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L'idraulico


di Ciclistabo
07.06.2023    |    28.701    |    15 9.8
"Prese il cellulare che era poggiato lì accanto e cercò un contatto su WhatsApp..."
Tornava da una corsetta Lisa, aveva un colloquio di lavoro alle 11,30 e per sfogare l'ansia aveva deciso di andare a correre. Al suo rientro, man mano si avvicinava al cancelletto di casa vide un uomo che stava citofonando.
- "Sta cercando qualcuno?", chiese Lisa a quello che in realtà era un ragazzo vestito con abiti da lavoro.
- "Si, sono Fabio, l'idraulico. Ci siamo sentiti con suo marito e mi aveva detto di passare perché avevate una perdita in bagno".
- "Eeeh, si…si", rispose Lisa un po' sorpresa.
Gli fece strada verso appunto il bagno e una volta lì, spiegò dov'era la perdita. Si trattava del lavandino che da qualche giorno perdeva in continuazione e nonostante avessero provato a stringerlo, il problema non era sparito, anzi, le gocce erano aumentate. Il ragazzo si mise subito all'opera, lei intanto scrisse al marito rimproverandolo per non averla avvisata e soprattutto per aver preso quell'appartamento a quell'ora del mattino, sapendo che lei per le 11 doveva uscire per andare a quel colloquio. Era nervosa, l'aveva a morte con lui, girava per casa ancora sudata, sperava che quel ragazzo potesse finire in fretta.
- "Pensa ci vorrà tanto?", chiese lei dopo appena 10 minuti.
- "Dammi pure del tu intanto e comunque vedo che avete forzato il tubo andando a deformarlo. Ci devo lavorare un po', almeno un'oretta mi ci vuole".
- "Un'ora?", rispose lei sbalordita. "Ma no, non è possibile. Sono quasi le 10, ho un appuntamento alle 11 e non posso mica andare così. Ho bisogno di fare una doccia".
- "Guarda, purtroppo ho già rotto la vite, se apro l'acqua si allagherà tutto il bagno".
- "E come faccio allora?", chiese lei ormai nel panico totale.
Il ragazzo guardò Lisa disperata che dal nervoso se la stava prendendo con le sue unghie.
- "Guarda. Una soluzione in realtà ci potrebbe essere".
- "E quale?", chiese lei speranzosa.
- "Ti posso aprire l'acqua per farti fare la doccia, ma dovrò tenere il tubo per tutto il tempo. Se non ci metti troppo è l'unico modo".
- "Scusa, non ho capito. Dovrei fare la doccia con te in bagno?", chiese lei sbalordita.
- "Ah guarda che io lo dicevo per venirti incontro, non sono mica io quello che ha un appuntamento. E poi la doccia ha le pareti opache, non si vede nulla da fuori. Oh, poi fai te".
Lisa si allontanò pensierosa, non sapeva che fare. Vide l'orologio, era nervosissima. Se ci fosse stato lì davanti il marito l'avrebbe ucciso. Lo insultò pesantemente con messaggi e audio, dopo qualche minuto che si era seduta e aveva riflettuto un po' tornò in bagno.
- "Guarda. Va bene. Devo farla per forza".
- "Ok, allora mi preparo per tenere i tubi. Oh però fai veloce, perché per quanto posso tenere, sgocciola e la doccia la faccio pure io", rispose lui sorridendo per stemperare la tensione.
Lisa accennò un piccolo sorriso, poi andò in camera a spogliarsi e indossando l'accappatoio tornò in bagno. Vide il ragazzo sdraiato a terra con la testa dentro al mobile che stava sotto il lavandino pronto con i tubi in mano. Nel vederlo disteso per la prima volta notò qualcosa a cui non aveva fatto caso prima, ovvero i pantaloni da lavoro dove si notava una certa protuberanza. Che si fosse eccitato solo al pensiero, pensò, o forse la posizione stringeva il pantalone già stretto dando visione di quel suo membro che forse già di natura era generoso. Fatto sta che nell'alzare lo sguardo si accorse che lui la stava guardando e forse si era accorto di quel suo sguardo rimasto fisso forse fin troppo tempo su quel punto basso.
