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I racconti della buona notte: contemplando mia moglie in una notte d’estate


di cpromagnolamatura
02.07.2020    |    18.141    |    8 9.6
"Anna ci guardò ridendo e, facendomi il gesto delle corna disse a Franco: “Dai che questo è stato solo un assaggio, andiamo a casa, stasera voglio ben altro..."
Proseguiamo con dei racconti brevi che ci auguriamo raggiungano lo scopo di risvegliare un po' i sensi.

C’era un gioco che ogni tanto ci piaceva fare, anche se le condizioni per realizzarlo non erano molto frequenti e poi dipendeva molto dal nostro stato d’animo. Il fatto che Franco fosse decisamente più vecchio di noi era chiaramente un fatto particolare, visto che dato il lavoro che svolgeva, aveva pure le caratteristiche fisiche dell’uomo di mezza età che svolge una vita a cavallo del mezzo di trasporto, abituato a fermarsi per pasti veloci in trattorie a basso prezzo lungo le strade di mezza Europa, con una pancetta da bevitore di birra e una calvizie ormai avanzata. Descritto così pare una caricatura, ma dovete immaginarvelo, in contrasto, con mia moglie, che all’epoca aveva passato da poco i 30 anni, fisico un po' generoso per via delle recenti gravidanze, ma decisamente una bella ragazza alle soglie della maturità, a cui piaceva vestirsi anche con gonne corte e decoltè in bella vista. L’idea del gioco era stata la mia, ma devo dire che sia Anna, mia moglie, che Franco, l’avevano colta come un diversivo alle serate estive in cui, lasciata la figliolanza dai nonni, ci concedevamo una uscita insieme. Ci dovevamo incontrare al mare da noi per poi cenare insieme in un ristorante gestito da pescatori sul lungo canale di Cervia. Partendo da casa Anna, anche in previsione di andare a ballare da qualche parte, si era preparata con cura, senza esagerare nel trucco, ma con un abito di quelli garzati a fiori, un po’ vedo e non vedo, anche se poi era più l’immaginazione a far vedere qualcosa oltre il consentito, se non le gambe, visto che il vestito si fermava una spanna abbondante prima delle ginocchia. Certi vestiti, a metà tra l’adolescenziale e le mise sexy mi sono sempre piaciute e il difficile in queste occasioni è resisterle da darle uno schiaffetto sui glutei, quando ti passa vicino. Avevo prenotato per cui, con mia moglie, ci recammo direttamente al ristorante, dove Franco era già arrivato e stava sorseggiando un calice di vino nella nostra attesa. Convenevoli di rito e sguardo assassino di Franco diretto al decoltè di mia moglie, fintamente indifferente, seguito da un complimento sussurrato piano, ma comprensibile sia da parte di mia moglie che mia, decisamente volgare, relativo all’effetto che mia moglie aveva avuto, entrando, sul suo”uccello”, virgolettato perché quella fu la parola usata dal nostro amico. Durante la cena, la confidenza tra Franco e mia Moglie non dovette passare inosservata, perché mi resi conto degli sguardi che ogni tanto intercettavo verso il nostro tavolo e verso mia moglie in particolare e fu proprio in quell’occasione che mi venne l’idea che poi avremmo realizzato uscendo dal ristorante per la discoteca, che all’epoca si chiamavano night club, ma non vi voglio anticipare nulla.
Negli anni ’80 i night al mare erano dei locali non troppo grandi dove oltre che ballare ci si vedeva anche per bere qualcosa, anzi nell’ingresso c’era la c.d. consumazione, di solito una coca mischiata a qualcosa giusto per darle un tono esotico e l’odore vanigliato al caramello di certe “sigarette” in certi momenti ti tramortivano. L’età media all’epoca credo fosse più alta di quella odierna, comunque senza addentrami troppo nei particolari diciamo che entrammo e subito Franco e mia moglie, con la scusa che al sottoscritto non piace troppo ballare, si buttarono in pista. Mentre osservavo mia moglie ballare con Franco una serie di lenti intercettai una conversazione tra due ragazzi seduti poco lontano che facevano dei commenti nella direzione di mia moglie e di Franco. “Guarda quel vecchio come si tiene stretto a quella ragazza, li sto osservando da un po’ e credo che ormai lei si sia fatta toccare ovunque, secondo me è una di quelle spose che mentre il marito se ne sta a casa a lavorare si diverte” e giù a ridere. In effetti guardando verso i miei due ballerini Franco sembrava non andarci troppo per il sottile e una mano stava sicuramente palpando il culo di Anna, parzialmente coperta dal lembo del vestito. Anche l’altro ragazzo intento annuiva. “guarda come ci sta la troia, ma secondo me ad uno così lei gliela dà per soldi! Certo che una passatina alla signora -aggiunse calcando sulla parola signora – gliela darei proprio volentieri. Secondo me è una sposina con degli arretrati”. Nel frattempo la serie dei lenti continuava e con il favore delle luci abbassate Franco aveva preso anche a limonare con Anna, baciandola sul collo e dietro la nuca, cosa che so mandarla facilmente in orbita e infatti la sensazione, osservata dal bordo pista, è che quasi lei facesse le fusa. “Hai visto – disse il primo ragazzo, seduto più vicino a me – come se lo sta intortando, scommetto che al vecchio il cazzo non vede l’ora di farsi una bella passeggiatina dentro la signora!” e l’altro di rimando: “si, e poi se il gallo ha fatto l’uovo lei dopo la darà subito al maritino quando verrà a trovarla venerdì sera, ah ah “.
