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Prime Esperienze

Il collega camionista - 4


di cpromagnolamatura
02.09.2018    |    18.051    |    13 9.4
"Marco, sempre in uno stato di erezione sembrava rapito da quello che gli dicevo e quindi mi sono sentita benissimo nella mia parte di insegnante..."
Mentre Anna era in doccia mi raggiunse la telefonata di Franco per dirmi che suo figlio non gli aveva detto nulla di quello che era successo tra lui ed Anna, ma che aveva capito come l’incontro fosse stato più che soddisfacente per il ragazzo che gli aveva riferito appunto che la “psicoterapeuta” aveva saputo metterlo pienamente a suo agio e fargli capire meglio l’origine dei suoi problemi. Franco, tuttavia , non era riuscito a sapere nulla di più dal figlio che, dopo averlo lasciato a casa della sua ex, era ritornato indietro per ringraziarlo di avergli trovato una dottoressa così in gamba e che non gli sarebbe dispiaciuto approfondire alcuni suoi problemi anche con altre sedute. A Franco che mi chiedeva invece lumi su cosa fosse realmente successo in quell'incontro non potei che rispondergli di come Anna avesse glissato perché stanca e che in quel momento era in doccia. Eravamo comunque d’accordo che ci saremmo visti nel fine settimana per rimettere a posto l’appartamento , ma Franco insistette per fare un passaggio da casa nostra dopo cena.
Mentre mettevo giù il telefono, Anna, uscita dalla doccia e ancora in accappatoio, mi chiese chi fosse, e così gli riferii di Franco che insisteva per sapere come era andata con il figlio e soprattutto voleva conoscere i particolari (devo ammetterlo che anch'io ero molto eccitato da questo). Anna mi guardò con una espressione un po’ misteriosa dicendomi che eravamo i soliti maiali, alla ricerca di particolari piccanti. Dicendo questo si era aperto l’accappatoio e notai subito gli arrossamenti sul seno e sul collo: - Sai – aggiunse mia moglie – il ragazzo era molto passionale! -. Gli dissi quindi che Franco ci avrebbe raggiunto di lì a poco per conoscere proprio i particolari “passionali” di suo figlio.
Anna si ritirò quindi in stanza dicendo che ci togliessimo particolari idee dalla testa, perché il suo corpo aveva già dato in abbondanza quel pomeriggio e quindi avremmo solo parlato e bevuto qualcosa e poi a letto…ma per dormire, anche perché c’erano i nostri figli per casa e quindi non era proprio il caso.
Dopo cena arrivò Franco con cui mci intrattenni in salotto mentre Anna metteva a letto i bambini, poi mia moglie,che aveva indossato un vestito “monacale” ci raggiunse per accomodarsi di fronte a noi due. Sia Franco che io la guardavamo in attesa di saper.
- Marco è un bravissimo ragazzo – esordì Anna –
- Allora dopo che ho chiuso la porta ci siamo seduti di fronte l’uno all'altro, lui era teso e devo confessare che all'inizio lo ero anch'io- cominciò a raccontare mia moglie. – gli ho chiesto se sapeva perché era lì e lui mi ha detto che suo padre gli faceva sempre delle storie perché secondo lui non aveva una sua ragazza e si era fatta l’idea che le ragazze non gli piacessero! - Gli ho chiesto se le cose stavano effettivamente così o se era una idea che si era messo in testa suo padre e se la sentiva di parlarne con me –
- Adesso vuoi vedere che se non gli piacciono le donne è colpa mia! – intervenne Franco aprendo le braccia.