Entrò subito in doccia, era già in imbarazzo per la situazione non di certo normale, poi si ci metteva quella piccola gaffe commessa. Chiuse la porta, tolse l'accappatoio appoggiandolo sopra il box doccia ed aprì l'acqua, cercando di metterci il meno tempo possibile. Sarà stata l'acqua calda addosso, sarà il fatto di sapere che dall'altra parte c'era un uomo a lei sconosciuto che ne stava ammirando forse le forme, per quanto il vetro opaco in fondo ne impedisse la visione, fatto sta che toccandosi sentì dei brividi, si scoprì eccitata. E poi nella sua mente c'era quel rigonfiamento nei pantaloni, cosa non tanto normale. Pensò che in fondo quella scena non era tanto normale persino per lui, nonostante tante volte aveva sentito parlare di battute fatte sugli idraulici. Era già tardi, non poteva certo perdersi troppo tempo nei suoi pensieri, così accelerò per finire il prima possibile quella doccia. Quando finalmente finì si rimise l'accappatoio e poi uscì dal box doccia. Dall'altra parte vide il ragazzo ancora disteso ma con la maglietta completamente bagnata.
- "Oh, scusami tanto", disse imbarazzata Lisa.
- "Non fa nulla", rispose lui rassicurandola.
Andò in camera per asciugarsi e prepararsi, indossò quel vestito che già aveva lasciato sul letto, stirato e preparato per l'occasione. Non era nulla di troppo appariscente, ma quella gonna sopra il ginocchio e la camicetta leggermente aperta la rendeva molto sexy. Indossò anche i tacchi e andò verso il bagno a prendere quelle cose che le servivano per truccarsi e pettinarsi. Non appena entrò lo vide sdraiato a terra, senza maglietta. Si bloccò, non si aspettava di vederlo così, ma soprattutto rimase sorpresa nel vedere quel bel petto, depilato, asciutto e ben definito e sotto ancora quel gonfiore evidente.
- "Scusa se ho tolto la maglietta", disse lui sorprendendola, "ma era tutta bagnata".
- "N..no no, hai fatto bene. Anzi, scusami, colpa mia", rispose lei rossa in viso per essere stata scoperta e sempre più imbarazzata.
Prese l'occorrente, cercando di stare più lontano possibile per non dare altro spettacolo di sé da quella posizione e se ne tornò in camera. Per tutto il tempo che ci mise per stirarsi i capelli e truccarsi pensò a lui, uno che non passava certo inosservato, in fondo se tutti gli idraulici erano come lui ora capiva perché quelle battute. Quando finì tornò in bagno, mancava un altro quarto d'ora, tutto sommato era in orario. Non appena entrò lo vide in ginocchio che stava rimettendo gli attrezzi nella sua borsa.
- "Non mi dire che hai finito?", chiese lei piacevolmente sorpresa.
- "Certo. Avevo detto un'ora, sono uno di parola", rispose sorridendo.
- "Bravo. Scusami ancora per la maglietta bagnata. Posso farmi perdonare offrendoti un caffè?".
- "Se non ti rubo altro tempo, certo che si".
- "No, ho ancora un quarto d'ora di tempo".
Lisa si spostò verso la cucina e il ragazzo la seguì. Accese la macchina del caffè e si girò verso di lui aspettando che la macchinetta si riscaldasse. Lo vide appoggiare la cassetta degli attrezzi a terra, era ancora a torso nudo ed era proprio un bel vedere. E poi c'era sempre quel rigonfiamento che dai pantaloni era sempre più evidente e dava a vedere un qualcosa che andava oltre a certe misure a cui era abituata.
- "Mi sono bagnato anche i pantaloni?", chiese lui sorprendendola ancora, per la terza volta, col suo sguardo basso.
- "No…no", rispose lei girandosi di scatto sempre più imbarazzata. "Zucchero o amaro?", chiese mentre metteva la capsula dentro la macchinetta.
- "Amaro, amaro. Sono già dolce di mio", rispose lui mentre si avvicinava a lei.