Con il cambio di musica, da lento a vivace le luci si alzarono un po’ e persi la coppia in mezzo alla folla dei ballerini scatenati in una sorta di “trenino”, ballo che andava allora dove si forma una specie di serpentone ancheggiando tenendo le mani sui fianchi del ballerino di fronte. Col favore della luce osservai meglio i due di cui avevo sentito la conversazione, saranno stati poco più che ventenni e quindi compresi anche la ragione di quel “signora”, pronunciato da uno dei due ad indicare mia moglie, che avendo all’epoca poco più di 30 anni doveva apparire loro come una donna matura, ma decisamente meno di Franco.
Non mi ricordo esattamente come avvenne ma entrammo in conversazione tra di noi e quando ballando Anna passando vicino a me fece come un cenno divertito verso la mia direzione, evidenziando così che la conoscevo, feci un apprezzamento in direzione di Anna :”Avete visto quella donna che mi ha salutato? Quella viene qui infrasettimana, quando non c’è suo marito, perché ha voglia di cazzo! Credo che abbia adocchiato quel tizio stasera, avete notato come se lo lavorava mentre ballavano?” – I due ragazzi mi parvero subito interessati ad eventuali rivelazioni – lo me la sono già sbattuta un paio di giorni fa, non ne ha mai abbastanza, secondo me suo marito deve avere tante corna quanto quelle di un cesto di lumache!” e giù a ridere, ormai complice con i due ragazzi. “Davvero la dà? – intervenne uno dei due ragazzi – io me la farei certamente, tanto da farla andar via a gambe larghe – aggiunse facendo quello che in Romagna di dice il patacca. “Beh bisogna vedere – aggiunsi io – mi sa che il vecchietto vorrà la sua parte stasera” In quel mentre Franco, ripresi i lenti stava vistosamente limonando con mia moglie e tra i loro inguini non doveva esserci molto spazio libero, da quello che si poteva vedere. “Chissà – aggiunsi ormai entrato nella parte del ruffiano – se alla signora piacerebbe qualcosa di diverso, che so forse possiamo convincerla a farci fare un giro a ciascuno di noi stasera”- ebbi quasi l’impressione, dai loro sguardi eccitati, che i due ragazzi stesso già vivendo la loro avventura con mia moglie. “Beh, dissi loro, se volete provo a proporglielo, però solo se siete convinti”. I due annuirono in sincrono. Mi alzai e quindi mi diressi verso mia moglie e la feci staccare a malincuore da Franco, che ne approfittò per andare a bere qualcosa al bar. Ballando con Anna le feci cenno di guardare vero il punto dove erano i due ragazzi, senza che se ne accorgessero e, dicendole che aveva fatto colpo, le chiesi cosa ne pensava. Anna, probabilmente perché mi conosce bene e anche perché chiaramente era eccitata dalla serata che, nella nostra testa di sarebbe dovuta concludere tra noi tre nel nostro appartamento al mare, mettendomi le mani attorno al collo e guardandomi negli occhi mi sussurrò che sì erano carini, ma erano due bambini! “Ma che bambini – le dissi – quelli a vent’anni sono pieni di ormoni a mille e sono capaci di metterti incinta a dieci metri di distanza se non stai attenta!”. “Ma perché -mi fece – che idee ti passano per la testa?”. Intanto mentre ballavamo le avevo passato una mano sul sedere proprio nel mentre passavamo di fronte ai due, come per dimostrare il mio impegno e poi avevo chiesto a mia moglie di accarezzarmi la patta con la mano, cosa che lei fece e certamente non passò inosservata. “Dai, proseguii io, proviamo a stuzzicarli e poi li lasciamo di stucco qui…sai quante seghe si riterranno stanotte pensando a te! Poi con Franco, scommetto che si ecciterà anche lui a saperlo e stasera- aggiunsi calcando un po’ i toni – stasera ti diamo una ripassata che starai buona per una settimana, o, come hanno detto i due ragazzi con me, da camminare a gambe larghe per giorni!”