- Stai buono Franco – lo zittì mia moglie – io vi riferisco solo quello che ci siamo detti! Allora gli ho chiesto se se la sentiva di raccontarmi quando per la prima volta si era posto il problema del sesso e lui mi ha detto che quando era piccolo, un giorno, tornando dalla dottrina, aveva visto una coppietta appartata intenta a baciarsi. Era rimasto molto colpito dalla cosa perché per lui in quel periodo della sua vita, doveva avere 8 o 9 anni, in realtà non si era mai posto molto il problema delle femmine. Rientrando a casa ne aveva parlato con te e la tua ex –aggiunse Anna guardando verso Franco – e voi lo avevate quasi sgridato dicendogli che non bisogna spiare le persone e poi avevate tagliato corto come se si trattasse di un argomento imbarazzante. Da quelle volta si era fatto una idea che i rapporti tra maschi e femmine fossero una cosa non molto pulita! –
- Ma dai, - intervenne ancora Franco – io non mi ricordo affatto e poi era sua madre che non voleva mai che si parlasse di cose del genre, figuriamoci non voleva neppure farsi vedere che la baciavo, se c’era Marco in giro! –
Sia come sia –continuò mia moglie –sono di quelle cose che rimangono nella testa di un bambino e lui se lo ricorda come una specie di trauma, ma non è finito qui e questo, caro Franco, credo proprio che tu non te lo immagini neppure! Beh Marco mi ha confessato che quando aveva all'incirca 10 o 11 anni un giorno per farvi uno scherzo si era chiuso nell'armadio della vostra camera da letto . Ha sentito tua moglie che lo chiamava, ma lui era rimasto in silenzio, tanto che tua moglie quando sei entrato tu, Franco, gli ha detto che il figlio era probabilmente dal vicino di casa a giocare. A questo punto Marco mi ha detto di avervi visto in intimità. Ha detto che tu hai chiesto a sua madre di spogliarsi e che lei inizialmente sembrava non volerlo fare, ma poi aveva ceduto mentre tu te ne stavi in piedi a guardarla. Era stato uno spogliarello silenzioso in cui la madre si toglieva i vestiti riponendoli in ordine sulla sedia. Quando è rimasta nuda, davanti al marito ha sentiro sempre tu che le dicevi di prenderglielo in bocca. Marco ha quindi visto sua madre piegarsi per aprire la patta dei calzoni del marito e nel far questo, visto che era di tre quarti rispetto a tuo figlio chiuso nell'armadio con le ante socchiuse, respirando piano per non far rumore Marco mi ha confessato di aver visto il sesso in mostra da dietro e che la cosa lo ha turbato, perché non aveva mai visto né sua madre né un’altra donna nuda fino a quel punto. La scena era andata avanti con la madre piegata ad aprirti i calzoni finché ha estratto il tuo pene già grande.
Franco ed io eravamo affascinati ed in silenzio dal racconto di Anna che quindi proseguì – Marco ha detto che quindi ha visto sua madre prenderti il pene in bocca mentre tu le tenevi la mano sulla testa e le dicevi che era una “brava puttana” , ha detto proprio così, che tu davi della puttana a sua mamma! Ma capisco perché vi siete lasciati, non si dà della puttana alla moglie!
Allora - continuò a raccontare Anna – dopo un po’ di questo Marco ha sentito che tu hai detto a sua madre di girarsi e di piegarsi sul letto e che lei lo ha fatto dicendogli di fare presto perché poteva rientrare il figlio da un momento all'altro e a questo punto ti ha visto che senza neppure toglierti i calzoni ha preso tua moglie. Ho chiesto a Marco cosa avesse provato nel vedervi fare l’amore e mi ha detto che si era sentito come paralizzato, che respirava silenziosamente per non farsi scoprire e che all'inizio aveva pensato che tua madre avesse ceduto ad un atto di violenza da parte tua, Franco, ma poi quando aveva sentito la madre gemere sotto le spinte del marito era rimasto disorientato, perché aveva quasi avuto l’idea che sua madre in quella circostanza provasse addirittura piacere. Aveva poi visto che ad un certo punto tu ti eri quasi accasciato, appoggiato alla schiena nuda di tua moglie e poi ti eri allontanato ed aveva visto il tuo sesso uscire dalle gambe della madre, il cui sesso sembrava come una ferita aperta. In breve mi ha detto che tu ti eri ricomposto, senza neppure dir nulla a tua moglie, la quale tenendosi una mano tra le gambe era andata in bagno. In quel momento Marco era uscito da suo nascondiglio e senza farsi vedere era uscito dal retro senza che voi lo vedeste!
Franco sembrava non volerci credere a questa descrizione che suo figlio aveva fatto a mia moglie ed aveva provato a giustificarsi dicendo che la sua ex era una puritana e che anche un uomo ha l necessità di sfogarsi, solo che gli dispiaceva che suo figlio avesse assistito.