Il caffè scendeva riempiendo pian piano la tazzina, Lisa sentì che lui era dietro di lei, vicino, molto vicino. Pochi centimetri in effetti li dividevano, non c'era contatto ma tremava come se lo percepisse. La macchinetta smise di far uscire il caffè, lei prese la tazzina e si girò lentamente trovandolo laddove se lo immaginava. Gli porse la tazzina, lui alzò una mano per prenderla senza mai smettere di guardarla negli occhi, la vide imbarazzata, ma nello stesso tempo dai suoi occhi riusciva a percepire il desiderio che c'era dentro di lei. Tolse la tazzina dalla mano di lei e con l'altra accompagnò la sua mano verso il basso, facendole sfiorare il suo petto nudo e conducendola sempre più giù, lì dove si trovava l'oggetto tanto desiderato. Lei si lasciò condurre senza tirarsi indietro, era tesa ma allo stesso tempo non fece nulla per tirare indietro quella mano. Era come ipnotizzata da quel ragazzo e dal quel corpo soprattutto. Fermò la sua mano lì sopra, dandole la possibilità di poterlo finalmente toccare.
- "È tardi…devo andare…", disse lei senza troppa convinzione.
- "Non è vero. Hai ancora altri 10 minuti", rispose lui guardando l'orologio.
Lisa lo guardò, si mordicchiò le labbra, la mano ancora ferma sul suo cazzo da sopra il pantalone. Lui sorseggiò il caffè, abbassò con l'altra mano i pantaloni da lavoro, non portava nemmeno le mutande, bastò un gesto per tirare fuori quel membro già duro e lungo. Riprese la mano di lei e glielo fece impugnare e lei lo strinse forte. Sorseggiò ancora il caffè e poggiò la mano sulla spalla di lei, non gli servì nemmeno forzarla troppo che lei scese giù, portandosi col viso davanti a quella meraviglia. Non ne aveva mai visti di così belli, si avvicinò con la lingua a quella grossa cappella e iniziò a leccarla, per poi infilarlo dentro la bocca e succhiarlo. Iniziò con un movimento lento, dolce, gustandosi quel lungo cannolo. Lui la lasciò fare, almeno fino a quando non bevve tutto il caffè che gli era rimasto. Poi poggiò la tazzina sulla cucina e portò la mano dietro la nuca di Lisa e spinse la sua lunga mazza dentro la bocca di lei. L'espressione di Lisa cambiò totalmente, si ritrovò soffocata da quel grosso pezzo di carne che gli si muoveva dentro la bocca andando a puntare la gola. Le venne quasi da rimettere, non la lasciava respirare. Non ebbe un ottimo trattamento da quel ragazzo, ma la cosa invece di infastidirla la eccitò maggiormente. Oltre ad avere un fisico stupendo, un cazzo meraviglioso, sapeva anche come trattare una donna, una come lei. Sembrava che la conoscesse, che sapesse i suoi gusti e i suoi desideri.
Allo scadere dei 10 minuti lui la lasciò andare, spostandosi dalla sua bocca e dandole la possibilità di rialzarsi. Lisa tentennò qualche secondo, poi si rialzò. Prese il cellulare che era poggiato lì accanto e cercò un contatto su WhatsApp. "Ciao, sono Lisa. Avevo un colloquio alle 11,30 ma sono bloccata in macchina nel traffico. Mi spiace ma ritarderò un po'". Non fece in tempo a posare il cellulare che il ragazzo la girò di scatto, le alzò quella gonna fino alla vita e tirò giù lo slip inzuppato. Puntò la cappella sulla sua figa già bagnata e con un colpo deciso entrò dentro di lei, facendola sobbalzare e urlare ancora una volta per quel trattamento ricevuto. La scopò duramente, così aveva deciso e così lei voleva. Nella stanza si sentiva il corpo di lui sbattere selvaggiamente sul culo di lei e i versi del godimento di Lisa sempre più alti di volume. La prese per i capelli e le portò la testa indietro mentre continuava a batterle addosso, rallentando ogni tanto per infliggerle colpi secchi e riprendere nuovamente il ritmo.
- "È così che ti piace essere presa, vero?", chiese sapendo già la risposta.
Lisa non poté che confermare, era proprio quella la sua posizione preferita, era proprio così che amava essere presa anche dal marito. La differenza stava in quel membro così lungo e grosso che la stava aprendo per bene. Membro che uscì appena in tempo per esploderle addosso, riversando il suo sperma sul culo fino all'ultima goccia.
- "Ringraziami che non ho voluto sporcare il tuo bel visino", le disse allontanandosi e lasciandola con lo sperma che colava a terra.
Si ripulì con un tovagliolo, tirò su i pantaloni e prendendo la cassettina salutò prima Lisa e poi il marito dalla telecamera accesa.
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