Col ritorno di Franco in pista a sostituirmi ritornai a sedermi accolto dagli sguardi interrogativi dei due ragazzi. “Bene – gli dissi – non posso assicurarvi di averla convinta, ma ho capito che non sarebbe così indifferente a qualcosa a tre, però mi ha detto che si è già un po’ compromessa con il tipo con cui sta ballando”. Leggi un misto di eccitazione e di delusione negli occhi dei due miei nuovi amici che, essendo io più vecchio di loro, speravano li potessi aiutare a concludere. “….forse – aggiunsi – potrei provare a vedere se riesco a staccarla dal tipo, ma poi non so se riesco a liberarmene a lungo. Casomai la convinco ad uscire nel parcheggio, ma dovete essere pronti …in fondo sul lato che dà sulla strada c’è una specie di sgabuzzino dove il gestore del locale tiene le sedie e i tavoli, se la convincete a seguirvi là, poi vi raggiungo, perché vorrei anch’io la mia parte di figa, stasera. Però almeno mi offrite da bere….”.
Quando , dopo una pausa di balli veloci venne annunciata una a breve pausa feci un cenno ad Anna affinchè mi raggiungesse al bar, dove brevemente la convinsi a conoscere i due ragazzi, chiaramente, le dissi, non perché pensassi che ci facesse qualcosa, ma giusto per eccitarci un po’ prima di abbandonare il locale e che, comunque sarei stato nei pressi.
Dissi ad Anna di uscire dal locale che certamente i due ragazzi le sarebbero venuti dietro e quindi gli proposi di dargli un po’ di corda perché poi sia Franco che io saremmo venuti in suo aiuto lasciando i due fanciulli con un palmo di naso! Staccatomi da Anna feci segno diedi il pollice su ai due ragazzi, accompagnandolo con una strizzata d’occhi, come a dir loro che era fatta e quando Anna abbandonò il locale vidi i due ragazzini seguirla all’esterno. Nel frattempo mi raggiunse Franco a cui spiegai il motivo dell’uscita di Anna, e gli proposi di aspettare qualche minuto prima di interrompere il gioco che avevo studiato per i due. Passato un quarto d’ora di orologio Franco mi fece segno di uscire e così ci ritrovammo fuori dal locale. Non vedendo i tre da nessuna parte mi diressi verso lo sgabuzzino che avevo indicato ai ragazzi, ma anche lì non c’era alcuna traccia dei tre. Rimasi un po’ perplesso perché a questo punto mi stavo chiedendo cosa mai fosse successo fin quando Franco mi disse che forse Anna era andata verso la macchina che avevamo parcheggiato dall’altra parte del piazzale. All’epoca avevamo una Audi80, bianca, molto spaziosa e comoda e l’avevo parcheggiata proprio sul confine del piazzale, cosicché mentre il lato sinistro era illuminato dal lampione, quello destro, in ombra, dava su un giardino buio ed era proprio da quella parte si intravedevano delle persone. Avvicinandomi mi resi subito conto di come Anna, aperto lo sportello posteriore si fosse messa di traverso sulle ginocchia con uno dei ragazzi che, sollevata la gonna da dietro e poste le mani sui fianchi se la stava sbattendo con un certo vigore, mentre all’interno dell’abitacolo si vedeva la siluette dell’altro ragazzo seduto dietro il posto del guidatore e con la testa abbandonata indietro. Non visti dal trio mi raggiunse Franco, anche lui sorpreso dalla scena, che ammetto era completamente inaspettata: io che volevo prendermi gioco dei due, ecco che ero finito giocato dalla mia giovane consorte. In quel mentre il ragazzo che si stava godendo Anna si bloccò dentro di lei, con una imprecazione: certamente non aveva retto l’eccitazione ed era venuto, infatti si separò da mia moglie e lo vidi armeggiare per togliersi il preservativo, mentre nel frattempo anche il suo amico doveva aver ceduto alle lusinghe orali della mia giovane sposina, perché vidi mia moglie riprendersi e sistemarsi la gonna. In quel momento Franco si fece vedere dai tre con fare minaccioso, tanto che i due, senza profferir verbo se ne scapparono. Anna ci guardò ridendo e, facendomi il gesto delle corna disse a Franco: “Dai che questo è stato solo un assaggio, andiamo a casa, stasera voglio ben altro di un antipasto!”.
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