-E poi? – intervenni io - - E poi – continuò Anna – gli ho chiesto se ci avesse riflettuto sopra, nel senso che poi crescendo cosa ne pensasse di quell'episodio, in fondo sorprendere i propri genitori farsi delle coccole anche intime non è poi una cosa così rara e lui mi ha detto che nelle settimane successive, ripensando a quanto aveva visto si sentiva un po’ strano, come eccitato ,ma n che poi a volte dopo essersi masturbato, non ha usato questo termine, ma solo che si toccava, dopo ne provava rimorso. Gli ho chiesto allora se secondo lui l’aver vissuto quell'episodio poteva in qualche misura averlo bloccato nei confronti dell’altro sesso e mi ha confessato che una volta si era innamorato di una sua compagna di classe, era il 3° o 4° anno di liceo, e che sembrava che pure lei provasse qualcosa nei suoi confronti tanto che durante una festa a casa di amici loro due si erano appartati per baciarsi. La ragazza, che da quello che mi ha detto doveva essere un tipino sveglio, gli aveva abbassato la zip dei calzoni per toccarlo e lui dall'emozione gli era venuto improvvisamente in mano lasciandola di stucco, tanto che poi ripresasi l’aveva ripreso in malo modo e si era allontanata, solo che poi nei giorni successivi lei aveva continuato ad ignorarlo, ma al tempo stesso si era accorto che anche le altre amiche di scuola quando lo vedevano ridacchiavano tra di loro maliziosamente. Marco era convinto che la sua ragazza lo avesse in qualche modo “sputtanato” con le amiche e questo lo aveva ulteriormente bloccato. Marco mi ha confessato che da allora non ha avuto più rapporti con altre donne e che si sfoga ogni tanto guardando delle cassette porno.
- Ecco, te lo dicevo io – intervenne Franco – è diventato un segaiolo! E sua madre? Sua madre lo difende! Io alla sua età sai quante me ne ero già scopate. Dai Anna non dargli retta e tu Franco parla piano perché i bambini potrebbero sentirti.
Anna continuò quindi a raccontarci: - A questo punto ho capito che tuo figlio Marco era bloccato e mentre parlavamo distrattamente ho lasciato sbottonato il camice ed accavallando le gambe ho fatto in modo che la gonna risalisse quel tanto da mostrare la fascia del reggicalze. Mi sono accorta che si stava imbarazzando perché pur cercando di non guardarmi il seno che occhieggiava dalla scollatura faceva fatica a distoglierne lo sguardo. Gli ho chiesto, quindi se avere davanti una donna lo imbarazzava in qualche misura e ha cominciato a tergiversare, dicendo appunto che no e mai si sarebbe permesso di fare qualcosa. Ho fatto finta di essere un po’ dispiaciuta, come se non mi trovasse attraente ed ovviamente lui c’è cascato subito per sostenere il contrario. A questo punto gli ho spiegato che come sessuologa non ci sarebbe stato nulla di male, ma che la cosa rientrava nei miei compiti professionali se gli avessi fatto vedere come ci si deve comportare con una donna. Marco mi ha guardato perplesso, forse non se lo aspettava così direttamente o semplicemente si è trovato spiazzato, fatto sta che gli ho detto che per prima cosa sarebbe stato utile fare un passaggio in bagno. L’ho preceduto e, a proposito vi ho sentiti voi due che nell’altra stanza ci stavate spiando!, quindi gli ho chiesto di abbassarsi calzoni. Marco sebbene titubante si è slacciato la cintura e abbassando i calzoni è rimasto in slip. Devo dire che il rigonfiamento era notevole. L’ho guardato e quindi gli ho detto di non preoccuparsi che c’ero abituata e quindi gli ho messo le mani sui fianchi e gli ho calato le mutande. Ammetto che questa volta la stupita ero io, ma lo sai Franco, che tuo figlio è un superdotato? - Franco ha fatto una smorfia di compiacimento verso di me. - A questo punto l’ho avvicinato al lavandino e gliel'ho lavato – proseguì Anna – con l’acqua fredda sembrava aver presso ulteriore consistenza. Fatto questo siamo ritornati nella stanza. Gli ho detto che la pulizia è fondamentale per un rapporto con una donna, anche perché la donna deve accettare