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Lui & Lei

In ricordo di quella volta


di cpromagnolamatura
26.01.2020    |    11.978    |    8 9.1
"Mi sono girato verso Anna e alludendo a quanto si vedeva fuori dal finestrino le ho chiesto se si ricordava del posto..."
Anna ed io siamo ormai una coppia di quelle che si definiscono di lungo corso, nel senso che passati i 60 spesso si tende più a vivere di ricordi che di futuro, anche se poi i ricordi ci spingono a riflettere e a voler trovare nella nostra intimità ancora motivi di eccitazione. Qualche settimana fa in occasione dei saldi di fine stagione abbiamo deciso di concederci una uscita e abbiamo come si dice scavallato gli Appennini per recarci in Umbria / Toscana dove da anni conosciamo alcuni spacci molto interessanti, sia per le offerte di abbigliamento che oggettistica e passamaneria. Scarpe, maglioni e camicie passate in rassegna con me che seguivo pazientemente la consorte intenta a provare e a riprovare, pensando anche ai figli che, benchè fuori casa sono poi sempre nei nostri pensieri e un regalo di questi tempi è sicuramente gradito e poi, fatta l’ora siamo finiti per andare ad uno dei due o tre ristoranti in cui siamo abituati a recarci. Sulla strada del ritorno, passato il passo per lavori abbiamo dovuto abbandonare la provinciale a rapido scorrimento per immetterci nella vecchia strada e devo dire che non mi ricordavo avesse così tante curve. La vecchia provinciale l’abbiamo percorsa tante volte, prima che aprissero quella a rapido scorrimento, e mi sono sorpreso a ricordare i punti dove un tempo ci fermavamo per una sosta, o un caffè anche se ormai essendo quasi abbandonata e frequentata dal traffico locale molti esercizi sono stati dismessi; ad un certo punto ho accostato in uno spiazzo su cui si affacciava un edifico con le serrande chiuse e sbarrate ed una vecchia insegna su cui si poteva ancora leggere la parola “Tra oria” dove la doppia “tt” si era ormai staccata da tempo. Mi sono girato verso Anna e alludendo a quanto si vedeva fuori dal finestrino le ho chiesto se si ricordava del posto. Mia moglie dopo qualche istante in cui sembrava non riconoscere nulla del posto finalmente ci è arrivata: era una trattoria dove ci eravamo fermati a riposare una volta, sempre ritornando dalle compere. Si, forse il termine dormire non era proprio esatto, visto che più che riposare ci eravamo incontrati con Franco e ho un ricordo molto movimentato di quella serata. All’epoca Anna aveva si e no 35 anni ed era quello che in Romagna si chiama una bella sposa, cioè una donna fatta ma giovane, con forme prosperose ed un sano appetito sessuale. Franco, sebbene avesse passato da poco i 60, era diventato da poco un nostro compagno di letto e in quell’occasione ci eravamo dati appuntamento proprio lì, perché lui risaliva con il camion per portare delle merci in toscana e noi ritornavamo a casa dopo essere stati in toscana per i saldi.
Siamo scesi dall’auto per fare due passi, guardandoci attorno in uno scenario desolato e spazzato da un vento gelido ripensando a quella volta. Mi ricordo che Anna aveva un vestito a giacca con dei piccoli quadretti bianchi e neri e la gonna della stessa stoffa, leggermente sopra il ginocchio; aveva da poco smesso di allattare ma il seno le era rimasto grande e ancora qualche goccia di latte finiva pe bagnarle la coppa del reggiseno. Abbiamo spiato dentro attraverso i vetri di una finestra ma i segni del più totale abbandono erano evidenti. Quella volta avevamo invece fatto merenda e poi Franco, che come tutti i camionisti aveva i suoi posti e le sue conoscenze si era fatto dare le chiavi di una stanza dal padrone del ristorante. Anche se non era un albergo evidentemente aveva delle camere a disposizione diciamo per gli abituè , come era evidentemente Franco. Sia Anna che io eravamo poi sgaiattolati in stanza, cercando di dare il meno possibile nell’occhio. Anna in effetti si era un po’ vergognata, ma poi l’idea l’aveva eccitata e quindi convinta . Oggi giorno si direbbe che la location era forse un po’ troppo spartana per gli standard attuali, ma per quegli anni era attrezzata con un bel lettone, di quelli di una volta, molto alti, che se cadi ti fai male e con una spessa trapunta di lana e crine, al posto del materasso e un parataglio in metallo con una brocca di pesante ceramica, una specie di lavandino, la specchiera ed un bidet in ceramica fissato ad un trespolo metallico. Si vede che Anna aveva in quel momento i miei stessi pensieri perché mi chiese se mi ricordavo di quella specie di bidet mobile dentro la stanza. Come potrei non ricordarmi la scena di mia moglie a cosce larghe ad abbracciare l’ansa di quel bidet ed io con in mano la brocca dell’acqua (fredda!) che versavo stappandole degli urletti a bagnarle..ecco voglio usare un termine che ora non si usa più..a bagnarle la “natura”. Anche noi maschietti poi ci eravamo assoggettati a quella sorta di bidet .
Delle due ore di sesso ed accoppiamenti non mi ricordo molto se non che alla fine avevamo lasciato Franco a pagare la stanza ed Anna ed io ci eravamo allontanati senza farci notare troppo. A distanza di anni mi sembra ovvio che il gestore della trattoria sapesse benissimo cosa ci venivano a fare i suoi clienti in quelle stanze e che si trattasse di una sorta di scannatoio per camionisti o coppie poco ufficiali non vi era dubbio.
Siamo risaliti in auto, mentre orami il buio era calato e sarà stato per il ricordo di quella volta mi sono reso conto di essere eccitato. Ho spostato l’auto a fianco allo stabile abbandonato, discosto dalla provinciale illuminata dai fari dell’auto ed ho guardato Anna. Mia moglie non ha capito subito quello che volevo da lei per cui le ho preso la mano e me la sono portata sull’inguine per farle sentire la mia eccitazione. Anna mi ha sorriso, si è guardata intono e mi ha aperto la patta dei calzoni e poi è scesa con la testa. Ecco adesso in quel posto ho due ricordi: il rendez vous con Franco ed un sontuoso bocchino a celebrarne il ricordo.
SI direbbe péchés de vieillesseun, peccati di vecchiaia no?
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