vidi una scena che avevo solo osato immaginare, Paola si era rivestita, ma era in ginocchio, tra le gambe di Luca che con le mani le teneva la testa ferma e con il bacino le scopava la bocca, gli sentii dire:
“Arriva, ora potrai ingoiarla tutta”
Luca tirò la testa all’indietro, infilò più cazzo possibile nella bocca di mia moglie e iniziò a grugnire”.
Sentii Paola emettere dei suoni gutturali e luca dire:
“Brava, così, ingoiala tutta” le mollò il capo e vidi Paola continuare a farlo godere senza mai staccarsi, continuare quel pompino, anche quando Luca finì di godere Paola continuava a succhiare, poi Luca disse:
“Continua che se mi fai godere ancora, sai che bello scherzo?”
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