il membro dell’uomo dentro di sé, e l’igiene, anche quando si usano i profilattici, deve essere sempre garantita. Marco, sempre in uno stato di erezione sembrava rapito da quello che gli dicevo e quindi mi sono sentita benissimo nella mia parte di insegnante. La prima cosa , gli ho detto, devi saper godere della vista della donna che sta per donarsi…. noi donne passiamo molto tempo a farci belle e poi arrivano uomini che neppure ci guardano e vogliono solo scopare facendoci sentire usate! Ecco quindi siediti a guardami, gli ho detto, ed ho cominciato a spogliarmi lentamente. Senza musica ma state certo che lui la sentiva, mi sono sbottonata il camice ed un po’ alla volta gli ho mostrato il mio corpo e mi sono sdraiata sul letto con le spalle appoggiate alla spalliera e le gambe aperte a mostrargli la mia passerina matura. Gli ho fatto segno di avvicinarsi, ma quando lui sembrava voler fare un balzo su di me gli ho dato l’alt, “Devi saper guardare e godere di questo momento” e mi sono parta il sesso con le dita di una mano mentre con l’altra mi accarezzavo il seno. “Adesso- - , gli ho detto - comincia a toccarmi, ma piano con tocchi superficiali e leggeri, a sfiorarmi la pelle. Gli ho preso la mano destra è l’ho fatta passare delicatamente sul capezzolo perché volevo che sentisse come si irrigidisca sotto i suoi polpastrelli. Si è accorto subito del mio capezzolo indurito e mi ha guardato interrogativamente, al ché gli ho fatto di sì con la testa e lui ha avvicinato la bocca come un neonato alla tetta della madre. Gli ho messo una mano in testa tra i capelli e l’ho stretto a me perché volevo che sentisse il mio calore.
Dopo qualche minuto ho sentito che con l’altra mano si stava avvicinando al mio sesso e lui si deve essere accorto di avermi strappato un gemito perché si è momentaneamente fermato, come se avesse avuto paura di avermi fatto male. A questo punto l’ho rassicurato e gli ho preso la mano e me la sono portata sul sesso chiedendogli di accarezzarmi le grandi labbra con un tocco molto superficiale. Marco ha capito molto in fretta quello che può piacere ad una donna e infatti dopo qualche movimento mi è venuto spontaneo spingere il pube contro la sua mano e mi ha guardato negli occhi come se volesse interpretare dal mio sguardo il piacere che traevo dal suo tocco. A questo punto ho deciso di restituirgli il favore e quindi gli ho detto di stendersi sul letto. Gli ho preso il membro e l’ho baciato e poi gli ho detto di chiudere gli occhi e di lasciasi andare. Ho liberato il glande dal prepuzio sulla cui punta c’era già una gocciolina trasparente che ho provveduto ad asciugare con la lingua e poi ho circondato il glande con le mie labbra. Mentre lo pompavo così l’ho sentito irrigidirsi e quindi mi sono fermata un attimo per riprendere poi subito dopo, mentre con la mano gli massaggiavo l’asta. Standogli sotto di sfuggita gettavo gli occhi su di lui e quando i nostri sguardi si sono incrociati gli ho sorriso, perché vedevo in lui una espressione estremamente concentrata. Ad un certo punto di questo stop and go lui mi ha fatto segno che non ne poteva più allora mi sono messa al suo fianco lasciandogli campo aperto tra me mie gambe. Marco ha pensato che fosse il momento di scoparmi ma l’ho fermato subito. “Ricordati che anche la tua donna del momento desidera godere del tocco della tua lingua come te della sua! – gli ho detto – e così gli ho fatto segno verso il mio sesso aprendogli le cosce. L’ho indirizzato chiede dogli di leccarmi attorno al sesso ed anche lungo il perineo e sono rimasta stupita di come avesse imparato presto, specie nell'unire la lingua al tocco delle dita lungo la linea del perineo fino al buchino. Gli ho detto che se voleva poteva anche infilarci un dito pian piano e così spontaneamente mi ha poto la mano verso la bocca così che potessi insalivargli l’indice. Mi ha fissato mentre con la mano scendeva per vedere le mie reazioni e poi mi ha strappato un gemito penetrandomi dietro.
“Proprio bravo il mio ragazzo – è intervenuto Franco - e tu non potevi essere che la migliore insegnante!
Anna , incassato il complimento , proseguì: - A questo punto la voglia era tanta e Marco mi è venuto sopra ed io ero bagnatissima di mio e della sua saliva per cui l’ho sentito scivolare dentro di me e non finiva più tanto era grande e grosso. Mi sono sentita allargare e riempire e poi svuotare ogni volta che usciva. Incredibile la sensazione di pieno e di vuoto che mi lasciava ad ogni spinta. Mi ha letteralmente sbattuto tanto che nonostante avessi degli orgasmi e mi contraessi sotto di lui sembrava continuare meccanicamente. Gli ho insegnato che anche in questa fase la femmina desidera il contatto umano e quindi gli ho detto che deve guardarmi se vuole capire cosa mi piace in quel momento, perché la scopata è fatta di momenti di spinte forti alternate a momenti più dolci, dove c’è tempo anche per dedicarsi al seno dell’amata o ad accarezzarle il viso facendo scivolare le dita tra i capelli. Ad un certo punto, forse perché avevo le mani sui suoi fianchi e lo accarezzavo, l’ho sentito irrigidirsi ed ho capito che stava per venire per cui gli ho detto di lasciarsi andare e di riempirmi, perché è questo il momento che la femmina predilige, sentir piena del maschio, come se lui volesse fecondarla. Nel mentre gli dicevo così ho sentito il suo seme bagnarmi ed il membra rapidamente rimpicciolirsi. Siamo rimasti così per qualche minuto in cui gli ho chiesto di continuare ad accarezzarmi, perché deve imparare che una donna dopo l’amplesso vuole sentirsi amata. Dopo ci siamo rivestiti ed ovviamente gli ho spiegato che deve sapersi controllare e che la cosa che una donna apprezza di più da un uomo è comunque la discrezione e che quindi non si sarebbe mai dovuto vantare dei suoi incontri con le donne. A questo punto siamo usciti e Franco con te ho ripreso Dopo questo racconto il mio ruolo professionale, sotto lo sguardo allegro di tuo figlio! –
Dopo il racconto di Anna inutile dire che eravamo entrambi eccitati, ma purtroppo non si poteva certo combinare un gran che, visto che esisteva sempre la possibilità di essere sorpresi dai nostri figli. Franco sollecitava almeno un bacio o una toccatina da mia moglie che divertita guardava verso di me come per chiedermi che cosa avrebbe dovuto fare. La guardai alzando le spalle poi mi sistemai sulla porta che dava nel corridoio dove si aprivano le stanze dei nostri figlioletti e le feci segno che stavo di guardia. A questo punto, visto che Franco aveva già liberato le bestia Anna gli si inginocchiò davanti e gli fece un pompino fino a farlo rapidamente venire , impiastricciandosi la bocca e il collo dello sperma di lui, poi si alzò per venire vicino a me a baciarmi sussurrandomi, con un sorriso stampato in faccia, che razza di maiali fossimo. Il suo sapore era l’inconfondibile sapore di Franco! Quella sera ci congedammo così.
Nei giorni successivi, ripassando dalla casa al mare, presi la micro sd della cam deciso a visionarmela da solo in santa pace. In effetti da quello che potei vedere Anna era stata fedele nel suo racconto tranne che nell'ultima parte! A casa, mentre mia moglie era indaffarata in cucina per la cena le cinsi i fianchi e - Sei sicura di averci raccontato proprio tutto di te e Marco? – le dissi. Anna si girò per scrutarmi e vedendomi così come di uno che la sa lunga mi disse: - Certo, che vuoi che sia successo d’altro? - .
Le accarezzai il seno e poi quasi distrattamente il sedere lasciando la mano ferma sul suo didietro e la guardai – Non è – le dissi –che il bel Marchino abbia voluto assaggiare anche qualcos'altro? – Anna mi guardò perplessa cercando di capire cosa diavolo e soprattutto come facessi a saperlo e poi si decise. – Beh – disse sorniona – un insegnante deve finire il programma e visto che c’ero gli ho insegnato anche come fare con le femmine che lo gradiscono! La baciai stringendola, mentre lei continuava a mescolare la pentola per la cena.
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